Movimento dei Focolari
"50 anni al servizio dell’umanità" – Tante sfide, una proposta: la fraternità

"50 anni al servizio dell’umanità" – Tante sfide, una proposta: la fraternità

L’evento

“50 anni al servizio dell’umanità” –  Il titolo del grande appuntamento che vedrà riuniti a Budapest, nel modernissimo Palasport Arena, persone di ogni età e categoria sociale provenienti dai 5 continenti in occasione del 50° anniversario dei “Volontari di Dio”. Saranno in 9000 il 14 e 15 settembre 2006, provenienti da 65 Paesi del mondo. Previste traduzioni in 26 lingue.

“Tante sfide, una proposta: la fraternità”, sarà il programma della giornata conclusiva del 16 settembre, aperta a tutti. Attese altre 2000 persone soprattutto dai Paesi dell’Europa Centro orientale, di cui 1000 dall’Ungheria. Verranno presentati  approfondimenti culturali ed esperienze sull’innovazione che la fraternità porta negli ambiti del diritto, dell’economia, dell’ecologia, nel mondo della comunicazione.

Un unico evento per:

tracciare un bilancio sull’incidenza di 50 anni impegnati nel rinnovamento della società del nord e sud del mondo;

lanciare una proposta di speranza: la fraternità possibile in risposta alla domanda di pace, di unità, di valori e di idealità così fortemente avvertite oggi in un mondo spesso lacerato da conflitti e paura del futuro;

promuovere un progetto a favore dello sviluppo sociale e culturale dell’Africa, attraverso borse di studio;

esporre e premiare le opere di artisti che hanno partecipato ad un concorso di arti visive sulla fraternità.

Budapest 1956-2006

I fatti di Ungheria – A seguito del processo di destalinizzazione avviato da Nikita Kruscev in Russia, in Ungheria nel 1956 nascono forti speranze di libertà. A Budapest in autunno si moltiplicano manifestazioni popolari antigovernative che ben presto si trasformano in insurrezione, soffocata dall’intervento delle truppe sovietiche.

L’intervento del Papa – Pio XII lancia un accorato appello via radio: “Dio! Risuoni questo ineffabile nome, fonte di ogni diritto, di ogni giustizia, di ogni libertà, nei parlamenti, sulle piazze, nelle abitazioni, nelle officine…”

La risposta dei volontari di Dio –  In risposta a questo appello, su ispirazione di Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari, sorge il desiderio di dare inizio ad un’altra invasione con una determinazione analoga ma di segno contrario: quello di  portare una rivoluzione d’amore nella vita di ogni giorno, nella famiglia, nei luoghi di lavoro e di impegno culturale, sociale e politico. Da allora, tanti uomini e donne di tutte le età, nazionalità e condizioni sociali scelgono liberamente di seguire Dio per costruire una nuova umanità fondata sulla fraternità. Sono appunto i “Volontari di Dio”, del Movimento dei Focolari, oggi in circa 24 mila, in 80 Paesi.

 

Scuola di cittadinanza globale

Scuola di cittadinanza globale

Il nostro agire quotidiano può influenzare gli equilibri internazionali?
Inquinamento, povertà, malattie, solidarietà internazionale, disuguaglianze, sono tutti fenomeni globali che hanno radici nei comportamenti locali di ogni singolo cittadino.
La parola-chiave è “cittadinanza attiva”, o “cittadinanza globale” e un tentativo di risposta sulle relazioni che legano il cittadino alle dinamiche globali verrà dalla “Scuola di cittadinanza globale” in programma a Pianezza (To) dal 23 al 30 luglio prossimi, rivolta a giovani fra i 18 e i 30 anni provenienti da tutta Italia.

Obiettivo: approfondire il proprio ruolo di cittadini attivi, attraverso seminari, approfondimenti teorici, ma anche sperimentazione su campo con momenti di laboratorio e visite a realtà esistenti – ad un parco ambientale, una fattoria bioecologica, un emporio equosolidale. Fra gli approfondimenti: fraternità e sobrietà: scelta e stile di vita; consumo responsabile; sostenibilità ambientale: impronta ecologica; energie pulite e risorse naturali; informazione critica; cooperazione internazionale.

Metodo: la Scuola si svolgerà in maniera autogestita; i partcipanti saranno costruttori attivi partecipando concretamente alle scelte dei prodotti da acquistare, alla loro preparazione, alla pulizia, all’elaborazione dell’informazione per tutti. La sera, cineforum, pub, festa multiculturale.

La Scuola di cittadinanza globale, organizzata dall’Amu (Associazione Onlus Azione per un Mondo Unito) e dai Giovani per un Mondo Unito del Piemonte, è inserita nel progetto “ABC… l’alfabeto della solidarietà, per educare alla pace e allo sviluppo nella nuova Europa unita”, un percorso triennale finalizzato a rafforzare la capacità di giovani, amministratori locali e associazioni di operare insieme sul fronte della solidarietà.

Ambiti esplorati: scelte responsabili di consumo, stili di vita, fonti energetiche, lettura critica dell’informazione, cooperazione internazionale, comportamenti sostenibili, a partire dalla prospettiva, quella della fraternità universale, che ci spinge a fare agli altri ciò che vorrremmo fosse fatto a noi.


Scarica l’invito e il programma:
http://www.cooperiamo.it/contents/attivita/Invito_Scuola_Cittadinanza_Globale.pdf

Segreteria organizzativa:
tel. + 39-347-6679469
email: info@cooperiamo.it
Associazione Azione per un Mondo Unito Onlus:
tel. + 39-0694792170
email: eas.amu@focolare.org
Giovani per un Mondo Unito – Piemonte:
Tel. + 39-328-1110055

«La trasmissione della fede nella famiglia»

«La trasmissione della fede nella famiglia»

Un multi-evento che culmina con l'incontro con il Papa l'8 e il 9 luglio. Il contributo di movimenti e associazioni 

Obiettivo del V incontro mondiale delle famiglie –  L'appuntamento di Valencia su «La trasmissione della fede  nella famiglia», si presenta come un'occasione per vivere la complessità, il valore e la ricchezza della famiglia come luogo fondativo della società e della Chiesa.

Incontro con il Papa – Attese centinaia di migliaia di famiglie – circa un milione di persone –  provenienti dai  5 continenti, per i momenti culmine dell’ evento:  la veglia con le testimonianze di alcune famiglie che avrà luogo l’8 luglio, e la grande celebrazione eucaristica conclusiva, del giorno seguente.

Congresso Teologico Pastorale – E’  uno degli eventi centrali. Il congresso affronta il tema chiave –  come trasmettere la fede nell'ambito familiare –   col contributo di vescovi e cardinali, teologi, rappresentanti dei diversi movimenti ecclesiali, esperti in educazione, pastorale familiare e mezzi di comunicazione. Approfondimenti: famiglia e aspetti giuridici, famiglia, dottrina sociale e questioni sociali, famiglia e bioetica, famiglia e economia, famiglia e ecumenismo.

Tra gli interventi di fondatori e responsabili di Movimenti: Graziella di Luca, a nome di Chiara Lubich del Movimento dei Focolari, Andrea Riccardi della Comunità di Sant’Egidio, Salvatore Martínez del Rinnovamento nello Spirito, Kiko Argüello del Cammino Neocatecumenale, Julian Carron di Comunione e Liberazione, i coniugi De Roberty delle Equipes Notre Dame, i coniugi Padilla delle Couples for Christ, José Gabaldon Lopez del Forum Spagnol per la Famiglia, Luis Fernando Figari, fondatore del Solidatium Christianae Vitae.

Fiera internazionale della  famiglia – Inizio dell’evento, il 1 luglio.  Sino al 7, si alterneranno movimenti, associazioni e ONG che lavorano a favore della famiglia in tutto il mondo. Il Movimento dei Focolari è presente con due stand, uno come Editrice “Ciudad Nueva”, e un altro come Famiglie Nuove. Appuntamenti presso gli stand:
– presentazione del libro in spagnolo Un solo cuore – Luigi e Maria Beltrame, un matrimonio verso la santità,  con l’intervento del Sr. Card. Alfonso López Trujillo, autore del prologo del libro;
– presentazione del libro in spagnolo Il linguaggio dell’amore – Sessualità e vita di coppia, con l’intervento di Mons. Juan Antonio Reig, vescovo di Cartagena (Spagna) e della psicologa Dra. Lourdes Illán Ortega;
– Famiglie Nuove, sostegno a distanza, adozioni, Familyfest, con l’intervento di famiglie del Movimento, sia del posto e che di altri continenti.

Convegni per i giovani e gli anziani – Un particolare convegno è previsto per i 'figli', giovani con età compresa fra i 16 ed i 25 anni. E un secondo:  “Nonni, Adulti e Famiglia” per appoggiare gli anziani nel compito così importante e insostituibile che svolgono in seno alla famiglia.

Il Movimento dei Focolari, insieme ad altri movimenti e associazioni,  si è attivato fin dall'inizio per la preparazione di questo evento ecclesiale promosso dal Pontificio Consiglio per la Famiglia in collaborazione con l'Arcidiocesi di Valencia. Un appuntamento triennale che, dopo Roma '94, Rio de Janeiro '97, ancora Roma nel 2000 con il grande Giubileo e Manila 2003, tocca quest’anno la città spagnola.

Commento di Chiara Lubich alla Parola di Vita di Luglio 2006

È universale l’abbraccio di Dio. Avvolge l’universo ed è attento alla più piccola delle sue creature. Il poema (il Salmo) da cui è tratta la Parola di vita è tutto un inno a Lui, “grande nell’amore”, piegato verso ogni essere vivente, attratto dalle sue necessità.
Ogni creatura è ritratta in un gesto d’invocazione: ha bisogno del cibo, e con esso del necessario per la sua esistenza, e Dio apre la sua mano con generosità. Lui ha cura di ognuno, sostiene chi è debole e rischia di cadere , riconduce sulla strada dritta chi s’è smarrito.

«Il Signore è vicino a quanti lo invocano, a quanti lo cercano con cuore sincero»

Non è un Dio assente, lontano, indifferente alle sorti dell’umanità, come alle sorti di ciascuno di noi. Tante volte lo sperimentiamo. Ma è pur vero che in altri momenti ne proviamo tutta la lontananza e ci sentiamo soli, insicuri, smarriti di fronte a situazioni che sembrano sorpassarci.
Ecco allora la ribellione o sentimenti di antipatia se non di odio verso un nostro fratello o una nostra sorella. Ecco pesarci in animo situazioni che da anni si protraggono in famiglia, nella comunità di lavoro: piccole o grandi diffidenze, gelosie, invidie, tirannie. O ci vediamo soffocati da un mondo che può apparirci incallito da passioni, carrierismi e svilito di ideali, di giustizia e di speranza.
“Signore, dove sei?” sembra gridare il nostro cuore. “Mi ama veramente? Ci ami veramente? Ma allora, perché tutto questo?”
Ed ecco la Parola di vita che ravviva una certezza: non siamo mai soli nella nostra avventura umana.

«Il Signore è vicino a quanti lo invocano, a quanti lo cercano con cuore sincero»

È un invito a ravvivare la fede: Dio c’è e mi ama. Posso e devo riaffermarlo in ogni azione, davanti ad ogni avvenimento: Dio mi ama. Incontro una persona? Devo credere che attraverso di lei Dio ha qualcosa da dirmi. Mi dedico a un lavoro? In quel momento continuo ad aver fede nel Suo amore. Arriva un dolore: credo che Dio mi ama. Arriva una gioia? Dio mi ama.
Egli è qui con me, è sempre con me, sa tutto di me e condivide ogni mio pensiero, ogni gioia, ogni desiderio, porta assieme a me ogni preoccupazione, ogni prova della mia vita.

«Il Signore è vicino a quanti lo invocano, a quanti lo cercano con cuore sincero»

Come ravvivare questa certezza? Ecco alcuni suggerimenti.
Lo dice Lui stesso: invocandolo! Il Signore era già sulla barca di Pietro quando scoppiò la tempesta, ma i discepoli si sentivano soli e indifesi, perché lui dormiva. Lo chiamarono: “Salvaci, Signore, siamo perduti!”   ed egli calmò il vento e le acque.
Gesù stesso, sulla croce, non sentì più la vicinanza del Padre. Lo invocò con la più straziante preghiera: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”  Credette così nel suo amore, si riabbandonò al Padre, ed Egli lo risuscitò dalla morte.

Come ancora ravvivare la fede nella sua presenza?
Cercandolo in mezzo a noi. Lui ha promesso di essere lì dove due o più sono uniti nel suo nome . Incontriamoci allora nell'amore scambievole del Vangelo con quanti vivono la Parola di vita, condividiamo le esperienze e sperimenteremo i frutti di questa sua presenza: gioia, pace, luce, coraggio.
Lui rimarrà con ciascuno di noi e continueremo a sentirlo vicino e operante nella nostra vita d’ogni giorno.

Chiara Lubich

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Verso Verona:  “Il lavoro e la festa”

Verso Verona: “Il lavoro e la festa”

Un vero e proprio villaggio aperto tutto il giorno, in grado di accogliere tutti: residenti, turisti e lavoratori, con stands, aree di gioco, di sport, luoghi di incontro. Così si è presentato il convegno “Il lavoro e la festa”, promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana e svoltosi a Rimini dal 22 al 25 giugno scorsi.
 
Lavoro e festa: due termini che sembrano antitetici. Ma non è così. Di fronte alle profonde trasformazioni in atto nella società post-industriale, al convegno emerge l’idea che la festa rigenera l’uomo e dà senso al lavoro.

Del lavoro vengono approfondite problematiche di grande attualità: “La famiglia tra tempi di lavoro e di festa”; “I giovani tra lavoro precario, desiderio di consumo e progettualità; i “Nuovi lavori e nuova imprenditorialità”, con la presentazione di numerose esperienze.

A Rimini, tanti anche i momenti culturali e di festa: sul tema del lavoro si sono alternate recitazioni (con Nando Gazzolo e Claudia Koll), musica (Orchestra Mediterranea e Tosca), comicità (Gigi Cotichella), il musical del Gen Verde “Prime Pagine” e il 1° gala del cortometraggio promosso dalle Acli.

Molte le associazioni e i movimenti che hanno offerto il loro contributo: da Rinnovamento nello Spirito a Comunione e Liberazione, dall'Associazione Papa Giovanni XXIII, all’Azione Cattolica, agli scout. Il Movimento dei Focolari, nella sessione di sabato 24, dedicata a “Nuovi lavori e nuova imprenditorialità”, ha presentato l’esperienza dell’Economia di Comunione, con il prof. Luigino Bruni e Alberto Frassineti, del polo imprenditoriale “Lionello Bonfanti” – nei pressi della cittadella internazionale di Loppiano (Firenze).

L’appuntamento di Verona: “Testimoni di Gesù Risorto speranza del mondo”, sarà un grande evento, al quale diocesi e movimenti stanno lavorando da mesi. Il tema del convegno intende rispondere ad alcuni interrogativi di fondo: che cosa il Vangelo comunica alla vita dei cristiani? Come Gesù Cristo può rigenerare questo vissuto, soprattutto nella sua dimensione quotidiana? Come può essere plasmata una nuova prospettiva antropologica nell'epoca della complessità? Quali forme e modalità possono caratterizzare la presenza dei cristiani in questo momento storico nel nostro Paese?

"50 anni al servizio dell’umanità" – Tante sfide, una proposta: la fraternità

Un percorso itinerante

Come tappe di avvicinamento all’appuntamento veronese, il Servizio nazionale per il progetto culturale della Cei ha programmato cinque iniziative articolate sul territorio nazionale, in approfondimento dei diversi ambiti di riflessione che verranno proposti al convegno di ottobre.

Prima de “Il lavoro e la festa” (Rimini, 22-25 giugno 2006), si sono svolti, infatti, altri quattro appuntamenti:

Nell’ambito della “cittadinanza”

Il grido della città: persona, relazioni sociali, ad Arezzo, dove da qualche anno vengono programmate iniziative sui temi dell’educazione alle relazioni tra i popoli e alla pace. http://www.rondine.info/versoverona 

Nell’ambito della “fragilità umana”

Una fragilità salvata: all’interno del “Progetto Passio” proposto nella Diocesi di Novara durante la Quaresima, si è svolta una serie di appuntamenti con cui aiutare a prendere coscienza dell’esperienza del limite nella vita dell’uomo. http://www.passionovara.it/

Nell’ambito della “vita affettiva”

L'Amore si fa Storia: a Terni viene lanciato un messaggio forte sul valore degli affetti nel cammino di crescita delle persone e nelle relazioni tra le generazioni.
http://www.chiesacattolica.it/pls/cci_new/consultazione.mostra_pagina?id_pagina=3078

Nell’ambito della “tradizione”, intesa come esercizio del trasmettere

Ricorda, Racconta, Cammina: tre giorni di confronto sul percorso compiuto dalla Chiesa in Italia nella ricerca di una comunicazione della fede, attenta alle dinamiche culturali del nostro tempo.
http://www.chiesacattolica.it/pls/cci_new/consultazione.mostra_pagina?id_pagina=3077

Abitare la città

Abitare la città

Come far diventare più “abitabili” le nostre città?

Questo l’interrogativo al centro del seminario sul tema “Abitare la città”, a cui hanno partecipato oltre 120 tra architetti, ingegneri, grafici, professori e studenti, provenienti da diversi Paesi. L’iniziativa, promossa da impegnati nel settore dell’architettura del Movimento dei Focolari, si è svolta presso la cittadella internazionale di Loppiano, dal 9 all’11 giugno scorso. Una scelta non casuale: Loppiano è stata anche oggetto di studio, quale “laboratorio” di una città nuova. “Sin dall’inizio si sognò una città che avesse per legge il comandamento nuovo, l’amore reciproco”, dove “Gesù fosse sempre presente e illuminasse ogni realtà della cittadella”. Così Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari, nel messaggio letto in apertura della tre giorni, esprimendo inoltre la certezza “che ogni casa, ogni edificio, ogni realizzazione, se illuminata dalla presenza di Gesù, potrà comporre, tassello accanto tassello, come in un mosaico, le città nuove”.

Risveglio nelle discipline urbanistiche

L’interesse per il tema dell’abitare, negli ultimi anni, si è risvegliato nelle discipline urbanistiche.  E l’attenzione si è spostata dalla dimensione privata dell’alloggio, centrata intorno all’individuo ed al suo nucleo familiare, all’abitare nella sua dimensione estroversa e relazionale. A partire da questa prospettiva, numerosi gli interventi di architetti, ricercatori e docenti che si sono cimentati nel dare una risposta agli interrogativi su che cosa rende “abitabile” lo spazio nel quale viviamo e come far diventare più “abitabili” le nostre città.

Info

Architettura – Movimento dei Focolari Via Frascati, 306 – 00040 Rocca di Papa (Roma) – IT Tel.: +39-06-945407+39-06-945407 e mail: segr.architettura @ focolare.org  

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Pentecoste 2006: “Lo Spirito nei suoi doni è multiforme, soffia dove vuole”

Pentecoste 2006: “Lo Spirito nei suoi doni è multiforme, soffia dove vuole”

Dall’Osservatore Romano – 6 giugno 2006 30 maggio 1998 – 4 giugno 2006. Piazza San Pietro, otto anni dopo, nella solennità di Pentecoste. Da Giovanni Paolo II a Benedetto XVI continua a soffiare il vento dello Spirito nella Chiesa di Cristo. Erano almeno 400.000 i partecipanti all’incontro dei Movimenti ecclesiali e delle nuove Comunità. Da Castel Sant’Angelo, per via della Conciliazione sino a Piazza San Pietro, il popolo dei Movimenti offriva l’immagine della Chiesa aperta al futuro: un fiume di adulti e di giovani che pregavano e cantavano. Benedetto XVI, prima di raggiungere il sagrato, ha percorso via della Conciliazione e Piazza San Pietro per dare a tutti il suo benvenuto, il suo grazie, la sua benedizione. Stralci dall’editoriale dell’Osservatore Romano – 6 giugno 2006 Il magistero di Benedetto XVI ha raggiunto, nella veglia di Pentecoste, uno dei momenti più alti. Molte sono le parole chiave che possono sintetizzare il senso di questo inno alla bellezza vivificante dello Spirito. Una è certamente l’espressione che il Papa ha usato riferendosi alla “festa della creazione” scaturita dalla Pentecoste: il “giardino di Dio”. Nella varietà dei suoi colori, delle sue forme, dei suoi echi, anche la straordinaria celebrazione di sabato sera era, in qualche modo, un’immagine del “giardino di Dio”. Vita, libertà, unità, corresponsabilità: le quattro parole che ci sembrano particolarmente espressive di altrettanti passaggi nodali della riflessione di Benedetto XVI. E’ proprio dallo Spirito, “fonte creativa della vita”, che sgorga il fiume impetuoso dei Movimenti e delle Comunità. Alla Sua scuola, essi imparano ogni giorno la “libertà vera”. Al Suo soffio possente, sperimentano quell’«unità» che orienta i singoli carismi all’edificazione dell’unico corpo che è la Chiesa. Solo uomini e donne vivi, liberi, uniti, possono sentirsi autenticamente «corresponsabili»: coinvolti, cioè, “nella stessa responsabilità di Dio per il mondo, per l’umanità intera”. Missione sublime e impegnativa. Missione di “figli” e non di “schiavi”. Missione di anime incendiate dal fuoco della Pentecoste. Dalla Radio Vaticana – 6.6.2006 Due ore prima dell’arrivo di Benedetto XVI, canti e testimonianze. Particolarmente toccanti e ancora vive le parole di Giovanni Paolo II, che una registrazione dello storico incontro con i Movimenti, del 30 maggio 1998, ha fatto risuonare ancora una volta nel “cenacolo a cielo aperto” radunato in Piazza San Pietro: “A tutti voi voglio gridare: ‘Apritevi con docilità ai doni dello Spirito! Accogliete con gratitudine ed obbedienza i carismi!’”. Tanti i carismi per una Chiesa Di apostolato, in un mondo dimentico di Dio, ha parlato Maria Luigia Corona, della Comunità Missionaria di Villaregia: “Non c’è niente di più orribile che usare il nome di Dio, che è amore, per commettere violenza. Siamo pronti a portare la luce di Cristo in tutti gli ambienti!”. La gioia è stata al centro delle parole di Salvatore Martinez, coordinatore nazionale del Rinnovamento nello Spirito: “Non si dica che la nostra gioia è allegria esteriore! La gioia cristiana è olio di letizia sulle ferite del mondo!”. Impegno all’unità nella diversità, quello dei Focolari, nel messaggio di Chiara Lubich, letto da Graziella De Luca, rivolto al Papa: “A lei, Santità, vogliamo assicurare che la collaborazione e la comunione tra i Movimenti continuerà affinché, nella piena comunione ed obbedienza con lei, si lavori per l’attuazione degli stessi scopi voluti da Gesù: prima di tutto, l’unità”. Nell’esperienza della comunità di Sant’Egidio, raccontata da Andrea Riccardi, l’aiuto della preghiera per la debolezza dell’uomo e l’attenzione di Dio alle situazioni umane più disperate: “Le vite umane non scorrono dimenticate! Penso in questo momento all’Africa, ma ho anche in mente i poveri, la cui casa è spesso un mondezzaio. Dio non è indifferente! Lo abbiamo visto!”. A perseverare nel combattimento spirituale della fede ha esortato Kiko Argüello, fondatore del Movimento neocatecumenale: “Nell’Apocalisse si dice che l’Agnello sgozzato vince la bestia. Perché i cristiani diventino questo Agnello, hanno bisogno dei carismi”. Quando lo Spirito soffia, trasforma la vita e l’umanità non resta indifferente. Don Julian Carrón, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione: “Soltanto una cosa potrà destare in coloro che incontreremo nella vita il desiderio di venire con noi: il vedere realizzarsi in noi la promessa di Cristo!”. Ha dato voce alle 400 mila persone in piazza mons. Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici che, rivolto al Papa, ha detto: “Questa Piazza mette oggi sotto gli occhi di tutti una meravigliosa epifania della molteplicità dei doni con i quali lo Spirito di Dio continua ad arricchire e adornare la Chiesa. Diversissimi tra loro, essi sono profondamente uniti nel mistero della comunione ecclesiale e unanimamente protesi verso la missione”.

Giugno 2006

“Siete stati chiamati a libertà” (Cf. Gal 5,13). È l’annuncio che Paolo di Tarso rivolge ai cristiani delle diverse comunità della Galazia. Un annuncio che fa eco alle parole di Gesù quando aveva detto che ci avrebbe resi “liberi davvero” (Cf. Gv 8,36). Liberi da cosa? I cristiani della Galazia erano stati resi liberi dalle prescrizioni legali della legge mosaica, libertà poi estesa a tutti i cristiani. Più ancora, siamo stati liberati dal peccato e dalle sue conseguenze: le nostre paure, la sfrenata ricerca dei nostri interessi, i condizionamenti culturali, le convenzioni sociali… Per questo siamo liberi quando osserviamo le norme di condotta sociale e religiosa del cristianesimo, non le sentiamo come obblighi imposti dall’esterno. Per noi c’è una legge nuova, la “legge di Cristo” (Cf. Gal 6,2), come la chiama Paolo, iscritta nel nostro stesso cuore, che fiorisce dal di dentro, dalla persona fatta nuova dall’amore di Cristo: una “legge di libertà” (Cf. Gc 2,12). Una legge che insieme dona la forza per essere attuata. Siamo liberi perché guidati dallo Spirito di Gesù che vive in noi. Da qui l’invito:

«Camminate secondo lo Spirito (…). Se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete sotto la Legge».

In questo periodo di Pentecoste riviviamo l’evento della discesa dello Spirito su Maria e i discepoli raccolti nel Cenacolo. Con le sue lingue di fuoco egli riversa nei cuori l’amore di Dio (Cf. Rm 5,5). È questa la “legge nuova”: l’amore.  Lo Spirito Santo è l’Amore di Dio che venendo in noi trasforma il nostro cuore, vi infonde il suo stesso amore e insegna ad agire nell’amore e per amore. È l’amore che ci muove, che ci suggerisce come rispondere alle situazioni e alle scelte che siamo chiamati a compiere. È l’amore che ci insegna a distinguere: questo è bene, lo faccio; questo è male, non lo faccio. È l’amore che ci spinge ad agire cercando il bene dell’altro. Non siamo guidati dal di fuori, ma da quel principio di vita nuova che lo Spirito ha posto dentro di noi. Forze, cuore, mente, tutte le nostre capacità possono “camminare secondo lo Spirito” perché unificate dall’amore e poste a completa disposizione del progetto di Dio su di noi e sulla società.  Siamo liberi d’amare.

«Camminate secondo lo Spirito (…). Se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete sotto la Legge».

“Se vi lasciate guidare…”. C'è sempre il pericolo che qualcosa impedisca allo Spirito di prendere pieno possesso della nostra mente, del nostro cuore. Si può resistere alla sua voce e alla sua guida fino a “contristarlo” (Cf. Ef 4,30), perfino ad “estinguere” la sua presenza in noi (Cf. 1Ts 5,19). Tante volte preferiamo seguire i nostri desideri piuttosto che i suoi, il nostro volere piuttosto che il suo. Come dunque lasciarsi guidare da quella voce che dentro ci parla? Dove essa ci porta? Ce lo ricorda lo stesso Paolo pochi versetti prima: tutta la legge nuova di libertà si sintetizza in un solo precetto: l’amore del prossimo. In concreto, suggerisce Paolo, essere liberi significa farsi schiavi dell’altro, mettersi a servizio gli uni degli altri (Cf. Gal 5, 13-14). Quella voce dentro (= l’amore) ci spinge ad essere attenti a chi ci è accanto, ad ascoltare, a donare. Può sembrare strano, ma ogni Parola di vita, alla fine, porta ad amare. Non è una forzatura, è la logica evangelica. Solo se siamo nell’amore siamo cristiani autentici.

«Camminate secondo lo Spirito (…). Se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete sotto la Legge».

Lasciamo allo Spirito la libertà di condurci sulla via dell’amore. Possiamo pregarlo così:
Tu sei la luce, la gioia, la bellezza. Tu trascini le anime, tu infiammi i cuori e fai concepire pensieri profondi e decisi di santità con impegni individuali inattesi. Tu santifichi. Soprattutto, Spirito Santo, tu che sei così discreto anche se impetuoso e travolgente ma soffi come lieve venticello che pochi sanno ascoltare e sentire, guarda alla rozzezza della nostra grossolanità e rendici tuoi devoti. Che non passi giorno senza invocarti, senza ringraziarti, senza adorarti, senza amarti, senza vivere come tuoi discepoli assidui. Questa grazia ti domandiamo.

Chiara Lubich

 

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Messaggio di Benedetto XVI

Con queste incoraggianti parole di Benedetto XVI, lette da Mons. Stanislao Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i laici, si è aperto il 31 maggio scorso il congresso che ha radunato oltre 300 responsabili di Movimenti e nuove Comunità ecclesiali in preparazione all’incontro col Santo Padre la vigilia di Pentecoste.   «Cari fratelli e sorelle, in attesa dell’incontro previsto per sabato 3 giugno in Piazza San Pietro con gli aderenti a più di 100 Movimenti ecclesiali e nuove Comunità, sono lieto di porgere a voi, rappresentanti di tutte queste realtà ecclesiali, riuniti a Rocca di Papa in Congresso Mondiale, un caloroso saluto con le parole dell’Apostolo: «Il Dio della speranza vi riempia di ogni gioia e pace nella fede, perché abbondiate nella speranza per la virtù dello Spirito Santo» (Rm 15,13). É ancora vivo, nella mia memoria e nel mio cuore, il ricordo del precedente Congresso Mondiale dei Movimenti ecclesiali, svoltosi a Roma dal 26 al 29 maggio 1998, al quale fui invitato a portare il mio contributo, allora in qualità di Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, con una conferenza concernente la collocazione teologica dei Movimenti. Quel Congresso ebbe il suo coronamento nel memorabile incontro con l’amato Papa Giovanni Paolo II del 30 maggio 1998 in Piazza San Pietro, durante il quale il mio Predecessore confermò il suo apprezzamento per i Movimenti ecclesiali e le nuove Comunità, che definì “segni di speranza” per il bene della Chiesa e degli uomini».

La bellezza di essere cristiani e la gioia di comunicarlo 

«Oggi, consapevole del cammino percorso da allora sul sentiero tracciato dalla sollecitudine pastorale, dall’ affetto e dagli insegnamenti di Giovanni Paolo Il, vorrei congratularmi con il Pontificio Consiglio per i Laici, nelle persone del suo Presidente Mons. Stanislaw Rylko, del Segretario Mons. Joseph Clemens e dei loro collaboratori, per l’importante e valida iniziativa di questo Congresso Mondiale, il cui tema – “La bellezza di essere cristiani e la gioia di comunicarlo” – prende spunto da una mia affermazione nell’omelia di inizio del ministero petrino. E’ un tema che invita a riflettere su ciò che caratterizza essenzialmente l’avvenimento cristiano: in esso infatti ci viene incontro Colui che in carne e sangue, visibilmente, storicamente, ha portato lo splendore della gloria di Dio sulla terra. A Lui si applicano le parole del Salmo 44: «Tu sei il più bello tra i figli dell’uomo». E a Lui, paradossalmente, fanno riferimento anche le parole del profeta: «Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per potercene compiacere» (Is 53,2). In Cristo s’incontrano la bellezza della verità e la bellezza dell’amore; ma l’amore, si sa, implica anche la disponibilità a soffrire, una disponibilità che può giungere fino al dono della vita per coloro che si amano (cfr Gv 15,13)! Cristo, che è “la bellezza di ogni bellezza”, come soleva dire san Bonaventura (Serrnones dominicales 1,7), si rende presente nel cuore dell’uomo e lo attrae verso la sua vocazione che è l’amore. E grazie a questa straordinaria forza di attrazione che la ragione è sottratta al suo torpore ed aperta al Mistero. Si rivela così la bellezza suprema dell’amore misericordioso di Dio e, allo stesso tempo, la bellezza dell’uomo che, creato ad immagine di Dio, è rigenerato dalla grazia e destinato alla gloria eterna».

Testimonianza d’amore, di unità e di gioia

«Nel corso dei secoli, il cristianesimo è stato comunicato e si è diffuso grazie alla novità di vita di persone e di comunità capaci di rendere una testimonianza incisiva di amore, di unità e di gioia. Proprio questa forza ha messo tante persone in “movimento” nel succedersi delle generazioni. Non è stata, forse, la bellezza che la fede ha generato sul volto dei santi a spingere tanti uomini e donne a seguirne le orme? In fondo, questo vale anche per voi: attraverso i fondatori e gli iniziatori dei vostri Movimenti e Comunità avete intravisto con singolare luminosità il volto di Cristo e vi siete messi in cammino. Anche oggi Cristo continua a far echeggiare nel cuore di tanti quel “vieni e seguimi” che può decidere del loro destino. Ciò avviene normalmente attraverso la testimonianza di chi ha fatto una personale esperienza della presenza di Cristo. Sul volto e nella parola di queste “creature nuove” diventa visibile la sua luce e udibile il suo invito».

I Movimenti: scuole di comunione

«Dico pertanto a voi, cari amici dei Movimenti: fate in modo che essi siano sempre scuole di comunione, compagnie in cammino in cui si impara a vivere nella verità e nell’amore che Cristo ci ha rivelato e comunicato per mezzo della testimonianza degli Apostoli, in seno alla grande famiglia dei suoi discepoli. Risuoni sempre nel vostro animo l’esortazione di Gesù: «Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli» (Mt 5,16). Portate la luce di Cristo in tutti gli ambienti sociali e culturali in cui vivete. Lo slancio missionario è verifica della radicalità di un’esperienza di fedeltà sempre rinnovata al proprio carisma, che porta oltre qualsiasi ripiego stanco ed egoistico su di sé. Illuminate l’oscurità di un mondo frastornato dai messaggi contraddittori delle ideologie!»

Passione per la vita e per il destino degli altri

«Non c’è bellezza che valga se non c’è una verità da riconoscere e da seguire, se l’amore scade a sentimento passeggero, se la felicità diventa miraggio inafferrabile, se la libertà degenera in istintività. Quanto male è capace di produrre nella vita dell’uomo e delle nazioni la smania del potere, del possesso, del piacere! Portate in questo mondo turbato la testimonianza della libertà con cui Cristo ci ha liberati (cfr Gal 5,1). La straordinaria fusione tra l’amore di Dio e l’amore del prossimo rende bella la vita e fa rifiorire il deserto in cui spesso ci ritroviamo a vivere. Dove la carità si manifesta come passione per la vita e per il destino degli altri, irradiandosi negli affetti e nel lavoro e diventando forza di costruzione di un ordine sociale più giusto, lì si costruisce la civiltà capace di fronteggiare l’avanzata della barbarie. Diventate costruttori di un mondo migliore secondo l’ordo amoris in cui si manifesta la bellezza della vita umana».

Edificare il corpo di Cristo in mezzo agli uomini

«I Movimenti ecclesiali e le nuove Comunità sono oggi segno luminoso della bellezza di Cristo e della Chiesa, sua Sposa. Voi appartenete alla struttura viva della Chiesa. Essa vi ringrazia per il vostro impegno missionario, per l’azione formativa che sviluppate in modo crescente sulle famiglie cristiane, per la promozione delle vocazioni al sacerdozio ministeriale e alla vita consacrata che sviluppate al vostro interno. Vi ringrazia anche per la disponibilità che dimostrate ad accogliere le indicazioni operative non solo del Successore di Pietro, ma anche dei Vescovi delle diverse Chiese locali, che sono, insieme al Papa, custodi della verità e della carità nell’unità. Confido nella vostra pronta obbedienza. Al di là dell’affermazione del diritto alla propria esistenza, deve sempre prevalere, con indiscutibile priorità, l’edificazione del Corpo di Cristo in mezzo agli uomini. Ogni problema deve essere affrontato dai Movimenti con sentimenti di profonda comunione, in spirito di adesione ai legittimi Pastori. Vi sostenga la partecipazione alla preghiera della Chiesa, la cui liturgia è la più alta espressione della bellezza della gloria di Dio, e costituisce in qualche modo un affacciarsi del Cielo sulla terra». «Vi affido all’intercessione di Colei che invochiamo come la Tota pulchra, la “Tutta bella”, un ideale di bellezza che gli artisti hanno cercato sempre di riprodurre nelle loro opere, la «Donna vestita di sole» (Ap 12,1) in cui la bellezza umana si incontra con la bellezza di Dio. Con questi sentimenti a tutti invio, quale pegno di costante affetto, una speciale Benedizione Apostolica». Dal Vaticano, 22 Maggio 2006 Benedetto XVI (altro…)