Apr 28, 2023 | Testimonianze di Vita, Vite vissute
Un legame profondo in cui non c’è in gioco solo il nostro destino ma anche il destino dell’altro, la sua storia. È questa l’amicizia vera: un bene gratuito, a fondo perduto; una relazione autentica dove ciascuno, nel sostenere l’altro, alla fine ritrova sempre sé stesso. L’amico in difficoltà Stavo andando al lavoro in auto quando per la strada ho adocchiato un ex collega di università. Gli ho dato un passaggio e lui durante il tragitto mi ha raccontato i suoi problemi: a causa del Covid, aveva perso il suo lavoro di cameriere; inoltre, l’alloggio dove abitava era privo di acqua calda e di elettricità, perché non aveva pagato le bollette. Spontaneo il mio invito a farsi la doccia e lavare i vestiti da me, quando ne aveva bisogno. Lui ha accettato ben volentieri. Un giorno è venuto come al solito, non stava bene, ma non ha avuto il coraggio di dirmelo. Dopo due giorni, ho scoperto di avere il Covid. Quando l’amico l’ha saputo, ha capito che era stato lui a contagiarmi, per cui non se la sentiva di tornare a lavarsi da me. Io però l’ho rassicurato che non avevo niente contro di lui, e abbiamo ricominciato a frequentarci. Se ho trovato la forza di andare incontro a questo mio fratello, è stato perché come cristiano mi sento chiamato a fermarmi per cogliere le esigenze e i bisogni del prossimo, per aiutarlo e amarlo come Gesù ci dice nel Vangelo. (Steve – Burundi) Matrimonio in crisi Dal Brasile, patria del suo “grande amore”, Brigitte mi aveva scritto che suo marito, diventato alcolista, aveva abbandonato lei e i tre figli. Col consenso di mio marito decisi di andarla a trovare. Anche se il viaggio era una spesa pesante per la nostra economia, il desiderio di essere vicina a questa amica di lunga data prevalse. Ritrovai Brigitte distrutta, delusa, disorientata; si chiedeva perché quella sorte: lontana dalla patria e dai parenti, sola, fallita in tutti i sensi. Parlammo della possibilità di un ritorno in Francia. Lei però non vedeva positivo per i figli il totale allontanamento dal padre. Potevo capirla. Per la sua economia, mentre ero lì, contattai la casa editrice dove lavoro, che le affidò delle traduzioni in francese. Ma il vero dono per Brigitte, ed anche per me, fu che, ricordando la nostra gioventù, ripensando alle domande sulla fede e al desiderio di costruire un mondo più umano, sembrò che quel sogno si rianimasse. Finalmente lei stessa individuò il modo più concreto di impegnarsi per gli altri, una via verso la ricostruzione. Ripartii rinfrancata. (J.P. – Francia)
A cura di Maria Grazia Berretta
(tratto da Il Vangelo del Giorno, Città Nuova, anno IX – n.1- marzo-aprile 2023) (altro…)
Apr 20, 2023 | Collegamento, Testimonianze di Vita
Jean Paul è un giovane burundese che nel 2015, in un momento di ripetuti conflitti interni nel Paese, subisce un agguato che mette in serio pericolo la sua vita. Un’esperienza in cui il dolore viene trasformato dalla fede e sorretto dall’amore di tanti nel mondo, diventando così terreno fertile dove testimoniare concretamente l’amore di Dio. https://www.youtube.com/watch?v=I1X3Mgzmvcc&list=PL9YsVtizqrYvw5ZXc6BHbs8vczVhp5xz6 Copyright 2023 © CSC Audiovisivi (altro…)
Mar 27, 2023 | Testimonianze di Vita, Vite vissute
Amare il prossimo non sempre richiede grandi gesti. A volte basta semplicemente guardare all’altro con attenzione per scoprire che rispondere al suo bisogno con gioia non costa nulla. All’improvviso, da quel seminare amore, raccoglieremo tutti frutti bellissimi. Alla fermata del bus Incontro Karim alla fermata del bus. Lo conosco appena, non so neanche il suo Paese d’origine, anche se credo sia nordafricano, e nell’attesa scambiamo due chiacchiere. Io vado su in città, lui al mare e non certo per nuotare (lo si vede dallo scarso assortimento di articoli balneari da vendere che porta con sé). Noto però che è privo di un cappello per proteggersi dal sole, un accessorio indispensabile in questa estate torrida per chi come lui passerà alcune ore sulla spiaggia assolata. “L’ho dimenticato a casa”, risponde. Mi viene spontaneo offrirgli il mio. L’ho comprato da poco, ma non importa: “Prendilo, ne ho altri due. Dove vado posso trovare l’ombra, mentre tu…”. Spiazzato, Karim mi guarda quasi incredulo. Più volte insiste per non accettarlo, poi finalmente cede vedendo che lo faccio di cuore. Nel frattempo, arriva il mio bus. Ci salutiamo. “Buon lavoro, Karim!”. “Ancora grazie per il cappello!”. Solo adesso mi viene in mente di aver fatto quel dono a Gesù in lui. Fatto sta che l’episodio del cappello illumina tutta la mia mattinata. (Saverio – Italia) L’ombrello Dal Vangelo avevo imparato che dietro i poveri e gli emarginati è Cristo che chiede di essere amato. Ricordo un semplice episodio. Nel bar vicino casa, avevo notato un povero, soprannominato Penna, bagnato fradicio perché quel giorno pioveva. Sapendo che aveva avuto la tbc, e superando una certa resistenza a farmi vedere in sua compagnia, l’ho invitato a casa, per cercargli qualcosa di asciutto. I miei restano sorpresi. “Babbo, servirebbero dei vestiti…”. All’inizio mio padre non sembrava molto entusiasta, poi però ha procurato un paio di pantaloni, mentre io rimediavo una giacca. Ma la pioggia non accennava a finire… Ed io, tornando alla carica: “E se gli dessimo anche un ombrello?”. Anche l’ombrello è arrivato. Felice il povero, ma più felice io, perché ci eravamo mossi insieme per aiutarlo. Ma la cosa non è finita lì. Giorni dopo, Penna è tornato per restituirci l’ombrello. Veramente non era quello che gli avevamo dato, era migliore. Era successo che il nostro glielo avevano rubato e qualcuno gliene aveva regalato un altro. Aveva voluto così ricambiare. (Francesco – Italia)
A cura di Maria Grazia Berretta
(tratto da Il Vangelo del Giorno, Città Nuova, anno IX – n.1- marzo-aprile 2023) (altro…)
Mar 17, 2023 | Testimonianze di Vita
La Parola di Dio, incarnata, vissuta concretamente e nel nostro tempo, ci dà la possibilità di fare della nostra vita una fonte di luce capace di illuminare ogni tenebra, portando il nostro contributo in ogni nostra attività. Uno sguardo nuovo sulle cose che traccia un sentiero di speranza per noi e per chi ci sta accanto. Una pace che porta luce Tutto cominciò quando mio figlio ebbe i primi sintomi della Sla. Come madre mi ero sempre spesa per i figli e anche per i nipoti, ma non poter far niente per arginare un male così subdolo fu terribile. Un giorno ero in chiesa e piangevo. Sull’altare maggiore le sculture della crocifissione con Giovanni, la Maddalena e Maria ai piedi di Gesù fermarono il mio sguardo. Immaginando cosa provasse Maria davanti al Figlio così ridotto, mi vidi come lei, impotente e schiacciata dal dolore. Non ebbi la forza di pregare ma rimasi lì a contemplare, a pensare… e una pace insolita mi rasserenò. Da quel giorno, ogni volta che l’angoscia mi stringe il cuore, torno lì e sembra che Maria mi ripeta: “Stai con me, accogli il mistero e partecipa con me alla Redenzione”. La pace che traggo dalla sua vicinanza cerco di donarla in famiglia. Una mattina in cui mio figlio, alzandosi, si accorse di nuovi limiti, mi telefonò per dirmi: “Mamma, non so cosa sarà domani, ma sostenuto dalla tua forza sento di poter ringraziare Dio di tutto ciò che mi ha dato”. Fu per me un balsamo. (T.F. – Italia) Le redini del futuro Una rimpatriata tra ex allievi, cinquant’anni dopo la maturità. Capelli bianchi o perduti, bastone, malattie, delusioni… ma anche tanta gioia di ritrovarsi. È stato inevitabile ricordare quelli di noi passati all’altra vita. Poi i discorsi hanno toccato speranze e progetti, i giovani, i figli… e qui il punctum dolens da cui scaturiva la stessa grave domanda: “Dove abbiamo sbagliato? Quale futuro abbiamo costruito?”. Uno del gruppo, che aveva consacrato la sua vita a servizio dei poveri, parlando delle varie solitudini incontrate, si è detto convinto che in questo mondo malato, come dice papa Francesco, i giovani sono a rischio perché respirano aria di indifferenza e non si rendono più conto della realtà. E concludeva: “Tocca a noi prendere in mano le redini del futuro”. Ci siamo lasciati con la sensazione (ce lo siamo poi detto) che quell’incontro ci aveva svelato un nuovo obbligo, un compito, secondo le condizioni e le possibilità di ciascuno. Quanto a me, mi sono impegnato a comunicare ai miei nipoti quello che i loro stessi genitori non riescono a trasmettere. (L.A. – Spagna)
A cura di Maria Grazia Berretta
(tratto da Il Vangelo del Giorno, Città Nuova, anno IX – n.1- marzo-aprile 2023) (altro…)
Feb 24, 2023 | Sociale, Testimonianze di Vita
365 giorni di guerra nelle parole e nell’esperienza di Mira Milavec, Focolarina slovena che da alcuni anni vive in Ucraina dove lavora per Caritas Spes. “Questo anno di guerra è un anno, ma sembra un’eternità (…). Non avrei mai immaginato di vivere in prima persona una situazione del genere”.
È così che comincia la nostra conversazione con Mira Milavec, focolarina slovena che dal 2019 vive in Ucraina. Un impegno instancabile il suo, che l’ha vista in prima linea durante questo anno di conflitto, lavorando per il sostegno alla popolazione con Caritas Spes Ucraina, le cui attività sono state sostenute anche dal Coordinamento Emergenze del Movimento dei Focolari attraverso le ONLUS Azione per un Mondo Unito (AMU) e Azione per Famiglie Nuove (AFN). “Vedo molta stanchezza intorno a me. La gente – racconta Mira- in alcuni posti in particolare, vive ancora in situazioni davvero precarie. Dopo un anno, sono cambiati proprio i bisogni delle persone. Prima con Caritas Spes ci occupavamo di distribuzione di beni di prima necessità, ora siamo passati ad una nuova fase in cui è molto importante ridare dignità alle persone e occuparci anche del sostegno sociopsicologico. Siamo ancora all’inizio in questo campo ma stiamo cercando di muoverci per capire come fare”. Mira, la macchina della Caritas non si è mai fermata… “Certo. Sono in contatto con in nostri collaboratori che si trovano nei posti più colpiti. Credo non abbiano mai avuto tempo di riposare ma sono lì, giorno e notte, toccando con mano le sofferenze di questa gente che ha perso tutto, i loro cari, la casa; una vita intera in frantumi. Penso che stare a contatto diretto con queste storie, per quanto siano stanchi, dia loro la spinta per continuare a fare del bene”.
C’è qualche storia in particolare che porti con te? “Sì, le storie sono diverse, ed è da lì che viene la speranza. Ricordo una famiglia del Donbass che ha dovuto lasciare la sua città già nel 2014. Avevano risparmiato tutta la vita per avere un appartamento e appena comprato si sono trasferiti a Kharkiv. Poi l’arrivo della guerra dell’anno scorso e un nuovo spostamento per loro. Sono rientrati in quell’appartamento credo a fine 2022 e lo hanno trovato in condizioni davvero disastrose a causa dei bombardamenti. Abbiamo portato loro delle stufe a legna per riscaldarsi e, nonostante questa situazione complicata, è stato toccante vedere nei loro occhi una gratitudine immensa. Non era importante quanti altri soldi sarebbero serviti per riparare i danni alla casa. Erano felici e grati di ricevere quel piccolo aiuto, di essere in vita e ancora insieme”. Personalmente cosa hai sperimentato in questo anno così difficile? “Ho visto quanto in queste situazioni la gente, noi tutti, siamo capaci di metterci in moto per aiutare; più di ogni altra cosa, riconoscere il sostegno e sentire davvero che siamo nelle mani di Dio. Spesso le persone qui non esigono molto, basta ‘stare’, esserci. Dio ti dà diversi talenti e devo dire che in questa situazione in cui mi trovo ora li posso davvero usare, possono servire davvero a qualcuno. La preghiera in questo è un vero sostegno. Spero davvero questa guerra finisca e che ciascuno nel suo piccolo, sia capace di insegnare alle nuove generazioni che è necessario combattere tutto questo odio”.
A cura di Maria Grazia Berretta
Se si gradisce si possono attivare i sottotitoli in italiano https://youtu.be/gFOMlUj6axA Per continuare a sostenere la popolazione ucraina clicca sul link Ucraina: al via la raccolta fondi in sostegno alla popolazione – Movimento dei Focolari (focolare.org) (altro…)
Feb 21, 2023 | Dialogo Interreligioso, Testimonianze di Vita
Nes Ammim in ebraico significa il “miracolo dei popoli”. Un luogo nato per favorire il dialogo e la conoscenza tra cristiani, ebrei e musulmani. Qui, dal 16 al 18 settembre, si è svolto “Dare to care for a Better Future”, incontro promosso dal Movimento dei Focolari nella Terra Santa e rivolto a persone di ogni generazione, nazionalità, credo religioso o convinzione non religiosa. Un’opportunità per condividere alcuni giorni e scoprirsi compagni, attraverso la comprensione reciproca, nella costruzione di un futuro migliore insieme. Per conoscere testimonianze di amicizia tra fedeli di religioni diverse, vedi anche Terra Santa: storie di dialogo ( https://youtu.be/rA0RZISgCfA ). https://youtu.be/T0vzYR-TxgI (altro…)