Movimento dei Focolari
Da Chiara Lubich una luce sulla famiglia

Da Chiara Lubich una luce sulla famiglia

20170310-173707 -© Caris Mendes - Archivio CSC Audiovisivi

Copyright CSC Audiovisivi – Caris Mendes

«Affidi alla famiglia una missione esplosiva, una riforma che le famiglie possono avviare per il mondo», così Igino Giordani a Chiara Lubich alla fondazione della diramazione delle Famiglie Nuove dei Focolari nel 1967. Dopo cinquant’anni, proprio nel nono anniversario della morte della fondatrice, si manifesta la chioma fiorita da quel seme: centinaia di manifestazioni e iniziative in molte città del mondo dicono che quella profezia ha trovato le vie per incarnarsi. L’evento di tre giorni a Loppiano ha accolto oltre un migliaio di persone, di 50 Paesi, di tutte le generazioni, cristiani, ma anche musulmani, buddisti e indù. Si sono visti i frutti di una storia nell’interazione tra le diverse generazioni: nonni, figli, nipoti. Il programma, diffuso in diretta streaming e tradotto in 19 lingue, si è articolato in tre grandi temi: la famiglia come trama di rapporti all’interno della coppia, con i figli e tra le generazioni; l’amore, come risposta alle criticità nella famiglia con le sue ferite, sfide e dolori; la famiglia, risorsa creativa nei confronti del tessuto sociale. Si ascoltano voci di padri e di figli. Come quella di una ragazza adolescente che racconta il suo dolore e quello dei fratelli più piccoli, la ferita della famiglia provocata dal padre vittima dell’alcool. E la speranza che ne viene dal condividere, «perché la famiglia è la cosa più importante e non dobbiamo avere paura di fare il primo passo: forse è difficile farlo, ma, se è fatto per amore, può cambiare tutto». Si ascolta la storia di una coppia alla ricerca del figlio “prodigo” che, distrutta l’azienda di famiglia e indebitato fino al collasso, fugge in un altro paese. Nel dolore i genitori capiscono che la misericordia deve vincere sulla collera. Si mettono in viaggio finché lo ritrovano: un abbraccio che dà inizio a una vita riconciliata. Sul palco salgono anche Basma e Tatiana. Musulmana la prima e cristiana la seconda, diventano più che sorelle nella condivisione quotidiana, profonda e concreta, dopo la morte del marito di Basma in terra straniera, con due figli a carico e senza appoggi. Una storia emblema di popoli che s’incontrano, ma che solo nel reciproco riconoscersi e accogliersi si trasformano in famiglia di famiglie. Della ricchezza che emerge si fa interprete Maria Voce nel suo intervento. Ricorda come il carisma dell’unità «offre una luce e una chiave anche per guardare il mondo e la storia, per cogliere il legame di ciascuno di noi con l’umanità intera». E riporta un brano della Lubich del 6 settembre 1949, che risuona come una nuova chiamata per quanti ascoltano: «Il mio io è l’umanità con tutti gli uomini che furono sono e saranno. La sento e la vivo questa realtà: perché sento nell’anima mia sia il gaudio del Cielo, sia l’angoscia dell’umanità che è tutt’un grande Gesù Abbandonato».
33418363425_09b6296b64_k

Foto: Servizio Informazione Focolari Loppiano

Maria Voce ripropone la chiamata iniziale di Chiara Lubich alle famiglie a prendersi sulle spalle quella porzione di mondo che appare «più frantumato, più simile a Lui Abbandonato», ricordando che l’insostituibile compito delle famiglie è quello di «tenere sempre acceso nelle case l’amore, ravvivando così quei valori che sono stati donati da Dio alla famiglia, per portarli ovunque nella società, generosamente e senza sosta». E continua, parafrasando papa Francesco, «il compito è arduo, ma non possiamo farci rubare la speranza». Due gesti simbolici ma concreti esprimono l’impegno e la determinazione delle famiglie presenti a tornare nei propri luoghi per testimoniare la fratellanza universale e per fare la propria parte, seppure come goccia nell’oceano: un momento di preghiera e di personale impegno rappresentato dal fiore che ogni famiglia appende in una scenografia allestita all’esterno dell’auditorium. E il gemellaggio fra famiglie di due diverse parti del mondo, da estendere ad altre famiglie dei rispettivi territori, in modo da intensificare una rete che risponda alle necessità da una parte all’altra del mondo, quale circolo virtuoso. Il Seminario culturale su “Il patto di reciprocità nella vita familiare, generativo della fiducia e della relazione”, svoltosi nella prima giornata tra un centinaio di accademici e esperti nel campo dell’accompagnamento familiare, del counseling, della ricerca pedagogica e psicologica e delle discipline che riguardano il vasto mondo delle relazioni familiari, aveva approfondito la realtà della famiglia dal punto di vista teologico, antropologico, sociale, pedagogico, politico. Una riflessione sul valore della famiglia come risorsa per l’umanità, che ha evidenziato come il suo futuro e il significato stesso dell’essere persona si giochi proprio nella famiglia. Infine, il profilarsi, in seno all’Istituto universitario Sophia e in sinergia con altri istituti a livello internazionale, di un centro di ricerca ad alto livello, interreligioso, interconfessionale, interculturale, interdisciplinare che approfondisca e studi questo patrimonio di vita per poterlo esprimere a livello universale. Fonte: Servizio Informazione Focolari (SIF) https://vimeo.com/208156546 (altro…)

Maria Voce: Famiglia, risorsa creativa

Maria Voce: Famiglia, risorsa creativa

20170311-184047 © Caris Mendes - Archivio CSC Audiovisivi

Foto © Caris Mendes – Archivio CSC Audiovisivi

«Vorrei invitarvi, stasera, a sognare con me un mondo diverso, quello in cui ci piacerebbe vivere», esordisce Maria Voce nel suo intervento, dopo aver ascoltato le storie e l’impegno di tante famiglie che si sono alternate sul palco. Famiglie che hanno fatto proprio il carisma di Chiara Lubich, che ha orientato la loro vita. Una spiritualità che «genera in noi il desiderio di guardare il mondo e la storia da una prospettiva diversa dalla quale cogliere il legame di ciascuno di noi con l’umanità intera, in una appartenenza non solo personale e che coinvolge tutto di noi: affetti, relazioni, fragilità, emozioni, sofferenze, impegni, sogni», continua Maria Voce. E ricorda: «Chiara, fondando il Movimento Famiglie Nuove, il 19 luglio del 1967 affermava: “… è necessario che (…) facciate della vostra vita familiare l’esperienza da portare agli altri”[i], essendo “un altro Gesù, Gesù che guarda il mondo, guarda le turbe e ne ha pietà. Perché di questa porzione di mondo (…) io vi ho messo sulle spalle quello più frantumato, più simile a Lui abbandonato”[ii]. Oggi mi sembra di poter dire che si rinnova quell’invito alla famiglia, a ogni famiglia». «Ma quale tipo di famiglia può generare un mondo permeato di fraternità?», si domanda la presidente dei Focolari. «Solo famiglie, seppure fragili e imperfette come siamo nella nostra condizione umana, ma rinnovate dal di dentro, possono offrire al mondo quella luce e quell’amore che lo risana, in maniera tale che la società vi trovi il modello nel quale rispecchiarsi», si risponde.
20170311-184223

Foto © Caris Mendes – Archivio CSC Audiovisivi

E invita alle famiglie a “far circolare i beni materiali e spirituali, gratuitamente”, ad “accogliere l’altro così com’è, prendersene cura, vivere la prossimità, nella gioia”, a “trasmettere i valori da una generazione all’altra”, ad attuare “quella correzione necessaria allo sviluppo umano” e il “perdono”, ad “andare incontro ai veri bisogni” di chi rimane accanto. Precisa che «esistono già strutture ed istituzioni preposte a cooperare al bene della comunità e dei singoli, ma, ammoniva Chiara: “occorre umanizzarle, dar loro un’anima, in modo che lo spirito di servizio raggiunga quell’intensità, quella spontaneità e quella spinta di amore per la persona, che si respira nella famiglia”»[iii]. E, dopo aver evidenziato questo insostituibile compito delle famiglie e l’impegno portato avanti dalle “Famiglie Nuove” in tutto il mondo a favore dei più deboli, cita alcuni esempi concreti come questo: «In una cittadina nei pressi di Chicago, Carole, accorgendosi che varie famiglie avevano problemi simili ai suoi per assistere il figlio, David, portatore di grave handicap, ha promosso tutta una serie di attività di socializzazione dei giovani disabili e, attraverso di loro, delle famiglie di tutto il quartiere e poi di tutto il Comune, il quale ha persino ricevuto un premio per gli sviluppi in campo sociale». E conclude: «Poteva sembrare un sogno. Le esperienze ci dicono che è già realtà, a volte piccolissima, appena nata, ma che ha in sé la forza prorompente della vita». Leggi il testo integrale __________________________________________ [i] C. LUBICH, Alla prima scuola di focolarini/e sposati/e, fondazione del Movimento Famiglie Nuove, Rocca di Papa, 19.7.1967, Trascrizione. [ii] Ibid. [iii] C. LUBICH, “Semi di comunione per l’umanità del terzo millennio”,  Messaggio al Familyfest 5 giugno 1993. (altro…)

Domenico Mangano

Con data 9 marzo 2017, l’Editto ufficiale del vescovo di Albano (Roma), mons. Semeraro: “La sua testimonianza autentica di cristiano e di fede radicale è un costante invito alla santità collettiva, che trova la sua massima espressione nell’aiuto reciproco a percorrere lo stesso cammino di santità. Farsi santi per amore al prossimo”. I Volontari di Dio del Movimento dei Focolari, accolgono con grande gioia la felice iniziativa del vescovo. L’Editto Leggi la biografia Contatti: postulazionedomenicomangano@focolare.org     (altro…)

Ritiro annuale delle consacrate

Dal 17 al 19 marzo 2017, presso l’Istituto Madonna del Carmine di Sassone (Ciampino, Roma) si terrà il Ritiro annuale delle consacrate appartenenti al Movimento dei Focolari dal titolo: Gesù Abbandonato, finestra di Dio e dell’umanità. Un appuntamento tanto atteso per approfondire il mistero dell’abbandono di Gesù in croce, chiave per una “cultura della risurrezione”. Oltre che dall’Italia, sono attese partecipanti da Lituania, Francia, Camerun, Burundi, Brasile, Messico e  Filippine.

Famiglie: il sogno di Eric e Lut

Famiglie: il sogno di Eric e Lut

DSC_0745-02 Il tanto atteso momento della pensione arriva anche per Eric, che vive in Belgio e ha passato 37 anni ad insegnare in una scuola elementare. Dopo aver lavorato per una vita insieme ai bambini, Eric si chiede cosa potrebbe fare per chi un’istruzione non l’ha ricevuta, per chi vive in situazioni di disagio e in terre lontane. Dopotutto, i bambini sono tutti uguali, hanno gli stessi occhi curiosi e la stessa risata contagiosa. È così che, insieme a sua moglie Lut, decide di impegnare il proprio tempo libero per un’azione di solidarietà. Eric, già sostenitore di un bambino, inizia a diffondere i programmi di AFNonlus per il sostegno a distanza. Aiutato dalla più giovane delle sue figlie, Maria-Laetitia, coinvolge amici e conoscenti, contribuendo a rendere più vivo in ciascuno il bisogno di donare anche una piccola somma. «Per noi come per tante persone, la situazione di numerosi bambini nel mondo è insopportabile: loro sono le prime vittime di tutte le violenze e povertà», spiega Eric. I due coniugi ricevono in più occasioni esperienze e spunti di riflessione: un giovane papà della Romania racconta che grazie al sostegno a distanza ha potuto terminare gli studi che gli hanno permesso di trovare un lavoro e crearsi una famiglia. Una donna che ha vissuto per molti anni in Congo, stando a contatto con il progetto Petite Flamme ha potuto toccare con mano il supporto che il sostegno a distanza offre ai bambini. Queste testimonianze alimentano in Eric e Lut la certezza di essersi impegnati per qualcosa di grande. DSC_1612-01«Il nostro sognocontinua Ericera di trovare almeno 10 persone nel corso dell’anno 2016 che decidessero di sostenere un bambino. Ci sembrava una montagna perché in tre anni avevamo trovato solo due sostenitori (ovvero noi e mio padre!)». Ma ecco che l’impegno e il tempo trascorso a diffondere le notizie dei vari programmi vengono ripagati. Una coppia decide di sostenere un bambino haitiano e di continuare l’azione di solidarietà. Anche i figli di Eric e Lut vogliono fare la loro parte. Così un signore con un suo amico, un nipote che vive in Svizzera, molto felice di ”fare qualcosa per l’umanità”, una giovane coppia appena sposata, un imprenditore che vuole sostenere un bambino insieme alla sua ditta, un giovane papà, i genitori di Lut che vogliono sostenere una bambina pur vivendo in una casa di riposo. E cosi via, tante belle esperienze intorno ai sostegni! I progetti in favore dell’infanzia svantaggiata nel mondo vanno avanti grazie ai sostenitori, alla loro sensibilità e al loro supporto. Oltre a Eric e Lut, troviamo anche Enzo e Fiorenza, il cui sostegno ha accompagnato Jessica, una ragazza brasiliana, per gran parte della sua vita. Ma intraprendere un sostegno a distanza significa soprattutto creare un legame con il bambino, un filo di solidarietà che attraversa il mondo per collegare Paesi lontani. È per questo che Jessica ormai adulta ha voluto contattare i suoi sostenitori per Natale, offrendo loro il più bel regalo che possa essere scartato sotto l’albero: la riconoscenza per una vita riscattata dalla povertà. Fonte: AFNonlus – Spazio Famiglia (altro…)

Noale (Venezia)”DIO MISERICORDIA”

Dopo l’incontro con papa Francesco a Roma, a cui ha regalato una sua opera che rappresenta il volto della misericordia Michel Pochet, per la seconda volta, è a Noale, dove espone le sue opere all’interno della Torre dell’Orologio. Video della mostra: https://youtu.be/k01FYRmqf7M