Movimento dei Focolari
Emergenza Haiti

Emergenza Haiti

Seguiamo con trepidazione gli aggiornamenti sul terremoto che ha devastato Haiti, il paese più povero del continente americano, e ridotto la capitale Port-au-Prince in un cumulo di macerie. In tutto il Movimento è scattata una vasta azione di solidarietà per contribuire alla grave emergenza e, non appena possibile, alla ricostruzione. Intanto, possiamo rassicurare i sostenitori del progetto “Sostegno a distanza” che i bambini inseriti nel programma educativo in atto nel nord est di Haiti, a Mont Organisé, stanno bene. “Tutti sono salvi, si è avvertita qualche scossa, ma senza nessun danno. Ma tutti hanno familiari a Port-au-Prince, e di loro è stato impossibile avere notizie”.  È quanto ha fatto sapere la comunità del Movimento dei Focolari in Haiti, dove da quasi trent’anni è sorta e si è sviluppata, grazie agli stretti legami con il Movimento in Canada, anche attraverso il sostegno economico a distanza e altre iniziative. Chi desidera partecipare a questa azione di solidarietà, può versare il proprio contributo a: Giovani per un Mondo Unito (GMU) -Conto corrente intestato a “PAMOM – Fondo Mondo Unito” Intesa San Paolo, Filiale di Grottaferrata Via delle Sorgenti, 128 – 00046 Grottaferrata (Roma) Italia Codice IBAN: IT04  M030  6939  1401  0000  0640  100 Codice BIC: BCITITMM Causale: Terremoto Haiti Associazione “Azione per un Mondo Unito – Onlus” (AMU) -Conto corrente postale n. 81065005 -Banca Etica, Filiale di Roma, Via Parigi, 17 – 00185 Roma, Italia Codice IBAN: IT16G0501803200000000120434 Codice BIC: CCRTIT2184D Causale: Solidarietà per Haiti (I contributi versati sono deducibili dal reddito) AFN Azione per Famiglie Nuove – Onlus Sostegno a distanza via Isonzo,42 00046 Grottaferrata (Roma) – Conto corrente postale n. 48075873 – Conto corrente bancario presso: BANCA PROSSIMA Cod. IBAN IT55K0335901600100000001060 Causale: Solidarietà per Haiti (I contributi versati sono deducibili dal reddito) (altro…)

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La nuova Città Nuova!

Abbiamo chiesto a Paolo Lòriga, capo redattore di Città Nuova, di raccontarci del nuovo formato della rivista:

"Non crediamo alla Befana. Ve lo assicuriamo. Ma è altrettanto vero che dal 7 gennaio sono incominciati a piovere in redazione un sacco di doni: lettere, e-mail, telefonate e sms. Prima sommessamente, poi sempre di più, quasi un crescendo rossiniano a mano a mano che le italiche poste – con l’abituale non affrettato incedere – provvedevano a consegnare agli abbonati il primo numero del 2010 della rivista. Quello con la nuova veste grafica e la mutata fisionomia interna.

I lettori ci continuano a dire – quasi scusandosi – che è solo un giudizio immediato, che hanno solo sfogliato la nuova rivista, che non hanno ancora letto nulla, che avrebbero dovuto prima esaminarla con cura, ma che non avevano resistito al desiderio di comunicare subito alla redazione il proprio gradimento.

E noi siamo caduti nella più banale delle tentazioni: quella di gioire del risultato ottenuto. Perché – almeno per quanto riguarda una rivista che si rinnova – vale nel modo più assoluto il detto che la prima impressione è quella che conta.

Eppure, diciamola tutta, il progetto varato costituisce un robusto mutamento per adeguare la rivista alla grafica e allo stile di oggi, in modo da rendere più efficace ed attuale il messaggio di fraternità universale che Città Nuova diffonde dal 1956.

Così, una volta lanciato il numero, abbiamo atteso i primi segnali di riscontro. Ed ecco che è piaciuto molto il formato più compatto (2,5 cm più basso e 1 più stretto) – «Si porta meglio in borsa», chiarivano le signore –, la carta più bianca e antiriflesso, il carattere tipografico che migliora la leggibilità. E poi, pagine ariose, articoli brevi, approfondimenti più ampi. Graditi anche il ritmo più brioso, le numerose rubriche, le novità sino all’ultima pagina.
Ma fermiamoci qua. È meglio. Intanto perché aspettiamo il salutare manifestarsi di perplessità e critiche. E poi perché in redazione abbiamo visto di questo primo numero sufficienti insufficienze che ci spingono a porre rimedio già nel numero a cui stiamo lavorando.

In ogni modo, sentendo i primi giudizi dei lettori, il risultato complessivo è davvero lusinghiero. Ma va anche detto che non è merito esclusivo della redazione. La rivista, si sa, è espressione della vita e delle idee del Movimento dei focolari in Italia. Così da qualche anno la redazione s’è messa in più attento ascolto delle esigenze e dei desideri delle comunità, incontrando tantissime persone nelle loro città o avviando un dialogo (anche attraverso questionari) nelle decine di convegni annuali svoltisi presso il Centro Mariapoli di Castel Gandolfo. A questi si sono aggiunti appuntamenti specifici con i collaboratori della rivista, con gli esperti e gli editorialisti, nonché con i dirigenti centrali del movimento, incominciando dalla presidente Maria Voce e dal copresidente Giancarlo Faletti.

Quanto mai ricche le annotazioni ricavate da un vasto pubblico partecipe e vario, fiducioso ed esigente. Tra le tante sintonie riscontrate, una svettava con enorme chiarezza: vedere confermata una rivista che ha la sua marcata identità spirituale e culturale e un’altrettanto chiara apertura e universalità. Due fattori che sembrano oggi stare in permanente conflitto.

Ma se Città Nuova è figlia del carisma dell’unità, se è espressione dell’eredità lasciata da Chiara Lubich, quei due elementi devono invece non solo richiamarsi a vicenda, ma risultare complementari sin nel midollo. Solo chi ha un’identità certa si apre in modo sereno e mite al rapporto costruttivo con chiunque, perché consapevole dell’alta dignità di ciascuno.

A fine settembre, per un’intera settimana, la redazione ha elaborato il progetto generale della nuova creatura. Lì ci siamo convinti che questa volta non potevamo appaltare all’esterno il lavoro di ideazione e realizzazione. La sfida completa doveva essere raccolta da noi. Sappiamo infatti che nella comunicazione forma e contenuto sono inscindibili. Per il laboratorio d’unità che è la redazione, questo vale ancora di più. Da allora una corsa impegnativa e appassionante sino alla vigilia di Natale. Poi l’attesa e la sospensione   sino ai doni della Befana. Il cantiere, comunque, rimane aperto."

di Paolo Lòriga

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La jeune Chiara « Luce » Badano sera bientôt appelée bienheureuse.

"Le décret officiel, signé par Benoit XVI, qui reconnaît le chemin de sainteté parcouru par la Gen Chiara Luce Badano vient d’être publié. La béatification de Chiara Luce est proche."
"Première parmi les membres de l’Œuvre à avoir franchi cette étape, elle nous encourage à croire à la logique de l’Évangile, celle du grain de blé qui, tombé en terre, meurt et produit beaucoup de fruits.
Son exemple nous aidera à faire connaître la lumière du charisme et à annoncer au monde que Dieu est Amour".

C’est ainsi que la présidente du mouvement des Focolari, Maria Voce, a annoncé la nouvelle aux membres du Mouvement dans le monde entier.

Qui est cette jeune fille, décédée en 1990 à l'âge de 18 ans?
Elle naît à Sassello, au nord de l’Italie, le 29 octobre 1971. Elle grandit dans une famille simple qui lui transmet la foi. Douée, belle et sportive, elle a beaucoup d'amis qui la considèrent comme une fille à la fois ordinaire et extraordinaire. Elle adhère à un groupe de Gen (Génération Nouvelle) du Mouvement des Focolari, où elle découvre Dieu comme Amour et l'idéal de sa vie.
Elle s'engage à faire, par amour, la volonté de Dieu dans chaque moment de sa vie. Elle entretient une profonde amitié avec Jésus, qu’elle reconnaît dans le prochain; préférant les petits, les humbles et les pauvres, y compris les enfants d'Afrique, où elle rêve de se rendre en tant que médecin.
A 17 ans, atteinte d'un cancer des os, elle accueille la maladie en s'appuyant sur l'amour de Dieu. Face à la souffrance, elle répète: «Si tu le veux, Jésus, je le veux moi aussi."
Ceux qui la côtoient ressentent sérénité, paix et joie. "Chiara Luce" (Claire Lumière, ndlr) – c’est ainsi que Chiara Lubich aimait l’appeler – envoie un message à ses amis : «Les jeunes sont l'avenir. Je ne peux plus courir, par contre je peux leur transmettre le flambeau comme aux Jeux Olympiques. Ils n'ont qu'une vie et il vaut la peine de bien la vivre ». 

Le 7 octobre 1990, sa vie courte et lumineuse se termine. Ses derniers mots sont adressés à sa mère: «Maman, sois heureuse, car je le suis." 
Sa vie est le témoignage d’un « oui » inconditionnel à l'amour de Dieu, une répétition du « oui » depuis son plus jeune âge, un « oui » qui a été capable de transformer la maladie en un chemin de lumière vers la plénitude de la Vie.
L'écho de sa sainteté se propage progressivement.
La cause de sa béatification, ouverte en 1999 par Mgr Livio Maritano, évêque d'Acqui, a fait aujourd'hui un pas décisif par la reconnaissance du miracle de guérison qui a eu lieu à Trieste.
 

Journey to Asia: parting thoughts

 “I am really happy to go to Asia, I am full of joy, though I feel the responsibility, and I am apprehensive about so much that is unknown to me. The joy of meeting these cultures is greater, however. Sure, I think, I’m going to huge countries like Japan and Korea, and I’ll be there for four days. What can I understand in four days? Our way of understanding is not to discover every detail, but to encounter the soul of each people even through just one representative.

The most important thing is to establish relationships. One of these relationships, of course, is the dialogue with the Buddhist movement Rissho Kosei Kai. I think this is very important, because it is part of a continuing experience that began with Chiara thirty years ago, and must not stop: it must receive a new boost.

The contact with Thai Buddhism will be very important, when I take part in the symposium in Bangkok and meet Buddhist monks in Chiang Mai.  The most important aspect of this will be establishing personal relationships with the Grand Master, and with the leadership of Rissho Kosei Kai, and even with just one representative of those peoples who can help me understand their lives.

I am also going to thank these peoples for the way they have welcomed the Ideal of unity, which in some way goes beyond the diversity of religions, and which aims to create new people, who are able to live together, share the life of this planet, and build a new humanity. I also want to thank them for having given us many so men and women focolarini, spread throughout the world, who are contributing to this work for fraternity.”

(Interview by Carla Cotignoli of SIF ( Servizio Informazione Focolari))
 

Viagem à Ásia: na hora da partida

“Sinto-me muito feliz por fazer esta viagem à Ásia, sinto uma grande alegria, mesmo se sinto a responsabilidade, o temor de tantas coisas desconhecidas. Mas é mais forte da alegria de ir ao encontro destas culturas. Vem também o pensamento de que eu vou a estes grandes Países como o Japão, a Coreia. Detenho-me lá quatro dias, e o que é que eu posso entender em quatro dias? Mas o nosso modo de entender não é conhecer todos os detalhes, mas encontrar a alma daquele povo, talvez através de um encontro com uma pessoa que representa para mim o povo e a sua ralidade. A relação, parece-me, é a coisa mais importante

Naturalmente, entre estas relações está o diálogo com o movimento budista Rissho Kosei-Kai. Parece-me muito importante, porque vem precisamente continuar uma experiência de relações iniciada por Chiara, há 30 anos, e que com a sua partida, não só não deve cessar, mas deve adquirir um novo impulso.

Será importante também o contato com o budismo da Tailândia, através da participação no Simpósio, que vai ter lugar em Banguecoque, e depois com os monges budistas em Chiang Mai… Mas mais importante será a relação pessoal que poderei estabelecer com o Grande Mestre, com os responsáveis da Rissho Kosei-Kai, ou também simplesmente com uma pessoa do povo que talvez me dê o sentido da vida deles.

Vou também para agradecer a estes povos o fato de terem acolhido a mensagem do Ideal da unidade que, num certo sentido, vai para além da diversidade das filiações religiosas, que quer construir homens novos, capazes de viver juntos, de conviver neste planeta e de construir uma humanidade nova. Vou agradecer-lhes também o fato de terem doado tantas e tantos focolarinos, agora espalhados pelo mundo, que contribuem para a busca desta fraternidade.”

(entrevista a cargo de Carla Cotignoli do Serviço de Informação dos Focolares)

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Maria Voce in Asia: in dialogue with Buddhists in Japan and Thailand

Maria Voce, Focolare president, leaves on her first trip to Asia with the Pope’s blessing, “in the hope of numerous graces”. His blessing is “extended to all the communities in the countries to be visited, which are especially close to the Pope’s heart.” So said the letter signed by Cardinal Tarcisio Bertone, Vatican Secretary of State.

The programme includes: Korea (6-10/1), Japan (11-16/1), Philippines (17-31/1 including Tagaytay, Manila and Cebu), Thailand (1-20/2 including Bangkok and Chiang Mai)

Of particular importance are the interfaith meetings. In Tokyo, Japan, on 15 January Maria Voce has been invited to address 5000 adherents of the lay Buddhist movement Rissho Kosei Kai (RKK), while on 3 February in Bangkok, Thailand, she will speak at the IVth Christian-Buddhist symposium on the subject, “Dharma and Buddhist compassion – Christian Agape in the world today.” The symposium has been jointly organised by the Mahachulalongkorn University in Chang Mai, the Focolare Movement and the RKK, and there will be participants from Thailand, Japan, Taiwan, the Philippines, USA, Great Britain and Italy. While in Thailand, Maria Voce will meet Grand Master Ajahn Tong and will speak to young Buddhist monks at the Mahachulalongkorn University.

“This dialogue is in continuity with that begun 30 years ago by Chiara Lubich. After her departure, it must not stop, it must receive a new boost,” said Maria Voce. In 1981, at the invitation of Nikkyo Niwano, Chiara Lubich had shared her Christian experience in Tokyo with over 10000 adherents of the RKK, sowing the seeds of a dialogue of life that has developed over the years.

“The Focolare movement in Thailand has many Buddhist friends that share this Ideal and who are working together for a more united world, and for lasting peace for all,” declared the Buddhist monk Pra Thongrattana at Chiara Lubich’s funeral. Bearing a message from Grand Master Ajahn Tong, he had said,“Chiara is the one who brought light to a world in darkness.”
 
In each city she visits, Maria Voce will go to meet the local Catholic Bishop, and will also meet the Focolare community.
In Korea, her programme includes a meeting with a small group of parliamentarians who belong to the Focolare’s Political Movement for Unity.
In the Philippines, on 28 January in Manila, she will take part in a round table during the meeting for all the Bishops and clergy of that country, an event which happens every ten years.
 

Maria Voce na Ásia: etapas no Japão e na Tailândia marcadas pelo diálogo com o budismo

Com a benção do Papa Bento XVI, “como auspício de copiosas graças”, terá início a primeira viagem ao continente asiático da presidente dos Focolares, Maria Voce. Benção que “estende se às comunidades dos países visitados, queridos de maneira especial ao coração do Papa”. Da carta assinada pelo cardeal Tarcisio Bertone, Secretário de Estado.

As etapas programadas: Coréia (6-10/01); Japão (11-16/01); Filipinas (17-31/01, com visitas a Tagaytay, Manila e Cebu); Tailândia (1-20/02, com visitas a Bangkok e Chiang Mai).

Revestidos de uma importância especial serão os encontros inter-religiosos, no Japão, em Tóquio, dia 15 de janeiro, onde Maria Voce foi convidada a falar para 5 mil aderentes do Movimento budista leigo Rissho Kosei-kai. E na Tailândia, em Bangkok, dia 3 de fevereiro, quando falará no IV Simpósio cristão-budista, sobre o tema “Darma e compaixão budista – Ágape cristã, no mundo contemporâneo”, promovido pela Universidade Mahachulalongkorn, de Chiang Mai, pelo Movimento dos Focolares e pela Associação japonesa Rissho Kosei-kai. Além da Tailândia haverá participantes do Japão, Taiwan, Filipinas, Estados Unidos, Inglaterra e Itália.
Ainda na Tailândia, em Chiang Mai, encontrará o Grande Mestre Ajahn Thong e falará aos jovens monges budistas da Universidade Mahachulalongkorn.

“É um diálogo que prossegue o iniciado, cerca de 30 anos atrás, por Chiara Lubich; não deve arrefecer com a sua morte, mas tomar um novo impulso” – declarou Maria Voce. Foi, de fato, naquela mesma moldura que, em 1981, Chiara falou da sua experiência cristã a mais de 10 mil aderentes da RKK, a convite do seu fundador, Nikkyo Niwano, lançando as sementes de um diálogo da vida, que teve grandes desenvolvimentos.

“O Movimento dos Focolares na Tailândia tem muitos amigos budistas que compartilham este Ideal e colaboram para a realização de um mundo mais unido, a fim de que exista paz duradoura para toda a humanidade”, declarou o monge tailandês Pra Thongrattana, durante o funeral de Chiara. E, naquela ocasião, transmitindo a saudação do Grande Mestre Ajahn Thong, afirmou que para este “Chiara é aquela que traz uma luz ao mundo, para quem se encontra nas trevas”.

Em cada uma das cidades por onde Maria Voce passar visitará o bispo local e terá encontros com as comunidades do Movimento.
Na Coréia está programado também um encontro com o grupo de deputados que aderem ao Movimento Político pela Unidade, dos Focolares.
Nas Filipinas, em Manila, dia 28, participará de uma mesa redonda, durante um grande encontro que reúne, a cada dez anos, todo o clero filipino, com os seus bispos.

gennaio 2010

Dal 18 al 25 gennaio in molte parti del mondo si celebra la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, mentre in altre si celebra a Pentecoste.
Come ricordiamo, Chiara soleva commentare il versetto biblico scelto via via per tale occasione con la Parola di vita dello stesso mese.

Quest’anno la frase biblica per la Settimana di preghiera è: “Di questo voi siete testimoni” (Lc 24,48). Per aiutarci a viverla proponiamo questo testo di Chiara come “richiamo pressante” a noi cristiani di testimoniare insieme la presenza di Dio al mondo.

«Ecco la dimora di Dio con gli uomini! Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno suo popolo ed egli sarà il 'Dio-con-loro'»

La Parola di Dio di questo mese ci interpella. Se vogliamo essere parte del suo popolo dovremo lasciarlo vivere fra noi.
Ma come è possibile questo, e come fare per pregustare un po', fin da questa terra, quella gioia senza fine che verrà dalla visione di Dio?
E' proprio questo che Gesù ci ha rivelato, è proprio questo il senso della sua venuta: comunicarci la sua vita d'amore col Padre, perché anche noi la viviamo.
Già da ora noi cristiani potremo vivere questa frase ed avere Dio fra noi. Averlo fra noi richiede, come affermano i Padri della Chiesa, certe condizioni. Per Basilio è vivere secondo la volontà di Dio, per Giovanni Crisostomo è l'amare come Gesù ha amato, per Teodoro Studita è l'amore reciproco, e per Origene è l'accordo di pensiero e di sentimenti per giungere alla concordia che "unisce e contiene il Figlio di Dio"  .
Nell'insegnamento di Gesù c'è la chiave per far sì che Dio abiti fra noi: "Amatevi l'un l'altro come io ho amato voi" (cf Gv 13,34). E' l'amore reciproco la chiave della presenza di Dio. "Se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi" (1Gv 4,12) perché: "Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro" (Mt 18,20), dice Gesù.

«Dio abiterà con loro; essi saranno il suo popolo»

Non è dunque così lontano e irraggiungibile quel giorno che segnerà il compimento di tutte le promesse dell'Antica Alleanza: "In mezzo a loro sarà la mia dimora: io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo"(Ez 37,27).
Tutto si avvera già in Gesù che continua, al di là della sua esistenza storica, ad essere presente fra coloro che vivono secondo la nuova legge dell'amore scambievole, quella norma cioè che li costituisce popolo, il popolo di Dio.
Questa Parola di vita è dunque un richiamo pressante, specie per noi cristiani, a testimoniare con l'amore la presenza di Dio. "Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri" (Gv 13,35). Il comandamento nuovo così vissuto pone le premesse perché si attui la presenza di Gesù fra gli uomini.
Nulla possiamo fare se questa presenza non è garantita, presenza che dà senso alla fraternità soprannaturale che Gesù ha portato sulla terra per tutta l'umanità.

«Dio abiterà con loro; essi saranno il suo popolo»

Ma spetta soprattutto a noi, cristiani, pur appartenendo a diverse comunità ecclesiali, di dare al mondo spettacolo di un solo popolo fatto di ogni etnia, razza e cultura, di grandi e di piccoli, di malati e di sani. Un unico popolo del quale si possa dire, come dei primi cristiani: "Guarda come si amano e sono pronti a dare la vita l'uno per l'altro".
E' questo il "miracolo" che l'umanità attende per poter sperare ancora e un contributo necessario al progresso ecumenico, al cammino verso l'unità piena e visibile dei cristiani. E' un "miracolo" alla nostra portata, o meglio, di Colui che, abitando fra i suoi uniti dall'amore, può cambiare le sorti del mondo, portando l'umanità intera verso l'unità.

Chiara Lubich
Parola di vita, gennaio 1999, pubblicata in Città Nuova 1998, n.24, p.59.

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A Piero Badaloni il “Premio Igino Giordani 2009”

Il Comune di Tivoli, antica città termale in un’ansa del fiume Aniene, in provincia di Roma, ha consegnato il “Premio Igino Giordani 2009”, al noto giornalista, Piero Badaloni, impegnato lungamente in Rai, già direttore di Rai International. Tra le motivazioni si è sottolineato l’impegno con il quale “ha svolto la sua professione giornalistica con una speciale attenzione alle esigenze dell’infanzia e dell’adolescenza”. Inoltre, si  è evidenziato che “nella sua lunga attività giornalistica ha curato trasmissioni attente ai disagi del mondo giovanile, come ‘Droga che fare?’. E’ stato eccellente saggista in tematiche particolari…”. E sono stati ricordati alcuni suoi libri come: “Il libro dei diritti dei bambini”; “Infanzia negata. L’altra faccia dell’America latina”.

Il premio, intitolato ad uno dei cittadini più illustri degli ultimi anni della città di Tivoli, considerato con De Gasperi e La Pira – fra altri – padre della Costituente, e in processo anche lui di beatificazione, è stato costituito per ricordare la sua figura e per evidenziare quelle personalità che s’impegnano in favore del dialogo e dell’impegno civile e politico.

Sono Intervenuti il sindaco, Giuseppe Baisi, alcuni testimoni intervistati dal prof. Alberto Lo Presti del Centro Igino Giordani, e si è concluso, dopo un intermezzo artistico, con la premiazione dei lavori degli studenti tiburtini.

L’evento è avvenuto il passato 15 dicembre nella Scuderie degli Estensi.