Movimento dei Focolari
Life, il nuovo album del Gen Rosso

Life, il nuovo album del Gen Rosso

Dodici brani che hanno fatto la storia di questo complesso diventano una raccolta , tratta dal loro tour mondiale “Life” che continuerà anche nei prossimi mesi. Nel futuro del Gen Rosso anche corsi, progetti educativi, coproduzioni e la terza edizione del “Gen Rosso Music and Arts Village”. DSC0080Oltre cinquant’anni di vita ed una proposta artistica capace di rinnovarsi continuamente. Ma tenendo la bussola su alcuni punti cardine: una vita vissuta all’insegna della fraternità;  una produzione frutto della collaborazione tra artisti di varie nazionalità che parla di unità tra uomini e popoli; un messaggio che, attento alle sfide del nostro pianeta, propone una cultura del dare e del condividere. Questo è il complesso internazionale Gen Rosso, formato da musicisti e tecnici, di diverse vocazioni provenienti da Europa, Asia e America Latina. Recentemente il loro tour “Life” è diventato un album con diciotto brani scelti tra le canzoni che hanno fatto la storia del Gen Rosso. Ne parliamo con uno dei suoi componenti, Michele Sole.  Il primo luglio è uscito il vostro album live del Tour “LIFE”. Come nasce questo nuovo lavoro e quali sono le sue caratteristiche?  Dall’autunno del 2018 fino ad oggi abbiamo avuto dei concerti bellissimi in tutta Italia con il nostro concerto “LIFE” e da lì ci è nato il desiderio di mettere in un cd questo lavoro “live” che ha entusiasmato tanto il pubblico, e anche noi. Riversate le registrazioni fatte sui palchi, le abbiamo mixate cercando di mantenere tutta l’energia e l’emozione che respiriamo nei nostri concerti. Si sente il pubblico che canta insieme a noi, con i loro applausi e le loro voci che danno  all’ascoltatore la sensazione di essere proprio lì con noi sul palco. Insomma un vero disco dal vivo! IMG 20190210 WA0023Recentemente avete dato vita, nella cittadella internazionale di Loppiano dove avete la vostra sede, al “Gen Rosso Music and Village”. Di che cosa si tratta e quali sono gli obiettivi? Il “Gen Rosso Music and Arts Village” giunge quest’anno (27 dicembre 2019 – 5 gennaio 2020) alla sua terza edizione ed è un’esperienza di approfondimento artistico e di condivisione di valori alla luce del carisma dell’unità. Coinvolge giovani professionisti e studenti di diverse discipline quali musica, danza, canto, teatro dai 18 anni in su. La metodologia didattica è progettata dai tutor del Gen Rosso insieme a docenti dalla riconosciuta capacità ed esperienza artistica. Il programma prevede l’approfondimento di tematiche specifiche del mondo dell’arte, lo scambio di esperienze, spazi creativi e laboratori pratici che convergeranno in una performance finale. Ci si può iscrivere presso village@genrosso.com. Il programma inizierà il 27 dicembre 2019 e si concluderà il 5 gennaio 2020. 1maggio198Nei vostri viaggi partecipate ad appuntamenti che promuovono la pace, l’amicizia tra i popoli e la fraternità universale. Ce n’è uno recente che ricordate in particolare e perché?   Sì, in primavera abbiamo avuto la gioia di essere in Giordania, grazie alla “Caritas Jordan”, per realizzare il progetto “Be the change” insieme a centinaia di studenti di diverso ceto sociale, di diverse religioni e diverse nazionalità per favorire il dialogo e promuovere una cultura di pace e amicizia, essendo loro stessi i promotori di un cambio nelle loro vite e nelle loro città per un futuro migliore. Quali sono i vostri progetti e appuntamenti futuri?  Innanzitutto riprendiamo i tours in giro per il mondo con il concerto “Life” accompagnato da progetti educativi e l’inserimento sul palco di giovani preparati in vari workshop. Saranno prima in Italia (28 settembre a Venosa; 12 ottobre a Piacenza; 23 e 24 ottobre ad Acerra; 26 ottobre a Prato, 1 novembre a Teano), poi un tour asiatico in Indonesia per quasi tutto il mese di novembre 2019. IMG 8588 copiaIntanto continueremo con i corsi nella cittadella di Loppiano con scambi  di esperienze, formazione e arte. Dal 15 al 17 ottobre approfondiremo il light design, destinato a persone interessate ad ampliare le proprie conoscenze nel campo dello studio della luce e del colore. Inoltre, per sostenere giovani artisti emergenti, abbiamo iniziato delle coproduzioni. La prima è Stabat in Silentium, la messa in scena dell’opera teatrale del giovane scrittore Francesco Bertolini, nato da una sua profonda esperienza di solidarietà emersa dopo il terremoto ad Amatrice (Italia). “Come si può credere ancora in Dio in seguito ad un terremoto?” è la domanda “scomoda” da cui parte questa opera nella quale i protagonisti sono le giovani vittime, ma anche i volontari che lasciano la loro quieta realtà per andare dove la tragedia si è consumata.

Anna Lisa Innocenti

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Una scuola per diventare “Ambasciatori del Mondo Unito”

Una scuola per diventare “Ambasciatori del Mondo Unito”

Nella Mariapoli di Arny, 35 km a sud di Parigi (Francia), dal 2 al 7 Settembre, si è tenuta la prima scuola per “Ambasciatori del Mondo Unito” a cui hanno preso parte 16 giovani provenienti da 14 Paesi del mondo. DSC00166Lo slogan che li ha guidati è stato “meglio insieme”. Il programma era promosso dall’Associazione Internazionale New Humanity, Organizzazione Non Governativa, espressione del Movimento dei Focolari, che si ispira allo spirito e ai valori che lo animano.  Lo scopo era quello di potenziare le competenze di un gruppo di giovani change-makers, peace-builders e leader di comunità, formandoli alla cultura dell’unità, della pace e della fraternità, facendone dei veri e propri “ambasciatori” di un mondo unito, in grado di diventare portavoce della ONG a livello nazionale e internazionale. I 16 giovani coinvolti provenivano da Belgio, Brasile, Camerun, Colombia, Corea del Sud, Equador, Filippine, Kenya, Iraq, Italia, Libano, Messico, Nigeria, Spagna e Stati Uniti. “È stata la prima ‘training school’ per New Humanity” osserva Chantal Grevin, Rappresentante Principale di New Humanity presso la sede dell’UNESCO di Parigi “un’esperienza efficace, che ci ha permesso, nel giro di una settimana, di trasmettere loro le competenze necessarie a diventare operatori attivi della nostra ONG”. 7fa2c653 bb6a 437c a94b 6015be1a66f7“Si è parlato di cosa intendiamo per ‘mondo unito’, di cosa siano la pace ed i diritti dell’uomo e di conseguenza di cosa intendiamo per ‘persona’”, spiega Marco Desalvo, presidente della ONG “ci siamo esercitati a tradurre in un linguaggio che possa essere di ispirazione per le Istituzioni internazionali, tutte le buone pratiche che i nostri giovani promuovono quotidianamente nel mondo per diffondere in tutte le sfere della società, e a ogni livello, lo spirito della fraternità universale come proclamato nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo”. I giovani ambasciatori sono stati ricevuti dai funzionari UNESCO delle scienze umane e sociali (sezione giovanile) e del settore dell’educazione (cittadinanza mondiale e cultura della pace). “Ne è scaturito un dialogo aperto e libero che ha permesso a questi rappresentanti di scoprire meglio l’azione di New Humanity, attraverso la testimonianza dei giovani ambasciatori che hanno potuto mettersi in gioco insieme, sperimentando quanto appreso nei giorni precedenti e la loro positiva esperienza di cittadinanza globale” commenta ancora Chantal Grevin. IMG 5211A ciascun giovane è stata offerta la possibilità di incontrare personalmente i rappresentanti della delegazione presso l’UNESCO del proprio Paese e di esporre la propria visione rispetto alle grandi sfide della pace, dell’ecologia e della fraternità. Durante la training school, i giovani hanno anche avuto l’opportunità di incontrare e dialogare con Mons. Follo, Osservatore Permanente della Santa Sede e Marie Claude Machon, Philippe Beaussant e Patrick Gallaud, rispettivamente Presidente, Vice-Presidente ed ex Presidente del Comitato di collegamento ONG-UNESCO. “Grazie a questo corso ho imparato molto sul sistema delle Nazioni Unite e sulle attività delle ONG in tutto il mondo”, racconta, al termine dell’esperienza, Luciana, avvocato, che viene dall’Italia “ma soprattutto ho riscoperto le vere motivazioni che mi hanno spinto verso questo mondo. Come ambasciatore di New Humanity vorrei promuovere l’idea che aiutarsi a vicenda può fare una grande differenza nella creazione di un mondo più unito, ho capito che le piccole azioni possono avere un grande impatto sul benessere delle persone. DSC00136Ecco perché mi sento tanto onorata di far parte di questo fantastico progetto!”. Pascal, che è libanese, ha condiviso: “Quando sono arrivata ero scoraggiata dal non riuscire a trovare soluzioni per il mio Paese. Qui, ho trovato coraggio e speranza, ho capito che ci possiamo supportare, possiamo davvero lavorare per raggiungere il mondo unito. So che succederà! Sono molto felice di tornare nel mio paese e cominciare a lavorare!”. E Noè, dal Messico: “Sono arrivato qui con il mio amico Josef degli USA. Viviamo a pochi km dal confine che separa i nostri Paesi. Siamo già impegnati insieme in progetti a favore dei migranti. Al ritorno, avremo modo di mettere in pratica quello che abbiamo imparato qui”.

 Tamara Pastorelli

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Globalizzazione del bene

Globalizzazione del bene

Comunicazione ed evangelizzazione oggi – Un seminario di studi il 1 ottobre a Roma promosso dalla Pontificia Università Salesiana di Roma e dalla sua Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale, dal Centro Chiara Lubich del Movimento dei Focolari e dal Gruppo Editoriale Città Nuova. locandina ITIntervengono: Mauro Mantovani, Magnifico Rettore Università Pontificia Salesiana; Paolo Ruffini, Prefetto del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede; Fabio Pasqualetti, Decano della Facoltà di Scienze della Comunicazione Sociale; Giulia Paola Di Nicola, Sociologa, Università Leonardo da Vinci – Chieti; Cesare Borin, IT manager – Movimento dei Focolari; Michel Vandeleene, curatore del volume; Cristiana Freni, docente di filosofia del linguaggio presso l’Università Salesiana; Marco Aleotti, regista televisivo RAI. Modera: Alessandro De Carolis, Radio Vaticana L’urgenza di diffondere il messaggio di fede e la Parola di Dio caratterizza da sempre la storia della Chiesa; un impegno che di volta in volta l’ha spinta ad avvalersi della tradizione orale e scritta, delle varie espressioni d’arte, della liturgia fino ad arrivare ai moderni mass media. Di fronte al cambiamento continuo dei mezzi di comunicazione come cambia tale impegno oggi? È attorno a questo interrogativo che ruoteranno le riflessioni del Seminario di studi. Spunto e stimolo per il confronto sarà l’esperienza “a dimensione mondiale” e la dottrina spirituale raccolte e rappresentate nel volume Conversazioni. In collegamento telefonico di Chiara Lubich (edito da Città Nuova, 2019). Nel testo infatti a partire da una limitata conferenza telefonica, Chiara Lubich, fondatrice del movimento dei Focolari, ha utilizzato lo sviluppo tecnologico dei mezzi di comunicazione per dialogare, condividere, incoraggiare, sollecitare al bene un numero crescente di persone (possiamo realmente parlare di alcune decine di migliaia), avendo chiaro che una risposta concreta e positiva alle domande urgenti dei nostri contemporanei la si può dare soltanto “insieme”, come persone in forte relazione le une con le altre, persone per le quali l’impegno a cambiare il mondo parte dal “cambiare se stessi” ma non “per se stessi”. In occasione dell’uscita del volume Opere di Chiara Lubich CONVERSAZIONI in collegamento telefonico Vol. 8.1 – a cura di Michel Vandeleene (Città Nuova, 2019) Sin dai primi anni Ottanta Chiara Lubich, avvalendosi dei moderni mezzi di comunicazione, ha dato vita a una conferenza telefonica mensile o bimensile che collegava contemporaneamente dalla Svizzera (da cui il nome Collegamento CH) i più importanti centri del Movimenti dei Focolari sparsi nei cinque Continenti. In quell’occasione comunicava un pensiero spirituale, frutto della sua vita e del suo carisma. Ne è nata un’originalissima esperienza di vita cristiana comunitaria, a livello mondiale, che ha visto una fol¬la di persone camminare insieme, aiutandosi reciprocamente, sulla via della santità. Il volume raccoglie i quasi 300 pensieri spirituali comunicati da Chiara Lubich tra il 1981 e il 2004 e alcuni altri inediti.

Fonte: Ufficio Comunicazione Focolari

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Un concorso per conoscere Chiara Lubich nelle scuole italiane

Un concorso per conoscere Chiara Lubich nelle scuole italiane

La ricorrenza del Centenario della nascita di Chiara Lubich diventa per gli studenti italiani una prima occasione per approfondire il suo pensiero alla luce degli eventi nazionali e internazionali che hanno caratterizzato la storia del Novecento. ChiaraSul sito del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e Ricerca in Italia (https://www.miur.gov.it/competizioni-e-concorsi-per-studenti) è stato pubblicato il bando del Concorso Nazionale per le Scuole Medie e Superiori sul tema:  Una città non basta”. Chiara Lubich cittadina del mondo. Conoscere la sua figura, il suo impegno e la sua testimonianza  nel Centenario della sua nascita per la costruzione della Fraternità e dell’Unità fra i popoli. Il concorso è promosso dal Centro Chiara Lubich/New Humanity e dalla Fondazione del Museo storico del Trentino, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e Ricerca, per il Centenario della nascita di Chiara Lubich.  A chi è rivolto? É rivolto agli studenti e alle studentesse di tutte le scuole italiane medie e superiori, che potranno partecipare con la realizzazione di un elaborato (in forma di testo scritto o multimediale) scegliendo una delle seguenti aree tematiche:

  • Chiara Lubich nel contesto della Seconda Guerra mondiale
  • Chiara e il crollo del muro di Berlino
  • Chiara “cittadina del mondo”, in dialogo con popoli e culture

Gli studenti e le studentesse possono inoltre – e questa è una quarta area tematica – narrare esperienze positive vissute, producendo testi di “cronaca bianca”, ispirati al messaggio trasmesso dagli scritti della Lubich. Quali sono le finalità del Concorso? Il concorso si pone come obiettivo quello di sviluppare lo spirito di iniziativa creando situazioni di confronto didattico su autori e autrici ancora inesplorati dai libri di testo standard; vuole far conoscere Chiara Lubich come significativa protagonista del Novecento approfondendo il suo sogno di “un mondo unito”; vuole anche accompagnare le nuove generazioni in attivi percorsi di pace e fratellanza tra culture, lingue, religioni e popoli diversi. Variante web social Logo CChLubich 1A quali fonti possono attingere per affrontare i temi proposti? Chiara Lubich è figura già molto nota. Tuttavia, sia i docenti che gli studenti potranno anche contattare, se lo desiderano, il Centro Chiara Lubich  tramite il sito suo proprio o scrivendo a:  concorso.studenti@centrochiaralubich.org La Fondazione Museo storico del Trentino inaugurerà anche una Mostra internazionale multimediale su “Chiara Lubich Città Mondo” (apertura dal 7 dicembre 2019 fino a novembre 2020), che prevede percorsi specifici rivolti alle scuole. Quali sono i termini di partecipazione al concorso? Gli elaborati, rigorosamente inediti, dovranno essere inviati entro il 31 marzo 2020. Il bando di concorso dà indicazioni precise sulle modalità di trasmissione dei lavori. La commissione di valutazione sarà composta da membri del MIUR, del Centro Chiara Lubich/New Humanity e della Fondazione del Museo storico del Trentino. E la premiazione? I premi saranno consegnati alle scuole vincitrici nel corso di una cerimonia ufficiale che si terrà entro la fine dell’anno scolastico 2019/2020, presumibilmente a Roma.

 Maria Caterina Atzori

(Docente referente del progetto – Centro Chiara Lubich/New Humanity)

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Verso “The Economy of Francesco”

Verso “The Economy of Francesco”

Koen Vanreusel, imprenditore EdC belga: “Serve un’alleanza fra generazioni di imprenditori” EasyKit-azienda Edc-Belgio“Abbiamo bisogno dei giovani per aprire nuove strade, e siamo felici di aiutarli attraverso il nostro lavoro e la condivisione di beni e conoscenze”. Koen Vanreusel, 4 figli e 9 nipoti, amministratore delegato di “Easykit”, impresa che in Belgio conta 100 dipendenti, racconta del suo impegno in favore di giovani imprenditori in diverse parti del mondo. Una scelta che muove dall’adesione ai principi dell’Economia di Comunione (EdC) e che lo porterà ad Assisi, dove dal 26 al 28 marzo 2020 si terrà l’evento “The Economy of Francesco”, voluto dal Papa per i giovani economisti e imprenditori di tutto il mondo. Koen, in che modo i principi dell’Economia di Comunione ispirano il tuo lavoro? L’Economia di Comunione è frutto della “cultura del dare” nata in seno al Movimento dei Focolari. Una cultura che trova le sue radici nel Vangelo, dove si dice “Date e vi sarà dato“ (Lc 6,36-38), che porta alla condivisione dei beni, materiali e immateriali, e che suscita un’economia nuova, di comunione appunto. Nel contesto del lavoro nella mia azienda questo significa mettere la persona al centro del lavoro e rispettare la sua dignità: con i nostri impiegati cerchiamo di creare una famiglia, una comunità; abbiamo 9 punti vendita in diversi luoghi e siamo sempre attenti affinché ci sia un buon legame con i collaboratori. Aderire all’EdC significa per noi anche donare ogni anno una parte degli utili dell’azienda e così dare un contributo per combattere la povertà nel mondo.  Quali difficoltà incontri nel vivere l’Economia di Comunione nel tuo lavoro e come le superi? Siamo un’impresa come tutte le altre sul mercato e abbiamo le stesse difficoltà che anche altre aziende incontrano. Ma quando abbiamo dei problemi cerchiamo di creare un’atmosfera nella quale si possa parlare tra colleghi e con la direzione. Per me è molto importante poter condividere queste esperienze con altri imprenditori che cercano di vivere anche loro l’EdC: ci incontriamo in un clima di fiducia, parliamo delle difficoltà e cerchiamo insieme di vedere le opportunità che ci sono. In che modo cerchi di coinvolgere i tuoi dipendenti nel vivere la “cultura del dare”? I nostri dipendenti sanno che condividiamo gli utili dell’azienda con i poveri e facciamo in modo di rendere visibile i progetti che sosteniamo in modo che li possano condividere. Inoltre, alla fine dell’anno, quando si calcolano gli utili, anche loro ne ricevono una parte e possono decidere a quale opera donarli e così partecipano, in parte, alla destinazione degli utili dell’azienda. Allo stesso tempo cerchiamo di essere di esempio per loro, dando qualcosa in più nel lavoro, facendo qualcosa di gratuito per un collega o un fornitore, e mostrando che anche questo dà grande gioia. Come è nata l’idea di sostenere imprese di giovani in Paesi dell’Europa e di altri continenti? IMG 1158In uno degli incontri annuali fra imprenditori europei dell’EdC abbiamo conosciuto giovani della Serbia e dell’Ungheria che hanno mostrato di apprezzare molto il nostro modello di business e abbiamo deciso di condividerlo con loro. Li abbiamo sostenuti nell’avvio di un’azienda nel loro Paese e abbiamo vissuto con loro questo percorso: siamo felici di vedere che attraverso la nostra impresa possiamo condividere le nostre conoscenze e il nostro modello di lavoro. Poi, in occasione dell’incontro internazionale dell’Edc a Nairobi, in Kenya, abbiamo conosciuto un gruppo di giovani imprenditori congolesi decisi a non abbandonare il loro Paese in guerra ma a restare per aiutare le persone in difficoltà avviando un’azienda. Abbiamo sentito di voler restare accanto a questi giovani offrendo loro le nostre competenze. Il nostro desiderio è che nuove generazioni di imprenditori aderiscano all’Economia di Comunione. L’applicazione del paradigma dell’EdC su vasta scala che effetti potrebbe produrre? Può contribuire a costruire una società più giusta e con meno squilibri, con un minore divario fra ricchi e poveri e un minore tasso di povertà. Impegnandoci insieme possiamo scoprire che un mondo migliore è possibile. Lo racconteremo ad ottobre, a Bruxelles, nel corso di una giornata dedicata a questi temi.

Claudia Di Lorenzi 

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Vangelo vissuto: agire per cambiare 

Il Vangelo fa germogliare il seme di bontà che Dio ha messo nel cuore umano. È un seme di speranza, che cresce nell’incontro personale e quotidiano con l’amore di Dio e fiorisce nell’amore reciproco. È uno sprone a combattere i cattivi semi dell’individualismo e dell’indifferenza che provocano isolamento e conflitti, a portare i pesi gli uni degli altri, ad incoraggiarci a vicenda. Eredità Dopo la morte dei nostri genitori, tra me e mia sorella, entrambe sposate, erano iniziate delle incomprensioni a causa dell’eredità che ritenevamo non ben distribuita, tanto da diventare nemiche. Mi sembrava così assurdo, eppure era così. Guardando i miei figli pensavo che anche loro un giorno avrebbero potuto diventare come noi e cominciai a pensare il da farsi. Presi coraggio e andai da mia sorella. Rimase sorpresa, ma felice di abbracciarmi. Dopo esserci chieste perdono a vicenda, decidemmo di prendere i gioielli di nostra madre, equamente divisi tra noi, e di farne una donazione ad un ente caritativo. Dopo di che ci sentimmo libere: la generosità verso gli altri ci aveva avvicinato tra noi, ma ci faceva anche sentire più vicini i nostri genitori in Paradiso. (P.F. – Francia) Ciò che ho in più non mi appartiene Un po di tempo fa, quando facevamo le notti al centro di prima accoglienza per migranti, Gabriele ed io, dopo aver trascorso la notte lì, la mattina presto abbiamo accompagnato al porto un sacerdote ed alcuni ragazzi ospiti del centro. Dovevano partire per fare dei documenti. Faceva freddo, noi eravamo vestiti bene, ma uno dei ragazzi aveva indosso solo una maglietta leggera. Gli chiesi se non avesse freddo, ma realizzai dal suo sguardo che non avevo capito la mia domanda. Allora mi sfilai il giubbotto (sotto avevo un maglione pesante) e glielo passai. Gabriele da parte sua gli diede qualche moneta per prendersi qualcosa durante la giornata. Tornai a casa con una grande gioia nel cuore. A casa, mia moglie mi disse che sua sorella da tempo voleva farmi un regalo, e la scelta era ricaduta su un giubbotto. (Rosario – Italia)  Tutti figli di Dio Come tutte le mattine, salendo sulla metro piena di gente di tutti i tipi, di solito intente a leggere o ad armeggiare con lo smartphone, ho provato per tutte quelle persone un senso di pena, di tristezza. Sapranno per cosa vivere? Avranno un ideale nella vita? Ma poi ho pensato: ciascuno di loro avrà avuto un dolore nella vita, forse qualcuno di loro adesso soffre per qualcosa…e li ho visti in modo diverso: non più come povera gente, ma come figli di Dio, che ama ciascuno e ci sostiene. (C.T. – Italia)  Condividere    Ero all’università per fare un esame, quando ho visto che il contabile era venuto a cercare uno studente che non era in regola con le tasse universitarie. Visto che in quel momento disponevo di soldi in tasca, ho proposto a quello studente di pagare io per lui. Da allora siamo diventati amici. Conoscendolo meglio, ho saputo che era orfano di entrambi i genitori e che cercava un lavoretto per pagare l’alloggio universitario. Ho condiviso questa sua necessità con altri amici e ci siamo presi l’impegno di aiutarlo sia economicamente che spiritualmente. (Steve – Burundi)

a cura di Chiara Favotti

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Padre Lombardi, microfono di Dio

Padre Lombardi, microfono di Dio

Per realizzare la sua missione di riformare la Chiesa il gesuita italiano, P. Riccardo Lombardi (1908 – 1979), cercava di mobilitare le folle predicando nelle piazze e attraverso la radio. A quarant’anni della sua morte il 9 settembre 2019 a Roma un convegno per riscoprire questa figura carismatica che ha avuto un ruolo importante anche nella storia dei Focolari.

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Fonte: bbw.kirchen.net

La grandezza e – potremmo anche osare dire – la santità di figure carismatiche si verifica quando Dio le mette alla prova togliendo loro la salute, la propria ispirazione o anche l’opera da loro fondata. Questa logica evangelica la si può intravedere in modo chiarissimo nella vita di P. Riccardo Lombardi, gesuita italiano, grande predicatore, fondatore del Movimento per un Mondo Migliore. Lo ha evidenziato un convegno a Roma organizzato dal suo Movimento, a 40 anni dalla morte, in collaborazione con i Focolari e con la Comunità di Sant’Egidio. Di fronte al potere di autodistruzione raggiunto dall’uomo e tra le macerie alla fine della Seconda Guerra Mondiale, Lombardi si fece predicatore di fraternità universale nelle piazze e attraverso la radio, un’attività per la quale lo chiamavano “microfono di Dio”. Dopo una famosa esortazione che nel 1952 Papa Pio XII rivolse alla Diocesi di Roma, P. Lombardi volle creare un gruppo di persone che rinnovasse la Chiesa secondo una spiritualità di comunione. Lombardi – ha sottolineato durante il convegno Andrea Riccardi, storico e fondatore della Comunità di Sant’Egidio – fece e disse ciò che Papa Pio XII non poteva dire e fare pubblicamente e diventò così anche “microfono del Papa”, al quale Lombardi era particolarmente legato.
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©CSC media

Ma con la morte di Pio XII ed il nuovo pontificato di Giovanni XXIII iniziò “la notte oscura” di P. Lombardi. Il suo stile da predicatore delle masse ora non si conciliava più con la visione di Chiesa del nuovo Papa e del Vaticano II. Lombardi si sentì emarginato, fallito e soffrì di forti depressioni. In questo periodo gli tornò – come ha detto la Presidente dei Focolari, Maria Voce – l’idea di far convergere la sua opera con quella dei Focolari che aveva conosciuto nelle Mariapoli del 1956 e 1957. Ma Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari, con la quale Lombardi era in stretto rapporto, non accettò che Lombardi “distruggesse” la propria opera, perché vi vedeva un’opera di Dio.
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©CSC media

Sarà stata questa forse una ricompensa dello Spirito Santo per il contributo che lo stesso P. Lombardi aveva dato alcuni anni prima per salvare l’opera di Chiara Lubich? Negli anni ’50, in cui Chiara passava la “notte oscura”, in cui la sua opera era sotto studio del Sant’Ufficio e rischiava diverse volte di essere sciolta dalla Chiesa, Chiara era stata pronta a lasciare la propria opera per obbedire alla Chiesa. Ed una delle opzioni era stata quella di fondersi con il Movimento per un Mondo migliore. La prospettiva di una collaborazione delle due opere sotto la guida di P. Lombardi ha probabilmente fermato lo scioglimento totale dei Focolari. Maria Voce, nel suo intervento, ha sottolineato l’attualità dell’amicizia spirituale tra P. Lombardi e Chiara Lubich: “Chiara lo aveva invitato a costruire un rapporto che si modellasse sulla Trinità ‘nel dare e ricevere quanto di divino il Signore’ aveva elargito a entrambi. Ciò ha reso la comunione tra loro pronta al dono di sé e perfino al prezzo dell’offerta di quanto ciascuno dei due, per volere di Dio, aveva generato… Il dialogo tra questi due carismi rimane seme per la fioritura di una sempre più profonda comunione tra le varie realtà ecclesiali, che Dio attende da noi nel nostro mondo così lacerato dalla divisione”.

Joachim Schwind

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Autenticità, franchezza e coraggio

Autenticità, franchezza e coraggio

A conclusione della loro assemblea, i giovani dei Focolari hanno consegnato al Movimento un documento che riassume un percorso non facile. È di stimolo per l’incontro annuale dei delegati mondiali che sta per iniziare. È una sovrapposizione voluta e significativa: gli ultimi due giorni dell’Assemblea dei Giovani del Movimento dei Focolari – sabato 14 e domenica 15 settembre – coincidono con i primi due giorni dell’incontro annuale dei delegati dei Focolari in tutto il mondo. Così i quasi 200 giovani di 66 Paesi e di diverse diramazioni del Movimento hanno avuto la possibilità, di presentare la sintesi dei loro lavori sulla loro identità, la loro formazione, il loro ruolo nel Movimento e il loro impegno nel mondo ad una rappresentanza mondiale dei Focolari. Ai 44 delegati invece, che rappresentano le suddivisioni territoriali dei Focolari, offre la possibilità di iniziare i loro lavori prendendo coscienza delle sensibilità e delle esigenze delle nuove generazioni. L’impatto nella mattinata di sabato, 14 settembre, è forte: lo stesso documento finale dei giovani e le domande che loro rivolgono alle “generazioni un po’ più mature” – come li definiscono in modo scherzoso – fanno intravvedere che i lavori non sono stati facili. In pochi giorni hanno sperimentato ed affrontato le diversità di provenienze, culture, sensibilità, religioni e confessioni. E con autenticità e coraggio presentano anche le difficoltà e le domande aperte che in non pochi di loro hanno creato perplessità e sofferenze. Tanto più colpisce e stupisce la profondità umana e spirituale che si dimostra dietro ai loro lavori. Si coglie un profondo e instancabile desiderio di impegnarsi in tutti i campi della loro vita per l’unità a grande scala, il “mondo unito”, e la prontezza di affrontare situazioni dolorosi con un amore preferenziale a Gesù nel suo abbandono sulla croce. Su questa base i giovani con grande libertà incoraggiano il Movimento a valorizzare ancora di più la diversità come parte integrante e costitutiva di ogni esperienza di unità e di creare strumenti e spazi che favoriscano meglio il dialogo anche su argomenti controversi. Con naturalezza chiedono più partecipazione alla direzione del Movimento sia al livello locale che centrale per condividerne di più la responsabilità per le future generazioni. Ma con la stessa franchezza presentano anche la necessità di essere più formati alla stessa spiritualità dei Focolari e di approfondire i rapporti con i membri adulti del Movimento. Maria Voce e Jesús Morán, la Presidente e il Copresidente dei Focolari, sottolineano l’importanza e la maturità dell’esperienza che questi giovani hanno fatto in pochi giorni. Vedono in questa Assemblea e nel suo documento finale “un passo fondamentale e una grande eredità per il Movimento”. 20190914 1548480Il pomeriggio di questo giorno memorabile, giovani e adulti insieme celebrano l’inaugurazione del ristrutturato auditorium presso la sede internazionale del Movimento a Rocca di Papa. Per Maria Voce è l’occasione di offrire alle due assemblee il discorso spirituale programmatico per il prossimo anno che ha come tema la realtà di Gesù presente in mezzo a “due o tre, riuniti nel suo nome” (cfr. Mt 18,20). È l’Alpha e l’Omega della spiritualità del Movimento, così lo definisce la Presidente in un intervento molto toccante e personale, quasi una consegna all’inizio dell’ultimo anno del suo mandato.20190914 170921 Vivere l’amore scambievole, anche nei momenti dolorosi, per creare lo spazio in cui Gesù possa essere presente in mezzo agli uomini di oggi e donare loro la sua gioia: ecco il percorso al quale Maria Voce invita i Focolari nei prossimi mesi. Per i giovani questo invito potrà essere una chiave di lettura della loro esperienza fatta in questi giorni. Per i delegati del Movimento sarà di sprone per le consultazioni che stanno per iniziare.

Joachim Schwind

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The Economy of Francesco: i giovani sono capaci di guardare lontano

The Economy of Francesco: i giovani sono capaci di guardare lontano

Per sanare la crisi del lavoro serve un’economia nuova, per farlo occorre dar voce e spazio ai giovani che, più di tutti, capiscono il nuovo e lo sanno attuare. E sarà proprio questo uno degli obiettivi dell’evento “Economy of Francesco” che si svolgerà ad Assisi nel 2020. A maggio 2019 i disoccupati in Europa sono diminuiti. Secondo Eurostat scendono al 7,5% nei 19 Paesi dell’Eurozona e al 6,3% nei 28 dell’UE. Un dato in chiaroscuro, tuttavia, che si accompagna ad un alto tasso di disoccupazione giovanile: nonostante il miglioramento dei dati urgono politiche più efficaci. Ne abbiamo parlato con Luigino Bruni, economista all’università Lumsa di Roma (Italia) e direttore scientifico del Comitato che organizza l’evento “The Economy of Francesco”, voluto dal Papa e dedicato ai giovani economisti e imprenditori di tutto il mondo, che si svolgerà ad Assisi dal 26 al 28 marzo 2020. logo economy of FrancescoCosa ci si può aspettare, secondo lei, da questo evento? Credo che ci sarà un grande protagonismo del pensiero e della prassi dei giovani, che diranno la loro idea sul mondo, perché lo stanno già cambiando, sul fronte dell’ecologia, l’economia, lo sviluppo, la povertà. Non sarà un congresso, ma un processo che si avvia, ad un ritmo però lento, che consenta di pensare e domandarsi per esempio, sulle orme e nei luoghi di San Francesco, cosa significa oggi costruire un’economia nuova o chi sono gli emarginati di oggi. Sarà soprattutto il momento in cui i giovani stringeranno un patto solenne con Papa Francesco, assicurando il proprio impegno per cambiare l’economia. Questo sarà il cuore dell’evento. Del resto, proprio i giovani hanno idee chiare al riguardo… I giovani fanno cose interessanti. Sono i primi a reagire ai cambiamenti, perché sono coloro che più capiscono il nuovo. Ci sono tantissime esperienze di valore nel mondo sul piano delle imprese, delle start-up, c’è un pensiero dei giovani sull’economia, ma gli adulti – che hanno il potere e le cattedre nelle università – non riescono ad ascoltare e a dare spazio perché ragionano con 20 anni di ritardo, mentre i giovani hanno cose da dire. Ad Assisi saranno loro a parlare e gli adulti saranno a disposizione per ascoltare e aiutare. Cos’è che non va nelle ricette economiche finora messe in campo contro la crisi del lavoro? I dati Eurostat, l’Ufficio Statistico dell’Unione Europea, vanno letti con attenzione: il fatto che sia diminuita la disoccupazione in Europa non vuol dire che sia aumentata l’occupazione. In Italia per esempio ci sono tante persone che non cercano più lavoro. Inoltre, si lavora meno perché molti contratti prevedono un numero minore di ore per dare un impiego a più persone. Oggi le macchine fanno lavori che fino a 10 anni fa erano svolti dagli uomini: i robot sono nostri alleati, ma dobbiamo inventare lavori nuovi, perché quelli tradizionali non riescono più ad assorbire abbastanza lavoro. Questi nuovi strumenti, poi, esercitano una selezione naturale fra i lavoratori privilegiando i più competenti, perché sono sempre meno le persone in grado di reggere la concorrenza delle macchine. Significa che lavorano meno persone e che sono quelle più preparate, e questo crea diseguaglianze. Allora è necessario un “patto sociale” per far sì che tutti possano accedere a lavori remunerati, immaginando forme di lavoro nuove. Serve dunque un approccio nuovo? In pochi anni abbiamo subito un cambiamento epocale, ad una velocità straordinaria, ma le categorie di pensiero, i sistemi di lavoro, cambiano molto più lentamente e questo contrasto produce la crisi. Quindi dobbiamo lavorare di più a livello culturale, scientifico e di ricerca, perché – come ha detto Papa Francesco – oggi il mondo soffre per la mancanza di un pensiero che sia adeguato ai tempi.

Claudia Di Lorenzi

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Assemblea dei giovani dei Focolari: unità, coraggio e trasmissione

Assemblea dei giovani dei Focolari: unità, coraggio e trasmissione

Con queste tre parole la presidente dei Focolari ha aperto i lavori dell’Assemblea dei giovani che si concluderà domenica 15 settembre. 72ae102e 1112 4ac4 908f a618f338d9f3 modA guardarli, ma soprattutto ad ascoltarli mentre si presentano a Maria Voce e Jesus Moran, rispettivamente Presidente e Co-presidente dei Focolari, danno proprio l’impressione di un parlamento under 30, che anziché occuparsi di una sola nazione, ha nel proprio raggio d’azione il mondo intero. Sono i 190 rappresentanti dei giovani dei Focolari arrivati a Castel Gandolfo (Roma) da 67 Paesi per la prima Assemblea dei giovani che raccoglie gen, giovani religiosi e seminaristi, ragazze e ragazzi impegnati nei Movimenti Parrocchiale e Diocesano. “Non siamo qui solo per fare e organizzare, ma soprattutto per conoscerci e condividere le motivazioni più profonde, quelle che stanno alla base della nostra scelta di lavorare per un mondo più unito”, spiega uno degli organizzatori. ASSGVN 20190910 153930Arrivano da mondi diversi per provenienza, cultura, religioni; sono impegnati in svariati campi che vanno dalla giustizia alla pace e al disarmo; ad un’economia a misura d’uomo, alle lotte ambientali, al dialogo tra le religioni e i popoli. Vengono da un’estate che potremmo definire quantomeno “impegnata”, se si considera il congresso gen ad Amman in Giordania per i gen del Medio Oriente con rappresentanze da altri Paesi, a dire che ogni pezzo di mondo è loro; uno in Oceania; diversi campus in cui hanno approfondito i temi della legalità e dell’aiuto alle povertà, oltre ai campi-scuola e a vacanze organizzate dal Movimento Parrocchiale e Diocesano. In questa assemblea si impara, si condivide e si progetta, supportati da esperti e da molti momenti laboratoriali. Si parla di identità e scelte di vita con don Vincenzo Di Pilato, di leadership e protagonismo con Jonathan Michelon, di testimonianza e coinvolgimento con Sr. Alessandra Smerilli. Con Francisco Canzani si approfondirà il documento “Chritus Vivit”, frutto dei lavori del recente sinodo che la Chiesa cattolica ha dedicato ai giovani. ASSGVN 20190910 155656Come bussola per queste giornate, la Presidente dei Focolari ha indicato tre parole: unità, coraggio, trasmissione. Unità – Maria Voce li ha incoraggiati a “dimenticare i diversi ‘campi’ da cui provengono, ad avere un “amore scambievole totale” per fare l’esperienza dell’unità. Coraggio – “Me lo aspetto da voi questo coraggio. Mi aspetto che il vostro coraggio ci sfidi, che ci metta alla prova”. Li ha invitati a parlare e a condividere, a non nascondere le criticità, ma a segnalarle, sempre in spirito costruttivo. Infine li ha incoraggiati a trasmettere il carisma dell’unità: “Dovete prepararvi a dare alle nuove generazioni quel che avete ricevuto. La trasmissione avverrà solo ad opera di persone che vivono il Carisma, che vogliono il Carisma e che lo trasmettono”. Il percorso di questi giorni d’assemblea sfocerà in un documento finale che raccoglierà contributi e istanze delle giovani generazioni dei Focolari impegnate a lavorare sempre più insieme.

Stefania Tanesini

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