


Turn around: cambiare rotta per salvare la terra
Il nuovo singolo del Gen Verde a favore di un’azione concreta e collettiva per tutelare il Creato L’intento con cui nasce Turn Around, il nuovo singolo del Gen Verde, è riflettere e stimolare un’azione concreta volta a salvaguardare la terra facendoci ispirare dalla contemplazione della sua bellezza. Una canzone che è allo stesso tempo preghiera e grido corale, riflessione e azione e che infonde speranza e voglia di cambiamento. Dal discorso all’ONU della giovane Greta Thunberg alle parole di Papa Francesco nella “Laudato Si’”, dall’astronauta James Buchli a Chiara Lubich… sono questi i principali ispiratori della nuova canzone scritta da Nancy Uelmen che parla apertamente dei problemi climatici e chiede un cambiamento di rotta dando voce alle richieste dei più giovani: “Mi fa tanta impressione vedere questi ragazzi che cercano di fare qualcosa perché il loro futuro è a rischio; col Gen Verde ci siamo chieste cosa fare e, siccome amiamo esprimerci con la musica, abbiamo pensato ad una canzone che mostri la bellezza della nostra terra, che ponga al centro della nostra attenzione il dono che abbiamo ricevuto con la Creazione per poi proteggerlo e custodirlo assieme”. Parole intense ancor di più quando a cantarle, nel coro, sono ragazzi che provengono da diverse parti del mondo: dagli Stati Uniti d’America all’India, dall’Irlanda alla Nigeria, Nuova Caledonia e molti altri Paesi. “È stata un’esperienza forte – racconta Colomba – quando, nonostante la pandemia e l’impossibilità d’incontrarci fisicamente in una sala d’incisione, abbiamo chiesto a tanti giovani di darci una mano nel registrare il loro contributo per questa canzone. Quando noi stesse abbiamo messo assieme le varie voci ci siamo commosse profondamente perché questa canzone già porta in sé la forza rinnovatrice di un gruppo che vuole invertire questa tendenza negativa e ne ha fatto esperienza anche se a distanza”. E questa volta la canzone, pur mantenendo uno stile avvincente specie per un pubblico giovane, contiene al suo interno una vera e propria preghiera: “Ci rivolgiamo allo “Spirito Creatore” (che richiama un po’ il “Veni Creator” della Schola Gregoriana) – continua Nancy – perché avvertiamo il bisogno dell’aiuto di Dio per avere la luce per capire come guarire la nostra casa comune e, soprattutto, per cambiare i nostri cuori… si tratta di porre in atto una conversione non solo mia o di qualcuno, ma dell’intera collettività”. E naturalmente, come spesso accade nei testi del Gen Verde, non manca un’infusione di speranza, un credere ardentemente nella forza dell’impegno di tanti a salvaguardia del bene comune. Questa canzone, dal genere pop elettronico, mantenendo elementi di continuità con le ultime scelte discografiche del gruppo musicale Gen Verde, in alcuni momenti si discosta leggermente nelle sonorità per porre l’accento su una riflessione personale e collettiva e invitare chiaramente ad un impegno per salvare la terra. Un impegno forte e per questo il nuovo videoclip di Turn Around è stato lanciato per la prima volta in diretta durante l’incontro internazionale The Economy of Francesco. Link YouTube Turn Around.
Tiziana Nicastro
Un muftī, un monaco buddista e un vescovo cattolico
Scomparsi il primo dicembre scorso, tre figure esemplari, testimoni che il dialogo fra le religioni è possibile Uomini per la fraternità. Appassionati all’avventura del dialogo fra credenti di religioni diverse. Accomunati dal desiderio di vivere in unità, nel rispetto delle fedi, delle culture, delle sensibilità rispettive. L’imam Nedal Abu Tabaq, muftī della Lega musulmana in Polonia, il monaco buddhista theravada Phra Ajahn Eiam, e mons. Henri Teissier, vescovo cattolico di Orano – nel nord dell’Algeria – e arcivescovo di Algeri, sono scomparsi nello stesso giorno, lo scorso primo dicembre. A chi gli era amico, sulla strada del dialogo interreligioso, il compito di raccoglierne l’eredità e rinnovare l’impegno per la fratellanza universale. Come ricorda Roberto Catalano, per il Movimento dei Focolari co-responsabile del dialogo interreligioso, il muftī Nedal Abu Tabaq ha incoraggiato in Polonia l’avvio di un cammino di dialogo fra musulmani, cristiani ed ebrei. Numerosi gli eventi promossi e condivisi da credenti delle tre religioni: concerti, simposi, incontri fraterni anche in occasione delle rispettive feste religiose, intesi quali occasioni per farsi conoscere nei propri valori e nel proprio credo e per conoscere l’altro nel reciproco rispetto. Quindi la creazione di un “Calendario delle Tre Religioni: Ebrei, Cristiani, Musulmani”, in collaborazione con le autorità locali, e l’istituzione nel 2013 della “Giornata del Cristianesimo tra i Musulmani in Polonia”, il 29 maggio, e l’anno seguente della “Giornata dell’Ebraismo tra i Musulmani in Polonia”, il 16 del mese. Proprio nel 2014 il muftī partecipò ad un Convegno Interreligioso dedicato a Chiara Lubich, nel V anniversario della sua morte. Si è spento vittima della pandemia da coronavirus. Del monaco buddista theravada, Phra Ajahn Eiam, thailandese, si ricorda il sorriso incoraggiante, ad illuminare una figura discreta, silenziosa, meditativa. Era impegnato con convizione nel dialogo buddhista-cristiano. Affetto da un tumore, le sue condizioni sono precipitate per il sopraggiungere dell’infezione da Covid-19. In Algeria mons. Henri Teissier, nato a Lione, ordinato sacerdote ad Algeri nel 1955, ed arcivescovo della capitale per vent’anni, è stato un uomo di diaologo, impegnato per la comprensione, il rispetto e la stima tra i credenti dell’islam e del cristianesimo. “Amante dell’Algeria, del suo popolo, della sua lingua e della sua cultura – lo ricorda così l’agenzia di stampa della Conferenza Episcopale Italiana – ha guidato la Chiesa d’Algeria nel tumulto degli anni ‘90, dove diciannove suore e preti e il vescovo Pierre Claverie furono assassinati tra il 1994 e il 1996”. Anche negli anni difficili della guerra civile mons. Teissier ha “servito la Chiesa e la sua stessa vocazione ad essere una Chiesa di amicizia e fraternità con il popolo algerino”. Da tempo in pensione, si dedicava alla scrittura e partecipava a convegni in tutto il mondo. Si è spento a causa di un ictus. Tre figure esemplari, testimoni che il dialogo è possibile.
Claudia Di Lorenzi

Hanno sloggiato Gesù
Anche quest’anno i Gen4, i bambini del Movimento dei Focolari, portano avanti quest’azione ricordando a tutti il vero senso del Natale. Nella situazione attuale, con la pandemia in corso che ci costringe ad evitare contatti personali, i e le Gen4, i bambini dei Focolari si sono posti tante domande su come prepararsi al Natale. “Come faremo l’azione “hanno sloggiato Gesù̀” quest’anno? Sarà possibile radunarci per preparare il Bambino di gesso? Potremo andare per le strade per donare Gesù alle persone?” Nata nel 1997, l’azione “hanno sloggiato Gesù” ha un significato ben preciso: è il non lasciarsi condizionare dal consumismo, riportando al centro del Natale i veri valori. L’idea era scaturita da una riflessione di Chiara Lubich, che si trovava in Svizzera nel periodo che precede il Natale. Camminando per le strade illuminate di una grande città, Chiara è colpita dalle luci, dagli addobbi graziosi, dalla tanta ricchezza, ma soprattutto, dall’assenza di riferimento al significato primo del Natale. E così scrive: “questo mondo ricco si è “accalappiato” il Natale e tutto il suo contorno, e ha sloggiato Gesù! (…) Punta sul Natale per il guadagno migliore dell’anno. Ma a Gesù non pensa”. Così dal 1997 migliaia di gen4 in tutto il mondo hanno accolto l’invito di Chiara di riportare Gesù al centro del Natale. Negli anni scorsi quando non c’era l’emergenza Covid, nelle strade e nelle piazze, nei mercati, presso le istituzioni locali, nelle scuole, i gen4 offrivano alle persone statuine di gesso di Gesù Bambino o presepi di tutti i tipi elaborati da loro stessi, insieme allo scritto di Chiara Lubich dal titolo “Hanno sloggiato Gesù”.
Quest’azione ha insita in sé la dimensione del “dono”, dell’accorgersi dell’altro: i gen4 così pensano ogni anno ad iniziative a favore dei loro coetanei che in alcune parti del mondo, come Gesù Bambino, mancano del necessario; le persone che ricevono il “Bambinello” donano spesso, spontaneamente, un’offerta per gli scopi proposti. Nel Natale 2019 con i soldi raccolti, i centri Gen4 mondiali hanno potuto aiutare il “Centro Social Unidad” in Bogotá (Colombia), che accoglie bambini emigrati dal Venezuela e l’istituto per bambini sordi IRAP, Institut de Rééducation Audio Phonétique, del Libano. Quest’anno sarà tutto un po’ diverso rispetto al solito: la pandemia non permette tante libertà, ma le idee e la creatività non sono mancate per cercare di vivere questa operazione e rimettere Gesù al centro del Natale. Come realizzare e offrire quindi le statuine in gesso? In famiglia, con piccoli gruppi, nei quartieri, nelle parrocchie, rispettando tutte le precauzioni e le regole previste per questa pandemia. Quest’anno inoltre si è scelto di aiutare il “Collegio Fiore” in Guatemala. Con la pandemia, la situazione economica per questa realtà si è aggravata e hanno dovuto sospendere le attività scolastiche temporaneamente. C’è la necessità di sostenerli con l’azione “Hanno sloggiato Gesù”, in modo che al più presto tanti bambini possano tornare a scuola e in condizioni migliori. Per maggiori info visita il sito dei e delle Gen4.
Lorenzo Russo
Omelia del Patriarca Ecumenico Bartolomeo I di Costantinopoli
Il 20 ottobre scorso Bartolomeo I, Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, ha fatto visita al Centro Internazionale dei Focolari. Dopo una visita sulla tomba di Chiara Lubich, si è intrattenuto con una rappresentanza del consiglio generale del movimento. Di seguito il discorso che ha pronunciato.
Omelia di Sua Santità Bartolomeo, Arcivescovo di Costantinopoli – Nuova Roma,
e Patriarca Ecumenico per i Cento anni dalla nascita di Chiara Lubich
Rocca di Papa-Roma, 20 Ottobre 2020
Gentilissima Maria Voce, Emmaus, Presidente del Movimento dei Focolari, Eminenze, Eccellenze, Fratelli e Sorelle amati nel Signore, con grande gioia abbiamo accolto l’invito di giungere, alla fine di questo viaggio alla Città Eterna, l’Antica Roma, qui a Rocca di Papa, dove riposa, in attesa della Resurrezione, la nostra amatissima Chiara. E particolarmente significativo il fatto che giungiamo nel centenario della sua nascita, – infatti Chiara era nata nel 1920, – a renderle omaggio e a esprimere il nostro grazie al Signore della vita, per avercela concesso a lungo, ma soprattutto per averla inondata della sua sfolgorante grazia, espressa nella frase che qui la ricorda: “E noi abbiamo creduto nell’Amore”. L’Amore in cui ella ha creduto e nel quale ha innestato tutta la sua vita non appartiene a questo mondo, ma si è incarnato nel mondo perché noi potessimo fare esperienza di Lui, lo potessimo conoscere, lo potessimo incontrare nei nostri fratelli e sorelle, ovunque nel mondo; lo potessimo gustare, diventando uno con Lui, nella Santa e Divina Eucarestia. Quante altre cose avrebbe fatto la nostra Chiara se fosse ancora tra noi! Ma non sono gli anni che danno significato alla vita, non è la quantità, la lunghezza, ma è il come impegniamo i talenti che Lui ci ha offerto, è la qualità della vita, spesa per testimoniare Lui che è la Vita. Se pensiamo ad esempio a San Basilio di Cesarea, il grande Padre della Chiesa, il primo dei Padri Cappadoci, egli ha avuto una vita decisamente breve, neppure di cinquant’anni, eppure quella breve vita interamente offerta al Signore, ha prodotto opere teologiche, liturgiche, dogmatiche, ascetiche, le quali “portano inconfondibile la traccia della sua penna, della sua mente e del suo cuore”. Egli è stato un antesignano nell’occuparsi dei poveri e dei sofferenti, facendo costruire una cittadella della carità con locande, ospizi e lebbrosario, chiamata Basiliade: fu il primo ospedale della storia. Egli si occupò anche della natura e degli animali, a proposito dei quali emergono tematiche moderne, nella sua celebre preghiera dedicata agli animali. Se in così pochi anni san Basilio ha compiuto tali opere, è perché Egli aveva impregnato tutta la sua vita nell’Amore per Cristo, dandogli ogni momento del suo respiro fino a dare la sua anima a Dio, provato dalle austerità, dalle malattie e sfinito dalle preoccupazioni. La nostra Chiara ha vissuto una vita più lunga, ma allo stesso modo ci ha lasciato una eredità sulla quale dobbiamo ancora molto meditare. Ella ci ha lasciato il carisma dell’unità a tutti i livelli, lo ha vissuto, sperimentato, si è spesa per esso con tutte le sue forze e ha insegnato a tutti a svolgere nel migliore dei modi il proprio ruolo nella società. Possiamo tranquillamente affermare che Chiara ha assunto questo impegno per la fraternità, l’unità e la pace in tutti i campi della vita dell’uomo, consegnandoci un messaggio attraverso la sua vita e i suoi scritti, che non possiamo ignorare. Il Movimento e tutte le opere che oggi esistono, grazie al suo carisma, sono la testimonianza di una vita spesa per il Signore, passata anche attraverso la Croce, ma sempre volta alla Resurrezione. Il timone di Chiara è passato poi ad una nostra carissima sorella, la cui amicizia con noi e con il nostro Patriarcato Ecumenico è lunga e solida, fin dagli anni della sua permanenza a Costantinopoli, dove ha veramente lasciato un’impronta indelebile del ministero della fraternità, dell’unità e dell’amore per tutti: Maria Voce-Emmaus. Accogliendo il testimone di Chiara, Maria Voce ha saputo in questi anni essere come il servo buono della Parabola dei talenti. Non ha nascosto il talento sottoterra, ma lo ha fatto fruttare ancora e ancora, e il suo Signore saprà certamente esserle riconoscente. Giunta alla fine del suo mandato come Presidente, vogliamo ringraziarla anche noi del suo grande contributo all’opera; il ricordo che abbiamo di lei, come tutti voi, è nel nostro cuore, ed ella sicuramente continuerà il carisma, lì dove il Signore la chiamerà. Voglia Dio, nella sua immensa misericordia, concedere a quest’opera a Lui gradita, un degno successore, capace ancora di meravigliarci e stupirci con tutti voi, per illuminare ogni popolo del mondo con la forza dell’Amore che vince ogni cosa, perché “per amare, il cristiano deve fare come Dio: non attendere di essere amato, ma amare per primo”. (cit. Chiara Lubich). La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo, sia con tutti voi. Leggi anche l’articolo della visita del Patriarca al Centro Internazionale del Focolari (altro…)