
Il Santuario Cattolico di Munyonyo dove i primi martiri cristiani del Paese sono stati uccisi
«Estendere l’aiuto ai bisognosi, cooperare con tutti per il bene comune, e difendere il dono di Dio che è la vita per costruire una società più giusta sono tra i messaggi lanciati dal Papa. Ha inoltre sottolineato l’importanza dello Spirito Santo e dei Martiri Ugandesi nella storia della Chiesa di Cristo. Il Pontefice ha ribadito il bisogno di essere umili, miti e buoni per portare gioia e pace e per non lasciarsi prendere dai desideri mondani», scrive Simon. «Non siamo perfetti, ma possiamo perdonarci e ricominciare sempre», confida Tony, particolarmente colpito dalle parole del Papa sulla famiglia. Dopo la messa celebrata a Namugongo, il Papa ha incontrato i giovani a Kololo. Il suo discorso a braccio è stato preceduto da due toccanti testimonianze di giovani: una ragazza malata di Aids fin dalla nascita e un giovane che è stato arruolato come bambino soldato. La sofferenza trasformata in speranza dalla fede in Gesù è il cuore del messaggio di Francesco. «Nello stesso giorno il Papa ha visitato la casa per persone svantaggiate a Nalukolongo, dove ci si prende cura dei bisognosi, bambini, giovani e anziani. Ci sono persone che soffrono per handicap o complicazioni di vario tipo, e non hanno chi possa curarli. Erano felici di ricevere il Papa, che ha sottolineato l’importanza del prendersi cura di chi è in necessità, perché hanno bisogno del nostro amore. Non c’è nessun altro che possa amarli al nostro posto, ha detto il Papa». Ai sacerdoti e ai religiosi lancia una sfida: continuare a far dell’Uganda la “perla dell’Africa”, seguendo l’esempio dei martiri. Infine, conclude Simon, «il Papa è ripartito domenica 29, per andare nella Repubblica Centrafricana, lasciando un messaggio di amore, unità e soprattutto perdono, da vivere nelle nostre famiglie, comunità, posti di lavoro, con i vicini, dappertutto».




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