L’alluvione che si è abbattuta più volte sull’Italia, in particolare nelle regioni di Liguria e Toscana, ha causato morti, feriti e danni ingenti. Interi paesi isolati per giorni e giorni: tuttora la situazione è critica. Il Consorzio Tassano, azienda di Economia di Comunione, è sceso in campo, imprenditori e lavoratori insieme, per unirsi all’ondata di solidarietà e agli ingenti sforzi per ridurre i danni. Ci racconta, dal vivo, Maurizio Cantamessa, presidente del Consorzio Tassano Inserimenti lavorativi, che ha varie strutture nelle zone colpite. «Tre strutture sono state colpite in varia maniera: due sono rimaste isolate completamente e quindi si può immaginare cosa questo abbia comportato per gli approvvigionamenti, i cambi turno del personale: solo per dire che il presidente del Gruppo Tassano, Giacomo Linaro, quando l’ho chiamato venerdì mattina stava sbucciando patate per il pranzo degli ospiti perché lui stesso era rimasto isolato nella struttura. A Brugnato invece, nella casa con 133 ospiti anziani è entrata l’acqua fino a un metro di altezza e quindi non appena è stato possibile siamo partiti in massa. «Abbiamo trovato fango da tutte le parti, che abbiamo dovuto spalare: ci siamo trovati in una situazione quasi surreale, in un paese in cui c’era fango da tutte le parti e gente che ci camminava in mezzo. Da Sestri Levante siamo partiti in una ventina di persone e presso la struttura abbiamo trovato una cinquantina di persone della protezione civile che lavoravano. In giro per il paese c’era altrettanta forza lavoro che lavorava nei posti più diversi, con tutta la gente che interagiva e si assisteva con delle scene inconsuete. «Quando succedono questi cataclismi ci si ritrova in una società trasformata: la gente si muove con una predisposizione d’animo di aiuto e tutto è diverso. Ho visto una macchina in mezzo alla strada intralciare il passaggio e gente che scendeva in strada per aiutare il conducente a spostarla; o un piccolo incidente fra auto in cui ognuno dei guidatori si prendeva la colpa dell’accaduto. Sembra una società ribaltata. Certo, non ci auguriamo alluvioni, ma constatiamo che certe volte sciagure come queste fanno tirar fuori alle persone le cose più belle. «Abbiamo lavorato al massimo sabato e domenica per riuscire a riportare gli ospiti nelle stanze, perché temporaneamente erano stati trasferiti altrove, con vari disagi. Questo non vuol dire che le cose sono a posto però si va avanti.» A cura di Antonella Ferrucci Leggi tutto: http://www.edc-online.org/it/home/eventi-italia/2026-quando-i-disastri-tirano-fuori-il-meglio-che-ce-in-noi.html
Rinnovare il tessuto sociale in cui siamo immersi
Rinnovare il tessuto sociale in cui siamo immersi
0 commenti