Movimento dei Focolari

Scuola: me stesso al primo posto?

Gen 13, 2012

Studiare è importante, ma dare una mano a chi ha bisogno lo è altrettanto. Un giovane studente ci racconta cosa è successo a lui alla vigilia di un compito in classe.

«Stavo studiando per il compito in classe di storia e non riuscivo a concentrarmi; le pagine erano tante e pensavo che sarebbe stato difficile riuscire a completarle. A peggiorare la situazione, arriva un sms da alcuni amici che mi chiedono aiuto per un compito di matematica. Rileggo il messaggio, penso a tutte le pagine di storia e sto quasi per rispondere che non posso aiutarli. Dopo qualche secondo, però, qualcosa dentro di me mi fa capire che sto perdendo un’occasione per voler bene ad amici in difficoltà. Istintivamente avevo messo me stesso al primo posto, senza pensare a quanto sia importante aiutare gli altri. Chiudo il libro di storia e mi precipito a casa di uno di loro dove sono riuniti. Mi metto d’impegno e li aiuto sino a tarda sera. Rientrato a casa, non c’è più tempo per studiare storia, come avrei fatto a svolgere il compito? Affido tutto a Dio, credendo che avrebbe trovato una soluzione. L’indomani alcuni compagni chiedono alla professoressa se può rinviare il compito; evidentemente non sono l’unico a non aver studiato. L’insegnante, solitamente intransigente, decide di rinviare il compito. Semplice fortuna? Non credo! Penso invece che l’atto di fiducia fatto la sera prima, sia stato da Dio provvidenzialmente ricompensato!». (S. G. – Italia)

___

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Iscriviti alla Newsletter

Pensiero del giorno

Articoli Correlati

Fratellanza

Fratellanza

La fratellanza, l’essere figli di uno stesso Padre, può essere la radice di ogni pacifismo. In questo stralcio tratto dal volume “Rivolta cattolica” Igino Giordani scrive quasi una invocazione, un poetico appello che ci costringe ad alzare lo sguardo e ci apre gli occhi su chi è il fratello, quel fratello che può essere catalogato come nemico, come straniero, come migrante, ma sempre fratello è. E’ un appello che scritto nel lontano 1925 ci può toccare le corde più profonde e ci interpella per essere costruttori di pace.