Movimento dei Focolari
Andrea Riccardi: la speranza che non delude

Andrea Riccardi: la speranza che non delude

Dal 4 al 6 giugno 2025, alla vigilia del Giubileo dei Movimenti, che ha riunito in Piazza San Pietro le varie realtà ecclesiali con la partecipazione di Papa Leone XIV, si è svolto in Vaticano l’Incontro annuale con moderatori delle associazioni di fedeli, dei movimenti ecclesiali e nuove comunità, al quale anche i Focolari hanno preso parte.  Mettere insieme i carismi per contribuire al cammino di unità nella Chiesa è il comune desiderio che ha animato i vari partecipanti, in un momento storico che ci mostra un mondo estremamente lacerato e polarizzato. Condividiamo di seguito alcune interviste a Presidenti e Fondatori che mettono in luce la grande necessità di sentirsi fratelli in questo percorso e, al contempo, la gratitudine nel mettersi al servizio per rafforzare, tutti insieme, la speranza.

Ascoltiamo Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’ Egidio.

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Maria Voce sul “Chiara-dopo”

Maria Voce sul “Chiara-dopo”

Esce oggi, per ora in italiano, “Luce che avvolge il mondo”, il nuovo libro di Maria Voce edito da Città Nuova Editrice. Una rilettura profonda e coraggiosa dei capisaldi della spiritualità dell’unità alla luce delle domande degli uomini e delle donne del nostro tempo e del futuro prossimo. Luce che avvolge il mondo è con ogni probabilità il suo ultimo libro da presidente e occorre dire che troviamo qui, più che in ogni altro testo prodotto in 12 anni alla guida dei Focolari, tutto il pensiero di Maria Voce: i capisaldi della sua azione, il suo lascito, ma anche il suo vissuto nel delicatissimo tempo seguito alla morte di una fondatrice carismatica come Chiara Lubich.  Sì, perché in questo volume che sicuramente merita una lettura “lenta”, meditata e che richiede il tempo dovuto ad una riflessione profonda, troviamo tutta l’adesione spirituale, culturale e vitale di Maria Voce al carisma dell’unità. Contiene una serie di discorsi pronunciati in varie occasioni sui dodici punti portanti della spiritualità dei FocolariDio Amore, la Volontà di Dio, la Parola, il fratello, l’amore reciproco, l’Eucarestia, l’Unità, Gesù Abbandonato, Maria, la Chiesa, lo Spirito Santo, Gesù in mezzo – completati, con ritmo annuale, lungo i suoi due mandati. Maria non ha però voluto ripetere, ma rileggere. – Spiega l’amico Andrea Riccardi, autore della prefazione –  Ha riletto il messaggio e il carisma di Chiara in una Chiesa e in un mon­do che sono cambiati. Perché i movimenti spirituali crescono nella tensione profonda tra la fedeltà alle origini e al carisma da una parte ma, dall’altra, nell’esplorazione della vita e della storia di domani […] un esempio singolare ed egregio di quella fedeltà creativa che viene richiesta ai seguaci – specie se dirigenti – dei fondatori e delle fondatrici”. Con quale spirito? Si domanda Jesús Morán, Co-presidente, nell’introduzione. Quello dell’attualizzazione: “Maria Voce non ripete in questi suoi temi quelli fatti da Chiara in passato, ma li attualiz­za (…), ci dona una sua ricomprensione dei punti della spiritualità dell’unità attingendo direttamente alla fonte dell’ispirazione di Chiara Lubich ma sottolineandone ulteriori significati e facendo risuonare tonalità finora inespresse, anche sollecitata dalle domande che i membri del Movimento dei Fo­colari sempre più si pongono a contatto con le vicissitudini della storia presente della Chiesa e dell’umanità. Pagina dopo pagina sono diverse le domande più o meno esplicite che Maria Voce intercetta nel popolo dei Focolari di oggi, come questa: Cosa chiede Dio, dunque, alle persone del Movimento? Chiede di raggiungere ognuna il proprio ambiente, coinvolgendo nell’unità i propri prossimi, con l’apertura però su tutti gli altri. Basterebbe questo, diceva Chiara ancora in quella circostanza. E sottolineava in modo molto forte che Dio vuole da noi anzitutto questo: che ci facciamo uno con il fratello che ci sta vicino, con quello che cammina con noi nella vita, con chi veniamo a conoscere giorno per giorno, anche – come è possibile – attraverso i mezzi di comunicazione. Siamo chiamati, dunque, a vivere l’unità ogni momento della nostra vita, giorno dopo giorno, come avveniva agli inizi“. Offre anche la sua lettura di fronte a luci ed ombre nel procedere dei Focolari in un tempo come questo in cui la pandemia ha rimesso molte cose in discussione sia a livello personale che comunitario, anche in vista della prossima assemblea del 2021 in cui il movimento si ritroverà ad eleggere la nuova presidente e le cariche direttive: In questo periodo ci sembra che Dio ci spinga avanti a estendere la semina in campi nuovi e più vasti, senza temere per la diminuzione di forze o la perdita di posizioni raggiunte ma assistendo gioiosamente all’aprirsi di orizzonti sempre nuovi e al fiorire di innumerevoli piccole cellule vive di Chiesa distribuite nel mondo, dovunque due o più sono pronti ad amarsi con questo amore scambievole e vanno all’incontro degli uomini perché, come auspicato da papa Francesco, gli uomini incontrino Dio“. Una lettura da considerare attentamente oggi per arricchirci di una comprensione del presente e guardare al futuro prossimo con l’ottimismo tipico di Maria Voce, che non è certamente ingenuo, perché fondato sulla parola evangelica dell’unità e sulla vita che da essa ne è scaturita in tutto il mondo.

Stefania Tanesini

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Riscrivere la storia di Chiara

Dall’intervento di Andrea Riccardi, fondatore di Sant’Egidio e amico personale di Chiara, alla conferenza stampa del 18 novembre scorso. A pochi giorni dall’apertura ufficiale del centenario di Chiara Lubich, il 7 dicembre prossimo, proponiamo gran parte dell’intervento di Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, alla conferenza stampa del 18 novembre scorso. Amico personale di Chiara, collaboratore nella costruzione del cammino di unità dei movimenti nella Chiesa, offre una riflessione sull’umanità e la storicità della sua figura, ancora molto da scoprire. Il tempo a volte riduce le grandi figure a dei “santini”, le impolvera o le fa dimenticare. Chiara aveva un cuore pieno di Santità, ma non era un santino, era una donna vera, una donna “vulcanica”, una trentina che si è aperta al mondo. E’ partita da Trento per andare nel mondo intero; questa è stata la storia di Chiara: da Trento, a Roma, al mondo. Ed è vero quello che è stato detto: se vai in tante parti del mondo, ignote, anche dell’Africa, trovi non solo figli di Chiara, ma senti il passaggio di Chiara e del suo pensiero. Sono passati cento anni dalla sua nascita. Cento anni sono tanti. Chiara è nata nel 1920, lo stesso anno di nascita di Giovanni Paolo II, che sempre quando la vedeva la chiamava: “la mia coetanea”. Entrambi sono stati toccati dal dramma della Seconda Guerra Mondiale. A Trento Chiara lo ha sentito fortemente e ha maturato il suo Carisma – se così posso dire – nel cuore della seconda guerra mondiale, in un mondo profondamente diviso e lacerato dal dolore della guerra. Chiara, secondo me, è una figura importante anche al di fuori della Chiesa perché non è stata una figura solo interna alla Chiesa, seppure profondamente radicata nella Chiesa, in unità con essa, ma sempre protesa nel mondo. Non è stata una cristiana “di sacrestia”, ma ha amato e guardato il mondo. Chiara è stata un personaggio storico. In una storia del cristianesimo del Novecento fatta in gran parte di uomini che alle donne hanno lasciato qualche angolo di mistica o di qualche esperienza di carità, Chiara è stata una donna che ha fatto la storia a tutto tondo: mistica, carità, ma anche politica, cambiamento della vita, passione. Così io l’ho conosciuta. Aveva una grande capacità di rapporto personale, di amicizia: aveva il Carisma dell’amicizia, nessuno era uguale all’altro. Era una donna che incontrava migliaia di persone, eppure, per lei, nessuno era uguale a un altro. Aveva poi una grande capacità: quella di comunicare una passione. È stata una donna appassionata, appassionata all’unità del mondo. L’Unità è la cifra con cui capire la sua esistenza e la sua ricerca della pace, che è anche ecumenismo. Visse una profonda sensibilità ecumenica -più di tanti esperti di ecumenismo- e vorrei ricordare, a questo proposito- il suo rapporto con il Patriarca Atenagora, su cui ho anche scritto in un volume. C’è anche una lettera che ho pubblicato in cui si afferma “della signorina Chiara Lubich si dice che essendo donna e non essendo teologa si infervora facile…”, ma oggi vorrei dire che, proprio non essendo teologa ed essendo donna, Chiara aveva capito di più dei tecnici dell’ecumenismo. Unità è anche dialogo per raggiungere la pace. Chiara scrive “I figli di Dio sono i figli dell’amore, combattono con un’arma che è la vita stessa dell’uomo”. Cioè la vita come dono e, attraverso il dono della vita, si lotta per cambiare il mondo e per cambiare gli altri e realizzare questo ideale. Chiara è stata consumata dalla passione per l’ideale. E questo a me sembra un punto fondamentale su cui tornare a riflettere. Maria Voce ha accennato che siamo in un tempo di divisione. Aggiungerei che siamo anche in un tempo di piccole passioni. Chiara può essere anche molto impopolare oggi, proprio perché crediamo nelle divisioni e viviamo di piccole passioni. Ma credo che questo anno che voi dedicate, che noi dedichiamo, a ricordare e a far rivivere e incontrare Chiara Lubich è anche un anno che mette in discussione le modeste passioni e la rassegnazione a un mondo diviso. Chiara scrive “Speriamo che il Signore componga un ordine nuovo nel mondo. Egli, il solo capace di fare dell’umanità una famiglia, di coltivare quelle distinzioni tra i popoli perché nello splendore di ciascuno al servizio dell’altro riluca l’unica luce di vita che abbellendo la patria terrena fa di essa un’anticamera della patria eterna”. Penso che celebrare questo Centenario sia un servizio all’umanità e anche al pensiero un po’ inaridito del nostro tempo. Il suo coetaneo Wojtyla scriveva “il mondo soffre, soprattutto per mancanza di visione”. Credo che questo nostro mondo può rifiorire per una visione che è quella di Chiara Lubich. Una sola avvertenza: quando noi usiamo la parola celebrazione dobbiamo stare attenti. Giustamente Maria preferisce parlare di incontro. È un incontro impegnativo e questo incontro, cara Maria, deve essere anche storia. Noi dobbiamo avere il coraggio di riscrivere la storia di Chiara Lubich nel suo tempo, per capire meglio come la sua azione ha cambiato la storia. Penso ad esempio all’avventura di mandare i focolarini nell’Est europeo e come abbia contribuito così anche alla caduta del muro. Chiara non ha scelto di rifugiarsi in Occidente, accettando il muro. E quindi sono sicuro che questo anno, che si apre oggi, farà crescere la figura di Chiara in un nuovo incontro con il nostro tempo e non la farà rimpicciolire. (altro…)

2020: sarà l’anno di Chiara

2020: sarà l’anno di Chiara

All’insegna del motto “Celebrare per incontrare” è stata annunciata alla stampa l’apertura del centenario di Chiara Lubich il prossimo 7 dicembre. Si parte da Trento, con l’inaugurazione della mostra internazionale “Chiara Lubich città mondo”.

© CSC Audiovisivi

“Chiara è viva. È viva nello spirito che Lei ci ha donato, nell’Opera che ha fondato e nella quantità innumerevole dei suoi seguaci, sparsi in tutti i punti della terra”. E’ con queste parole che la presidente dei Focolari, Maria Voce, ha riassunto lo spirito con cui il movimento nel mondo si prepara a vivere il 2020, anno in cui si celebreranno i 100 anni dalla nascita della sua fondatrice. Chiara Lubich è nata il 22 gennaio 1920 a Trento, città “pilota” che ospiterà molti degli eventi del centenario, tra cui quello che lo apre ufficialmente, il 7 dicembre prossimo con una mostra internazionale alle Gallerie di Piedicastello. Data dal forte valore simbolico, perché era il 7 dicembre 1943, in pieno secondo conflitto mondiale, quando Chiara si consacrò a Dio, dando di fatto inizio alla “divina avventura” della sua vita e di quella di milioni di persone nel mondo. Durante la conferenza stampa che si è tenuta il 18 novembre scorso presso la sede romana della Sala Stampa Estera, la Presidente ha spiegato che l’intento dell’anno celebrativo – che ha come motto “Celebrare per incontrare – non è quello di ricordare Chiara, ma quello di “incontrarla” nelle sue opere, nelle testimonianze di chi le è stato accanto, nella vita degli appartenenti al Movimento, e nel suo “messaggio di fraternità, unità e comunione”. Un messaggio che lei ha “vissuto in prima persona” allacciando rapporti “con le persone più varie per cultura, religione, etnia”, perché convinta “che Dio è Padre di tutti e quindi che tutti sono fratelli”. Un messaggio di fraternità universale che risulta oggi più che mai attuale “per tutte le correnti di particolarismi e divisioni, per i muri che si ergono, le frontiere che si cerca di costruire e che noi invece cerchiamo di abbattere e siamo convinti che si possano abbattere”. “L’avventura di mandare i focolarini nell’est europeo è stato un contributo alla caduta del muro” ha spiegato Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio – mentre si ricorda il 30ennale dalla caduta del muro di Berlino – che a Chiara fu legato da una profonda amicizia spirituale. Per Riccardi, Chiara è un “personaggio storico” dal profilo inedito: “in una storia del Cristianesimo del ‘900 fatta in gran parte di uomini” e che “alle donne ha lasciato qualche angolo di mistica o qualche esperienza di carità, Chiara è stata una donna che ha fatto la storia a tutto tondo: mistica, carità, ma anche politica, cambiamento di vita, passione”. “L’Unità è la cifra con cui capire la sua esistenza, la sua ricerca della pace che è ecumenismo” ha aggiunto ricordando il suo rapporto con il Patriarca Ecumenico Atenagoras, per poi affermare che, proprio in quanto donna e pur non essendo teologa, Chiara “aveva capito di più dei tecnici dell’ecumenismo”. In questo mondo di divisioni e piccole passioni, che “soffre soprattutto per mancanza di visione” ha affermato citando San Giovanni Paolo II, “Chiara può essere molto impopolare” ma proprio la sua visione può far “rifiorire” l’umanità. Il valore profetico del messaggio della Lubich è stato messo in luce da Maurizio Gentilini, storico e ricercatore, autore della biografia “Chiara Lubich, la via dell’unità fra storia e profezia”, di prossima pubblicazione per Città Nuova. Rispetto alle acquisizioni del Magistero della Chiesa – ha osservato – Chiara si pone “in profonda sintonia, con 20 anni di anticipo, con quelle che saranno le intuizioni e lo spirito del Concilio Vaticano II”. Inoltre, “dopo secoli di ermeneutiche astratte, Chiara sembra dare alla trinità un valore empirico perché afferma che noi siamo fatti di relazione” e “Dio, che è Padre, Figlio e Spirito Santo, che ci ha creato a propria immagine, ha impresso in noi questo desiderio di comunione”. Nell’epoca dell’individualismo e gli scontri di civiltà, Ella fa proprio questo desiderio e “lo traduce nella necessità del dialogo, che diventa la via privilegiata per contribuire a comporre nella fraternità la famiglia umana”. Nell’analisi di Gentilini, la Lubich si fa anticipatrice della necessità di una Chiesa in uscita, che troverà “forte stimolo nell’Evangelii Gaudium di Papa Francesco”, e propone il “criterio dell’amore e della misericordia” come guida all’applicazione di ogni legge, che sarà poi “il sunto dell’Amoris Laetitia”.

© CSC Audiovisivi

Proprio la Mostra che darà avvio a Trento al ricco calendario di eventi nei cinque continenti – promossa dalla Fondazione Museo Storico del Trentino e dal Centro Chiara Lubich – nel suo titolo “Chiara Lubich, Città Mondo” racconta la nascita e la diffusione del messaggio di fratellanza universale di Chiara, che supera i confini di quella prima città per propagarsi nel mondo e raggiungere altre culture, religioni, sensibilità, ma anche quelli del tempo presente, per proiettarsi nel futuro con rinnovata intensità. La scelta del luogo, del resto, è peculiare, spiega Giuseppe Ferrandi, direttore della Fondazione: si tratta di due gallerie dismesse fatte di asfalto e cemento armato, costruite nel cuore del quartiere a dividere la piazza dalla cattedrale. L’incontro di questo “luogo di periferia” con Chiara Lubich e il suo messaggio di unità “è formidabile”. Sul sito www.centrochiaralubich.org i dettagli della Mostra e dei prossimi eventi.

Claudia Di Lorenzi

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