Robert Onyealusi

 
Un “Albero buono” (30 aprile 1952 – 1° novembre 2014)
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Robert OnyealusiRobert Onyealusi aveva il DNA del commerciante. Silenzioso e concreto, sapeva valutare al volo il valore delle merci che aveva davanti, e spesso anche delle persone.«Nel 1978 – racconta Robert – tre uomini sono entrati nel mio negozio a Bamenda, nell’Ovest del Camerun. Notavo in loro una differenza enorme dagli altri nel modo come parlavano e facevano le cose. Questo mi ha impressionato e quando hanno finito i loro acquisti, ho deciso di accompagnarli fino al loro alloggio. È stato il mio primo contatto con il Movimento dei Focolari e da allora ho cominciato a ricevere ogni mese la Parola di Vita. Il focolare di Bamenda mi ha poi incaricato di portarla ogni mese anche in Nigeria, dato che come Business man vi facevo regolari viaggi».

Così Robert, di origini nigeriane, diventa “ponte” tra il Camerun e la comunità dei Focolari nascente in Nigeria.

Dal 1981 fa quindi ritorno nel Paese natale, nella città di Onitsha. Proprio in quel periodo avverte, insieme alla moglie Priscilla, la chiamata a seguire Dio come focolarino sposato. Diverranno due pilastri della comunità dei Focolari in questa grande e popolosa nazione dell’Africa Occidentale .

Sempre più, la vita della famiglia Onyealusi è incentrata sul mettere in pratica quotidianamente il Vangelo. Come scrive in una lettera a Chiara Lubich, Robert avverte forte il desiderio di portare, con l’aiuto di Dio, il fuoco dell’amore evangelico che sente ardere dentro di lui. Chiara gli ricorda la parabola dell’albero “buono” del Vangelo, “che porta molto frutto”. L’immagine sembra rispecchiare in pieno la sua persona: uomo di poche parole, ma ricco di quotidiane esperienze evangeliche. Sono, infatti, tanti che restano impressionati dalla luminosa testimonianza, data da Robert, di amore concreto e personale.

Nel 1998, all’improvvisa morte dell’allora responsabile del Movimento in Nigeria, Miguel Angel Andradas, insieme alla famiglia si trasferisce a Igbariam per sostenere la crescente comunità dei Focolari di quella cittadina. È per loro vivere la frase di Gesù: “Chiunque ha lasciato casa, fratelli, sorelle, padre, madre, moglie, figli o campi per amore del mio nome, ne riceverà il centuplo” (Mt 19,29). Vi rimangono per quattro anni.

Nel 2004, gli viene diagnosticata la malattia. «Mi ha più volte fatta partecipe dei momenti di sospensione e di acute sofferenze – scrive Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari –, ma tutto ha accolto dalle mani di Dio».

Quando pochi mesi fa si è aggravato, ha detto: «Sono pronto a quello che Lui vuole»; e sostenuto dall’amore di Priscilla, dei quattro figli e del Focolare, si è preparato all’incontro con Gesù.

Il giorno della festa di Tutti i Santi, tantissimi suoi amici si sono radunati intorno a lui per recitare la preghiera del rosario. Durante il canto del Salve Regina, Robert conclude serenamente il suo viaggio terreno.

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Commenti

  1. Rosy

    Noi abbiamo conociuto a Robert e Pricilla, il suo ricordo vive nei nostri cuori ed essere vicino a lui, è stata una benedizione. Saludes al cielo Alberto e Rosy della Honduras.

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