6 Lug 2018 | Chiara Lubich, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Dopo aver ripercorso tratti della realtà giovanile degli anni ’80, l’uscita dal privato in seguito ai tumulti di piazza in diverse capitali mondiali, Chiara Lubich spiega come i giovani abbiano «creduto nella possibilità d’una rinascita del nostro pianeta e si sono rimboccate le maniche per portarvi il loro rimedio. E l’hanno fatto con una ricchezza d’iniziative incredibili». E continua: «Eccoli, infatti, percorrere le varie vie per raggiungere la meta d’un mondo unito: quella dell’unità fra le razze, dell’unità fra i popoli, la via dello sviluppo, dell’unità fra ricchi e poveri, dell’unità fra generazioni, fra nazioni in guerra per la pace, tra i fedeli di diverse religioni, fra l’uomo e la natura, fra persone di ideologie diverse, la via dell’unità con minoranze etniche, con i soli o con chi comunque soffre. […] Essi, senza rispetto umano, hanno riconosciuto in Gesù questa via – “Io sono la via” (Gv 14, 6) egli, infatti, ha detto e l’hanno percorsa cercando d’attuare alla lettera la sua dottrina mediante la pratica della Parola di Dio. […] Del resto di chi possono fidarsi meglio i giovani se non di lui? Essi tengono in cuore e propugnano ideali che solo lui può aiutare a realizzare. Amano, cercano, vogliono la libertà. E da chi meglio la possono ottenere se non da Gesù che ha detto: “Se rimanete fedeli alla mia parola (…) conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv 8, 31-32)? I giovani vogliono il rispetto della natura e combattono una battaglia, in molte nazioni, per salvare l’uomo dall’autodistruzione per inquinamento dell’ambiente. Chi può meglio rispondere a questo desiderio se non colui che ha creato la natura per l’uomo? I giovani amano, vogliono la pace. E da chi la possono avere più garantita se non sempre da lui che ha detto: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo io la do a voi” (Gv 14, 27)? I giovani vogliono rispettati i diritti umani. Cristo non è venuto in terra, forse, per annunziare proprio ai poveri la buona novella, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista, per rimettere in libertà gli oppressi (cf Lc 4, 18)? I giovani chiedono la giustizia sociale. Dove trovano meglio il coraggio per affrontare faccia a faccia contraddizioni, miserie e ipocrisie, piaghe aperte della società dei consumi se non in colui che chiama beato “… chi ha fame e sete di giustizia” (Mt 5, 6)? I giovani non amano le divisioni. Chi li può soddisfare più di colui che vede l’umanità una ed è venuto per abbattere steccati tra gruppi, minoranze, razze, popoli? I giovani sono attratti dalla non violenza. Dove possono trovare il loro ideale meglio incarnato se non in colui che ha detto di amare persino i propri nemici ed ha con ciò portato alle estreme conseguenze la non violenza? I giovani amano la solidarietà, la comunione di beni tra ricchi e poveri. Gesù che ha detto di dare a chi chiede e di non voltar le spalle a chi domanda un prestito, è modello per essi di solidarietà. E come i primi cristiani l’avevano capito nelle sue richieste, sì che nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, così i giovani trovano in Gesù soddisfatte tutte le loro esigenze. […] Sì, i giovani con Cristo, i giovani e Cristo, le vie e la Via: ecco i binomi che possono dar vera speranza. […] Andate avanti, carissimi giovani, con piena sicurezza. Andate avanti con perseveranza. Con le vostre azioni illuminate e con la vostra fede splendete dinanzi all’umanità che trascina spesso la propria esistenza nella mediocrità e nel non senso, e dimostrate come ogni disunità si può evitare ed ogni unità costruire. Dite a chiare note che quest’Ideale non è un’utopia. Che anzi solo chi ha grandi ideali fa la storia». (tratto da: Messaggio di Chiara Lubich al Genfest, Mollens, 24 marzo 1987 – Fonte: www.centrochiaralubich.org) Testo completo (altro…)
4 Lug 2018 | Focolari nel Mondo, Spiritualità
Caporeparto Il responsabile del nostro settore da qualche tempo sembrava un motore al massimo dell’accelerazione. Tutti cercavamo di evitarlo. Un giorno, parlando con mia nonna, lei mi racconta del nonno, che aveva attraversato un periodo di esaurimento durante il quale sembrava un cavallo senza freni. La guarigione era stata facilitata dall’atmosfera di serenità che la famiglia aveva saputo creargli intorno. Il giorno dopo ho raccolto colleghi e colleghe e ho proposto di aiutare il capo, cercando di ascoltarlo con serenità e di prevenirlo in ogni desiderio. Non tutti sono stati d’accordo, ma la maggioranza ha capito. Dopo qualche tempo il capo ci ha confidato le tragedie che stava vivendo in famiglia. E ci ha ringraziato dicendo: «Con il vostro aiuto non mi è venuta meno la speranza». C.M. – Spagna Cambiamento di rotta Avevo 61 anni quando ho conosciuto dei giovani impegnati a mettere in pratica il Vangelo. Mi stupiva la loro serenità e concordia. Ero stato marinaio e sapevo bene quanto fosse difficile vivere insieme. Questo mi ha convinto a volerne sapere di più, così ho comprato un Vangelo. Leggendolo per la prima volta, ho capito che dovevo cambiare rotta: non bastava essere onesti, non rubare, per sentirmi a posto. Dovevo anche amare gli altri, nessuno escluso. Questo ha comportato un cambiamento radicale nel modo di pensare e di essere, a cominciare dalla famiglia. Mentre infatti con le persone estranee ero tutto sorrisi e mi intrattenevo volentieri, in casa parlavo poco, il solo necessario, e anche in modo autoritario. G.– Italia Bullismo Ho sperimentato sulla mia pelle il bullismo. Quando ero un ragazzo, alcuni studenti della mia scuola avevano deciso di prendere a botte il primo con i capelli rossi che sarebbe andato verso i bagni. Ed ero passato io. Ora sono un insegnante. Un giorno, prima della lezione, un alunno viene a cercarmi in sala professori. Mi confida che è stato incaricato di tendere una trappola al suo migliore amico, e se non lo farà dovrà subire lui lo stesso trattamento. È spaventato e trema. Durante la lezione, racconto quello che era successo a me. Chiedo ai miei allievi come giudicano questo fatto e le mie parole sono seguite da parole e lunghi silenzi. Dopo qualche giorno vengo a sapere che la trappola non è più attuale. H.N. – Ungheria Il ritorno di papà La notizia che papà era tornato in Italia con la nuova moglie, per un periodo di vacanza, aveva sconvolto la vita di noi due sorelle. Dopo la separazione dei nostri genitori erano trascorsi anni difficili. Dal ritorno nel nostro Paese con la mamma, fino alla sua scomparsa, per un male incurabile. Il rapporto tra noi sorelle era sereno, ma l’annuncio dell’arrivo di papà riportava a galla sentimenti dimenticati e sofferenze sopite. “Non lo voglio vedere!” fu il primo impulso. Poi un pensiero: Dio, riscoperto come valore unico, ci ricordava di amare i nostri nemici. L’incontro con papà è andato bene, abbiamo cercato solo di amarlo. Un ponte tra noi è stato gettato. E.R. – Italia (altro…)
2 Lug 2018 | Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
Testa, cuore e mani in azione: ci rimbocchiamo le maniche, usando il cervello e mettendo in moto il cuore per le più diverse attività. Sport, musica, volontariato, arte, tempo libero e tante nuove amicizie all’insegna della Regola d’Oro: “Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te”. Sono i Cantieri dei Ragazzi per l’Unità che si moltiplicano ogni estate in tutta Italia. Partecipa anche tu! Vedi i luoghi e le date su Focolari Italia
1 Lug 2018 | Chiara Lubich, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
«Sguardi di luce. Fanno sempre bene, specie in un mondo dove ce ne sono pochi». Sono le prime battute che raccolgo da Anna, che si dichiara non credente, all’uscita dalla sala che quest’anno ha ospitato la prima Mariapoli del Piemonte. Sguardi di luce era il titolo della tre giorni vissuti da oltre 200 persone di ogni età e categoria sociale, provenienti da diverse città di questa regione. Luce scaturita da momenti di spiritualità e di condivisione, che ha illuminato temi caldi di attualità, come Europa, immigrazione, Medio Oriente, fine vita e cure palliative, alternati a programmi di relax, escursioni. Per rigenerare anima e corpo. Non solo. Sullo sfondo alquanto scuro delle sfide della vita pubblica e delle incertezze economiche e politiche, in un clima che fa apparire la fraternità un lusso per pochi, uno sguardo di luce ha illuminato anche la vita di Bra, città dalla storia antichissima, ma proiettata al futuro. Qui la fraternità, elevata a categoria politica, è iscritta da anni nello Statuto della città. E non è rimasta lettera morta. Due adolescenti, col supporto di un power point, la mostrano in atto, con uno slogan, “ColoriAmo” la città. Tante le iniziative, come dipingere le pareti della scuola o i muretti bistrattati della città, la raccolta delle “cicche” da terra, la ripulitura dalle erbacce, la visita agli anziani nei ricoveri. Per lasciare ovunque un segno di amore e contagiare gli altri della felicità che si sperimenta quando si mette in atto la rivoluzione del Vangelo. La stessa appresa da una cittadina onoraria di Bra, Chiara Lubich.
«Le iniziative di questi ragazzi – ha sottolineato Bruna Sibille, sindaca di Bra – hanno contaminato quelli che hanno qualche anno in più, altre comunità, come quella albanese, lavoratori del settore edile, gruppi di ortodossi, insieme al loro pope, un gruppo di rumeni e altre realtà dei quartieri. Nel prossimo mese di settembre – ha annunciato – prima dell’inizio delle scuole, ci ritroveremo per continuare a lavorare insieme». Uno dei punti programmatici alla base del suo mandato, che si sta per concludere, è stato “l’accrescimento della coesione sociale passando dall’idea di città all’idea di comunità inclusiva”. «I ragazzi sono stati un collante molto importante in questa direzione. Così – ha aggiunto – si mettono le basi per dare un segnale importante su come amministrare una città e formare le future generazioni di amministratori, in un momento in cui ci sono molti esempi negativi. Se si cura la propria città e il bene comune – ha concluso – si ha una città più sicura e si superano molti mali, che non sempre sono reali, ma virtuali, e ancor più difficili da vincere».
Carla Cotignoli
(altro…)