Giu 9, 2001 | Cultura
Dalla sorgente del carisma sgorgato in questa città, fiotti di vita nuova nel mondo. Testimonianze e momenti artistici da Asia, America Latina, Stati Uniti, Africa, da Europa dell’Est e dell'Ovest. Per due ore da Trento una proiezione mondiale anche grazie al collegamento satellitare e via Internet con i 5 continenti.
Dalla Corea del Sud: “La diretta ci ha fatto sperimentare un mondo più unito e fraterno”. Dalla Colombia: “Qui siamo in guerra. Ma vogliamo ripetere la stessa avventura dell’unità”.
Una consegna alla città: “Incominciate a incendiare Trento”.
E’ un patto che Chiara Lubich fa con la sua città, a conclusione di questo incontro, l’ultimo del denso programma di appuntamenti civili e religiosi: “Incominciate a incendiare Trento ed io tornerò”. Era stato l’arcivescovo Luigi Bressan che in apertura dell’incontro l’aveva invitata a tornare spesso nella sua città. E il sindaco Alberto Pacher, dopo l’incontro al Consiglio comunale e ad altri appuntamenti civili al Palasport dice: “Servirà molto tempo per riflettere sui molti piani che Chiara Lubich ha toccato in questi giorni. Messaggi importanti, per dare 'acqua ai semi del dialogo' e affrontare in modo positivo 'gli intrecci di popoli diversi che avvengono sul palcoscenico delle nostre città' “.
Sin dal primo incontro con i suoi concittadini nel duomo di Trento, Chiara aveva confidato il suo sogno: far di Trento una città ardente, la città dell’unità, proprio qui dove è stata sancita, con un Concilio, la divisione dei cristiani. E più volte aveva parlato di un nuovo impegno che si assumeva in prima persona per estenderlo a più persone possibile: immettere nella sua città “un supplemento d’anima”, perché sia “tutta accesa d’amore vero, di quello che lega fratello a fratello”.
Prendendo la parola al Palasport, parla proprio delle origini della scoperta di questo amore, in modo inedito. Chiara prende spunto dal titolo dell'incontro. Di che acqua si tratta? Dove è posta la sorgente?
“Si tratta di quell'acqua, che sta a significare luce, amore e forza dello Spirito, presenti in uno di quei doni definiti “carismi” che lo Spirito Santo manda alla sua Chiesa per venir incontro ad attese dell'umanità. Ebbene, 58 anni fa, uno di questi doni è stato elargito proprio qui, in questa terra benedetta, per cui l'acqua, di cui metaforicamente si parla, ha la sua sorgente nella nostra città, Trento”.
Chiara racconta, rivivendoli, molti episodi, e richiama i luoghi dove, in quei primi tempi, sullo sfondo della guerra, dal cuore del Vangelo – il comandamento dell'amore scambievole – è sgorgata l'acqua viva di una vita nuova: “Avendo messo in atto l’amore vicendevole, la nostra vita spirituale ha però un balzo di qualità: avvertiamo una nuova sicurezza, una gioia e una pace mai sperimentate, una pienezza di vita, un'abbondanza maggiore di luce. Come mai? E’ stato subito evidente: per questo amore si realizzavano fra noi le parole di Gesù: “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome (cioè nel mio amore, come eravamo noi), io sono in mezzo a loro” (Mt 18,20). Gesù silenziosamente si era introdotto spiritualmente come Fratello invisibile, nel nostro gruppo. Ed ora Lui, che è la fonte dell’amore e della luce, era lì presente in mezzo a noi. Non lo si vuole più perdere”. “Una storia pur ripetuta migliaia, migliaia e migliaia di volte in tutte le parti del mondo, ma che in questa città ha la concretezza ed il fascino delle storie vere”.
Poi Roma, l’Italia, l’Europa, i continenti extraeuropei. “E, poiché chi beve l'acqua non può non pensare alla sorgente – ha continuato -, la nostra città Trento, per la piccola storia or ora narrata, è nota ormai in tutte le parti del mondo”. Una diffusione che ha avuto sviluppi non solo all’interno della Chiesa cattolica, ma che ha assunto una dimensione ecumenica. Pure il dialogo con fedeli di altre religioni è via via cresciuto, e così quello con persone di convinzioni non religiose. Un'Acqua di vita nuova che ha iniziato a inondare anche i campi dell’impegno umano, dalla politica, all’economia, all’arte, alla comunicazione… Chiara conclude confidando un ricordo che ora si fa programma di vita:
Trento, nella città del Concilio, il 30 aprile 1995: in Piazza Fiera, quella volta, bene informato del nostro decennale lavoro ecumenico per riannodare, con vincoli d'unità, la nostra Chiesa con quelle della Riforma, il Papa espresse un augurio: che un giorno si scrivesse un trattato che, partendo dal Concilio di Trento, che sancì la divisione fra le Chiese, arrivasse a quell'irruzione del carisma dell'unità che, attraverso il Movimento dei Focolari, nato in questa città, arriva alla Chiesa.
Una coreografia multicolore dei giovani della cittadella internazionale di Loppiano con le bandiere dei loro Paesi, sottolinea il progetto di unità mondiale in costruzione. In finale si inchinano al vessillo di Trento per esprimere gratitudine alla città da cui è sgorgata tanta novità di vita. Iniziano le testimonianze dall’America Latina, Asia, Africa, Europa dell’Est e dell' Ovest. Sui vari fronti: dialogo tra le religioni, risposta alle disparità tra ricchi e poveri, ecumenismo.
Vera Araujo, sociologa brasiliana, parla dell’impatto del carisma dell’unità portato alla fine degli anni ’50 da tre trentini e una romana in una terra di grandi disparità sociali. “Ci hanno insegnato ad amare ogni prossimo: familiare, sconosciuto, amico e nemico. Fu una rivoluzione”. E poi negli anni ’90 quello scatto da una comunione dei beni personale a quella che coinvolge il sistema produttivo con l’economia di comunione nata proprio in Brasile.
Gli Stati Uniti sono rappresentati da Joe Sopala, cantante del Gen Rosso. Toccante la sua esperienza: dal clima di odio e razzismo del quartiere di Chicago in cui è cresciuto, alla scelta radicale di Dio. Poi l'Asia: una danza coreana si compone in un bellissimo fiore che ben esprime questo continente, culla delle religioni: Christina Lee, coreana, spalanca l'orizzonte del dialogo interreligioso intessuto da Chiara e dal Movimento in questa terra, con buddisti giapponesi e tailandesi, con indù e musulmani.
Martin Nkafu, notabile del popolo Bangwa del Camerun, parla delle ferite lasciate da un cristianesimo macchiato dalla tratta degli schiavi e dal colonialismo. Pregiudizi saltati all’aria per la testimonianza di chi è giunto nella loro terra a lavorare con il loro popolo alla crescita spirituale e sociale.
Europa dell'Ovest: l'attrice di teatro, Sarah Finch, anglicana, intreccia la sua esperienza personale con quella degli sviluppi del dialogo ecumenico che si apre sin dagli anni '60. La carrellata di testimonianze si chiude con l'Europa dell'Est: Anna Fratta apre squarci inediti di vita al di là del muro, durante il tempo dei regimi comunisti.
Come osserva l’articolista del quotidiano Alto Adige, quanto Chiara e gli altri hanno raccontato da quel palco “non è per compiacersi”, ma “per dare motivi di speranza, per aiutare la gente a credere che un amore gratuito e reciproco si può vivere in tutte le epoche e in tutti i contesti”.
Giu 5, 2001 | Cultura
Quest'anno dichiarato dall'ONU “anno internazionale del dialogo fra le civiltà”, è di particolare attualità, in una società sempre più multiculturale e multireligiosa, il messaggio che verrà lanciato da Trento.
Chiara Lubich presenterà l' “ideale” che l'ha portata a lasciare Trento per irradiare nel mondo, con il Movimento dei Focolari che ha visto gli albori in questa città, un nuovo stile di vita basato sui valori della spiritualità, della reciprocità e della solidarietà, per contribuire all'unità della famiglia umana.
L'incontro vuole essere anche un “grazie” a Trento, con momenti artistici e testimonianze dai 5 continenti sulle nuove vie aperte dal dialogo tra cristiani delle diverse Chiese e fedeli di varie religioni e sulle risposte che il carisma dell'unità dà alle problematiche dei diversi popoli.
La diffusione del Movimento ha fatto conoscere a tutto il mondo questa città – già nota per il Concilio tridentino – sottolineando quella vocazione all'universalità che le è data dalla sua cultura-ponte tra Mediterraneo e Mitteleuropa.
Giu 1, 2001 | Cultura
«Con i suoi 81 anni portati con sprint, Chiara Lubich torna a casa. Invitata dal Consiglio comunale, dal 2 al 10 giugno s'immerge nei suoi ricordi. E nei suoi ambienti, come quel primo focolare in piazza Cappuccini da dove partì la scintilla del Movimento. Troverà “una città infiammata dall'amore di Dio ?»
(da “Vita Trentina”, 3 giugno 2001)
Il programma della visita
2 giugno, ore 16 in Duomo. Invitata dall'Arcivescovo a incontrare la Chiesa trentina, parlerà su “Il laico nella Chiesa comunione”, alla vigilia di Pentecoste (diretta Telepace, per il Trentino-Alto-Adige)
Dalla stampa:
– ALTO ADIGE: “La missione dei Movimenti” di Franco de Battaglia
– OSSERVATORE ROMANO: “Essere laici oggi” di Armando Costa
6 giugno, ore 17 al Teatro Sociale, Premio Rotary.
Balletto della compagnia Cosi-Stefanescu.
Dalla Stampa:
– L'ADIGE: “L'accoglienza di festa al Sociale” di Luca Franceschi
“Intervista”
8 giugno, ore 17 a Palazzo Geremia, incontro con il Consiglio Comunale. “La fraternità nell'orizzonte della città” (diretta TV RTTR, locale)
Ore 21 al Palasport Ghiaie, Spettacolo del complesso internazionale Gen Rosso: “Streetlight” (Ingresso libero)
Dalla Stampa:
– L'ADIGE: Lubich:”Più fraternità in politica” di F.G.
9 giugno, ore 10 a Palazzo Trentini, premio U.C.T. “Trentino dell'anno”
10 giugno, ore 16-19 al Palasport Ghiaie, incontro con la città, aperto a tutti (diretta TV via satellite)
Intervento di Chiara e testimonianze di persone di vari continenti con momenti artistici
Apr 27, 2001 | Chiesa, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
In oltre 4000 di 20 Movimenti ecclesiali e nuove comunità hanno partecipato al II Incontro nazionale della Repubblica Ceca “Nuova Evangelizzazione per il nuovo millennio”. Tra i Movimenti: il Cammino Neocatecumenale, di radice spagnola, la Comunità di Sant’Egidio, i Focolari, e Mondo Migliore dall’Italia, Chemin Neuf e Emmanuel di origine francese, Regnum Christi, nato nel Messico, Mother’s prayer, nato in Inghilterra, Schoenstatt, di origine tedesca. “Ci siamo ricordati i tempi del comunismo in cui non potevamo nemmeno immaginare un mondo unito. Qui abbiamo visto l’umanità nuova” “Non eravamo più membri di diversi movimenti e comunità ecclesiali, ma una sola famiglia”. “Un’esperienza di Chiesa meravigliosa, che mi ha commossa”. “Incontro dopo incontro tra i movimenti mi accorgo che in noi tutti cresce il fervore per annunciare Cristo nella nostra società secolarizzata”. “La testimonianza di oggi è per me un segno di speranza per il futuro”. “Oggi ho scoperto quale grande dono sono gli altri carismi: fanno capire di più Dio, rivelano un’altra bellezza, un’altra luce”. “La società civile è ora innanzi a noi e con la nostra unità dobbiamo trasformarla”. Queste alcune impressioni a caldo, raccolte tra giovani, famiglie, persone di ogni età e categoria radunate dalle varie città della Repubblica Ceca nel Palazzetto dello Sport Paegas Arena che ben esprimono il clima che si è respirato durante questo incontro: gioiosa speranza e nuova forza per essere in prima linea a portare nel mondo l’annuncio del Vangelo. Un traguardo notevole, in questa terra, dove diffuso è il disorientamento per l’ondata del nuovo materialismo della cultura consumista occidentale e più di metà della popolazione si dichiara atea. I testimoni dei vari movimenti ecclesiali e nuove comunità – ospite attesa tra loro, per la sua prima visita in Cechia, Chiara Lubich, che ha approfondito con grande intensità spirituale il tema principale – hanno mostrato la forza dell’amore, che nell’incontro con Dio provoca profondi cambiamenti di vita, risposta all’urgenza espressa ripetutamente dal Papa, di riportare nel mondo scristianizzato l’annuncio vitale del Vangelo. Una giornata densa di testimonianze, momenti artistici, preghiera. Questo incontro non è un episodio isolato: è diventata stile di vita quella “testimonianza comune” auspicata dal Papa “per portare nel cuore della Chiesa la ricchezza dei loro carismi”. Oltre 150 nel mondo gli incontri tra movimenti ecclesiali e nuove comunità. Un cammino – tratteggiato a Praga dal vescovo Radkosvki, delegato della commissione Laici della Conferenza episcopale ceca – iniziato da quella “geniale intuizione del Papa di mostrare il volto carismatico della Chiesa”, “questa primavera che sta per risvegliarsi” col primo incontro storico dei Movimenti e nuove comunità che in centinaia di migliaia gremivano piazza San Pietro, alla vigilia di Pentecoste ‘98. “L’effusione dello Spirito Santo sperimentata quel giorno non si è più interrotta”. (altro…)
Set 21, 2000 | Cultura
In oltre 3000 per la cerimonia a Palazzo Vecchio, in collegamento con maxischermo in piazza della Signoria. Gli interventi del Sindaco, del Presidente della Commissione Europea Prodi, la testimonianza di Chiara Lubich. Presenti il card. Piovanelli, vescovi, parlamentari sindaci italiani e europei, l’imam musulmano, rappresentanti del buddismo, di altre Chiese e di movimenti ecclesiali. “In questo momento storico caratterizzato sempre di più dalla chiusura e dalle intolleranze verso tutte le diversità, con la cittadinanza onoraria viene riconosciuta l’ opera di Chiara Lubich, finalizzata al dialogo tra le diverse confessioni religiose e tra i popoli e la sua tenace volontà nel ricercare sempre punti di incontro e di condivisione anche con chi non professa alcuna fede religiosa, per la promozione dell’umanità”. Questo uno dei punti centrali della motivazione letta dal presidente del Consiglio Comunale, Alberto Brasca, nella solenne cornice del salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio. “Un messaggio che non parla solo ai credenti – ha affermato il sindaco Leonardo Domenici. “Parla anche a chi, da laico, non vuole mai smettere di credere che questo mondo, che questa società necessiti di profonde trasformazioni, per far sì, – come dice Chiara – che la sfida ‘di questo millennio sia la costruzione di un nuovo mondo di pace”. E definisce questo giorno, “un giorno di impegno e di riflessione, non solo occasione per festeggiare una nuova cittadina”. Apertura e dialogo quanto mai urgenti in un’Europa che si sta avviando verso un passaggio che il Presidente Prodi definisce “drammatico”: “di fronte alla scelta se rimanere chiusa o se portare a termine l’unità dell’Europa con l’allargamento ad est passando da 370 a 500 milioni di persone, ma con un aumento di reddito solo dell’8 per cento”. Prodi richiama uno slogan esigente di Chiara Lubich: “Amare la patria altrui come la propria”. E avverte “guardate che questa apertura non è la rinuncia alla nostra identità. E’ solo l’apertura agli altri che fa della nostra identità un’identità forte. Quando si ha questo concetto dell’unità nella diversità, nel confronto, nel colloquio continuo, immediatamente si riesce ad avere anche il coraggio della propria identità”. E Chiara Lubich, dopo aver ricordato il ruolo di Firenze nel mondo e le figure che hanno contribuito a renderla un crocevia di dialogo, ha parlato – scrive il “Corriere di Firenze” “con note di particolare profondità dell’eredità spirituale e culturale che il Movimento porta in regalo alla città”. Qui la neo-cittadina ha mostrato il coraggio della propria identità offrendo a quel pubblico così variegato la testimonianza della sua esperienza di Dio, radicata nel Vangelo, anima del dialogo a tutto campo in cui è impegnato il Movimento dei Focolari. Parole ascoltate “in un silenzio quasi religioso” come è stato detto in un servizio al TG 1. “A Chiara Lubich è stata riconosciuta la capacità di dialogo” ha detto l’Assessore allo Sport, Eugenio Giani. La cerimonia stessa ne è stata un’esperienza viva. Lo ha ben espresso il giorno seguente, quando è intervenuto al Palazzetto dello Sport di Firenze, prima dello spettacolo del Gen Rosso: “Non ho mai visto in questa sala personalità di fedi e di discipline così diverse: dall’ortodosso, al buddista, tutti lì a stringersi intorno a un atto che confermava, intorno alla persona di Chiara Lubich, una spiritualità talmente intensa da superare ciò che può essere una singola confessione, per testimoniare valori spirituali di fondo che in qualche modo, laicamente, tutti abbiamo accettato e in cui ci siamo immedesimati e che ci hanno dato una gioia profonda nel vivere un momento come quello”. “Tante fasce tricolore, tanti sindaci d’Italia, orgogliosi di essere lì. In qualche modo, conferendo la cittadinanza onoraria a Chiara Lubich abbiamo sentito di interpretare un sentimento profondo dei rappresentanti delle nostre comunità, di tutto il Paese, che ci ha riportato, una volta tanto, al senso di dialogo, di apertura, di proiezione internazionale con cui Firenze si vuol caratterizzare e di cui è caratterizzata la sua storia”. (altro…)