28 Gen 2014 | Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Liberi dai pregiudizi Con una piccola e viva comunità evangelica metodista della nostra città abbiamo deciso di metterci a servizio dei numerosi immigrati del Nord Africa che vivono nel nostro territorio: tunisini che lavorano come braccianti nella sericoltura, senegalesi e marocchini che lavorano come venditori ambulanti… Molti di loro non hanno un pasto caldo durante la settimana. Progettiamo così un servizio di mensa a cui invitiamo gli immigrati che arrivano settimanalmente per la fiera-mercato. A turno facciamo la spesa, cuciniamo serviamo e consumiamo i pasti con loro. Tra un piatto e l’altro vediamo crollare pregiudizi e luoghi comuni. S. F.- Italia Un seme di unità In ospedale per un piccolo intervento, ho letto un libro che la mia fidanzata mi aveva dato. Erano fatti di Vangelo vissuto, bellissimi, ma, dicevo tra me: «È impossibile vivere davvero così». Poi lei mi ha fatto conoscere qualcuna di queste persone, e parlando con loro ho capito e ho visto che invece si poteva. Da lì si è aperta per noi una nuova via. Ci siamo sposati per formare una famiglia aperta agli altri. Prima io non ero religioso, pur appartenendo alla Chiesa evangelica, mentre Anna è cattolica. Cominciando a vivere il Vangelo, ho capito che dovevo cercare di testimoniare prima di tutto nella mia Chiesa. Così ho fatto. Ho allacciato dei rapporti ed ora faccio parte del consiglio parrocchiale. Vorremmo mostrare ai nostri figli e a tutti, con la vita, la bellezza del cristianesimo, essendo come famiglia un seme di unità. D. J. K. –Germania La pace Gli scontri sempre più violenti all’interno del Paese avevano suscitato in me un grande senso di rivolta e di rabbia. Soffrivo per la mia impotenza davanti a tante ingiustizie e dolori. Innocenti uccisi, famiglie cacciate da casa, villaggi in rovina. Avevo l’impressione di allontanarmi da Dio, come se sperimentassi una specie di morte interiore. La sera, parlando con mia moglie del mio stato d’animo, lei mi ha proposto di fare ancora uno sforzo di volontà e di andare all’alba ad accogliere alcune famiglie rifugiate che avevano lasciato il loro villaggio devastato. Siamo andati e una di queste famiglie con tre bambini è venuta a stare da noi. La pace è di nuovo tornata nel mio cuore. J.P. – Libano Fonte: Il Vangelo del giorno, Città Nuova Editrice. (altro…)
21 Gen 2014 | Chiara Lubich, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«Sono cresciuta vicino a Liverpool nel nord-ovest dell’Inghilterra. Ricordo quando ero ragazza che la domenica c’erano delle processioni, o dei cattolici o dei protestanti, e io andavo con altri ragazzi a buttare i sassi addosso ai cattolici. A 18 anni ho cominciato a lavorare nel nascente mondo dell’ ecumenismo che, in Inghilterra, iniziava fra le varie Chiese. Non era facile perché tanti adulti temevano l’apertura verso i cattolici, per cui ci mettevano degli ostacoli. In un momento di scoraggiamento, ho lanciato una sfida a Dio: “Fammi conoscere delle persone entusiaste dell’unità”. Il giorno dopo vado in chiesa ad una funzione per i giovani. Il predicatore ci racconta una storia: “Erano i tempi di guerra e tutto crollava …”. È la storia di Chiara Lubich e della nascita del Movimento dei Focolari. Mentre parla mi brucia il cuore. Interrompo il suo discorso: “Dove sono adesso quelle ragazze? Sono forse morte?”. “No – risponde – Non lo sai? Sono qui a Liverpool”. Sono andata di corsa a cercarle. Più che tre giovani straniere, in focolare ho trovato il Vangelo vivo. Mi sembrava di nascere di nuovo e di iniziare da capo la mia vita. Volevo cominciare anch’io a vivere il Vangelo, a mettere Dio al primo posto. Ma c’erano tanti pregiudizi da superare! Intanto, cominciavo a sperimentare che l’amore supera le barriere. In quel lontano 1965 cattolici e persone di varie Chiese, desiderose di vivere la spiritualità dell’unità, si sono raccolte a formare una famiglia.

Londra, 11 novembre 1996: Chiara Lubich con le focolarine e i focolarini anglicani, il vescovo anglicano Robin Smith, e l’Arcivescovo George Carey – allora Primate della Chiesa d’Inghilterra.
Ora è normale per noi trovare persone di diverse Chiese in tutte le vocazioni del Movimento. Ma allora l’idea di una protestante in una comunità di cattolici era inaudita. I tempi non erano ancora maturi per andare ad abitare insieme in focolare, come avevo sognato. Mi è parso, allora, che il mio mondo stesse crollando. Avevo scelto Dio e lui mi rifiutava. Avevo scelto il focolare e la sua porta mi si chiudeva. La mia vita divenne assurda, grigia, senza motivo. Ma in quel momento di buio, ho avvertito come una voce che parlava al mio cuore: “Tu non hai scelto me, io ho scelto te. Ma ti voglio intera, come io mi sto dando a te, intero. Non dare il tuo cuore al focolare, alla tua vocazione. Dallo a me. Sono io il tuo unico Bene”. In un lampo ho intravisto il fascino della vita di ogni persona che vuole portare l’unità. Una vita di aderenza totale a Gesù. Mi sono resa conto, pur tra le lacrime, che volevo scegliere, più di tutto, Lui, specie nel momento del suo abbandono. Quell’ombra, allora, si è sciolta in una grande luce. “Sì – mi sono detta – torno a casa mia, ma vado con Te”. La mattina dopo, però, vengo a sapere che a Londra mi aspetta una delle prime compagne di Chiara che mi propone di andare ad abitare con lei nel focolare! E così è stato. Gli anni successivi sono un capitolo a parte. La nascita del focolare anglicano dove abito con altre focolarine anglicane, altrettanto. Alla base della mia vita, però, rimane la scelta ogni giorno di Dio come l’unico mio Bene». (altro…)
3 Gen 2014 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Intimità in famiglia Da noi c’è l’abitudine di togliere il presepio il giorno dell’Epifania. Per concludere il periodo natalizio abbiamo invitato i nostri figli. È stata una serata molto bella: abbiamo parlato di onestà, di solidarietà… Si è creato fra noi un clima così bello che davanti al presepio abbiamo letto il Vangelo del giorno, riscoprendo sfumature che non avevamo ancora notato. Presenti i più piccoli, abbiamo parlato del significato della festa, poi ciascuno ha espresso un’intenzione per il nuovo anno, un augurio. Ci siamo riproposti di cercare anche durante l’anno altri momenti per ricreare quell’intimità fra di noi. Sembrerebbe scontato per una famiglia, ma per noi è stata una scoperta e la serata è finita fra canti dolcissimi per glorificare e ringraziare Dio. (M.M. – Libano)
Elina la badante Mia madre aveva avuto un incidente e da una situazione di indipendenza, nonostante l’età avanzata, ora aveva bisogno di un’assistenza continua che né io né mia sorella potevamo offrirle. Per questo avevamo assunto Elina, una giovane dell’est Europa che, tra l’altro, in questo modo risolveva i suoi problemi. Ma la mamma non riusciva ad accettarla. Per aiutarle a costruire un “ponte” tra loro, ho cercato di sfruttare le piccole occasioni: tradurre per la mamma lo slavo di Elina, spiegare all’una le necessità dell’altra, evidenziare il più possibile il positivo di ognuna. Cominciava a nascere un certo rapporto quando ho scoperto che ad Elina stava scadendo il permesso di soggiorno. Bisognava sistemarla legalmente presso la mamma. Per quattro mesi ho bussato alle porte delle più diverse istituzioni; alla fine tutto è stato messo in regola. La mamma ha pian piano trovato in lei un’amica, quasi una figlia; a sua volta Elina ha trovato una famiglia, e in seguito ha fatto venire in Italia il figlio. Ora si sente felice. (A. P. – Italia) Scarpe da ginnastica Da due settimane mio figlio non partecipava alle lezioni di educazione fisica perché non aveva le scarpe da ginnastica. Non avevamo i soldi per comprarle e con tutta la buona volontà non riuscivo a risparmiare il denaro necessario nemmeno per acquistare le più economiche. Un giorno mi sono venute in mente le parole del Vangelo: «chiedete ed otterrete…», ed ho chiesto a Dio che mi aiutasse a risparmiare per comprare le scarpe a mio figlio. La mia emozione è stata grande quando, proprio quel giorno, il ragazzo è arrivato dalla scuola con un paio di scarpe da ginnastica, più un altro paio di scorta: gliele avevano comprate con i fondi del progetto di sostegno a distanza in cui siamo inseriti. Come non scorgere in quel fatto la risposta dell’amore concreto di Dio, proprio nel momento in cui ne avevo più bisogno, per rendere felice anche mio figlio? (E.B. – Bolivia) Fonte: Il Vangelo del giorno, gennaio 2014, Città Nuova Editrice. (altro…)
23 Dic 2013 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Natale mi aveva raggiunto Penso che la cosa peggiore che si possa sperimentare è di “non esistere” per nessuno a Natale. Sono arrivato a capire, a giustificare chi mette fine alla propria esistenza. Al colmo dell’amarezza, mi sono ricordato che nel palazzo dove abito c’erano altri “soli” come me: una coppia di anziani. Ho messo insieme qualcosa di buono che avevo in casa, una bottiglia di vino, una scatola di dolci… insomma ho fatto un bel pacchetto e sono andato a trovarli. Non se l’aspettavano. Ero arrivato al momento giusto, perché avevano bisogno di aiuto per tante cose. Erano così felici e grati. Mentre armeggiavo in cucina, mi stupivo io stesso per la libertà e la gioia che provavo. Dov’era sparita l’angoscia di prima? Quando alla fine della serata ci siamo salutati, ho visto brillare i loro occhi di una luce particolare. Natale mi aveva raggiunto. (Sandro – Italia) Dovevo cominciare io Quando dal Burundi sono arrivato in Slovenia, i primi contatti con la gente sono stati difficili. Ho incontrato però anche persone che mi hanno aiutato. Proprio quei gesti di solidarietà mi hanno fatto capire che non potevo pretendere che l’ambiente mi accogliesse; dovevo cominciare io a conoscere la cultura, la lingua e le usanze slovene, perché le differenze non diventassero ostacoli, ma un arricchimento. Per esempio, ho cominciato a fare lavori manuali, cosa inusuale per gli uomini africani istruiti; oppure anche lavori domestici, quando mia suocera s’è ammalata; così mia moglie ha potuto starle accanto. Questo è il seme che porta i popoli a comprendersi. (C. S. – Slovenia) Il regalo Mia figlia desiderava avere una sorellina. Un fratellino c’era già, ma un neonato era un’altra cosa. L’anno scorso sembrava che il desiderio si avverasse, ma purtroppo ho avuto un aborto spontaneo. Noi l’abbiamo accettato con serenità, ma Lucia piangeva disperata. Ha iniziato la preparazione alla prima comunione. Io aiutavo la catechista. Un pomeriggio in cui parlavamo del Natale ormai vicino, sulle schede distribuite ai bambini fra le varie domande c’era: «Cosa ti aspetti per Natale?», e Lucia aveva risposto: «Adottare una bambina, anche a distanza». La catechista ed io ci siamo guardate con sorpresa; più tardi con mio marito ho ricordato la sofferenza di Lucia per la mia mancata gravidanza. Dunque era disposta a rinunciare ai regali pur di avere una sorellina, anche lontana. Abbiamo fatto le varie pratiche e due giorni prima della comunione, è arrivata una lettera: ci comunicava che la bambina “adottata a distanza” si chiamava Thu, aveva l’età di Lucia ed era vietnamita. È stato per lei un bel regalo! Tutta contenta, ha portato a scuola la foto di Thu per mostrarla alle sue compagne e alla maestra. (D. V. – Svizzera) Fonte: Il Vangelo del giorno, dicembre 2013, Città Nuova Editrice. (altro…)
4 Dic 2013 | Focolari nel Mondo, Spiritualità
Provvidenza Mio marito ha un’impresa edile e, poiché le banche hanno bloccato i finanziamenti, per due anni è rimasto senza lavoro. Tra ristrettezze economiche sempre più grandi e momenti di scoraggiamento, speravamo nella provvidenza di Dio. All’inizio dell’anno scolastico le bambine avevano bisogno dei libri e non sapevamo come fare. Una mattina arriva una nostra amica a dirci che, avendo ricevuto dei soldi inattesi, ha pensato che forse potevano esserci d’aiuto, sapendo il momento che stavamo attraversando: «Ce li ridarete quando potrete». Un mese fa sono stati sbloccati i mutui, ma la grave situazione economica ci impediva di pagare regolarmente i dipendenti. Un amico ha parlato con loro, a nostra insaputa, ed ha esposto il problema chiedendo se erano pronti a lavorare senza percepire la paga. Tutti hanno accettato. Si avvicinava Natale e ci è arrivato un pagamento arretrato del tutto inaspettato. Con grande gioia lo abbiamo diviso tra i dipendenti. Attraverso un parente, poi, la provvidenza non ci ha abbandonati. (E.M. – Italia)
La lampada Avevo sempre cercato un buon rapporto con mia suocera, persona molto difficile. Mio marito me lo aveva sempre detto, e se il rapporto con la madre era difficile per lui, figurarsi per me. Volevo ignorarla. Non ero in pace però: il Vangelo dice di “amare tutti”, e in quel “tutti” è compresa anche la suocera. E allora, una telefonata per sentire come stava, portarla in giro in macchina, invitarla a pranzo una volta la settimana… Un po’ alla volta sono cadute le barriere e sono diventata la sua confidente e accompagnatrice alle visite mediche, dove mi presentava come il suo angelo custode. A quasi ottant’anni ha cominciato ad interessarsi a una vicina sola che aveva bisogno di compagnia, e a preparare regolarmente dolci per la parrocchia. Mi diceva: «Da te ho capito quanto fa bene sentirsi ricordati». Un giorno mi ha confidato: «Questa lampada mi è molto cara perché me l’ha lasciata mio nonno. È uno dei pochi ricordi di famiglia: quando sarò morta sono contenta che resti a te…». Ora questa lampada è in casa nostra e ci ricorda che solo l’amore resta. (I.B. – Svizzera) Fonte: Il Vangelo del giorno, dicembre 2013, Città Nuova Editrice. (altro…)