7 Set 2014 | Focolari nel Mondo, Spiritualità
«E’ stato molto importante partecipare alla Mariapoli qui in Scozia (appuntamento annuale caratteristico del Movimento dei Focolari), prima del referendum sull’indipendenza – ha scritto un partecipante – Ho potuto ascoltare i diversi punti di vista. Spero e prego che possiamo restare uniti nell’amore». Se ne parla ancora poco, ma per quanto riguarda la Gran Bretagna l’appuntamento del 18 settembre è di quelli davvero importanti: il referendum sull’indipendenza della Scozia è infatti al centro delle attenzioni dell’opinione pubblica degli oltre 63 milioni di abitanti del Regno Unito. Il livello di guardia si sta alzando, col rischio di una seria spaccatura sociale. Per questo il tema dell’amore reciproco è risuonato per i 500 partecipanti alla Mariapoli di Perthshire (Scozia) dell’agosto scorso come una risposta e una speranza non solo per la vita di ciascuno, ma anche per le sfide sociali e politiche che il popolo si sta preparando ad affrontare prossimamente. E il mix di culture, popoli e condizioni tipico delle nostre società attuali, era più che mai rappresentato in Mariapoli: in coda verso il self-service dei pasti ci si poteva imbattere in un magistrato del Cheshire, in un rifugiato Copto Egiziano, un eco-attivista agnostico o un vescovo scozzese… Gli spunti di riflessione quotidiani sull’amore evangelico e le numerose storie e testimonianze condivise con apertura e sincerità hanno dato vita ad un dialogo ininterrotto tra i partecipanti di tutte le età e condizioni: giovani e famiglie, bambini e adulti, persone provenienti da diversi Paesi del mondo. «E’ questo poter stare con ogni tipo di persona, indipendentemente dall’età, una delle cose migliori della Mariapoli» – racconta Sam, 21 anni. Importante anche la presenza ecumenica grazie a quattro vescovi cattolici e un vescovo della vicina Chiesa Episcopaliana.
«Ascoltare le forti testimonianze di alcuni cristiani in Siria, o nella Repubblica Centro Africana, – racconta un’altra partecipante – ci hanno unito e dato la certezza che l’amore reciproco è la carta vincente anche nelle situazioni più dure. Per questo, nessuno di noi dimenticherà facilmente quell’acceso scambio di vedute sul prossimo referendum, attorno ad un tavolo da pranzo. Ci siamo lasciati con un proposito che aveva il sapore di un patto solenne: l’impegno condiviso di essere costruttori di pace e unità nelle nostre città perché Dio possa usare di noi per costruire una società nuova qui, in terra». (altro…)
2 Giu 2014 | Chiesa, Dialogo Interreligioso, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«Un sentito saluto dai quasi duecento partecipanti della nostra sesta Mariapoli in Myanmar! La maggioranza ha fatto lunghi viaggi per raggiungere il seminario di Taunggyi nelle montagne dell’Est del Paese: 12 ore di viaggio da Yangon, circa 20 ore per chi veniva dal sud, c’è chi ha camminato dal suo villaggio per ben 3 ore per raggiungere il pullman e poi continuare il viaggio per altre 10 ore». A scrivere dal Myanmar sono Vivienne e Roberto, a conclusione di alcuni giorni vissuti insieme a inizio maggio per la “Mariapoli”, appuntamento tipico dei Focolari, in cui persone di ogni età e condizione sociale, cercano di sperimentare la fraternità che nasce dal Vangelo, anche quando – come nel caso del Myanmar – non ci sono solo cristiani. “Eravamo cattolici, con una rappresentanza di cristiani di altre denominazioni e alcuni buddhisti”. “Il clima fresco di Taunggyi – continua la testimonianza – in contrasto con il caldo di 40 gradi di Yangon, ci ha già fatto sentire in un piccolo ‘paradiso’. Ma è stata soprattutto la temperatura del nostro amore reciproco – che si misurava con un termometro dei nostri “atti d’amore” personali e quelli ricevuti – che è cresciuta ogni giorno”. Ad aiutare nella preparazione e nello svolgimento sono arrivati alcuni focolarini dalla Thailandia, che in questi giorni sta vivendo momenti difficili per la tensione politica; e alcuni seminaristi che si trovavano lì in vacanza.
«Sono responsabile di un’associazione di mamme nel mio villaggio», racconta Felicita Khin San Moe. «Prima di venire c’era un problema perché alcuni membri litigavano tra loro. Durante questi tre giorni di Mariapoli ho cambiato idea. Ho deciso di chiedere scusa alle mamme al mio ritorno come segno d’amore». «Anche se sono della Chiesa Battista, penso di essere qui grazie a Maria, Madre nostra», dichiara il 19enne Eden Htoo. «Farò del mio meglio per fare crescere il seme dell’amore reciproco che è stato piantato nel mio cuore e per condividerlo anche con altri».
Michael confida che si è sentito «incoraggiato ad avere più rispetto per persone di altre religioni». E Paulina, 18 anni: «Mi è piaciuta la frase: “Se vuoi essere amata, devi amare per prima”. Non ho mai cercato di chiedere scusa dopo aver litigato con qualcuno, pensavo che sarebbe stato un colpo al mio ego. Ho capito che invece è importante anche chiedere scusa. Prima detestavo quelli che mi odiavano, ma adesso proverò a fare così: più mi detesteranno, più li amerò». Tra i partecipanti, anche il vescovo Mons. Matthias U Shwe che aveva conosciuto il Movimento dei Focolari ancora da seminarista, dai primi focolarini italiani passati in Myanmar nel 1966: «Ci ha sorpreso arrivando alcune ore prima della Messa di chiusura. Ci ha incoraggiato e spronato a tornare ancora l’anno prossimo. Siamo partiti pieni di gioia – concludono Vivienne e Roberto – e con il desiderio di portare nei nostri ambienti l’esperienza di unità vissuta in quei giorni».
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25 Nov 2013 | Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Bolívar, 3200 metri sul livello del mare. In questo paesino andino del Perù, lontano circa 25 ore di autobus da Lima, si é svolta per la prima volta la Mariapoli, nello scorso agosto 2013. “Un sogno che si è fatto realtà e che ci ha fatto sperimentare un amore speciale di Dio”, il commento di alcuni dei partecipanti. Per l’occasione, l’intero paese è stato coinvolto dalla novità dell’evento e coloro che provenivano da altre comunità sono stati ospiti degli abitanti. Impressionava vedere la dignità di queste persone, indossando vestiti tipici, i migliori che avevano, come nei giorni di festa. Alcuni dei 190 partecipanti, per poter partecipare con una quota, hanno messo in atto una pratica diffusa in quei luoghi, il “trueque” (interscambio di merci), contribuendo chi con due fascine di legna, chi con un sacco di patate o cipolle o altre verdure. La notevole presenza di giovani ed adolescenti – circa il 60% dei presenti – ha colorato le giornate in modo caratteristico. Scrivono Olga Maria e Walter, focolarini, che hanno partecipato all’organizzazione: “Quando abbiamo cominciato a cantare la prima canzone, pian piano si sono aggiunte alcune ragazze e alla fine tutta la sala partecipava e il palcoscenico era pieno di giovani e bambini felici”. Il programma era incentrato sull’arte di amare, con esempi ed esperienze di vita quotidiana. Un momento vissuto intensamente si è sviluppato attorno al tema del perdono, con una cerimonia penitenziale preceduta dalla lettura di uno scritto di Chiara Lubich.
L’ultimo giorno tutti, grandi e piccoli, hanno voluto comunicare per iscritto l’esperienza vissuta durante quei giorni. Laurita, quindicenne, scrive: “La Mariapoli per me è stata molto importante, perché abbiamo imparato ad amare, condividere, vedere nell’altro Gesù. Chiara ci insegna a vivere in famiglia”. Jhayro Jhulián, 7 anni: “D’ora in poi mi comporterò bene e ubbidirò ai miei genitori. Credo di più in Dio e andrò a Messa tutte le domeniche”. Deicy, 38 anni: “Questi giorni mi hanno aiutato a dare un nuovo corso alla mia vita, senza pensare solo ai miei problemi, ma puntando a servire gli altri e a seguire l’esempio di Gesù concretamente”. Edgar, 42 anni: “Ho imparato ad amare il prossimo e a perdonare. Mi sento più sereno e unito a Dio”. “Arrivando a Bolívar – concludono Olga Maria e Walter – ci era nata l’idea di disegnare sul muro della sala una grande città, nella quale, dopo ogni gesto d’amore compiuto dai partecipanti, si poteva dipingere un nuovo spazio. Al termine della Mariapoli la città era molto colorata e bella, frutto dell’amore reciproco che aveva contagiato tutti”. (altro…)
7 Set 2013 | Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Durante i mesi di luglio ed agosto, in tanti paesi dell’emisfero boreale si sono svolte le Mariapoli, appuntamento annuale caratteristico del Movimento dei Focolari. Per alcuni giorni adulti, giovani e bambini, persone delle più varie provenienze, si ritrovano con lo scopo di vivere un’esperienza di fraternità, alla luce dei valori universali del Vangelo. In certi paesi, hanno come linea guida la “regola d’oro” che invita a fare agli altri quello che si vorrebbe fosse fatto a sé. È il caso dell’Algeria, che ha vissuto la propria Mariapoli dal 4 al 6 luglio presso il “Centro Ulisse”, a Tlemcen, con l’originale e impegnativo titolo “L’altro è me”. La comunità del Movimento in Algeria è in gran parte di religione musulmana e la vicinanza con il Ramadan – che richiede un’accurata preparazione -, ha indotto l’organizzazione a svolgere una Mariapoli di soli tre giorni. Nonostante la brevità, i giorni sono stati vissuti in modo intenso, così da permettere di andare a fondo nella scoperta dell’amore al fratello, secondo la spiritualità dell’unità e anche secondo il Corano. Sempre di più le persone che hanno già partecipato alle mariapoli precedenti, desiderano far conoscere questa vita ai loro amici e parenti. E così quest’anno si è dovuto rifiutare alcune iscrizioni per mancanza di spazio. 140 i partecipanti, quasi tutti musulmani, provenienti da diversi punti dall’Algeria, compreso il Sahara. Tante famiglie e numerosi i giovani. Il contributo di questi ultimi è stato di grande rilievo sin dalla preparazione, dimostrando la loro adesione a questo ideale di fraternità.
Anche i ragazzi e i bambini presenti hanno potuto fare l’esperienza di cosa significa amare il prossimo: “Ho capito tutto il bene che può fare l’amore al fratello”; “Mi sono sentita sempre amata”, dicevano due di loro. Alcune famiglie alla loro prima Mariapoli, erano stupite davanti a questo grande ideale di fraternità: “Mi è sembrato di toccare Dio con mano in questi giorni”, commentava una partecipante. “Ho scoperto come amare Dio senza complicarsi la vita”; “Ho trovato una grande serenità”; “Siete la mia seconda famiglia”… Tante espressioni che manifestano la sete di una vita fraterna così necessaria per allentare le tensioni, specie in questo periodo. È stato quest’amore concreto al fratello che ha contributo alla formazione di una comunità in questo Paese, nella quale l’amore e il rispetto prevalgono sulle differenze di cultura, tradizioni e religione. (altro…)
18 Ago 2013 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Come in una rete colorata, tante città sono state idealmente unite dalle molte “mariapoli” tenutesi nei punti più diversi del pianeta. I noti appuntamenti annuali dei Focolari, si sono svolti dalla Sicilia alla Bolivia, dalla Macedonia agli Stati Uniti. Ogni mariapoli ha avuto caratteristiche e temi diversi, ma tutte con lo stesso spirito, basato sulla fraternità universale e la costruzione di una società migliore e più giusta. Alcuni flash: in Russia, a Celiabinsk, dietro gli Urali, la mariapoli è stata una grande famiglia, con la presenza di alcune persone diversamente abili, che si sono sentite “uguali” e hanno dato il loro contributo al programma in modo molto vivo. Dall’altro lato dell’oceano, a Chicago (USA), i nostri amici musulmani, nonostante fosse Ramadan, hanno viaggiato senza acqua e cibo per non rinunciare alla giornata dedicata al dialogo interreligioso dove, tra l’altro, si sono donate esperienze sull’amore al prossimo raccontate da alcune famiglie, tra cui una coppia musulmana e una in cui il marito è ebreo e la moglie cattolica. L’internazionalità e l’interconfessionalità sono state evidenti anche in Macedonia, dove il tema scelto per l’approfondimento “L’altro da me, un altro me“ ha subito alimentato la comunione fra tutti, tra giovani e adulti, tra musulmani, ortodossi e cattolici, tra macedoni e albanesi e anche con quanti arrivavano dal Kosovo. La splendida cornice naturale, le passeggiate e i giochi sportivi sono stati l’occasione per aprirsi ed entrare nelle diverse storie di vita.
Il motto che potrebbe sintetizzare la mariapoli della Lituania è stato invece: “Essere ponti”. Un primo ponte è stato costruito con la Siria, invitando tutti a pregare il time out per la pace ogni giorno, e a raccogliere fondi per quella popolazione in guerra; quasi 450 euro, (cifra pari alla quota di 11 partecipanti alla Mariapoli). Ma tanti nuovi ponti sono stati costruiti anche tra persone di diverse lingue e culture: erano presenti estoni, lettoni e lituani. Le barriere della lingua sono state superate usando il russo, che gli adulti hanno ancora in comune, mentre i giovani usano tra di loro l’inglese. Anche dall’altra parte del globo, in Indonesia, la barriera linguistica non ha frenato l’unità: indonesiano, cinese e inglese: sono state queste le lingue utilizzate dai 125 partecipanti alla Mariapoli di Yogyakarta. Un po’ in tutto il mondo si è, dunque, vissuta un’esperienza straordinaria, la stessa che si ripete quando alla base dei rapporti vi è l’amore evangelico. Infatti, in Argentina il motto della mariapoli è stato “Un’esperienza di società rinnovata”, a sottolineare che è possibile trasformare la società se si inizia da noi stessi, da quello che ci circonda, essendo fedeli nelle piccole cose. Dai bambini agli anziani, tutti hanno sperimentato le varie sfaccettature dell’amore: tangibile, gioioso, vero, concreto. (altro…)