Movimento dei Focolari

Primavera ecumenica a Praga

Ott 2, 2007

Concluso il 26° Convegno ecumenico internazionale dei Vescovi di varie Chiese, amici del Movimento dei Focolari

“Stiamo assistendo alla primavera ecumenica di Praga”. Queste parole, del vescovo romeno ortodosso di Serbia, Daniil, ben esprimono l’intensa esperienza di comunione vissuta dal 20 al 27 settembre 2007 a Praga, crocevia nel cuore dell’Europa, da 43 vescovi amici dei Focolari, di 18 Chiese, provenienti da 17 nazioni di 4 continenti, per il loro 26° Convegno annuale. I prossimi appuntamenti: 2008 nel Libano, travagliato da gravi tensioni; 2009 a Wittenberg (Germania), città-simbolo del protestantesimo. Nelle loro celebrazioni e riflessioni, i vescovi si sono concentrati sull’attuale svolta epocale, convinti che dall’odierno travaglio dell’umanità potrà nascere nelle Chiese un impegno ancora maggiore per portare la luce del Vangelo nel mondo. “La mia notte non ha oscurità: per una cultura della risurrezione”, è stato infatti il tema del Convegno, illustrato da una conversazione preparata da Chiara Lubich. Nel dialogo conclusivo, i vescovi erano unanimi nel costatare che si era avverato l’augurio espresso loro dalla fondatrice dei Focolari: “Che vivano nella luce!” . La “Domenica ecumenica, celebrata nella Repubblica Ceca il 23 settembre, ha segnato il culmine della settimana, ricca di approfondimenti biblici, di incontri e visite alle varie Comunità cristiane, nonché ai tesori artistici e culturali di Praga. Nel Centro dedicato a Madre Teresa di Calcutta, i vescovi hanno incontrato 400 esponenti della vita civile ed ecclesiale della città: tra loro, Cattolici, Ortodossi, Luterani, Evangelici, Metodisti, Battisti, Vecchi cattolici, Pentecostali, Hussiti e membri della Chiesa dei Fratelli. “L’Europa stava uscendo dal 20° secolo con tante ferite esteriori ed interiori – ha detto in quest’occasione il Vescovo Christian Krause, già presidente della Federazione Luterana Mondiale e, come tale, firmatario della Dichiarazione congiunta cattolico-luterana sulla giustificazione – ma Dio è intervenuto”. E ha ricordato “la rivoluzione di velluto” di Praga e il crollo del muro di Berlino, ma anche la firma della Dichiarazione, siglata nel 1999 ad Augsburg, che ha fatto crollare secolari barriere fra le due denominazioni. Esemplare l’impegno per la riconciliazione e per una comune testimonianza dei cristiani, senza spirito di rivalità, in seno alla società post-comunista, esposto dal presidente del Consiglio ecumenico nazionale delle Chiese, Dott. Pavel Cerny e dal Vescovo cattolico Frantisek Radkovsky. Un lungo applauso ha sottolineato l’intervento di alcuni Vescovi partecipanti al Convegno, che hanno reso testimonianza della profonda comunione che li unisce nella carità fraterna, “con Cristo in mezzo a noi”. “Tornerò in Australia e porterò le altre Chiese nel mio cuore. Camminerò mano nella mano con gli altri Vescovi”, ha assicurato il vescovo anglicano David Murray di Perth. “Realizziamo un ‘dialogo della vita’ – aveva detto il card. Miloslav Vlk, arcivescovo di Praga e promotore del Convegno – ponendo l’accento su ciò che abbiamo in comune, a cominciare dal battesimo. Non ignoriamo le difficoltà che ci sono nelle Chiese e fra le Chiese, ma sperimentiamo che l’amore evangelico, soprattutto l’amore per Gesù crocifisso e abbandonato, dà nuova forza per costruire, lì dove viviamo, la comunione”. E’ venuto in rilievo il contributo dei cristiani alla costruzione dell’Europa, emerso durante la grande III Assemblea Ecumenica Europea di Sibiu (Romania), promossa, lo scorso settembre, dalle Chiese d’Europa (CCEE, Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee, e Kek, Conferenza delle Chiese cristiane d’Europa), con 3000 delegati, e alla Manifestazione “Insieme per l’Europa” del 12 maggio scorso a Stoccarda (Germania), organizzata da  movimenti e comunità di diverse Chiese del vecchio continente. Nel corso del Convegno, toccanti sono state le testimonianze di sacerdoti e laici che, nutriti dalla spiritualità dei Focolari, sin dagli anni ’60, tempo di persecuzione, hanno sostenuto la Chiesa nell’allora Cecoslovacchia, irradiando la vita evangelica. Altro momento di grande intensità spirituale è stato vissuto alla cattedrale, con la celebrazione della Messa cattolica nella storica cappella di San Venceslao, dove i vescovi hanno ricordato i santi e i martiri dell’inizio della nazione Ceca e i testimoni vittime del nazismo e del comunismo. Qui i vescovi si sono proposti di riconoscere il volto del Crocifisso nella storia personale e in quella delle loro Chiese, e di fare una nuova scelta di Lui, che solo può condurre i Cristiani alla comunione tanto sperata.

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