Ott 17, 2011 | Centro internazionale, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
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Di nuovo ai blocchi di partenza: lunedì 17 ottobre la comunità accademica dello IUS si ritrova presso l’Auditorium di Loppiano a partire dalle ore 10,30 per l’inaugurazione del quarto anno accademico. La giornata vede presenti, oltre agli studenti, ai docenti e allo staff dell’Istituto, anche gruppi di amici da tutta Italia e oltre, studenti che si avvicinano curiosi alla proposta formativa di Sophia e giovani già laureati nei corsi precedenti, docenti di altre università invitati per l’occasione, personalità della vita economica e politica del territorio, accanto agli abitanti del Centro internazionale di Loppiano che è partecipe del percorso dello IUS fin dal suo avvio. Anche quest’anno presenti alla cerimonia d’inaugurazione la presidente del Movimento dei focolari, dott. Maria Voce e l’arcivescovo di Firenze, mons. Giuseppe Betori, che rappresentano le maggiori autorità accademiche. C’è attesa per la prolusione della sociologa Vera Araújo, in un momento in cui la grave crisi che attraversa l’Europa e l’Occidente, che è anzitutto di matrice culturale, pone in primo piano la questione antropologica. A quattro anni dalla costituzione dello IUS, la domanda è lecita: quale orizzonte si profila oggi? Nonostante sia tuttora aperta la sperimentazione del primo quinquennio, da una primissima valutazione emergono dati incoraggianti. Sono circa 150 gli studenti che, dal 2008 ad oggi, hanno frequentato e seguono i corsi, 30 i laureati, mentre entro l’anno accademico, alla laurea magistrale in Fondamenti e Prospettive di una cultura di unità, già consolidata, si aggiungeranno altri tre percorsi di laurea specialistica in Studi politici, Economia e management, Ontologia trinitaria. “La caratteristica matrice interdisciplinare di Sophia emerge con chiarezza dai singoli curricola, dai temi di ricerca dei dipartimenti e dai seminari, dai lavori delle tesi di laurea e di dottorato; un percorso, quest’ultimo, che si sta stagliando in modo interessante e forse inatteso”, aggiunge il preside Piero Coda, che analizzerà questi dati nella sua relazione annuale. “E sono oltre una dozzina i centri universitari nel mondo (dal Brasile all’Austria, dall’Ungheria al Messico) che hanno avviato rapporti di collaborazione e di reciproco riconoscimento dei percorsi di studi”. Non manca infine la prospettiva degli studenti, di quanti cioè sfidano ogni giorno la novità di vita e di pensiero di Sophia e la arricchiscono della loro adesione attiva.
Ott 12, 2011 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Almost paradoxically, in a world that is always more global and in communication, there is an increase of the sense of being left out and of areas of solitude, with definitive negative consequences both at the individual and collective level, so much so that OMS has forcast that in 2030 depression in youths could become the second absolute cause of death. Yet, there is an increasing perception in all directions – as documented in the intervention prepared by the International Commission of Education for Unity – of the “need for community”(according to the expression of Z. Bauman), and starting from this radical need, one recognises the necessity to “form the man- in relationship” the key idea of Chiara Lubich in the Education area. It was underlined by her in the lectio on the occasion of the degree “honoris causa” in pedagogy (USA, 2000), and now referred to with vigour in this 5th pedagological meeting of EdU. An engaging and fascinating gamble that has involved the 270 partecipants (university professors, teachers, parents, students), together with many that have followed direct through internet, from Sicily, Albania, Malta, Slovenia right up to Colombia and other extra european countries. There were not only reflections on the essentiality of weaving autentic relationships as the foundation of the authentic community, but also the possibility of experiencing them in the entwining of the various moments of dialogue and the exchange-presentations of educational experiences. They dealt, in order to remain coherent with the theme of the meeting, with the not easy construction of the reality of community in various contexts-involving families, schools, the institutions present in the territory-beginning with the intradependence of persons capable of weaving relationships and alliances, inverting in that way the temptation to be individualistic, and injecting doses of hope, an indispensable element of any educational project. The intervention of prof. Domenico Bellantoni (Pontificia Universita` Salesiana, Rome) was very stimulating to delve into the meaning of relationship in the communitarian context. He took part for the whole day, and in particular, starting from the logotherapy of Vicktor Frankl, he delved into the idea of person-autotranscendence, open therefore to relationship and responsibility. Other interventions that will soon be available on Education for Unity website (www.eduforunity.org), were given by Maria Ricci, Michele De Beni, Teresa Boi, and Giuseppe Milan who have presented more directly the contributions regarding what has been the work, this year, of the central Commission EdU. Ricco anche il dialogo finale, sollecitato dalle questioni aperte evidenziate nei lavori di gruppo. I partecipanti sono ripartiti con gioia e rinnovato slancio educativo, come testimoniano alcune impressioni: “Si può fare: esco di qui con nuova speranza!”, “Occorre imparare la grammatica della relazione”, “Siamo pronti ad un impegno individuale e collettivo, a fare proposte costruttive e a saperle perdere”, “Il rivedersi nuovi ogni giorno crea la comunità”. E dai messaggi giunti via Internet: “Che straordinaria possibilità di costruire rapporti personali tra di noi e nelle nostre comunità anche con l’aiuto dei mezzi di comunicazione” (Slovenia); “Sono disposta insieme a tutti ad impegnarmi nel portare avanti con speranza questo grande progetto” (Argentina). (altro…)
Set 19, 2011 | Cultura, Focolari nel Mondo
Al convegno conclusivo del 18 settembre il sociologo Mauro Magatti, Adriano Fabris, filosofo, il governatore della Toscana Enrico Rossi, l’economista Luigino Bruni e la politologa Daniela Ropelato. Un laboratorio non chiude, semmai rilancia. Tanto più se il suo scopo è mettere in atto soluzioni concrete per generare speranza e far ripartire l’Italia, oggi. Non hanno messo la parola fine gli organizzatori, a conclusione della seconda edizione di LoppianoLab, il laboratorio nazionale che ha visto in campo per quattro giorni economia, cultura, formazione, arte e comunicazione in rete per l’Italia, in un dialogo serrato, alla ricerca, non di futuro per il Paese, ma di un presente ripensato e condiviso.
Il bilancio è positivo per il multi-evento che ha confermato la propria vocazione di punto di snodo e spazio nazionale di incontro tra mondo del lavoro, agenzie culturali, cittadini ed istituzioni. Quest’anno l’appuntamento ha chiamato a raccolta nel centro internazionale di Loppiano (FI) circa 3.000 presenze e 70 aziende italiane. 56 gli avvenimenti tra tavole rotonde, convegni, caffè letterari e performance artistiche e specialità gastronomiche multiculturali. Il laboratorio conclusivo “Sperare con l’Italia. In rete per il Bene comune nel 150° dell’Unità” ha messo in luce i risultati raggiunti nei vari ambiti indicando piste praticabili per il proseguimento della riflessione e della sperimentazione. Una formula, questa, che ha suscitato l’interesse di media e istituzioni, come dimostrano i patrocini delle regioni Campania, Lazio, Sardegna e Toscana e i saluti dei governatori di Piemonte, Liguria, Veneto e Puglia. Quattro proposte per far ri-sperare l’Italia I quattro promotori di LoppianoLab – Il Polo Lionello Bonfanti, l’Istituto universitario Sophia (IUS), il Gruppo editoriale Città Nuova e la cittadella di Loppiano – hanno rilanciato le proposte emerse nei laboratori di questi giorni. Eva Gullo, presidente del Polo Bonfanti delle aziende di Economia di Comunione, sottolinea come le Expo delle imprese hanno incoraggiato gli imprenditori, creato sinergie e dato sostegno all’imprenditorialità giovanile con una particolare attenzione al Sud. Grande fermento e voglia di cambiamento, nei laboratori promossi dal Gruppo Città Nuova. Michele Zanzucchi, direttore della rivista Città Nuova ha riportato le tante idee emerse, fra le quali la necessaria apertura ad altre reti, organizzazioni e istituzioni; una necessaria azione di miglior uso del linguaggio nel campo dell’informazione sull’immigrazione; la realizzazione di luoghi che avvicinino le diverse componenti sociali; la creazione di una giornata delle good news in cui inviare ai mezzi d’informazione buone notizie.
“LoppianoLab ci ha permesso di mettere a fuoco le nostre finalità – ha incalzato Piero Coda, preside dello IUS – ovvero intensificare le sinergie esistenti. Attiveremo tre nuovi master che, pur nella loro specificità, metteranno al centro la cultura della relazione; inoltre prenderanno il via nuove Summer School in Argentina e Cile. Vita Zanolini, cittadina di Loppiano, ha ricordato come la cittadella sia di fatto un laboratorio permanente con il suo bagaglio di oltre 40 anni di vita e con la presenza attuale di 900 abitanti da oltre 60 Paesi. Quale il suo contributo all’Italia? Mostrare che nelle nostre città l’unità è possibile anche nel quotidiano. La parola è poi passata ai cinque esperti. Per Mauro Magatti, sociologo, LoppianoLab dimostra come l’unità e la ricomposizione sociale siano la direzione verso cui occorra puntare oggi, “imparando” a decifrare questo nostro tempo. “Occorre per questo un cambio di mentalità – incalza il filosofo Adriano Fabris – ed imparare a ‘comunicare relazioni’, creando spazi di dialogo che costruiscono il tessuto sociale del Paese”. Enrico Rossi, governatore della Toscana, lancia la proposta di un neo-umanesimo il cui orizzonte sia l’Europa e riunifichi culture diverse. “Occorre che in questo la politica dia il proprio contributo, mettendo al centro la persona e i suoi diritti”. L’economista Luigino Bruni sottolinea che occorre fare di più per “far rete”. “Realtà come il Polo Bonfanti o l’Istituto universitario Sophia sono le ‘esperienze del lunedì mattina’: testimoniano concretamente che è possibile vivere questo nuovo umanesimo in modo ordinario e quotidiano. La forza di LoppianoLab è questa: costruire insieme istituzioni nuove e partecipate da tutti i cittadini”. Infine anche per la politologa Daniela Ropelato LoppianoLab sta indicando quale sia la direzione che il Paese deve intraprendere: quella della relazione fra cittadini, in una convivenza costituita dalla ricchezza della società civile. “Occorre alimentare la sfera pubblica dove si ricompongono continuamente i beni comuni e dove ciascuno è chiamato ad essere protagonista. Le reti che ho visto a LoppianoLab mostrano le potenzialità di questo tessuto comunitario di cui la democrazia oggi ha estremo bisogno”. Foto – Flickr Photostream Tutto su Loppiano Lab 2011, da Città Nuova online
- LoppianoLab. La parola agli esperti
Verso una nuova libertà Ridare un’anima alla sfera pubblica Recuperare la fatica della relazione
Le cinque C di Loppiano Lab Le idee e le pratiche Un laboratorio e un protagonista
Zamagni: l’Edc supera i modelli del welfare Percorsi di uscita dalla crisi Oltre il welfare, la distribuzione A scuola di EdC
Vivere in prima persona le scelte del Paese Nuova Umanità, l’ispirazione che si rinnova Da Madrid a Loppiano con YouCat Sophia. Un patrimonio da donare al mondo Unità e Carismi: la spiritualità di comunione
Imprese. Expo di comunione Scoprirsi imprenditori con la reciprocità Economia ed ecologia, una radice comune Parte la scommessa di LoppianoLab
La credibilità delle aziende di comunione Crescere non è una cosa da piccoli
- Città Nuova a LoppianoLab
Protagonista nella storia del nostro tempo Dialogo, metodo per dare nuova linfa all’Italia Obiettivo, due reti in una La rete si riannoda Gli appuntamenti con Città Nuova (altro…)
Set 10, 2011 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
La “primavera araba” e il complesso scenario di relazioni politiche e giuridiche del quadrante medio-orientale, sono stati al centro del Seminario di studio che si è recentemente concluso nel Trentino (27-30 agosto 2011), promosso dall’Istituto Universitario Sophia, in collaborazione con Mppu/Movimento politico per l’unità e Ced/Comunione e Diritto. L’iniziativa, che ha usufruito del contributo della Provincia di Trento e della collaborazione delle amministrazioni locali della Valle del Primiero, rappresenta la prima edizione di un più articolato progetto pluriennale di ricerca rivolto a giovani universitari, per incrementare, all’interno dei loro percorsi formativi, accademici e professionali, una “cultura della fraternità universale” tra popoli e culture. Caratteristica dell’esperienza è stata la possibilità di mettere in comunicazione competenze e linguaggi disciplinari diversi per approfondire un tema multidimensionale, in una stretta interazione tra docenti e studenti di area giuridica e politologica, gran parte dei quali già collegati tra loro per la partecipazione a precedenti iniziative (come i seminari estivi promossi da CeD/Comunione e Diritto, e le “Scuole di partecipazione” del Mppu/Movimento politico per l’unità). E tale approccio inter-disciplinare, caratteristico dell’esperienza formativa dello IUS, ha interessato e coinvolto, confermandosi uno strumento imprescindibile sia per una seria analisi e comprensione degli eventi, sia per intervenire su di essi. Il programma ha chiesto concentrazione e impegno personale a ciascuno dei partecipanti – complessivamente cinquanta persone, di cui 38 giovani – offrendo allo stesso tempo, per la straordinaria bellezza dell’ambiente naturalistico in cui si è svolto, le Dolomiti del Primiero, tempi adeguati anche per la conoscenza reciproca e lo svago. Ma a portare su quelle montagne la Summer School non è stato solo lo splendido paesaggio e la temperatura mite. Ad agire da catalizzatore è stato anzitutto il riferimento all’esperienza di Chiara Lubich e del primo gruppo del nascente Movimento dei focolari che, in questa stessa vallata, lungo gli anni ’50, si trovò a vivere alcune tappe che hanno segnato in modo indelebile il suo sviluppo. Fu allora che si intuì con maggiore chiarezza la forza carismatica dell’idea dell’unità e della sua traduzione in un diverso modello di socialità umana, illuminato dalla fraternità universale. Un principio che, anche in questi giorni, ha saputo offrire chiavi inedite di lettura e di azione, andando oltre la frammentarietà di risposte dettate dall’emergenza, con la forza di un pensiero nuovo. Come dare continuità all’iniziativa? In chiusura, all’entusiasmo dei giovani si è aggiunta la concretezza e la capacità di progetto del presidente della Comunità di Valle, del sindaco di Tonadico e di altri amministratori del territorio, con i quali si sono già tracciate alcune piste. Ciò che si intravede è la possibilità che il Primiero ospiti annualmente una settimana di studi internazionali, proposta dal team di Sophia in collaborazione con altre reti di esperti, mettendo a fuoco ogni anno un tema specifico trattato in modo interdisciplinare. Fonte: http://www.mppu.org/ – 6 settembre 2011 (altro…)
Ago 28, 2011 | Chiara Lubich, Cultura, Focolari nel Mondo, Spiritualità
In una lettera degli anni Quaranta, Chiara Lubich scriveva una frase folgorante: «Vedi, io sono un’anima che passa per questo mondo. Ho visto tante cose belle e buone e sono sempre stata attratta solo da quelle. Un giorno (indefinito giorno) ho visto una luce. Mi parve più bella delle altre cose belle e la seguii. Mi accorsi che era la Verità». La sua aspirazione, appena diplomata come maestra, era di frequentare l’università cattolica di Milano. Pensava: «È cattolica, parleranno di Dio, mi insegneranno tante cose di Dio». Un concorso permetteva a 33 candidati di accedervi gratuitamente. Chiara risultò trentaquattresima. Le sembrò di aver perso una grande occasione. Tra le lacrime, una voce però si fece largo nel turbinio del suo cuore: «Sarò io il tuo maestro!». L’aspetto dello studio ha in questa risposta interiore il suo riferimento. Più avanti, nel 1980, spiegava ancora: «Già nel ‘44 Gesù ha chiesto a me di lasciare lo studio e di mettere i libri in soffitta (…). Affamata di verità, avevo visto l’assurdo di cercarla attraverso lo studio della filosofia quando la potevo trovare in Gesù, verità incarnata. E ho lasciato di studiare per seguire Gesù. (…) Lì, in quell’episodio, c’è un preludio di quello che sarebbe fiorito col tempo nel Movimento. Avremmo visto splendere una luce, ma essa sarebbe stata l’anima di una vita. (…) Dopo quella rinuncia o meglio, dopo quella scelta che Dio ha chiesto a me, la luce è venuta veramente abbondante. Essa ci ha illuminati sulla spiritualità che Dio voleva da noi, essa ha plasmato giorno dopo giorno l’Opera che si andava sviluppando. Noi abbiamo chiamato questa luce ‘sapienza’. (…) Ed abbiamo capito che la sapienza era fondamentalmente il nostro nuovo studio, lo studio di tutti i membri dell’Opera di Maria (…). Pur avendo lasciato già nel ‘43-‘44 gli studi, nel 1950 sentii la necessità di riprendere i libri in mano e di studiare teologia. Sentivo il bisogno di poggiare le tante intuizioni di quel periodo su una base sicura». Numerosi sono i luoghi in cui si realizza la cultura dell’unità, ad esempio, la cosiddetta “Scuola Abbà”, che cura la dottrina che sgorga dal carisma dell’unità, che è alla sorgente di numerose iniziative che permeano i vari campi del pensiero e della vita. L’Università Popolare Mariana, finalizzata a fornire una formazione teologica di base ai membri del Movimento. Altre scuole e corsi orientati agli scopi specifici del Movimento. Nel campo editoriale l’editrice Città Nuova, con numerose pubblicazioni in varie lingue, e la rivista di cultura Nuova Umanità. Infine, dal 2008, l’Istituto Universitario Sophia con sede a Loppiano (Incisa V. – Firenze). (altro…)