Regis Roger Ndayiekeza

 
Un sorriso grande in cielo (31 agosto 1984 - 16 novembre 2014)
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Regis-cRoger Ndayiekeza, più conosciuto come Regis, originario del Burundi, arriva in Italia, insieme alla madre e ai fratelli, all’età di 8 anni, a seguito del colpo di Stato in cui persero la vita il padre, allora Ministro dell’Agricoltura, ed altri esponenti del Governo del suo paese.

La mamma, Radegonda, avendo conosciuto il Movimento dei Focolari in Burundi, una volta arrivata in Italia, a Caserta, comincia a partecipare alle varie iniziative ed esperienze che si tengono sul territorio. Regis, che lei porta con sé, ben presto è affascinato dell’ideale dell’unità, incontrando poi tanti giovani, che come lui vogliono vivere questa spiritualità.

Esprime il rapporto personale che ha con Dio con un sorriso, sincero, spontaneo e sempre nuovo: non per educazione o come semplice saluto, ma con la voglia di rendere l’altro felice. Ogni persona è speciale per lui. Ogni incontro, unico. A chiunque lo conosca, anche se solo per poco, rimane nel cuore. Nonostante la sua vita non sia priva di difficoltà, è affetto da una malattia grave (anemia falciforme), il suo rapporto con Dio lo aiuta a trasformare i dolori in pedane di lancio, occasioni per dedicarsi a ciascuno.

Punta all’essenziale: non utilizza tante parole, ma sa sempre come prendere le persone. Durante un incontro dei gen (i giovani dei Focolari), tra alcuni è nato un diverbio che turba gli animi. “Non preoccupiamoci – interviene Regis – ci fa bene discutere perché dimostra quanto ci teniamo l’uno all’altro come in una famiglia”.

Regis_02 La sua saggezza aiuta ciascuno a riflettere e spesso risolve le incomprensioni. Riesce ad essere amico di tutti nei contesti più vari che frequenta: centro sociale, discoteca, ufficio, parrocchia, famiglia. In ogni luogo si spende per gli altri senza perdere se stesso. Per lui vale vivere l’attimo presente, ogni giorno, fino all’ultimo momento. Poco prima di morire improvvisamente (ha 30 anni), a seguito di gravi complicanze circolatorie, in ospedale continua a ripetere a suo fratello “Non ti preoccupare!”.

Durante i funerali, il vescovo emerito di Caserta Nogaro, con accanto decine di sacerdoti della diocesi ed alla presenza dell’ambasciatore del Burundi, dice: “Noi siamo convinti che Regis sia in Paradiso. Frequentarti è stata una gioia. Stare in tua compagnia ci ha sempre fatto sorridere”.

Regis_genUn applauso intenso e raccolto amplifica le parole dette dagli amici, al termine della Messa: “Morire non è nulla, il non vivere è spaventoso. Stare con te era una gioia, avevi sempre un motivo per ridere e farci sorridere. Vivevi di sogni e di un forte senso di amicizia. Noi siamo stati fortunati”. “Regis non ha sprecato nessun attimo della sua vita sempre proiettata all’amore per gli altri. Ha vissuto al 100%”.

Significative le parole di uno dei gen presenti al funerale: “Come suo ultimo atto su questa terra ci ha uniti tutti (di diversi paesi, lingue…) in un momento di famiglia profondo e vero; sembra proprio che questa fosse una sua caratteristica: essere quello che portava l’equilibrio e l’unità!”.

I gen del suo gruppo continuano a rinnovare ogni giorno quel patto stretto con lui, prendendo le parole che Chiara Lubich una volta ha proprio rivolto ai gen: “Se per un’ipotesi impossibile tutti i Vangeli della Terra venissero distrutti, i Gen dovrebbero essere talmente perfetti da riscrivere il Vangelo con la propria vita”.

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Commenti

  1. Micheline mwendike

    une belle expérience d’une vie qui inspire. plus qu’une action, une vie. d’un jeune qui n’a vecu que 30ans pour marquer le Monde. Merci de nous partager une si vraie expérience!

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