Lug 8, 2013 | Chiesa, Cultura, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Parte 1 
In un ricco scambio di visioni, si guardano le criticità di quattro continenti. Per l’Asia parla Andrew Recepcion, filippino, presidente dell’Associazione dei missiologi cattolici. In un continente dove risiede il 58,8% del totale della popolazione mondiale, e solo il 13,2% è cristiano, le sfide principali che la chiesa affronta partono dall’annuncio del Vangelo – sconosciuto dai più – realizzato attraverso il dialogo con le culture, che rende la Chiesa locale realmente presente nella vita del popolo; con le grandi religioni asiatiche; con i poveri, per unirsi con loro nella lotta per un mondo più umano.
Altra voce, altro continente: Martin Nizigiyimana, sacerdote di origine ruandese, spiega l’oggi della chiesa in Africa, partendo da uno sfondo storico, in cui «leggere, anche nelle vicende dolorose, una crisi di crescita, che chiede umiltà e collaborazione per assumersi la responsabilità storica del regno di Dio nel mondo». In questo contesto la chiesa è chiamata a porsi al servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace. L’Africa è conosciuta per i suoi problemi, ma adesso c’è uno sguardo nuovo sul continente, quello indicato da Benedetto XVI nel sinodo del 2009: l’Africa come «un immenso “polmone” spirituale, per un’umanità che appare in crisi di fede e di speranza». E in questo senso cita tre esperienze significative dei Focolari in Africa: l’azione di nuova evangelizzazione a Fontem in Camerun, la scuola per l’inculturazione a Nairobi in Kenya e la testimonianza della Mariapoli permanente di Man in Costa d’Avorio durante la guerra civile.
Dall’America Latina, in collegamento skype da Buenos Aires, José Maria Poirier, direttore della rivista Criterio, offre uno sguardo sul card. Bergoglio prima dell’elezione: «Poco conosciuto dai mezzi di comunicazione, attento ai rapporti personali. Uomo abituato al governo e al tempo stesso molto fraterno sia con i sacerdoti che con i laici. Uomo della cultura dell’incontro, quindi del dialogo». Intuizioni sulle linee guida del papato? Continua Poirier: «Tolleranza zero per la questione abusi, chiarezza sull’economia e sulle finanze vaticane, cambiamenti nello stile della Curia romana. Propensione per il rapporto pastorale tra il Papa e i vescovi di tutto il mondo. Preoccupazione per i poveri, gli ultimi, coloro che soffrono per squilibri sociali».
Interessanti le voci di tre Paesi europei: Germania, Irlanda, Spagna, ciascuno attraversato da particolari sfide sul fronte chiesa-società. Christian Hennecke, incaricato per il settore pastorale missionaria nella diocesi di Hildesheim, nel nord della Germania, evidenzia le difficoltà economiche, la necessità di crescere nella fede, la diminuzione delle vocazioni di ogni tipo. Ma è proprio in questa situazione che si fanno strada modi nuovi e promettenti di essere Chiesa. Tra le piste indicate da Hennecke, frutto di un cammino condiviso tra chiesa cattolica e protestante, c’è quella di rinforzare l’aspetto della Parola di Dio vissuta comunitariamente.
Che cosa accade oggi alla chiesa in Spagna? si chiede Manuel Bru, sacerdote giornalista a Madrid. Anche lui individua punti di attenzione: la diminuzione della presenza pubblica della chiesa, in un contesto di scelte legislative contrarie alla dottrina della Chiesa cattolica; la riduzione dei membri anche tra i movimenti; l’abbandono della pratica religiosa sia dei giovani che delle donne; la perdita di entusiasmo nei sacerdoti, con un senso di affaticamento. Come servire di più la chiesa in Spagna? «Inserirci nella nuova onda di radicalità evangelica di Papa Francesco, puntando al primato dell’amore concreto».
Mons. Brendan Leahy, di recente consacrato vescovo di Limerick (Irlanda), traccia alcune linee riguardanti il mondo anglosassone. Il riferimento all’impatto degli scandali degli ultimi anni è d’obbligo. «A volte nelle chiese succedono cose che ci fanno fare passi, che altrimenti non avremmo mai fatto: in questo caso è nata una scoperta del ruolo dei bambini e ragazzi nella Chiesa, non tanto come oggetto dell’azione pastorale quanto piuttosto soggetti attivi nella vita della comunità». Di fronte alla cultura sempre più secolarizzata si sente una certa polarità di posizioni dentro la Chiesa: c’è chi cerca la via del dialogo e chi segue una difesa della fede senza compromessi. Occorre trascendere le visioni ideologiche. Come fa Papa Francesco: il suo stile, la spontaneità nei gesti e la sua libertà nel dire le cose colpiscono anche chi non frequenta la Chiesa.
Sono tutte sfide ma anche opportunità, nelle quali si intravede una strada da percorrere, riconoscendo i “segni dei tempi”. Si tratta di ripensare la storia dunque, «con uno sguardo grato allo Spirito Santo che l’ha portata avanti nel tempo» – come ha affermato Maria Voce in apertura dei lavori del laboratorio di riflessione del 12-13 giugno. Dietro gli importanti cambiamenti cui stiamo assistendo, la presidente dei Focolari invita a «sottolineare la regia dello Spirito Santo, la continua capacità della chiesa di rispondere a sfide sempre nuove». (altro…)
Giu 26, 2013 | Chiesa, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Cosa accade alla chiesa oggi? Come affrontare le sfide della trasmissione della fede alle nuove generazioni, gli scandali a cui si è andati incontro in diversi Paesi, l’abbandono della fede nel continente europeo? Come cogliere la vitalità e i doni che provengono da Asia e Africa? Sono le domande di fondo che animano la riflessione del gruppo di esperti del campo ecclesiale e del mondo della comunicazione composto da sacerdoti, religiosi, laici attivi in vari ambiti (missiologia, ecclesiologia, educazione, nuova evangelizzazione, culture giovanili) e in diverse parti del mondo, che si sono ritrovati a metà giugno a Castelgandolfo. Sono sfide rilevate a livello universale e secondo grandi aree geografiche, che nei vari contesti prendono forme diverse ma che, nell’insieme, possono contribuire a dare una visione di ciò che la Chiesa deve affrontare. Non è mancata la voce del sociologo, che ha richiamato le questioni a livello macro e micro con cui non solo la Chiesa, ma tutta la società, deve fare i conti: la gestione della complessità nel panorama globalizzato, il nuovo quadro delle relazioni e la creazione di coesione sociale. E si rilegge l’evento di Pentecoste 2013 come un coinvolgimento dei Movimenti nella prospettiva indicata dal Papa: “uscire fuori” per andare incontro all’uomo.
L’appuntamento, promosso dalla rivista di vita ecclesiale Gen’s, è giunto alla 3° edizione, il 12 e 13 giugno scorsi. Quest’anno all’apertura dei lavori è intervenuta anche la presidente dei Focolari, Maria Voce. Ha sottolineato come la «spinta che viene dal nuovo Papa a questa visione più vicina a tutti gli uomini, più sobria, più semplice», per il Movimento dei Focolari «deve significare l’impegno sempre rinnovato di edificare e di presentare quella chiesa comunione che il carisma [dell’unità] ci permette di vivere; comunione con Dio e con tutta l’umanità: l’uscire fuori a cui papa Francesco invita continuamente e che sentiamo particolarmente anche noi. Essere chiesa comunione e presentarsi come tali, anche fuori dalle strutture strettamente ecclesiali». E Giancarlo Faletti, copresidente dei Focolari, ricorda la “passione per la Chiesa”, che ha sempre animato Chiara Lubich, in particolare nell’immediato post-concilio, invitando tutti a continuare a riconoscere l’azione dello Spirito Santo che guida il Popolo di Dio.
La sfida delle nuove generazioni, e di conseguenza dell’educazione, emerge potente: ne è un esempio la recente Assemblea plenaria del Pontificio Consiglio della Cultura sulle culture giovanili emergenti, della quale sono stati raccolti gli elementi maturati a partire dal protagonismo dei giovani, dal linguaggio giovanile, e dalla conoscenza dell’universo giovanile per la trasmissione della fede cristiana. 5 parole per la mia chiesa: è il suggestivo titolo dell’intervento del teologo Piero Coda, in collegamento skype dall’Istituto Universitario Sophia, di cui è preside, nella cittadella internazionale di Loppiano. Le parole «sequela, popolo di Dio, dialogo, spirito ed ethos» sono da lui intese come linee di sviluppo della chiesa di oggi. «Lo Spirito Santo, infatti, è capace di generare nuove energie per rispondere alle domande più urgenti dell’umanità – spiega ancora –. È Lui che porta avanti la chiesa, e a volte lo fa con cambiamenti anche bruschi. E noi, che non siamo così duttili, abbiamo l’impressione di dover rifare tutto daccapo, ma dobbiamo guardare a questo cammino dello Spirito Santo nella Chiesa». Continua… (altro…)
Giu 8, 2013 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
«Dopo un’esperienza pastorale come viceparroco durata undici anni, il mio vescovo, prima di affidarmi la parrocchia, mi ha dato l’opportunità di trascorrere quattro mesi nella cittadella di Loppiano, nel Centro di formazione per noi sacerdoti diocesani. Qui mi sono trovato con una ventina di sacerdoti e seminaristi venuti da tante parti del mondo per vivere un’esperienza evangelica di comunione, nella linea della spiritualità dell’unità. Tra noi sacerdoti all’inizio non era facile comunicare a motivo della lingua. Ad esempio, quando è arrivato Yvon del Madagascar che parlava solo francese, per comunicare con lui dovevo tradurre dall’italiano all’inglese e Peter degli Stati Uniti dall’inglese al francese. Era laborioso, ma lo facevamo con tutta la fraternità possibile e ci siamo capiti benissimo. In questa scuola di vita tutto si fa in concordia: pregare, meditare insieme, lezioni ricche di approfondimento teologico, biblico, pastorale nei più diversi ambiti; ma anche lavorare in giardino, in cucina, lavare i pavimenti, tradurre in varie lingue, insegnare l’italiano, giocare a calcio… Questo non limitarsi alle attività tipiche del prete per fare anche tanti lavori manuali, come ha fatto per trent’anni Gesù a Nazareth, fa di questo corso una vera scuola integrale.
Servire – ad esempio – la domenica alla mensa, assieme a religiosi e laici che condividono questa esperienza, accogliere con un bel pranzo i numerosi visitatori di Loppiano, apparecchiare e poi lavare le pentole, i piatti, ecc… una mole di cose che, solo insieme agli altri, si riesce a fare: anche con gusto. È solo un particolare delle attività che si svolgono qui, ma per me era tutto nuovo ed è stato un bell’insegnamento. Il fatto di lavorare dal lunedì al venerdì nella falegnameria, mi ha fatto apprezzare in un modo diverso il sabato e la domenica, come fa la mia gente in parrocchia. Per lavorare nell’artigianato (verniciatura, lisciatura, lavorazione del legno) è stato necessario imparare ad usare bene la vista, l’udito e il tatto; e a dosare la forza muscolare, altrimenti si rischia di rovinare i pezzi o i macchinari. L’artigianato è una scuola di attenzione e delicatezza, caratteristiche fondamentali nella vita, specialmente nella vita di un prete. Anche la Messa quotidiana ha acquistato un sapore diverso. Ad esempio offrire il lavoro al momento dell’offertorio è una cosa molto più concreta quando ti fa male la schiena perché hai passato la mattinata chinato a zappare la terra o a levigare un legno… Inoltre, sbrigare i lavori di casa tutti insieme mi ha aiutato a superare il pressapochismo. Certe cose le avevo sempre fatte ma, confrontandomi con gli altri, ho scoperto che c’è un modo migliore di farle. E cioè che non basta fare il bene, bisogna farlo bene! Mi sento molto arricchito da questi pochi mesi vissuti in una “scuola integrale” di vita. Il lavoro manuale mi ha fatto capire di più la vita della mia gente, e che cosa significhi testimoniare la fede sul luogo di lavoro. Ed ho riscoperto il sacerdozio regale di ogni cristiano che deve essere alla base del mio sacerdozio ministeriale. (Tratto dalla rivista di vita ecclesiale Gen’s) (altro…)
Mar 28, 2013 | Chiesa, Cultura, Nuove Generazioni
Gli inizi, nel 1971, sono da pionieri: due sgangherate macchine da scrivere, targhette di metallo per stampare gli indirizzi, ripetuti traslochi da una sede all’altra, ma l’obiettivo della redazione di gen’s è netto e ardito: porre il carisma d’unità di Chiara Lubich e del Movimento dei Focolari al servizio di una pastorale che abbia il respiro del Concilio Vaticano II: comunione e dialogo, a partire da una sempre nuova penetrazione del mistero trinitario-pasquale di Dio. La caratteristica formula della rivista: offrire riflessioni che abbiano riscontro nel vissuto e testimonianze che non rimangano legate al genio di singole persone e circostanze particolari, ma evidenzino orientamenti che possano trovare applicazione anche in altri contesti. All’origine dell’avventura di gen’s era stata tre anni prima l’esigenza di tener collegati seminaristi di vari Paesi che avevano trovato nel Vangelo vissuto e nella spiritualità comunitaria dell’unità un fondamento saldo per la loro vita e lo stimolo per vivere come “nuova generazione sacerdotale” – da qui il nome – che, mettendo Dio al primo posto, intende la chiamata al ministero innanzi tutto come servizio e testimonianza. Era nato così un ciclostilato che nel 1971 si è trasformato in un foglio stampato, germe dell’attuale rivista. Attraversando questi impegnativi quarant’anni, gen’s è diventato un vivace laboratorio di pensiero e di vita che ha visto avvicendarsi sulle sue pagine le firme di Chiara Lubich, di Pasquale Foresi, Igino Giordani, del teologo e vescovo tedesco Klaus Hemmerle nonché di altri vescovi che vi avevano collaborato ancora da seminaristi, del teologo italiano Piero Coda, di don Silvano Cola, don Toni Weber ed altri. Oggi gen’s, nella sua nuova veste, continua a gettare ponti fra la Chiesa e il mondo contemporaneo, integrandosi a pieno titolo nel Gruppo editoriale Città Nuova col quale, sin dall’inizio, aveva condiviso l’ispirazione di fondo: il sogno di Gesù «che tutti siano uno». Dal portale di Città Nuova (cliccare Gruppo CN e poi gen’s) si può accedere al vasto materiale di consultazione, che raccoglie i numeri della rivista dal ’71 ad oggi, con funzione di archivio e ricerca. Negli anni, gen’s si è sviluppata anche in altre lingue, sia nella versione cartacea che online. In portoghese con Perspectivas de Comunhão, in inglese Being one, Das Prisma in lingua tedesca; e ancora gen’s in India, Argentina e Polonia.



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Gen 18, 2013 | Chiesa, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
La Chiesa in Brasile recentemente ha fatto la scelta di configurarsi sempre più come “rete di comunità”. È in questo contesto che s’inserisce l’incontro sacerdotale del Movimento dei Focolari che si è svolto dal 3 al 10 gennaio scorso, nelle vicinanze di São Paulo. La cittadella Mariapoli Ginetta, è stata lo scenario che ha accolto i 145 sacerdoti, diaconi e seminaristi provenienti dalle diverse regioni del Paese, con rappresentanti anche dell’Argentina, della Bolivia e del Perù. Sullo sfondo, l’appello del recente Sinodo dei vescovi a dar forma a “concrete esperienze di comunione, che, con la forza ardente dell’amore – «Vedi come si amano!» –, attirino lo sguardo disincantato dell’umanità contemporanea”, “pozzi a cui invitare gli uomini e le donne assetati e lì far loro incontrare Gesù” (Messaggio al popolo di Dio, n.3).
Di giorno in giorno, il programma, introdotto da una frase del Vangelo come proposta di vita, percorreva un itinerario di approfondimento della spiritualità dell’unità. Per dar rilievo alla vita di comunione, il dialogo in plenaria e il lavoro per gruppi hanno avuto un posto privilegiato. Nel contesto della celebrazione dell’Anno della Fede, si è parlato della relazione fra il Concilio Vaticano II e la promessa evangelica della presenza di Gesù fra quanti sono uniti nel suo nome. Dare visibilità a questa presenza è parso a tutti una necessità urgente. Anche la costatazione che la Chiesa, anziché guardare a se stessa o presentarsi al mondo unicamente con un profilo istituzionale, è chiamata a dialogare con la cultura, mostrando Gesù attraverso il mutuo amore vissuto fra le persone.
Tra le conclusioni dell’incontro, si esprimeva la convinzione che questa presenza di Gesù nella comunità permette alla Chiesa di rinnovare le sue strutture e i suoi metodi attraverso rapporti autentici e una vita spirituale profonda. L’incontro, inoltre, ha offerto l’opportunità di ridisegnare la presenza del Movimento dei Focolari nel suo servizio specifico ai sacerdoti, diaconi permanenti e seminaristi nelle diverse regioni del Brasile, formando numerosi gruppi di condivisione con lo scopo di approfondire nel quotidiano il carisma dell’unità come fonte ispiratrice della vita e del ministero. (altro…)