Dic 5, 2014 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Durante il tour del Gen Rosso in Nord Italia (Monza e Brianza, dal 10 al 15 novembre) «non sono scesi solamente litri di acqua, per le incessanti piogge, ma tante grazie che quanti hanno preso parte al progetto continuano a testimoniarci», scrivono i 18 artisti della band al loro rientro. Gli studenti coinvolti nel progetto erano 120 e provenivano da 11 istituti diversi: «Per la prima volta si è riusciti a coinvolgere insieme così tante scuole». Il progetto è stato voluto e organizzato dalla comunità locale dei Focolari, in collaborazione con la “Fraternità Capitanio”, una comunità di persone che vivono il dono della fraternità secondo la particolare caratteristica voluta da Bartolomea Capitanio, una maestra vissuta a Lovere (Nord Italia) nei primi decenni dell’Ottocento. La Fraternità Capitanio esiste a Monza dal 1977 come comunità di accoglienza per giovani donne in difficoltà che vogliono fare un percorso di rieducazione e di recupero della loro dignità personale e diventare costruttrici di vita per sé e per gli altri. «Con loro ci siamo trovati subito in sintonia ed è nata un’amicizia che sicuramente rimarrà a lungo», dichiarano ancora dal Gen Rosso. «Al termine del progetto abbiamo visto che questi ragazzi e ragazze hanno capito e accolto in pieno i valori intrinseci del musical “Streetlight”. Parlavano di famiglia, di forza interiore, di nuova fiducia in sé stessi e vederli piangere alla nostra partenza ci stringeva il cuore… Ma ci siamo lasciati con un arrivederci, certi che ci saremmo incontrati di nuovo!».
Alcuni volti ed esperienze di questi ragazzi sono andati in onda con un servizio sul TG3 nazionale. «Non pensavo che in una settimana ci si potesse affezionare tanto a delle persone, invece è accaduto», scrive Giada. «Ognuno di loro mette il cuore in ciò che fa. Quindi un enorme grazie perché ogni giorno con i loro motti ci insegnano sempre qualcosa di nuovo e ci incoraggiano a credere nei nostri sogni». Giada era nel gruppo della hip hop combination: «Se vi capita l’opportunità – continua – consiglio a chiunque di provare perché, secondo me, è una delle esperienze più belle che possano mai capitarvi!». «In 2 giorni ho imparato due coreografie e in 6 ho conosciuto circa 130 persone a dir poco stupende, una mia seconda famiglia molto allargata», scrive un’altra. «Voi del Gen Rosso mi avete fatto crescere e sperimentare una parte del mio sogno, mi avete fatto capire cosa vogliono dire le parole AMICIZIA e AMORE. I vostri insegnamenti sono come l’oro: unici e preziosi». Nostalgia dell’esperienza vissuta, ma anche un grande messaggio di crescita: lo portano in cuore “i 120 ragazzi di Monza”, ricordando che – come dicono le parole di una canzone del musical – d’ora in avanti “ameremo il cammino l’uno dell’altro”. (altro…)
Feb 22, 2014 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Senza categoria
“Move for something greater”, muoversi per qualcosa di più grande; questo lo slogan del progetto che il Gen Rosso sta portando avanti, dal 30 gennaio al 5 marzo assieme a giovani studenti di diverse città delle Filippine, come segno di concreta solidarietà e condivisione dopo il tifone dello scorso novembre. Già da mesi la venuta del complesso internazionale era stata preparata coinvolgendo alcune scuole pubbliche e private.
All’arrivo a Manila, il Gen Rosso è stato accolto anche dal Ministro per l’Educazione filippino, che ha espresso grande stima per l’iniziativa, ed il desiderio di proseguire in futuro la collaborazione. L’’International Performing Arts Group, per preparare insieme ai giovani i suoi primi spettacoli a Manila (1° e 2 febbraio), ha animato diversi workshop a cui hanno partecipato 210 ragazzi entusiasti di avere l’opportunità di esprimere i propri talenti. Musiche, danze, coreografie, testi del musical “Streetlight”, sono diventati canali per creare comunicazione e sintonia con i giovani. Alcuni di essi provenivano da zone marginali della metropoli. “Proprio loro – scrivono gli artisti del complesso – erano più convinti che mai della forza del progetto. Sono partiti con il sorriso pieno sul volto e un’espressione di soddisfazione unica”.
I laboratori dei workshop si sono poi concretizzati nella presentazione di due concerti svoltisi al Palasport “Ynares” di Manila: i giovani e la band uniti hanno portato in scena il musical. In ciascuna delle serate si sono registrate oltre 2.200 presenze; tra queste, anche un gruppo di quaranta giovani musulmani. Una di loro ha messo in evidenza “la convinzione, il coraggio, l’ispirazione” che lo spettacolo comunicava. Alcune impressioni degli studenti che vi hanno partecipato come protagonisti: “Avete sanato le ferite del nostro cuore, che bello ritornare a casa e poter vivere per gli altri!”, “Grazie per averci fatto sentire in famiglia!”, “Con questo progetto ho ritrovato la voglia di vivere”, “Ho imparato ad essere più sicuro di me stesso e ad avere fiducia”, e ancora “Grazie a questi giorni trascorsi con il Gen Rosso ho ritrovato il rapporto con mio padre”.
Seconda tappa: Masbate, un’isola a sud-est di Manila in mezzo alla natura tropicale, (7 e 8 febbraio). “Questa tournée – confidano– ci sta regalando delle emozioni indelebili. Siamo in un’isola che vive di pesca e di risaie. La “Fazenda”, dove alloggiamo, si trova in mezzo alla campagna ad un’ora dalla città, e per le strade è tutto un pullulare di sidecar. La gente, pur tra mille difficoltà, vive contenta…”. Il progetto a Masbate è realizzato in collaborazione con la Fazenda da Esperança, insieme ad alcuni studenti di diverse scuole dell’isola. “L’entusiasmo dei circa 200 partecipanti al workshop, durante la settimana, è salito alle stelle! Tante situazioni del musical Streetlight questi ragazzi le hanno vissute sulla propria pelle… Abbiamo dovuto inserire un terzo spettacolo per le tante richieste, con 1600 partecipanti”. “A Masbate – confessano presi dall’emozione – abbiamo lasciato lacrime di gioia e rapporti profondi… Ancora una volta abbiamo sperimentato che in questi posti, non facilmente raggiungibili, riceviamo molto di più di quanto diamo”. L’avventura, poi, è continuata a Davos (14 e 15 febbraio). poi Cebu (21/22), per concludersi a Manila il 5 marzo. Vedi video 1 Vedi video 2 (altro…)
Nov 2, 2013 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Senza categoria
Cantare la speranza ed il desiderio vivo nelle nuove generazioni di rimboccarsi le maniche per costruire il futuro, senza scendere a compromessi con i propri ideali di vita: è il pentagramma di MariTè, giovane cantante soul e afro-pop, chitarrista autodidatta italiana di genitori congolesi, vincitrice per la sezione musicale dell’edizione 2013 del premio La Bella e La Voce, assegnato a Saint Vincent. In un’intervista per Africa News risponde ad alcune domande: MariTè, puoi dirci qualcosa della tua musica? Il trio di cui faccio parte predilige un misto tra soul e musiche africane, direi Afro-Soul. Ora mi sto avvicinando al Gospel, infatti dirigo un coro di 30 elementi vocali, ed ho ripreso una mia vecchia passione il Rhythm and blues, ma sempre con influenze africane. C’è qualcosa che ispira particolarmente la tua arte? Traggo ispirazioni da tutto ciò che mi circonda. Sono una cantautrice e i miei testi esprimono, infatti, cose che vivo. Ma traggo ispirazione anche dalla vita quotidiana: un fatto di cronaca che magari mi ha colpito in modo particolare, l’incontro con una persona, ecc. Quali sono gli ostacoli che incontri più spesso nella tua carriera da musicista? Essendo donna non è sempre facile. Si può avere la possibilità di poter fare lavori importanti, di grande visibilità, ma in cambio di qualcosa. Rifiutare per seguire quelli che sono i miei valori è una grande sfida. A volte fa male, ma credo che possa essere anche un punto di forza: dimostrare che è possibile cantare, suonare e ballare, senza scendere a compromomessi.
Qual è il tuo messaggio ai giovani della seconda generazione, cioè nati in Italia da genitori immigrati? Credo profondamente che le seconde generazioni siano dei ponti tra il loro paese d’origine e quello di nascita. È importante formarsi, studiare, per poter diventare un valido contributo ai nostri paesi d’origine e, allo stesso tempo, aiutare il paese di nascita ad aprirsi sempre di più alle seconde generazioni, che sono parte integrante, viva e pulsante del paese. Quando penso a me ed al fatto che faccio parte anch’io delle seconde generazioni, sono molto fiera. Amo i miei due paesi, e sono felice ed onorata di poter essere porta bandiera delle due culture. E ne aggiungiamo un’altra: Vivere la spiritualità dell’unità influisce sul tuo modo di concepire l’arte e di esprimerla? Conosco Chiara Lubich e il Movimento dei Focolari da quando ero bambina. Quando avevo 20 anni ho partecipato ad un congresso per gli artisti a Castel Gandolfo che per me è stato illuminante. Ho scritto a Chiara per ringraziarla, perché sentivo di aver capito la mia “missione”. La musica, la mia voce, sono un dono che Dio mi ha dato e che voglio mettere a disposizione per portare messaggi di unità. Io canto forte alla speranza che sembra, oggi, nascosta dalla superficialità. I giovani non dobbiamo e non possiamo abbatterci; siamo noi che creiamo il nostro futuro. E per farlo migliore dobbiamo rimboccarci le maniche. Guarda il video http://www.youtube.com/watch?v=ooCiwDvV2ss (altro…)
Mar 12, 2013 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
L’edizione brasiliana del progetto “Forti senza violenza” che in Europa ha raggiunto più di 500.000 giovani, ha preso il via nel gennaio 2013 in varie città del paese sudamericano. L’obiettivo dell’iniziativa è di rendere forti i giovani contro la violenza, l’isolamento, il mobbing e le molteplici esperienze di oppressione sottile ma dolorosa. Centro del progetto è il musical “Streetlight” della band internazionale Gen Rosso. Racconta una storia vera, quella di Charles Moats che cresce nel ghetto di Chicago e rimane fedele ai suoi ideali legati al Vangelo, nonostante le difficoltà e l’odio che sperimenta. Si decide per la non violenza e vive la sua scelta con coerenza fino a sacrificare la propria vita. Nei diversi moduli del progetto orientati allo spettacolo finale, che comprendono un periodo di 4 settimane, gli studenti approfondiscono il tema della violenza con le sue conseguenze negative, e imparano a riconoscere e a sviluppare le proprie capacità e talenti. Nello spettacolo conclusivo i giovani sono coinvolti attivamente durante il musical, insieme al Gen Rosso: sul palcoscenico e anche dietro le quinte. Per la sua realizzazione hanno collaborato l’associazione Starkmacher di Mannheim che lo sostiene in Germania, e le “Fazendas da Esperanza” brasiliane, luoghi, spesso delle fattorie, dove i giovani possono trovare un’uscita dal mondo della droga e da altre dipendenze.
In vista dell’inculturazione di “Forti senza violenza” nel contesto brasiliano, un gruppo dell’associazione Starkmacher ha fatto un viaggio in loco per cercare di trasmettere la propria esperienza. Sono stati a Guaratinguetá e a Fortaleza, rispettivamente nel sud e nel nordest del Brasile. In quell’occasione si sono incontrati con una quarantina di giovani e adulti (insegnanti/educatori) provenienti da varie città del Brasile, futuri moltiplicatori del progetto nel proprio paese. Sono stati istruiti nella metodologia, nella base pedagogica e nella struttura organizzativa che finora ha sostenuto il progetto. Nei quattro giorni e mezzo hanno, poi, elaborato insieme una variante specifica brasiliana del progetto di prevenzione. Un influsso notevole ha avuto, accanto ad altre personalità, Eros Biondini, segretario dello Stato di Minas Gerais. Si è impegnato a far da portavoce del progetto. Che “Forti senza violenza” arrivi proprio nel momento giusto in terra brasiliana, lo dimostra una discussione pubblica appassionata che si è accesa proprio in quei giorni intorno ad una nuova legge che prevede il ricovero forzato dei tossicodipendenti per la terapia. Le richieste di nuovi posti nelle “fazendas” sta aumentando notevolmente. “Forte sem violencia”, nella versione brasiliana, si prospetta come uno strumento che potrà dare nuove prospettive di sviluppo ai giovani brasiliani in situazioni difficili. A cura di Andrea Fleming (altro…)
Set 22, 2012 | Chiesa, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Giovani che hanno deciso di impegnare le loro energie per annunciare il Vangelo con la musica. Sono i complessi Eis (Unità, in greco) e Hope (Speranza) di Teramo e Fermo (Italia). S’identificano con il Movimento Diocesano dei Focolari e sono diventati strumenti di animazione delle loro diocesi; hanno incontrato ormai migliaia di persone. «Hope nasce nel 1995 – ci racconta Fabio – in occasione dell’incontro “Eurhope” dei giovani europei con Giovanni Paolo II. Un’esperienza indimenticabile seguita da tante altre occasioni in cui Hope ha dato e continua a dare il proprio contributo nella diocesi di Fermo e non solo». «Eis, invece, ha solo 3 anni di vita – spiega Alice –. È nato da un campo estivo di giovani della diocesi di Teramo ed ha già incontrato più di 4.500 persone in 17 spettacoli». Come vi fate conoscere?
«La fama dei complessi si costruisce da sè – è Alice a parlare –. Qualcuno colpito dallo spettacolo ci invita alla sua città; magari un giornalista scrive un articolo, una radio locale chiede un’intervista… ed i concerti si susseguono dalle sale parrocchiali ai palchi delle piazze per l’intera cittadinanza. I blog dei due complessi sono pieni di adesioni entusiaste da giovani e giovanissimi. Non solo adesioni, ma spesso occasioni di incontro e perfino dei veri cambi di rotta nella propria vita!» Ma i “complessi non vogliono essere una fabbrica di eventi”, ci tengono a chiarire. «Prima di tutto – afferma Fabio – puntiamo ad essere un gruppo unito, in cui ogni componente cerca di vivere mettendo alla base di tutto l’amore scambievole. E poi facciamo quello che c’è da fare: Preparare lo spettacolo, mettere insieme le idee di ognuno, spendere il tempo per le numerosissime prove…». Immaginiamo che non sarà tutto facile…?
«Certo, non è semplice – chiarisce subito Fabio –. Ma ogni volta cerchiamo di ricominciare, esprimendo le nostre idee e, allo stesso tempo, pronti ad accantonarle se non servono. Ci interessa che tutto nasca dall’unità del gruppo, unità che rende Gesù presente tra noi (Mt 18,20)». Hope e Eis attualmente propongono due diversi musical sulla vita di Chiara Luce Badano, una giovane dei Focolari beatificata nel 2010. Gli spettacoli propongono una figura moderna, imitabile; una giovane che ha saputo fare della sua vita un meraviglioso “ricamo”, arrivando ad accettare la malattia e la morte a 18 anni come amore di Dio per sè e la sua famiglia. «Le impressioni che ci lasciano scritte sono forti – racconta Alice –. A Giulianova, ad esempio, la figura di Chiara Luce è riuscita a tener desta l’attenzione di una città intera sulla santità». Chiara Lubich propose la musica ai giovani, alla fine degli anni ’60, come strumento di evangelizzazione. E nacquero i più noti complessi internazionali Gen Rosso e Gen Verde. Nacquero anche complessi di giovani impegnati nelle parrocchie o nelle diocesi, come “Gen 70”, nella parrocchia di Vallo Torinese (Piemonte). Per una delle sue componenti, Maria Orsola (scomparsa all’età di 15 anni) è in corso il processo di beatificazione. (altro…)