Nov 21, 2013 | Centro internazionale, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
IX Assemblea generale di Religioni per la pace (RFP), Vienna dal 20 al 22 novembre. Circa seicento delegati da tutte le parti del mondo, in rappresentanza di culture religiose che esprimono diversamente il loro anelito per l’Assoluto: baha’i, buddhisti, cristiani, ebrei, giainisti, hindù, religioni aborigeni e tradizionali, musulmani, sikh, shintoisti e zoroastriani. L’Assemblea è stata preceduta da una conferenza promossa dal King Abdullah Bin Abdulaziz International Centre for Interreligious and Intercultural Dialogue (KAICIID ). Si tratta del Centro internazionale per il dialogo interreligioso e culturale, fondato per iniziativa di Arabia Saudita, Spagna e Austria che vede anche il ruolo importante della Santa Sede come organismo fondatore, anche se a livello di osservatore. «Welcoming the other» (accogliere l’altro), il motto dell’IX Assemblea, si pone oggi come una sfida in un mondo dove, a causa dei processi migratori e della globalizzazione, ci si trova a confrontarsi con diversi popoli, culture, modi di credere, costumi sociali. Essa si propone, infatti, di contrastare la tendenza crescente di considerare il diverso con ostilità, attraverso la tolleranza e l’accoglienza dell’altro, facendo progredire così la dignità umana. Maria Voce, attuale presidente dei Focolari, è da quest’anno Co-Presidente del Consiglio Mondiale di RfP, insieme ad altri 49 rappresentanti di diverse religioni e culture, tra cui il Rev. Nichiko Niwano (buddista, Presidente della Rissho Kosei-kai, Giappone), il Rabbino David Rosen, (ebreo, Presidente del Comitato Ebraico Internazionale di Consultazione Interreligiosa), Mme. Cissé Hadja Mariama Sow (musulmana, Presidente delle Donne Musulmane della Guinea), Dr. Agnes R. Abuom, (anglicana, Comitato Esecutivo del Consiglio Mondiale delle Chiese, Kenya).
«Accogliere l’altro – una visione multireligiosa di pace… è un argomento di estrema attualità nel mondo d’oggi», ha detto nel suo intervento Maria Voce; ma ha sottolineato che «occorre la conversione del cuore… E qui si situa il ruolo cruciale delle religioni. Esse devono offrire dal profondo di se stesse la forza spirituale per condurre l’umanità alla solidarietà e alla pace; devono realizzare iniziative capaci di rinnovare le relazioni non solo a livello individuale ma anche tra persone diverse per razza, nazionalità, cultura». «Chiara Lubich, che rappresento oggi, – ha continuato la presidente – e che ha molto sostenuto Religions for Peace, ha speso tutta la vita per costruire l’unità della famiglia umana. Lei traeva questa ispirazione dalla preghiera di Gesù: “che tutti siano una cosa sola” (Gv 17,21). Sull’insegnamento e sull’esempio di Chiara, fin dagli inizi del Movimento, vediamo in ogni persona, nell’altro diverso da me, un compagno di viaggio, un fratello, senza il quale non possiamo presentarci a Dio. Chiara ci invita a: “Puntare sempre lo sguardo nell’unico Padre di tanti figli. Poi, guardare le creature tutte, come figli dell’unico Padre. (…) Tendere costantemente (…) alla fratellanza universale in un solo Padre: Dio”». E conclude, prima di offrire due efficaci testimonianze che confermano la convinzione di Chiara Lubich: «L’amore al prossimo affonda perciò la sua radice non in una filantropia qualsiasi, ma nel fatto che siamo tutti figli di un unico Padre. E, se siamo figli dello stesso Padre, siamo fratelli fra di noi». “Chiara Lubich e le religioni” sarà, inoltre, il tema del convegno previsto a marzo 2014 presso l’Università Urbaniana di Roma, in occasione del 6° anniversario della sua nascita al cielo. Religioni per la pace, nata come Conferenza mondiale delle religioni per la pace, opera dal 1970, per favorire processi di pace e trovare risposte alle questioni scottanti dell’umanità.
Ulteriori informazioni nell’Area Stampa: Focus: “Accogliere l’altro” per costruire la pace
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Nov 10, 2013 | Chiara Lubich, Cultura, Dialogo Interreligioso, Focolari nel Mondo, Spiritualità
“Mi accingo a scrivere questa biografia in punta di piedi, e non senza un certo timore” così inizia la prefazione Matilde Cocchiaro, autrice della biografia di Natalia Dallapiccola la prima a seguire Chiara Lubich. Nella storia dei Focolari, Natalia ha avuto un ruolo particolare, tanto da far dire a Chiara che, se non avesse trovato una persona come lei, già preparata da Dio, forse non avrebbe potuto mai dare inizio a una vita, così rivoluzionaria, basata sul Vangelo.Per il suo amore instancabile verso tutti, vissuto sempre con la radicalità degli inizi, Chiara l’aveva soprannominata “Anzolon” che, in dialetto trentino, significa “grande angelo”. Determinante il suo ruolo nella diffusione dell’ideale dell’unità nei Paesi del Blocco Comunista, l’allora Oltrecortina e nel campo del “Dialogo Interreligioso” per i quali ha speso talenti ed energia per 30 anni, fino agli ultimi giorni della sua vita terrena. Nichiko Niwano, presidente del movimento buddista giapponese Rissho Kosei-kai, nella prefazione afferma: “Natalia ha svolto per lunghi anni il compito di “finestra aperta” che ha legato noi con il Movimento dei Focolari… profondendo in esso le sue migliori risorse del cuore e della mente…. Recita un detto antico: “Conosci il passato e scoprirai il nuovo”. Significa: esamina la storia, studia attentamente la tradizione, ed otterrai una nuova saggezza. Pertanto, non desidero altro e mi auguro che questa biografia di Natalia diventi una preziosa guida nel cammino verso il futuro”. Alla sua partenza per il Cielo, il 1° aprile 2008, avvenuta solo 18 giorni dopo quella di Chiara, molti hanno avuto parole di gratitudine e vivo apprezzamento: “Tra me e Natalia – ha detto il Rabbino David Rosen di Gerusalemme – c’era un profondo legame. Custodirò per sempre come un tesoro il suo amabile e nobile spirito”. Dall’India, Shantilal Somaiya, Kala Acharya e Lalita Namjoshi, della Somaiya Bharatya (Indù): “Ricordiamo con grande riverenza la visita che ella fece al nostro istituto ed il suo stile silenzioso, ma così efficace nel portare avanti i nostri incontri di dialogo”. Da Skopje, Azir Semani, a nome degli amici musulmani della Macedonia, si rivolge direttamente a lei: “Grazie per la tua mano sempre protesa! …Noi abbiamo accolto pienamente il tuo invito: ‘Che tutti siano uno’. La voce di Dio per mezzo tuo è stata il richiamo d’amore e di fiducia per il quale noi musulmani siamo onorati di poter camminare insieme, verso il mondo unito. Che sia benedetto il tuo amore!”. Il Cardinale emerito di Praga, mons. Miloslav Vlk, che per tanti anni è stato responsabile dei Vescovi amici del Movimento dei Focolari, così testimonia: “Posso veramente dire che Natalia è stata madre dell’Ideale dell’unità per le nostre terre. Dalla sua vita, senza tanti discorsi, faceva trasparire la luce del carisma ricevuto da Chiara, che ci trasmetteva in tutta la sua profondità. Nel 1968 Natalia, trovandosi nelle montagne della Tatra, – continua il Cardinale – a circa 6 ore di distanza dalla Cechia, ha organizzato la prima Mariapoli; la veste ufficiale era una vacanza e, per evitare i controlli della polizia, si facevano lunghe camminate, poi ci si fermava e lei ci raccontava … La vita che ci presentava era genuina, vera; ognuno dei presenti restava colpito dalla sua semplicità tutta mariana. Il suo amore conquistava perché era naturale e soprannaturale insieme”.
“Natalia non ha lasciato una sua storia scritta, così com’era sempre protesa ad amare e a donarsi ad ogni prossimo – conclude l’autrice –. Ho cercato quindi di ricostruirla… insostituibile il contributo delle prime e dei primi focolarini che, insieme a lei, hanno vissuto con Chiara Lubich gli albori del Movimento. Ho potuto attingere, anche ad alcuni pensieri spirituali di Natalia, molto preziosi, scritti di suo pugno spesso su foglietti volanti o trasmessi a voce a chi lavorava con lei, raccolti poi dai testimoni oculari e ricostruiti con fedeltà” . (Matilde Cocchiaro, “Natalia: la prima compagna di Chiara Lubich”, Città Nuova Editrice, Roma, 2013. Collana Città Nuova Per). Per informazioni: 06.96522200 (Città Nuova Editrice). Email: info@focolare.org (altro…)
Ago 6, 2013 | Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Mario lavora da anni in un’azienda che ha assunto, soprattutto negli ultimi tempi, molti bengalesi. Racconta: «All’inizio non è stato facile, ma poi le cose sono andate meglio: loro si sono impegnati ad imparare bene il mestiere e sono stati aiutati quando la lingua era motivo di difficoltà. Beh, qualche diffidenza è rimasta, soprattutto in reparto». Mario non parla molto, ma osserva con attenzione le persone e riesce sempre a capire cosa pensano, coglie le loro difficoltà, ascolta con interesse e per questo è benvoluto dai compagni di lavoro. Poi un giorno una novità, che riguarda un compagno di lavoro, turba Mario e ne parla con Silvia, la moglie: «Hossain deve tornare per le ferie in Bangladesh e chiede che qualcuno lo accompagni, previa ricompensa, all’aeroporto. Sapessi quanti brontolii in fabbrica: gli altri criticano questa sua richiesta e dicono che se la cavi da solo, dovrebbero forse perdere un giorno di ferie per fargli questo piacere?». Mario è titubante e tossicchia un po’, mentre Silvia traffica con piatti e bicchieri, che tintinnano allegri fra la tavola e la dispensa. «Vai tu, se te la senti», consiglia la moglie. «Se fossi tu nel bisogno, saresti contento di trovare gente disponibile, no?». «Già, ci avevo pensato. È un viaggio un po’ lungo, ma non voglio farmi pagare le spese». «Fai bene, e non badare alle critiche degli altri». Arriva il giorno stabilito. Tutti salutano Hossain con una certa euforia e scherzano: «Non ti fidare di questo qua – dice qualcuno –, non si sa mai dove ti porta!». «Ma va… – chiarisce un altro – che tu non te la sei sentita di accompagnarlo e Mario sì, di lui io mi fiderei di certo!». Mario parte e lo accompagna, per gli oltre 200 chilometri previsti, e a Hossain, che vuole ricompensarlo per la giornata impiegata e l’uso dell’auto, ribadisce: «Non voglio niente, ti ho accompagnato volentieri e ti auguro buon viaggio. So che sarà faticoso, ma ti farà piacere vedere i tuoi figli e la tua gente!». Hossain è commosso, si vede, non se l’aspettava quel gesto di generosità! Un saluto frettoloso e, dopo le prassi d’imbarco, Mario riprende il viaggio di ritorno. Trascorre un mese circa. Un mese tranquillo, in cui spesso a pranzo si parla di Hossain e del prossimo rientro. «E come tornerà?», si chiedono in famiglia. Il ritorno è più sicuro, informa Mario, perché altri connazionali lo accompagneranno a casa. Quando Hossain rientra in fabbrica, Mario si aspetta di incontrarlo per sentire il racconto di un viaggio al di là dal mondo, così lontano e pur così vicino, dove la fatica quotidiana, spalla a spalla, può diventare anche condivisione delle fatiche emotive di lasciare e di ritrovare i propri familiari. Non deve attendere molto, e quando lo rintraccia lo vede emozionato e felice. Gli racconta del viaggio, della crescita dei figli, della festa con i parenti… Poi srotola davanti all’italiano un grande tappeto variopinto che ha sorvolato i continenti. Mario l’osserva incuriosito e non si aspetta certo di sentir dire: «Un tappeto per te». Mario sgrana gli occhi e già pensa allo stupore di Silvia: un regalo così non lo aveva mai ricevuto davvero! Sembra il tappeto volante delle storie di quando era bambino, quando sognava anche lui di volare sul tappeto magico in Paesi lontani: ecco, se chiude gli occhi, gli sembra proprio di aver sognato e invece il tappeto di Hossain è proprio lì, per dire un grazie e suggellare un’amicizia dal sapore di favola. Di Annamaria Gatti (altro…)
Feb 5, 2012 | Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Mi chiamo Vijaya Bhatia, sono di religione indù e aderisco allo spirito del Movimento dei focolari dal 1988. Il contatto con Chiara Lubich mi ha aiutato a capire meglio la mia religione. Mi ha reso più generosa nel condividere pensieri, beni materiali e tutto quello che ho, ma con mia sorpresa quando do qualcosa, mi ritorna il centuplo. L’ho sperimentato molte volte. Come quando ho dato a una signora due dei miei vestiti nuovi e il giorno dopo ho ricevuto tre abiti da miei parenti.
Nel 2005 la mia casa è stata sommersa dalle forti piogge. Rientrando, non sapevo cosa fare: non avevo abbastanza soldi per comprare una casa nuova! Pochi isolati più avanti c’era la casa di mia cugina, che aveva subito dei danni, anche se meno gravi. Ho pensato: non posso fare nulla per la mia casa, ma almeno posso aiutare lei. Così ho telefonato ad un paio di miei parenti invitandoli a contribuire: abbiamo raccolto 50, 000 rupie. Lei non poteva credere ai suoi occhi… e neanche io: dopo pochi giorni ho ricevuto da una fonte sconosciuta il doppio del denaro necessario per la mia casa! Una notte, durante la stagione invernale, ero nel mio letto al calduccio, quando mi sono resa conto che c’erano molti lavoratori a giornata che dormivano per strada al freddo. Non sono riuscita più a prendere sonno. Ho pensato alla regola d’oro: ‘Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te‘. Il giorno dopo sono andata a comprare le coperte per queste persone. Ho scelto quelle soffici e migliori, anziché quelle dure a buon mercato. Poi ho visto che c’erano anche molti bambini e ragazzini. Sono andata al negozio dove si rifornivano e ho chiesto al negoziante se avevano comprato il latte. Il proprietario mi ha detto che lo avevano comprato per i più piccoli, ma non per i bambini più grandi. Ho dato i soldi al proprietario del negozio in modo che potesse dare il latte a tutti. Questo va avanti adesso da oltre 3 anni.
Un giorno mi arriva una paziente, una donna indù che soffriva di depressione, con pressione alta insonnia, gonfiore ecc. Ascoltando la sua storia ho capito che i suoi problemi sono iniziati il giorno in cui sua figlia ha sposato un ragazzo musulmano. Da allora lei l’aveva rifiutata. Potevo capire la sofferenza di questa donna. Quando ero piccola abbiamo perso tutto in seguito alla divisione tra India e Pakistan. Abbiamo dovuto lasciare la nostra casa in Pakistan e venire in India. Ma io, con il tempo, ho capito che non possiamo vivere alimentando nel nostro cuore l’odio sperimentato in passato. Perciò ho spiegato a questa signora che da quando lei aveva seminato il seme dell’odio nella sua anima, il risultato è stato un albero di odio, causa principale di tutti i suoi problemi. Se avesse veramente voluto essere curata, doveva perdonare e seminare il seme dell’amore nel suo cuore. Credevo avesse capito, e le ho prescritto una medicina. Quando è tornata, era ancora con tutti i suoi problemi e ho capito che non aveva fatto nulla. Ho pensato allora di fare io la sua parte: ho preso il telefono, l’ho fatta parlare con sua figlia, per invitarla – lei e suo marito – a casa sua per cena la sera stessa. Dopo due mesi, essendo migliorato il rapporto con sua figlia e con il genero, sono migliorate anche le sue condizioni di salute. Un giorno ho avuto la grande gioia di vederli tutti insieme nella mia clinica: era come vedere un tassello vivente nel mosaico della ‘fratellanza universale’. Testimonianza raccontata durante il 4° Simposio Indù-Cristiano, Mumbai – 10/14 dicembre 2011 (altro…)
Dic 12, 2011 | Cultura, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Lonavla, località famosa per il suo clima piacevole sull’altipiano del Deccan, a circa due ore di auto da Mumbai. 60 studiosi sono lì per il IV Simposio indù-cristiano, un’iniziativa che ebbe luogo per la prima volta nel 2002 a Castelgandolfo, un anno dopo la visita di Chiara Lubich in India ed i suoi incontri nell’ambito accademico e gandhiano dell’immensa nazione asiatica. Si trattò di una prima assoluta. Il Movimento dei focolari, già allora attivo da decenni nel campo interreligioso, non aveva mai avuto modo di affrontare l’aspetto accademico e teologico fra seguaci di religioni e tradizioni diverse. Dal 2002 si sono susseguite, poi, iniziative accademiche con buddhisti, ebrei e musulmani, a Roma ed in diverse parti del mondo. La scoperta e la valorizzazione dell’ambito accademico nel settore del dialogo fra seguaci di fedi diverse, sebbene non debba diventare né prioritario né esclusivo, ha, tuttavia, acquisito sempre più un ruolo centrale per una vera conoscenza della spiritualità, della ritualità e dell’etica dell’altro. Il titolo dell’evento – Leggere, interpretare e vivere le Scritture per realizzare la pace e la fratellanza universale – offre spunti vitali, che, tuttavia, verranno approfonditi anche intellettualmente. Fra i cristiani, oltre a rappresentanti del Movimento dei focolari dell’India, saranno presenti membri della Scuola Abbà – il centro studi – e del Centro del Dialogo interreligioso dei Focolari. Da parte indù, i partecipanti saranno gandhiani, impegnati su una linea sociale e pratica, come pure professori universitari affiliati a diverse prestigiose università. (altro…)