Gen 15, 2011 | Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Chiara: «Sono ignorante, devo capire». Dr. Somaiya: «No, Chiara, l’ho capito dai tuoi occhi; ci sono dei leaders che sanno comunicare il loro pensiero. Tu hai un grande ideale. Una persona sola come te può muovere l’intera società. Tu sei una di queste pochissime persone. Nel nostro campus non tutti sono impegnati nella vera religione, perché ci manca una Chiara tra noi». Queste le battute che nel gennaio del 2001 hanno inaugurato un dialogo che ha aperto la grande amicizia fra il Dr. Shantilal Somaiya e Chiara Lubich. Ad un anno dalla scomparsa, l’industriale indiano è stato ricordato nei primi di gennaio all’interno del grande campus di Vidhyavihar alla periferia nord–orientale di Mumbai, nell’ambito del tradizionale convegno di dialogo interreligioso che il Somaiya Sanskriti Peetham organizza ogni anno. La Dr. Kala Acharya, direttrice del centro, ha desiderato che l’uomo d’affari indiano venisse ricordato nelle sue diverse sfaccettature, ma soprattutto come uomo del dialogo, aperto a culture e religioni. Per questo, l’intervento di apertura di Roberto Catalano, attuale corresponsabile del Centro del Dialogo interreligioso del Movimento dei Focolari, che nella sua quasi trentennale permanenza in India, era stato testimone del rapporto unico fra Somaiya e Chiara, ha ripercorso le tappe fondamentali di un’amicizia, che nel corso dei primi anni del nuovo millennio, ha dato vita a tre simposi indù cristiani di grande spessore culturale, ma anche di profonda spiritualità. Alla cerimonia – svoltasi a Mumbai all’inizio di gennaio 2011 – erano presenti il figlio Samir Somaiya, che ha assicurato il desiderio e l’impegno a continuare la missione del padre, non solo in ambito industriale ma anche culturale e di dialogo, la figlia Harinakshi, la moglie e diverse sorelle. Non mancavano membri del Movimento dei Focolari a testimonianza di un rapporto che continua. (altro…)
Lug 17, 2008 | Dialogo Interreligioso, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
Ciao! Mi chiamo Sandeep, sono nato e cresciuto a Bangalore in India. Sono cresciuto in una comunità Indù, secondo le tradizioni e i valori religiosi. La giornata comincia con le preghiere a Dio per darci le sue benedizioni, accendendo una lampada con olio ed incenso, e alla fine della giornata nello stesso modo rendiamo grazie a Dio. Ogni famiglia Indù ha il suo Dio. I miei genitori sono devoti a due Dei e per questo anch’io sono diventata loro devota. Facciamo alcune feste per ringraziare Dio e il Suo creato. Per esempio, all’inizio dell’anno celebriamo la raccolta dell’anno precedente e l’inizio di una nuova raccolta, con feste tradizionali e preparando piatti tipici per esempio nella festa di Pongal e Onam. Anche nella nostra vita quotidiana abbiamo l’abitudine di visitare i templi dei nostri dèi insieme alla nostra famiglia, per ristorare la nostra vita spirituale e il senso di unità sotto lo sguardo di Dio, facendo riferimento al nostro Libro Santo, il Bhagavad-Gita. I miei genitori tollerano le altre religioni, ma allo stesso tempo ne tengono le distanze; per esempio, avevano un’impressione sbagliata del cristianesimo a causa di alcune esperienze, tanto che dicevano: ‘Attenzione, i cristiani cercano di convertire le persone di altre fedi’. I miei però non si interessavano mai a sapere qual’era il motivo della conversione degli altri, che io stesso non capivo. Crescendo, accompagnavo ogni martedì mia zia e mia nonna in una Chiesa Cattolica dove offrivano le loro preghiere. Ho cominciato a capire sempre di più il Cristianesimo e le altre fedi e ho capito che siamo tutti figli di un unico Dio. Una volta al college ho prestato la mia chitarra ad un mio amico e dovevo riprenderla per le prove. Quando sono andato a prenderla lui mi ha chiesto se ero contento di incontrare i suoi amici e ho accettato. Valeva la pena incontrare questo gruppo di stranieri. Più tardi ho saputo che erano tutti giovani del Movimento dei Focolari e che avevano fatto la scelta di metter Dio al primo posto nella loro vita e che provavano a mettere in pratica in modo concreto il Cristianesimo, vivendo il Vangelo. Vedendo come vivevano sono stata stimolato a vivere meglio la mia fede: per esempio, come loro vivevano il Vangelo anch’io potevo mettere in pratica il Libro Santo e così capivo l’importanza di leggere il Gita. Ascoltare le esperienze di questi nuovi amici comunicate durante i nostri incontri, vederli andare a Messa ogni giorno, mi ricordava di offrire le mie preghiere insieme alla mia famiglia al tempio. Le preghiere che dicevano prima di mangiare mi ricordavano i versi dal Gita che recitavo nello stesso tempo nel mio cuore. In questo modo ho avuto l’opportunità di sperimentare il senso di solidarietà, unità, gioia e fraternità nella presenza di Dio tra di noi. L’esperienza di stare con questi Cristiani è stata unica. Mi ha insegnato a condividere e a ricambiare con amore incondizionato per avere così Dio in mezzo a noi in tutto quello che facciamo. Ma amare, voler bene e sforzarsi di vivere la volontà di Dio in ogni momento presente è molto impegnativo; nella mia vita quotidiana, per esempio al lavoro, non tutti si rendono conto che un piccolo gesto d’amore, come dire ciao, può fare una grande differenza e mettere il sorriso sul volto di qualcuno e farlo felice. Cerco di ascoltare i miei colleghi quando sono presi dal lavoro. Questo mi ha aiutato anche ad amare e mi ha portato a condividere umilmente l’Amore di Dio con tutti quelli che incontro. Per aiutarci a vivere la giornata secondo la Volontà di Dio, insieme ai miei amici scegliamo un pensiero per il giorno e proviamo a metterlo in pratica. Ogni giorno è nuovo ed è una nuova esperienza da raccontare. In più, ogni mese i miei amici Cristiani provano a vivere una frase del Vangelo durante tutto il mese. Questo mi aiuta a puntare sempre di più agli obiettivi della mia religione. Facendo questo sperimento una grande unità con i miei amici Cristiani. Adesso vorrei raccontarvi alcuni momenti ed esperienze su come cerco di metter in pratica l’amore verso tutti nella mia vita quotidiana. Comincio da casa dove, essendo figlio unico e stando spesso fuori di casa, i miei avevano sempre la paura di trovarmi nei guai. Più tardi la musica è diventata parte della mia vita e ho cominciato a fare nuovi amici, ma solo quelli che condividevano la mia stessa passione. Conoscendo di più lo stile di vita dei miei amici cristiani e conoscendo persone di varie comunità, le opinioni, i pensieri e le esperienze condivisi mi hanno aiutato a conoscere meglio la Regola d’Oro che è presente in tutte le religioni: “Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te…” per costruire l’unità dovunque sono. Così ho cominciato a stare di più a casa con i miei, aiutandoli nelle cose più semplici di ogni giorno. La gioia e il sorriso che emanavano mostravano il loro sollievo e la loro felicità mi faceva sentire che quella giornata era piena. In classe poi, con il mio amico cristiano, avevamo notato che la classe era divisa per gruppi che non si mischiavano per motivi di poco conto. Pian piano abbiamo preso l’iniziativa di costruire l’unità nella nostra classe. Nell’ultimo anno tutti si sono resi conto dell’importanza di essere uniti e ognuno faceva lo sforzo, anche nelle piccole cose, di aiutare ed amare gli altri concretamente. Ritornando ai miei genitori, che non capivano perché non perdessi neanche un incontro con i miei amici cristiani, ad un certo punto hanno cominciato a sospettare che mi fossi convertito. Più tardi però i miei amici sono venuti a casa mia e da quel momento i miei genitori si sono convinti che non c’era nessuna conversione. Anzi, erano contentissimi di lasciarmi fare parte del Movimento e hanno voluto conoscerlo di più attraverso di me. In effetti, all’inizio anch’io avevo esitato davanti a questo nuovo stile di vita perché si dava molta importanza alle scritture Cristiane. Ma poi ho capito che c’era tanta affinità con i principi Indù, e questo mi fa crescere nella conoscenza e nella fede della mia religione. Sopratutto ho capito l’importanza di non pensare a me stesso, ma di condividere sempre un amore incondizionato con gli altri. Questo ci fa fare l’esperienza di Dio in mezzo a noi; dobbiamo solo tenere in mente e vivere la regola d’Oro: “Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te”. (S. B. – Esperienza raccontata a Let’s connect, incontro interreligioso all’interno dello Youth Festival, Giornata Mondiale dei Giovani – Sidney 2008)
Giu 3, 2008 | Dialogo Interreligioso, Focolari nel Mondo
Si è concluso il 29 maggio il terzo Simposio Indù Cristiano organizzato dal Movimento dei Focolari con la partecipazione di 13 accademici indiani provenienti da diverse istituzioni (Bharatya Vidhya Bhavan, Mumbai Vidhyapeeth e Somaiya Sanskriti Peetham di Mumbai e Jawaharlal Nehru University di New Delhi) e studiosi del Movimento dei Focolari di diverse nazionalità e discipline. Durante i lavori del Simposio – dal titolo “Dio, Uomo e Natura nella prospettiva cristiana e in quella indù” – svoltosi presso il Centro Mariapoli di Castelgandolfo – si sono approfonditi testi sacri di entrambe le religioni ed esperienze di santi e di correnti di spiritualità con ampi e profondi riferimenti alla spiritualità di comunione ispirata da Chiara Lubich, che gli accademici indiani hanno ricordato con profonda commozione e con una visita sulla tomba, caratterizzata da momenti di intensa preghiera. Assai significativo l’incontro con Benedetto XVI che gli accademici hanno voluto salutare con la loro presenza all’udienza generale per poter “ricevere la sua benedizione nel loro impegno di dialogo”. Molto arricchente anche la presenza del Rav. Joseph Levi di Firenze che ha guidato i presenti ad approfondire il tema all’interno della Bibbia ebraica. “L’esperienza di questo simposio – ha sintetizzato il Prof. Suresh Uppadhyaya alla conclusione dei lavori – è stata una conferma che il nostro dialogo va avanti e che sta aprendo strade per la fratellanza universale.” Il Simposio ha concluso un’intera settimana ricca di avvenimenti. La delegazione indiana ha infatti visitato Trento, città natale di Chiara Lubich, dove è stata accolta dal Movimento dei Focolari, dal Sindaco Pacher e da altre personalità nel Salone di Rappresentanza del Palazzo Geremia. In tale occasione si è svolto un dibattito molto vivace sul tema: Da Trento al mondo e dal mondo a Trento: sentieri di fratellanza universale. “È stata l’esperienza di risalire verso Gangotri, la fonte del fiume Gange, sacro a noi indù” ha commentato la prof.ssa Lalita Namjoshi. Un commento molto significativo che ricorda il “Chi beve l’acqua pensa alla sorgente” spesso citato da Chiara Lubich. Il Prof. Uppadhyaya è intervenuto alla presentazione del libro di Chiara Lubich Erano i tempi di guerra, svoltasi a Firenze venerdì 23 maggio, mentre la delegazione ha trascorso due giorni nella cittadella internazionale di Loppiano. (altro…)
Set 16, 2007 | Chiara Lubich, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
E’ ben espresso nel titolo l’obiettivo del Simposio che vedrà riuniti per tre giorni, al Centro Mariapoli del Movimento dei Focolari a Castelgandolfo (Roma), esponenti di istituzioni accademiche e sociali gandhiane, quali il Movimento Sarvodaya Illakiya Pannai, lo Shanti Ashram, la Gandhigram Rural University, provenienti dal Tamil Nadu, al sud dell’India. La prima parte del Simposio offrirà uno scambio di proposte e concretizzazioni nei mondi della pedagogia, economia, politica, ecologia. Segnerà un ulteriore approfondimento di un cammino intrapreso da alcuni anni tra esponenti della cultura ispirata al Mahatma Gandhi e da quella ispirata al carisma dell’unità dei Focolari. I partecipanti, mercoledì prossimo, si recheranno in udienza dal Papa, dopo aver visitato il Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso. Seguiranno appuntamenti presso la cittadella dei Focolari di Loppiano e a Firenze, città che ha una particolare vocazione al dialogo interreligioso per la pace tra i popoli. Saranno presenti rappresentanti del Comune e della Regione Toscana.
Questi eventi testimonieranno che l’India, dove non mancano fenomeni di intolleranza religiosa, come emerge dalla cronaca delle persecuzioni verso cristiani e musulmani, è attraversata anche da una rete che unisce in un dialogo fraterno cristiani e indù, con incidenza nel campo sociale e culturale. Dal 20 al 23 settembre la delegazione indiana sarà presente in Toscana con un fitto programma: Scambio di esperienze sulla vita delle cittadelle dei Focolari e dello Shanti Ashram – presso la cittadella dei Focolari di Loppiano (Incisa Valdarno – Firenze) – dal 20 alla mattina del 21 settembre. Convegno su “La Città e la Pace” – Firenze, Cenacolo di S. Croce, 21 settembre, ore 17,30 – Promosso da: Movimento Politico per l’Unità (Focolari) – Centro Regionale Toscana, Centro Internazionale per Studenti Stranieri “Giorgio La Pira”, Associazione Giovani per un mondo Unito, con il patrocinio della Regione Toscana, della Provincia e del Comune di Firenze. Incontro con la Consulta regionale per il dialogo interreligioso e la pace tra le culture – Firenze, Presidenza della Giunta Regionale Toscana, via Cavour, 18 – 22 settembre, ore 10.00. (altro…)
Apr 21, 2004 | Dialogo Interreligioso
Al Centro Mariapoli di Castelgandolfo, dal 17 al 21 aprile si sono ritrovati per il secondo simposio indù-cristiano, i professori di Mumbai e di Goa, i dirigenti gandhiani dal Sud dell’India (che avevano partecipato al primo appuntamento di due anni fa) e per la prima volta altri professori indù da Nuova Delhi e dagli USA, e gandhiani da Madurai, con i responsabili di zona, i membri del Centro del dialogo interreligioso e della Scuola Abbà. L’argomento, scelto insieme, era: “Cammini spirituali nell’induismo e nel cristianesimo”. Chiara ha svolto il tema: “Dell’unione con Dio nel cristianesimo, e in particolare dell’unione con Dio in quei cristiani che seguono il carisma dell’unità.” “E’ il tema che quest’anno il nostro popolo vive”, ha aggiunto. E ha spiegato come si può raggiungere e percepire l’unione con Dio. Padre Jesús Castellano ha presentato il “castello interiore”, il cammino di perfezione descritto da santa Teresa di Gesù. E Il prof. Giuseppe Zanghì, ha proseguito con il castello esteriore, una via originale e evangelica aperta da Chiara, “via che non rinnega la precedente anzi la presuppone, ma la conduce al pieno compimento.” Da parte indù il dott. Somaiya ha fatto conoscere “la gloriosa tradizione dei santi in India, una storia di persone di Dio che hanno portato il messaggio di adorare l’Eterno e di aiutare la gente comune di tutte le caste a bruciarsi al sole del Divino Splendore.” La dott.ssa Kala Acharya ha parlato del “Namajapa”, recita dei nomi di divinità. “Nell’induismo è usanza popolare sedere in un tempio o in casa, tenendo nella mano destra un rosario con 108 grani e ripetere nomi sacri, quali Rama, Krishna e appellativi vari di divinità femminili. Questa pratica è nota con il nome di ‘Japa’ ed è un modo per meditare.” Vari interventi hanno poi presentato alcune vie spirituali nell’induismo e le loro applicazioni nei Movimenti gandhiani: lo Shanti Ashram rappresentato dalla sig.ra Minoti Aram, il Movimento Sarvodaya, ecc. Non è mancato un momento artistico: un concerto di pianoforte, molto apprezzato, di Enrico Pompili, di Milano. Chiara Lubich ha comunicato ai partecipanti anche alcuni dei doni di luce ricevuti da Dio sin dall’inizio del Movimento e nell’ultimo giorno ha risposto a varie domande. In un clima di profonda comunione, il simposio si è concluso con il proposito di continuare ad incontrarsi in altri simposi e portare al largo il messaggio della fratellanza di cui il mondo oggi ha urgente bisogno. Il prof. Ashok Vohra (professore di Filosofia all’università di Delhi) diceva: “Tutte le religioni in teoria – insisto in questo – parlano della fratellanza universale, di amare il prossimo, di amare l’umanità, ma il fatto che siano capaci di metterlo in pratica è un’altra cosa. Per questo penso che le leadership come quella di Chiara (…) ci vogliono, per mettere realmente in pratica quel precetto. Ho viaggiato il mondo intero (…) ma il tipo di amore, il tipo di interesse, il tipo di sentimento che ho trovato qui non l’ho mai trovato da nessuna parte.” Commentava il prof. Anantanand Rambachan degli USA: “Descrivendo la sua esperienza della natura, Chiara ci richiama anche a scoprire Dio nella creazione ed a sviluppare un rapporto di riverenza e di amore non soltanto verso gli altri esseri umani, che è certamente di profonda importanza, ma un amore che abbraccia anche l’intero creato.” I partecipanti al simposio hanno fatto una visita al Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, dove sono stati accolti dall’arcivescovo Michael Fitzgerald, presidente, e da mons. Felix Machado, sotto-segretario. Poi l’udienza col Papa e una foto con lui: molti erano commossi. (altro…)