
Da Chiara Lubich una luce sulla famiglia
Copyright CSC Audiovisivi – Caris Mendes
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Una chiesa missionaria che vive il Vangelo e condivide la vita con il popolo di Dio. È questa la direzione di marcia del suo pontificato, espressa con chiarezza e profezia nella Evangelii Gaudium. «Si tratta della presa di coscienza – spiega Coda, preside di Sophia – progressiva e combattuta, secondo cui lo stile della presenza della Chiesa al mondo e della sua missione ha da essere da cima a fondo misurato sullo stile di Gesù». A quattro anni dalla sua elezione, ancora non ci si è rimessi del tutto dalla sorpresa che suscitano le sue parole, il suo stile, i suoi gesti. Si fatica a capacitarsi di quanto sta accadendo. Egli mostra d’ispirare con radicale nitidezza il suo ministero a vivere il Vangelo “sine glossa” – senza commenti e senza compromessi. La formula, lo sappiamo, è di Francesco d’Assisi, di cui non per nulla Jorge Maria Bergoglio ha interiormente sentito da Dio di dover assumere il nome in quest’ora della storia del mondo: per dichiarare lo spirito di cui vuole animato il suo servizio come vescovo di Roma. È una formula che dice l’imperativo a non misurare il Vangelo sulla misura nostra, ma ad aprire cuore e mente alla misura a cui li dilata il Vangelo. Ma non è questo ciò cui la Chiesa d’ogni tempo è chiamata? Che c’è dunque di nuovo? In verità, la conversione e la riforma assumono in ogni tempo un tono e intraprendono una via che, essendo quelli di sempre, sono però quelli e solo quelli che rispondono alle domande e alle ferite del tempo che si è chiamati a vivere. Perciò, se la conversione chiesta ieri è, per un verso, quella stessa che è chiesta oggi, è però oggi anche un’altra rispetto a quella di ieri sotto il profilo del suo esprimersi e concretarsi storico: perché è chiamata a rispondere alla voce di Dio che ci richiama giusto a quelle parole di Gesù che lo Spirito vuol mettere in luce e farci incarnare ora. In risposta alle sfide e alle piaghe del presente. Mi sono restate impresse nel cuore le parole che Romana Guarneri, con l’acuto senso della storia che la contraddistingueva, mi diceva con un filo di voce poco prima di morire: «Il cristianesimo ha ancora da fiorire». Penso si possa intendere quest’affermazione almeno nel senso che è venuto il tempo in cui, dalla radice della fede in Cristo, può e deve sbocciare un fiore inedito, capace di stupirci tutti ancora una volta con la sua rara bellezza. E di darci nuova vita. E in fondo, che cosa sono poi 2000 anni di storia? Non s’è finora espresso, il cristianesimo, in fin dei conti solo nelle categorie d’esistenza e di pensiero dell’Europa e dell’Occidente? Provvidenziali e preziose, senz’altro, ma tutt’altro che definitive e assolute. La posta in gioco attorno a ciò che papa Francesco ha messo in moto nella Chiesa è grossa. Forse persino decisiva per la Chiesa, nella stagione del tutto inedita che l’attende. Il Vaticano II non è stato solo un punto d’arrivo, ma più un punto di nuova partenza. Niente è perso dello straordinario lascito della Tradizione, ma tutto va rigiocato nell’ascolto disarmato del soffio dello Spirito oggi. Ciò che Dio si aspetta dalla Chiesa oggi – ha detto non a caso nel 50° anniversario dell’istituzione del Sinodo dei vescovi – è racchiuso in una parola: sinodo. Camminare insieme. Donne e uomini. Giovani, adulti, anziani. Le diverse vocazioni e i diversi carismi nella Chiesa. Le diverse Chiese. Le diverse culture e religioni e visioni del mondo. Tutti, nessuno escluso. A cominciare da chi in qualunque modo è scartato. La “mistica del noi” è il profumo, la verità e la misura di giustizia di una Chiesa in uscita. E il lievito di quel nuovo paradigma culturale che il cambiamento d’epoca, di cui siamo chiamati a essere protagonisti, con urgenza postula e invoca. Pena il collasso o la disintegrazione dell’avventura umana. A quattro anni dalla sua elezione lo diciamo con semplicità, convinzione e gratitudine: è un dono per tutti noi, non solo per i cattolici, papa Francesco. Perché ci scuote a diventare uomini e donne che, come popolo di Dio, eleggono a stella polare del cammino e a codice esigente e liberante di vita nient’altro che la bella, buona e gioiosa notizia del Vangelo. Per accenderne il fuoco – oggi come 2000 anni fa – nel cuore del mondo. La versione integrale su Settimana News (altro…)
Con data 9 marzo 2017, l’Editto ufficiale del vescovo di Albano (Roma), mons. Semeraro: “La sua testimonianza autentica di cristiano e di fede radicale è un costante invito alla santità collettiva, che trova la sua massima espressione nell’aiuto reciproco a percorrere lo stesso cammino di santità. Farsi santi per amore al prossimo”. I Volontari di Dio del Movimento dei Focolari, accolgono con grande gioia la felice iniziativa del vescovo. L’Editto Leggi la biografia Contatti: postulazionedomenicomangano@focolare.org (altro…)
Dal 17 al 19 marzo 2017, presso l’Istituto Madonna del Carmine di Sassone (Ciampino, Roma) si terrà il Ritiro annuale delle consacrate appartenenti al Movimento dei Focolari dal titolo: Gesù Abbandonato, finestra di Dio e dell’umanità. Un appuntamento tanto atteso per approfondire il mistero dell’abbandono di Gesù in croce, chiave per una “cultura della risurrezione”. Oltre che dall’Italia, sono attese partecipanti da Lituania, Francia, Camerun, Burundi, Brasile, Messico e Filippine.
Il tanto atteso momento della pensione arriva anche per Eric, che vive in Belgio e ha passato 37 anni ad insegnare in una scuola elementare. Dopo aver lavorato per una vita insieme ai bambini, Eric si chiede cosa potrebbe fare per chi un’istruzione non l’ha ricevuta, per chi vive in situazioni di disagio e in terre lontane. Dopotutto, i bambini sono tutti uguali, hanno gli stessi occhi curiosi e la stessa risata contagiosa. È così che, insieme a sua moglie Lut, decide di impegnare il proprio tempo libero per un’azione di solidarietà. Eric, già sostenitore di un bambino, inizia a diffondere i programmi di AFNonlus per il sostegno a distanza. Aiutato dalla più giovane delle sue figlie, Maria-Laetitia, coinvolge amici e conoscenti, contribuendo a rendere più vivo in ciascuno il bisogno di donare anche una piccola somma. «Per noi come per tante persone, la situazione di numerosi bambini nel mondo è insopportabile: loro sono le prime vittime di tutte le violenze e povertà», spiega Eric. I due coniugi ricevono in più occasioni esperienze e spunti di riflessione: un giovane papà della Romania racconta che grazie al sostegno a distanza ha potuto terminare gli studi che gli hanno permesso di trovare un lavoro e crearsi una famiglia. Una donna che ha vissuto per molti anni in Congo, stando a contatto con il progetto Petite Flamme ha potuto toccare con mano il supporto che il sostegno a distanza offre ai bambini. Queste testimonianze alimentano in Eric e Lut la certezza di essersi impegnati per qualcosa di grande.
«Il nostro sogno – continua Eric – era di trovare almeno 10 persone nel corso dell’anno 2016 che decidessero di sostenere un bambino. Ci sembrava una montagna perché in tre anni avevamo trovato solo due sostenitori (ovvero noi e mio padre!)». Ma ecco che l’impegno e il tempo trascorso a diffondere le notizie dei vari programmi vengono ripagati. Una coppia decide di sostenere un bambino haitiano e di continuare l’azione di solidarietà. Anche i figli di Eric e Lut vogliono fare la loro parte. Così un signore con un suo amico, un nipote che vive in Svizzera, molto felice di ”fare qualcosa per l’umanità”, una giovane coppia appena sposata, un imprenditore che vuole sostenere un bambino insieme alla sua ditta, un giovane papà, i genitori di Lut che vogliono sostenere una bambina pur vivendo in una casa di riposo. E cosi via, tante belle esperienze intorno ai sostegni! I progetti in favore dell’infanzia svantaggiata nel mondo vanno avanti grazie ai sostenitori, alla loro sensibilità e al loro supporto. Oltre a Eric e Lut, troviamo anche Enzo e Fiorenza, il cui sostegno ha accompagnato Jessica, una ragazza brasiliana, per gran parte della sua vita. Ma intraprendere un sostegno a distanza significa soprattutto creare un legame con il bambino, un filo di solidarietà che attraversa il mondo per collegare Paesi lontani. È per questo che Jessica ormai adulta ha voluto contattare i suoi sostenitori per Natale, offrendo loro il più bel regalo che possa essere scartato sotto l’albero: la riconoscenza per una vita riscattata dalla povertà. Fonte: AFNonlus – Spazio Famiglia (altro…)
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Città del Vaticano, 4 Febbraio 2017. A stemperare l’emozione dei 1200 attori dell’Economia di Comunione (EdC) in attesa di incontrarsi con papa Francesco nell’Aula Paolo VI, alcune testimonianze di imprenditori fra cui quella di Clem Fritschi, che esordisce così: «La mia non è la storia di un imprenditore di successo ma una storia d’amore. Dopo aver completato gli studi in Svizzera, per praticare l’inglese vado a fare il magazziniere a Londra. Qui conosco Margherita, ci innamoriamo, e siccome lei è di Torino, decido di cercare lavoro in Italia. Dopo due anni ci sposiamo e nascono due bambini. Ad un tratto l’azienda dove lavoro intende chiudere l’attività. Allora, con alcuni colleghi mettiamo insieme le liquidazioni per continuarla». È così che nasce Ridix, una società che dal 1969 importa e rappresenta sul mercato italiano tecnologia e prodotti di avanguardia nel settore della meccanica di precisione.
«Nel 1974 con la famiglia partecipiamo ad un convegno dei Focolari a Bergamo. Non è un momento felice: da poco abbiamo perso il nostro primo bambino di 10 anni a causa di un incidente. L’impatto con la spiritualità dell’unità è per noi come un toccasana, tanto da dirci con Margherita, pur fra le lacrime, di aver incontrato Dio-Amore. Torniamo a casa con una sola parola: AMARE. Amare tutti, amare anche sul lavoro. Uno dei giovani conosciuti a Bergamo mi chiede se nella ditta da me fondata può esserci un posto per lui. Così entra Ugo, poi Paolo, poi Michele: tutti e tre diventeranno soci. Il nostro motto come azienda è: “Cercate dapprima il Regno di Dio e la sua giustizia e il resto vi sarà dato in sovrappiù”. Insieme vogliamo che il nostro rapporto sia profondamente sincero: ci è permesso sbagliare e anche litigare, ma per sperimentare la presenza di Dio dobbiamo affrettarci a ricomporre subito l’unità fra noi. Il successo è sorprendente: oggi siamo 9 soci e 70 collaboratori, molti altamente qualificati su vendita, stipulazione contratti, messa in funzione dei prodotti, manutenzione, gestione. Con un fatturato annuo superiore a 30 milioni di Euro. Amarci tra di noi e cercare di amare tutti, anche i nemici: è questo il successo della Ridix che provo a descrivere a titoli.
Il segreto di questo successo? La comunione. Che significa trasparenza, sincerità, verità anche quando è faticoso comunicarla, tempo dedicato a costruire relazioni positive. La nostra “terra promessa” verso cui camminare è un’azienda in cui tutti siano felici. Felici i dipendenti, perché l’azienda è sana e il clima è collaborativo. Felici i clienti, per il giusto rapporto qualità/prezzo di prodotti e servizi acquisiti. Felici i fornitori, per la lunga e proficua collaborazione. A fine giornata si può essere affaticati (questo accade spesso), ma si è soddisfatti e contenti per aver fatto bene il nostro lavoro. (altro…)
Al Centro Mariapoli di Castel Gandolfo è in pieno svolgimento il convegno dei vescovi amici dei Focolari dal titolo “Se il mondo lo conoscesse…” che approfondisce il mistero dell’abbandono di Gesù in croce, come chiave di una cultura dell’incontro. Papa Francesco, con un messaggio a firma autografa, ha voluto farsi presente esprimendo la sua vicinanza e il suo incoraggiamento ad approfondire questo tema che spinge ad “andare verso le periferie esistenziali, culturali e sociali” e “a rinsaldare i vincoli di comunione e di collegialità”. Il messaggio, indirizzato a mons. Francis X. Kovithavanij, moderatore del convegno, ha suscitato fra i vescovi presenti grande eco e profonda gratitudine. (altro…)
Dopo l’incontro con papa Francesco a Roma, a cui ha regalato una sua opera che rappresenta il volto della misericordia Michel Pochet, per la seconda volta, è a Noale, dove espone le sue opere all’interno della Torre dell’Orologio. Video della mostra: https://youtu.be/k01FYRmqf7M