© Horacio Conde – CSC Audiovisivi



Carissime, s’avvicina la Pasqua, la più grande festa dell’anno, e con essa la settimana santa, stracolma dei misteri più preziosi della vita di Gesù.

Essi ci sono ricordati soprattutto il giovedì, il venerdì, il sabato santo e la domenica della risurrezione, e rappresentano per noi altrettanti aspetti centrali della nostra spiritualità. […]

Che cosa vivere allora nell’appressarsi della settimana santa e durante quei giorni benedetti?
Io penso che, se viviamo la Pasqua, se lasciamo vivere cioè il Risorto in noi, abbiamo il miglior modo per viverli tutti.

E affinché il Risorto splenda in noi, dobbiamo amare Gesù Abbandonato ed essere sempre – come noi diciamo – “al di là della sua piaga”, dove la carità è regina. E’ essa poi che ci spinge ad essere il comandamento nuovo in atto; che ci spinge ad accostarci all’Eucaristia, […] è la carità che ci porta a vivere l’unità con Dio e con i fratelli. E’ per la carità che ciascuno di noi può essere, in certo modo, altra Maria. […]

Saremo con ciò, tutti assieme, realmente quel Popolo di Pasqua che a qualcuno è parso di intravedere nel nostro Movimento. […][1]

Chiara Lubich

[1] Cf. “Per essere un popolo di Pasqua”, Sierre, 24 marzo 1994, in Chiara Lubich, Conversazioni in collegamento telefonico, Roma 2019, pp.461-462.

 

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