Ago 17, 2018 | Chiara Lubich, Chiesa, Focolari nel Mondo, Spiritualità

Foto © CSC Audiovisivi
«Vi ringrazio per questo incontro straordinario. Ho potuto visitare il vostro centro, la Mariapoli, che abbraccia tutti i Focolari del mondo; ho potuto parlare con Chiara e con le sue collaboratrici e con i suoi collaboratori, e vedere rapidamente come vive e si sviluppa il Movimento, come compie la sua missione, il suo apostolato in tutti i continenti. Dopo questo colloquio ho potuto partecipare alla seconda parte dell’incontro, durante la quale sono state presentate tre testimonianze molto commoventi, che ci hanno portato al centro, direi, al cuore di quello che è il Movimento dei Focolari. C’è stata poi una testimonianza artistica, nella quale si è visto come quell’amore che pulsa dentro il vostro Movimento sappia animare tutti i valori umani, i valori della bellezza, i valori dell’arte, che perennemente sono destinati a esprimere tutto quello che è più profondo nell’uomo, più spirituale, che è umano e anche divino, perché l’uomo è fatto a somiglianza di Dio. Durante le diverse fasi del nostro incontro, ho fatto molte riflessioni. Cerco adesso di riassumere tutto in una constatazione e in un augurio. La constatazione tocca il nucleo centrale del vostro Movimento: l’amore. Certamente, l’amore è l’inizio di tante istituzioni e strutture di tutto l’apostolato, di tutte le famiglie religiose. L’amore è ricco, porta in sé diverse potenzialità e diffonde nei cuori umani i diversi carismi. Con quest’incontro ho potuto avvicinarmi un po’ di più a quello che forma il carisma proprio del vostro Movimento o, direi diversamente, comprendere meglio come l’amore – che è dono dello Spirito Santo, da lui diffuso nei nostri cuori, la sua più grande virtù – costituisca la via più eccellente, l’animazione principale del vostro Movimento. È bene che abbiate trovato tale strada, questa vocazione all’amore. Ascoltando le testimonianze mi sono convinto ancora maggiormente di ciò di cui da tanti anni e ogni giorno mi rendo conto: nel mondo di oggi, nella vita delle nazioni, delle società, dei diversi ambienti, delle persone, l’odio, la lotta sono molto forti. Sono programmatici. Allora ci vuole l’amore. Si può dire che l’amore è senza programma, ma ne crea anche di bellissimi e ricchissimi come il vostro. Ci vuole la presenza dell’amore nel mondo per affrontare il grande pericolo che insidia l’umanità, che minaccia l’uomo: quello di trovarsi senza amore, con l’odio, con la lotta, con diverse guerre, con diverse oppressioni, con diverse torture, come abbiamo sentito. L’amore è più forte di tutto e questa è la vostra fede, la scintilla ispiratrice di tutto quello che si fa con il nome Focolari, di tutto quello che voi siete, di tutto quello che voi fate nel mondo. L’amore è più forte. È una rivoluzione. In questo mondo tanto travagliato dalle rivoluzioni, di cui l’odio e la lotta costituiscono il principio, ci vuole la rivoluzione dell’amore; è necessario che tale rivoluzione si dimostri più forte. Questo è anche il radicalismo dell’amore. Ci sono stati nella storia della Chiesa tanti radicalismi dell’amore, quasi tutti contenuti nel supremo radicalismo di Cristo Gesù. C’è stato il radicalismo di san Francesco, di sant’Ignazio di Loyola, di Charles de Foucauld e tanti altri fino ai nostri giorni. C’è anche il vostro radicalismo dell’amore, di Chiara, dei Focolarini: un radicalismo che scopre la profondità dell’amore e la sua semplicità, tutte le esigenze dell’amore nelle diverse situazioni e cerca di far vincere sempre questo amore in ogni circostanza, in ogni difficoltà; e dove l’uomo – umanamente parlando – potrebbe essere superato dall’odio, tanto non permette a quest’uomo, a questo cuore umano e fa vincere l’amore». […] «Vi auguro pertanto di continuare sulla stessa strada. Avete già un indirizzo molto chiaro, una caratteristica profondamente marcata, un carisma nella ricchezza dell’amore che ha la sua sorgente in Dio stesso, nello Spirito Santo. Avete già trovato il vostro campo, la vostra dimora. Vi auguro di sviluppare sempre di più questa realtà, propria della vostra vocazione, e di portare al mondo di oggi, che ne ha tanto bisogno, l’amore e, per il tramite dell’amore, di portare Dio. Questo è il mio augurio». Leggi il testo integrale (altro…)
Ago 10, 2018 | Chiara Lubich, Spiritualità
«Maria Santissima è “Sede della Sapienza” in quanto accolse Gesù, Sapienza incarnata, nel cuore e nel grembo. Col “fiat” dell’Annunciazione, ella accettò di servire la volontà divina, e la Sapienza pose dimora nel suo seno, facendo di lei una sua discepola esemplare. La Vergine fu beata non tanto per aver allattato il Figlio di Dio, quanto piuttosto per aver nutrito se stessa col latte salutare della Parola di Dio». (S. Giovanni Paolo II, Angelus, 4 settembre 1983) «Per comprendere bene questo santo canto di lode (Il Magnificat), bisogna precisare che la benedetta Vergine Maria parla in base alla sua esperienza, essendo stata illuminata e istruita dallo Spirito Santo; nessuno, infatti, può capire correttamente Dio e la Sua parola, se non gli è concesso direttamente dallo Spirito Santo. Ma ricevere tale dono dallo Spirito Santo, significa farne l’esperienza, provarlo, sentirlo; lo Spirito Santo, insegna nell’esperienza come in una scuola, all’infuori della quale nulla s’impara se non parole e chiacchiere. Dunque la santa Vergine, avendo esperimentato in sé stessa che Dio opera grandi cose in lei, per quanto umile, povera e disprezzata, lo Spirito Santo le insegna questa grande arte comunicandole la sapienza…» (Martin Lutero, Commento al Magnificat, introduzione) «La Madonna è Sede della Sapienza, non perché ha parlato, non perché é stata un dottore della chiesa, non perché é stata seduta in cattedra, non perché ha fondato università; è sede della sapienza perché ha dato al mondo Cristo, la Sapienza incarnata. Ha operato un fatto. Così pure noi: avremo la sapienza se vivremo in modo che Gesù sia in noi, sia fra noi, ci sia di fatto». (Chiara Lubich, Una via nuova, Città Nuova, 2002, p.145) «Maria vive non da se stessa soltanto, ma da una profondità più profonda. Lo Spirito Santo in lei: da lui promana non solo suo Figlio, contenuto e frutto del suo essere; da lui promanano il compimento e la forma della sua stessa vita». (Klaus Hemmerle, Brücken zum credo, p. 265) (altro…)
Giu 15, 2016 | Chiesa, Focolari nel Mondo, Senza categoria, Spiritualità
La Lettera “Iuvenescit Ecclesia”, a firma del cardinale prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, Ludwig Müller, e dell’arcivescovo segretario, Luis Ladaria, approvata da papa Francesco, è rivolta ai vescovi della Chiesa cattolica e si sofferma “sulla relazione tra doni gerarchici e carismatici per la vita e la missione della Chiesa”. Inserita nel cammino della Chiesa “in uscita”, in questa fase nuova della sua storia, la Lettera è motivo di gioia e gratitudine per le nuove realtà ecclesiali di cui il Movimento dei Focolari è un’espressione. Quella reciprocità tra doni gerarchici e doni carismatici, cui la Lettera richiama, interpreta appieno l’esperienza che ha accompagnato i Focolari fino ad oggi. Esso si è trovato immerso nell’alveo delle «ondate di movimenti» suscitate dallo Spirito Santo per il rinnovamento della Chiesa in sinergia coi suoi Pastori, come ha affermato l’allora cardinale Ratzinger nel maggio 1998 in preparazione al Giubileo del 2000. Dalla “Iuvenescit Ecclesia” il Movimento dei Focolari si sente ulteriormente spronato a corrispondere con autenticità alla coessenzialità tra doni gerarchici e doni carismatici che S. Giovanni Paolo ll ha indicato, sulla scia del Concilio Vaticano II. Oggi tale coessenzialità appare più che mai necessaria alla vita e alla missione della Chiesa a servizio dell’umanità nelle sue attese, ferite e istanze, con l’obiettivo impegnativo ma realistico di edificare tutti insieme la civiltà dell’amore. Leggi il documento integrale Fonte: Servizio Informazione Focolari – SIF (altro…)
Dic 7, 2015 | Chiara Lubich, Spiritualità

(C) CSC Audiovisivi
«Abbiamo appena attraversato il traguardo del 60° anno di vita del nostro Movimento. Un traguardo straricco di doni più che preziosi: durante l’incontro delle focolarine a Castel Gandolfo, la vigilia, il 6 dicembre, un incoraggiamento caldo e sentito da parte di S.E. mons. Stanislaw Rylko, che ci rappresenta la Chiesa, con luminose parole sul nostro carisma. Poi, portatoci da lui, un lungo, paterno e affettuoso messaggio del Santo Padre. E, ancora, il 7, la sorpresa delle sorprese: un’inaspettata quanto gradita telefonata del Papa stesso nel mio focolare, con gli auguri riconoscenti per il nostro 60° anno di vita al servizio della Chiesa e dell’umanità. Che cosa ci dice tutto questo? Credo che abbiamo bisogno di tempo […] per meditare soprattutto le parole del Santo Padre nel suo messaggio, onde viverle, come, ad esempio, la nuova moderna definizione che egli dà della nostra vocazione: “apostoli del dialogo”, di cui a prima vista si intuiscono le molte implicazioni […]. Oggi sappiamo di trovarci di fronte ad un’Opera nuova che sessant’anni fa non c’era. Opera tante volte benedetta dai rappresentanti di Dio in terra (dagli ultimi Papi soprattutto), Opera che abbiamo visto nascere, crescere, svilupparsi su tutta la terra. Realtà ecclesiale di fronte alla quale noi focolarini – ben consci che il suo primo e principale autore è stato ed è lo Spirito Santo, di cui ci sentiamo collaboratori anche se indegni e imperfetti –, parafrasando il Cantico dei Cantici, ardiamo ripetere con gioia e gratitudine: “La nostra vigna, proprio la nostra, ci sta dinanzi. Possiamo contemplare i suoi tralci su tutta la terra e i grappoli che continuano a nutrire un popolo nuovo” (cf Ct 8, 12). E oggi, guardando indietro possiamo capire cosa poteva dirci, diversi decenni fa, quel 7 dicembre 1943, anno della nascita del nostro Movimento; afferma che un carisma dello Spirito Santo, una nuova luce, è scesa in quei giorni sulla terra, luce che nella mente di Dio doveva dissetare l’arsura di questo mondo con l’acqua della Sapienza, riscaldarlo con l’amore divino e dar così vita ad un popolo nuovo, nutrito dal Vangelo. Questo anzitutto. E, poiché Dio è concreto nel suo agire, ecco che ha provveduto subito ad assicurarsi il primo mattone per l’edificio: quest’Opera, che sarebbe stata utile al suo intento. E pensa di chiamare me, una ragazza qualunque; e di qui la mia consacrazione a Lui, il mio “sì” a Dio seguito ben presto da tanti altri “sì” di giovani donne e giovani uomini. Di luce, dunque, parla quel giorno e di donazioni di creature a Dio quali strumenti nelle sue mani per i suoi fini. Luce e donazione di sé a Dio, due parole estremamente utili allora, in quel tempo di smarrimento generale, di odio reciproco, di guerra. Tempo di tenebra, dove Dio pareva assente nel mondo con il suo amore, con la sua pace, con la sua gioia, con la sua guida, e sembrava che nessuno si interessasse di Lui. E luce e donazione di sé a Dio, due parole che anche oggi il Cielo vuole ripeterci, quando sul nostro pianeta si protraggono tante guerre e soprattutto, più spaventoso di tutte, è apparso il terrorismo. Luce che significa Verbo, Parola, Vangelo, ancora tanto poco conosciuto e soprattutto troppo poco vissuto. Donazioni a Dio oggi più che mai necessarie e opportune se, per le cause che animano il terrorismo, si arruolano uomini e donne pronti a dare la vita. Che deve essere allora di noi cristiani, seguaci di un Dio che è stato crocifisso e abbandonato, perché nasca un mondo nuovo, per la nostra salvezza e per quella Vita che non avrà tramonto?». Castel Gandolfo, 11 dicembre 2003 (7 DICEMBRE 1943 – 7 DICEMBRE 2003) Pubblicato in: Chiara Lubich, In unità verso il Padre, Roma 2004, p. 130-132. (altro…)
Apr 26, 2014 | Chiara Lubich, Chiesa, Focolari nel Mondo, Spiritualità
In occasione della canonizzazione di Karol Wojtyla e Angelo Roncalli pubblichiamo un video che ripercorre alcuni momenti storici di Giovanni Paolo II con il Movimento dei Focolari, raccolti in un breve video dono di Chiara Lubich al Santo Padre nel 2003, in occasione del 25° del suo Pontificato. Guarda anche : Due papi santi: Giovanni XXIII (altro…)