8 Dic 2011 | Centro internazionale, Spiritualità
“La notizia mi dà gioia e mi onora per la fiducia dimostrata dal Papa e dal Pontificio Consiglio. Questa nomina mi impegna a far sì che la vita mia e di tutti quelli che sono legati a me nel Movimento dei focolari sia evangelizzata e per questo evangelizzante. Sono cosciente che tanti non avranno mai l’occasione di leggere il Vangelo se non attraverso la nostra vita.” Così dichiara Maria Voce all’annuncio della sua nomina, arrivata proprio il 7 dicembre, giorno in cui i Focolari ricordano la nascita del Movimento avvenuta 68 anni fa a Trento, con la consacrazione a Dio di Chiara Lubich. Sono 15 i nuovi consultori del Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova Evangelizzazione, dicastero pontificio di recente istituzione, che si aggiungono ai 10 della prima nomina avvenuta il 19 maggio scorso. Lo scorso ottobre lo abbiamo visto promotore del primo incontro internazionale “Nuovi evangelizzatori per la nuova evangelizzazione”. Scopo del consiglio è di “promuovere una rinnovata evangelizzazione nei Paesi dove è già risuonato il primo annuncio della fede e sono presenti Chiese di antica fondazione, ma che stanno vivendo una progressiva secolarizzazione della società e una sorta di «eclissi del senso di Dio», che costituiscono una sfida a trovare mezzi adeguati per riproporre la perenne verità del Vangelo di Cristo”. (altro…)
28 Nov 2011 | Centro internazionale, Chiesa, Famiglie, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità

Foto © CSC
C’è una “grande sintonia” tra la spiritualità del Movimento dei focolari e la vita dei coniugi beati Maria e Luigi Beltrame Quattrocchi – nonostante non vi sia un legame diretto – e sono “molti i punti di contatto”. “Non solo perché la santità è il grande comune denominatore di tutti i cristiani, la meta cui tutti puntiamo nella Chiesa, ma anche perché il loro percorso di vita di laici è comune alla stragrande maggioranza di coloro che fanno parte del Movimento”. Lo ha detto Maria Voce, presidente dei Focolari, intervenendo nei giorni scorsi a Roma ad un incontro organizzato nel giorno della memoria liturgica dei due beati e nel decimo anniversario della loro beatificazione. L’incontro si è svolto nella Sala della protomoteca in Campidoglio ed ha avuto per titolo: “Cristiani: cittadini autentici: sulle orme di Maria e Luigi”. Numerosa la partecipazione del pubblico affluito da 15 città italiane e da vari altri Paesi. Presenti anche autorità cittadine, rappresentanti della pastorale familiare della diocesi di Roma nonché esponenti di movimenti ecclesiali che hanno preso la parola sottolineando, ciascuno secondo prospettive diverse, aspetti della spiritualità dei due coniugi. Genitori di 4 figli, Maria e Luigi Beltrame Quattrocchi sono la prima coppia sposata ad essere stata beatificata dalla Chiesa Cattolica. Fu Giovanni Paolo II a portare a compimento la causa di beatificazione. “Non può più essere accettabile – disse in quella occasione il Papa polacco – che venga negato il giusto riconoscimento alla santità silenziosa e normale di tanti padri e madri“. 
Foto © CSC
“Ho visto riflessa nella vita di Maria e Luigi – ha detto Maria Voce – nell’autenticità della loro testimonianza di cristiani e perciò anche di cittadini, la vita di quegli ormai milioni di laici che vogliono vivere la spiritualità portata da Chiara Lubich e perciò cercano di vivere – con una coerenza a volte eroica – quotidianamente il loro impegno come cittadini, il loro essere (o almeno sforzarsi di essere) tessuto sano del corpo sociale ed ecclesiale che compongono. Si tratta di padri e madri di famiglia, di operai, professionisti, giovani, ragazzi e bambini (senza escludere sacerdoti, religiosi e vescovi, ma ovviamente la parte ecclesiastica è una minoranza), impegnati in prima linea a portare avanti una silenziosa, seppur incisiva, rivoluzione d’amore in tutte le città del mondo”. La famiglia – ha sottolineato Maria Voce – è “la radice sana della loro vita: un amore tenero e mai spento tra gli sposi che genera cittadini capaci di coerenza. Conosco tante famiglie che si impegnano e lottano perché non si spenga l’amore coniugale: proprio in esso trovano la forza non solo per non sfasciarsi, ma anche per aprirsi a realtà più grandi”. Maria Voce ha ricordato il movimento Famiglie Nuove, che ispirandosi al carisma dell’unità di Chiara Lubich conta oggi più di 300 mila aderenti e quattro milioni di simpatizzanti nei cinque continenti. “Sono famiglie – ha detto Maria Voce – che hanno fatto proprio un primo presupposto educativo: i figli, più che di due genitori che li amano, hanno bisogno di due genitori che si amano”. Testo dell’intervento di Maria Voce
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2 Nov 2011 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Un’impressione al termine di questi giorni ad Assisi e a Roma.
Un’impressione molto positiva. Un pensiero innanzi tutto a Giovanni Paolo II e a Chiara Lubich per la loro lungimiranza nel campo dell’apertura al dialogo. Hanno capito che valeva la pena investire in persone e in strutture per portare avanti il discorso del dialogo. Mi riferisco, in particolare, ad organismi che lavorano per questo: i vari Pontifici Consigli (per l’Unità dei cristiani, il Dialogo Interreligioso, per la Cultura, Giustizia e Pace, all’interno della Chiesa) ed i Centri che si occupano dei vari dialoghi in seno al nostro Movimento. È venuto in evidenza quanti rapporti si sono costruiti in questi anni. Questa mi sembra sia stata una novità rispetto agli incontri tenuti in passato. In questi anni ognuno ha fatto molto, anche se lì per lì poteva sembrare poco, rispetto al risultato ottenuto. In sintesi, mi pare si sia arrivati ad un punto dove ci sono delle vere relazioni di amore reciproco. Alcuni piccoli fatti significativi che tutti abbiamo notato. Quando al Patriarca Bartolomeo è caduto il libretto, il Primate della Chiesa d’Inghilterra, il Dott. Rowan Williams, si è chinato a raccoglierlo; il papa spesso sorrideva e si volgeva ora all’uno ora all’altro. Sembrano cose piccole, ma sono atti che tutti notano e danno una testimonianza. Poi, la presenza di persone di altre convinzioni non religiose. Questa era davvero una novità di sostanziale importanza, soprattutto per come l’ha presentata il papa nel senso della ricerca della verità comune. Ha sottolineato che la verità ci trascende tutti e nessuno può dire di possederla completamente. Era molto bello come lui la presentava. Questa era chiaramente una novità. Assisi 2011 non è stato solo un venirsi incontro in uno spirito di fraternità e di pace, per costruire qualcosa di bello, è stato anche un elevarsi in una ricerca che andava al di là di questo. Con Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio e con Julian Carrón, attuale responsabile di Comunione e Liberazione, siete stati invitati a viaggiare sul treno del Papa con le delegazioni ufficiali. Un riconoscimento significativo per i Movimenti e le nuove Comunità ecclesiali. Come vedi il ruolo dei movimenti e, in particolare, dei laici nel dialogo? Tanti dei cardinali e dei vescovi sono venuti a ringraziarmi per i rapporti delicati e discreti che costruiamo con le persone delle diverse religioni. Era, quindi, un riconoscimento per quanto il nostro movimento ed i movimenti in genere fanno nel campo del dialogo. Ho trovato molto apprezzamento anche per come i laici conoscono le situazioni concrete e i diversi contesti e tradizioni delle religioni e dei credenti. I laici vivono più facilmente a contatto quotidiano con coloro che seguono altre fedi e, quindi, ne conoscono aspetti vitali e tradizioni. Questo può aiutare anche la Chiesa istituzionale a muoversi nei rapporti con fedeli di altre religioni. Non tutti possono conoscere tutti e tutto. Un esempio. Mi sono trovata a pranzo con un rappresentante della delegazione sikh, che non aveva timore di dire a tutti che conosce il focolare e partecipa agli incontri che esso promuove. E, come questo, molti altri. I rapporti che i movimenti hanno costruito con questi leaders religiosi venivano in evidenza in modo molto spontaneo. La gerarchia della Chiesa mi sembra ne sia molto contenta e grata. Dall’inviato Roberto Catalano (altro…)
21 Ott 2011 | Centro internazionale, Chiesa, Spiritualità
«È con sorpresa e grande gioia e gratitudine che abbiamo accolto l’annuncio del prossimo “Anno della fede” indetto da Papa Benedetto XVI. E ancor più la sua lettera apostolica “Porta fidei”, con cui egli indice tale anno, che avrà inizio l’11 ottobre 2012, nel 50° dell’apertura del Concilio Vaticano II. Ancora una volta si coglie la forte spinta dello Spirito Santo in questa iniziativa che giunge puntuale in questo momento della storia. I giovani della Gmg, le famiglie, i lavoratori e i giovani che scendono nelle piazze, inaugurano nuove primavere e invocano profonde riforme sociali; sono segnali che dicono quanto l’umanità oggi sia alla ricerca di cambiamento. Ne ho avuto conferma anch’io nei recenti viaggi che ho compiuto negli Stati Uniti, Santo Domingo, Russia, Slovenia, Gran Bretagna. “Non possiamo accettare che il sale diventi insipido e la luce sia tenuta nascosta”[1], scrive il Papa. È un’urgenza che avvertiamo profondamente anche noi e che ci richiama ad una conversione: vivere con particolare intensità la Parola di Dio. Rilanciati con ancor maggiore vigore dal ‘mandato’ del Papa, ci siamo impegnati a ritornare alla radicalità degli inizi del Movimento, a rievangelizzare innanzitutto noi stessi, per poi irradiare il Vangelo, con la sua forza di trasformazione, sull’umanità che ci circonda. Ancora oggi – come scriveva Chiara Lubich già nel 1948 – “il mondo ha bisogno di una cura di Vangelo”[2]. Inoltre, profonda eco ha trovato in noi il pressante invito del Papa a dare pubblica testimonianza della fede, della Parola vissuta “come esperienza di un amore ricevuto”, “comunicata come esperienza di grazia e di gioia”[3]. Nei primi anni di vita del Movimento dei Focolari era una novità la comunione delle esperienze della vita della Parola. Queste risultavano inconfutabili, perché ‘vita’, e feconde, capaci di generare l’incontro vivo con Gesù, di far di persone disperse una comunità. Benedetto XVI ci ha ricordato che non si affronta questa impresa da soli, ma in compagnia. Vogliamo intensificare quella esperienza di comunione e fraternità nei nostri ambienti: nei parlamenti, nelle fabbriche, nei quartieri, nelle università, nelle famiglie, perché è nella comunione che il Risorto stesso si fa spiritualmente presente, tocca i cuori e trasforma. Il Papa ci ha rafforzati nella convinzione che questo è un momento di grazia speciale per la Chiesa, in cui lo spirito di rinnovamento del Concilio è quanto mai in atto».
[1] Lettera apostolica “Porta Fidei”, n°3
[2] Lettere dei primi tempi. Alle origini di una nuova spiritualità, a cura di F.Gillet e G. D’Alessandro – Città Nuova Editrice, 2010
[3] Lettera apostolica “Porta Fidei”, n°7
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18 Ott 2011 | Centro internazionale, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«L’inaugurazione del nuovo anno accademico dell’Istituto Universitario Sophia, giunto al suo quarto anno di vita, costituisce un’occasione indubbiamente opportuna per soffermarsi a considerare brevemente il tratto di cammino compiuto finora, al fine di trarne motivo per quanto ancora ci attende. I risultati accademici conseguiti costituiscono un dato incoraggiante. Ne sono espressione particolarmente eloquente i lavori di tesi che hanno completato il percorso di vari studenti. Infatti, essi risultano essere il frutto non solo di un impegno intellettuale portato avanti con serietà e competenza, ma anche di un’esperienza dai tratti indubbiamente unici. Secondo lo spirito del carisma dell’unità che anima l’Istituto, questa esperienza coniuga il pensiero con la vita concreta, la centralità dello studio con la valorizzazione dei rapporti da costruire ed alimentare quotidianamente in seno all’intera Comunità accademica. Tutto ciò ci consente di guardare al futuro di Sophia con ottimismo realistico, cioè con lo sguardo di chi, pur conscio delle inevitabili difficoltà del cammino, persegue sicuro un disegno di luce che gli è stato manifestato e che già vede, seppure in germe, attuarsi. E perché questo disegno che Sophia custodisce si realizzi sempre più pienamente, desidero quest’anno focalizzare la vostra attenzione su uno dei cardini fondamentali attorno a cui si sviluppa anche l’esperienza di Sophia: la vita della Parola, invitandovi a lasciarvi pervadere profondamente da essa, cioè dal modo di pensare, di volere, di amare di Gesù. Vivere la Parola, lasciarsi vivere dalla Parola: a questo ci esortava Chiara Lubich, riconoscendo in ciò una condizione indispensabile per accedere ad un nuovo modo di essere e di conoscere. Infatti, solo un uomo trasformato dalla Parola può conseguire una vera conversione della propria mente. Può divenire trasmettitore credibile della verità non solo annunciata ma vissuta. Può incidere efficacemente nei vari contesti sociali e culturali dove si trova ad operare, immettendovi il germe fecondo della vita del Vangelo. Di tutto ciò, grazie all’apporto di ciascuno di voi, Sophia può farsi sempre più autentica testimonianza. Questo è l’augurio che sentitamente vi porgo». Maria Voce
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