Mag 25, 2023 | Focolari nel Mondo, Sociale
L’ondata di maltempo che nelle ultime settimane si è riversata sull’Italia ha colpito nello specifico le regioni dell’ Emilia-Romagna e delle Marche. Ad oggi tantissime le persone che continuano a lavorare nel fango in sostegno di intere comunità sfollate che a causa dell’alluvione hanno perso tutto, come ci raccontano dall’Emilia-Romagna. Avviata anche una raccolta fondi da parte del Coordinamento Emergenze del Movimento dei Focolari. È emergenza climatica quella che ha colpito nelle ultime settimane Emilia-Romagna e Marche, due regioni del centro-nord Italia. Una catastrofe che, ad oggi, conta 15 vittime, circa 23.000 sfollati e diverse città messe completamente in ginocchio, sommerse dall’acqua a causa dei tanti fiumi esondati. Ingenti i danni alle abitazioni, ai mobili, alle automobili, così come quelli alle attività lavorative, allevamenti e colture. In Emilia-Romagna il centro più colpito finora è stato quello di Faenza che in una notte è finito quasi completamente sott’acqua per via della rottura degli argini di diversi fiumi.
“Diverse famiglie sono state evacuate- raccontano dalle comunità del Movimento dei Focolari della zona- in particolare una famiglia con tre bambini, tratti in salvo quando ormai l’acqua era arrivata al primo piano della loro abitazione. Questa stessa famiglia, il giorno dopo ha potuto, nonostante avesse perso tutto, mettere a disposizione il loro ristorante, attività di famiglia, raggiunto con i mezzi della protezione civile, preparando il pranzo caldo per centinaia di persone evacuate”. Una assistente sociale di Faenza, membro dei Focolari, racconta: “Giorni fa, di sera, sono stata in Comune, sede del Centro Operativo per l’emergenza. È stata un’esperienza difficilissima emotivamente. Se ci penso mi viene da piangere (…) chiedo a Gesù la forza per poter fare ciò che ė meglio per ogni persona”. In un’altra località, Cesena, il fiume Savio è esondato e le abitazioni attigue sono state allagate. Dove è stato possibile, e grazie ad una tregua della pioggia, i primi volontari hanno iniziato a lavorare. Nella città di Cesenatico la situazione è diventata problematica. Il mare ha invaso le spiagge, gli stabilimenti balneari e le strade. Nei dintorni di Bologna, invece, ci sono tanti piccoli paesi ancora allagati, le persone sono tutte sfollate. È crollato un ponte che ha completamente deviato verso l’interno il letto del fiume e “ci vorrà tempo – afferma chi si trova sul posto- ma gli aiuti saranno sicuramente necessari”. “L’acqua non viene assorbita dal terreno – raccontano da queste aree – continua a piovere e si muove come un’ondata e arriva, a seconda dei livelli del terreno, in modo imprevedibile”. Anche il sud della Romagna, tra Ravenna e Rimini, la situazione è precipitata così come nelle località di Russi e Lugo. Altri membri del Movimento dei Focolari ci fanno sapere: “Noi nella località di Bagnara di Romagna abbiamo avuto 20 cm al piano terra, garage e tavernetta sono pieni d’acqua. Ma stiamo bene”. Una catastrofe che, nonostante le enormi difficoltà ancora da fronteggiare, non ha frenato il desiderio di tante persone di agire concretamente per ricostruire. “Il bello- raccontano- è che una delle cose da gestire sono le innumerevoli disponibilità di aiuto che riceviamo. In molti offrono case e ospitalità e stiamo attivando una squadra che gestirà le domande e le numerose offerte. Anche la Comunità Islamica locale, in contatto con il Movimento dei Focolari ha dato disponibilità ad accogliere o a portare avanti delle azioni congiunte”. Continua anche la raccolta fondi straordinaria avviata dal Coordinamento Emergenze del Movimento dei Focolari a sostegno della popolazione di Emilia-Romagna e Marche, attraverso le ONLUS Azione per un Mondo Unito (AMU) e Azione per Famiglie Nuove (AFN). I contributi versati verranno gestiti congiuntamente da AMU e AFN per avviare azioni di ricostruzione. È possibile donare online sui siti: AMU: www.amu-it.eu/dona-online-3/ AFN: www.afnonlus.org/dona/ oppure attraverso bonifico sui seguenti conti correnti: Azione per un Mondo Unito ONLUS (AMU) IBAN: IT 58 S 05018 03200 000011204344 presso Banca Popolare Etica Codice SWIFT/BIC: ETICIT22XXX Azione per Famiglie Nuove ONLUS (AFN) IBAN: IT 92 J 05018 03200 000016978561 presso Banca Popolare Etica Codice SWIFT/BIC: ETICIT22XXX Causale: Emergenza Emilia-Romagna e Marche Per tali donazioni sono previsti benefici fiscali in molti Paesi dell’Unione Europea e in altri Paesi del mondo, secondo le diverse normative locali. I contribuenti italiani potranno ottenere deduzioni e detrazioni dal reddito, secondo la normativa prevista per le Onlus (altro…)
Mag 24, 2023 | Cultura, Nuove Generazioni, Sociale
Il Movimento dei Focolari mette in pratica i richiami ad una formazione integrale e permanente degli incaricati della formazione dei giovani espressi nella esortazione apostolica post sinodale “Christus Vivit” e nel documento finale dell’Assemblea dei Giovani dei Focolari FormaT è un progetto – nato nel 2019 – su richiesta dei giovani del Movimento dei Focolari per una formazione continua per i formatori delle nuove generazioni. Durante quell’anno una rappresentanza di giovani a livello internazionale si radunò a Roma per un’assemblea di lavoro. Tra le varie indicazioni emerse, due punti meritano una speciale attenzione: fornire ai formatori gli strumenti per accompagnare i giovani in modo integrale e/o aprirsi ad esperti, secondo necessità particolari o momenti della vita dei giovani e insegnare ai formatori anche l’uso di metodi e linguaggi innovativi e accattivanti per la comunicazione della vita e la trasmissione del carisma dell’unità, coinvolgendo i giovani nel dare il loro contributo e i loro feedback. I giovani chiedevano quindi di avere incaricati della formazione meglio formati, in modo da accompagnarli integralmente, con strumenti adatti ai tempi odierni e con l’uso di metodologie e linguaggi accessibili, aggiornati ed efficaci. Questo in piena sintonia con le istanze espresse anche durante il Sinodo dei Giovani, raccolte nell’Esortazione Apostolica post-sinodale “Christus Vivit”, come pure dal Patto Educativo Globale promosso da Papa Francesco. Nasce così il programma FormaT per offrire una risposta concreta alle esigenze dei giovani sparsi nei vari Paesi e della Chiesa. “Sapienza, passione, preghiera, creatività, apertura, disponibilità, ascolto e accompagnamento per amore. Sono parole incisive, essenziali, profonde! Basterebbero queste per capovolgere il nostro modo di formare ed accompagnare! – ha affermato Margaret Karram, Presidente dei Focolari durante la presentazione di FormaT a marzo 2023 -. Accompagnare e formare sono due aspetti di un’unica realtà, cioè ‘camminare’ insieme. Stare accanto ai giovani è prima di tutto una grande scuola di reciprocità, che ha il fondamento nel dono d’amore di sé, che apre all’altro braccia e cuore, in una dinamica relazionale che incoraggia la loro crescita a livello personale e in rapporto con gli altri. Se dedichiamo tempo e attenzione alle persone, chiunque esse siano, ci accorgeremo della loro sete di amore, di comprensione, di verità, di testimonianza nella quotidianità”. E Jésus Morán, Copresidente dei Focolari, in quella stessa occasione, ha osservato: “Ho avuto una lunga esperienza con giovani, ragazzi e ragazze: come professore di filosofia e religione, come assistente, come formatore nella pastorale universitaria. Ma prima ancora di questo sono stato un giovane del Movimento – nel mio caso un gen – che ha ricevuto una formazione. E ricordo bene quanto tempo hanno ‘perso’ con me i miei assistenti. Ore e ore di colloqui. (…) Un formatore deve essere una persona preparatissima, ma non deve fare leva sulla sua preparazione, ma sulla sua vita. (…) Dite che un formatore ha bisogno di tanta unione con Dio. Io lo personalizzerei un po’ di più: ha bisogno dell’umanità di Gesù, il suo cuore, la sua mente, le sue mani. A volte penso che a un buon formatore basterebbe l’eucaristia quotidiana. E poi lasciar fare a Lui.” Il modello ‘FormaT’ FormaT è un modello di formazione con 3 attributi espressi in 3 ‘T’: ‘T’ = trinitaria: formazione che abbia il timbro e lo stile dei rapporti di reciprocità che si ispirano alla vita di un Dio uno e trino. Si tratta di una formazione che mira all’ascolto, all’accoglienza, all’esperienza performativa e che abbia l’amore concreto e disinteressato (che genera la reciprocità) come regola di base; ‘T’ = integrale: formazione umana, spirituale, culturale, aperta ed inclusiva, che mira a fornire gli strumenti per affrontare le questioni calde oggi presenti e per crescere integralmente; ‘T’ = formazione non solo teorica ma performativa e attiva, che generi impatto positivo e cambiamenti in chi la riceve e nell’ambiente attorno. La metodologia di FormaT, prende spunto principale dalla ricchezza di vita e pensiero presente nella spiritualità dell’unità e dell’esperienza vissuta coi giovani sin dalla nascita del Movimento nel 1943, arricchendosi altrettanto dalle esperienze di ciascuno, in modo da tirar fuori i talenti nascosti negli incaricati della formazione e di non sprecare i doni presenti in quelli che “non vengono solitamente interpellati”. Si tratta di una metodologia inclusiva, esperienziale, rigenerante e performativa.
Lorenzo Russo
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Mag 23, 2023 | Cultura, Nuove Generazioni
Il 23 maggio 2023 è in arrivo il primo episodio di “Benedetti dubbi”, il nuovo podcast creato dai giovani del Movimento dei Focolari. Scopriamo insieme agli ideatori, Tommaso Bertolasi e Laura Salerno, come i dubbi possano essere davvero una “benedizione” per conoscere meglio noi stessi e gli altri. A cosa siamo chiamati? Quale la strada migliore da seguire dinanzi a uno dei tanti bivi che la vita ci mette davanti? Conosciamo noi stessi e, soprattutto, dove hanno nascosto l’antidoto contro le paure? Sono le domande, quelle che sommergono la nostra quotidianità, le protagoniste di “Benedetti dubbi”, il nuovo podcast pensato per i giovani e dai giovani, in uscita il 23 maggio in lingua italiana. Per saperne di più abbiamo pensato di intervistare gli ideatori di questo progetto, amici tra loro da tempo, Tommaso Bertolasi, ricercatore in filosofia presso l’Istituto Universitario Sophia (Loppiano – Firenze), e Laura Salerno, giovane del Movimento dei Focolari, studentessa di lettere e autrice.
Laura, come è iniziato questo percorso? Tutto è partito nel 2018. Sia io che Tommaso eravamo in Argentina e ci siamo incontrati ad un convegno per giovani del Movimento dei Focolari. Lui, in quanto filosofo, era stato chiamato come relatore per parlare di libertà. Io l’ho ascoltato e mi è piaciuto molto. Nel corso degli anni lui ha continuato a occuparsi di dialogare con e per i giovani, tanto che ha deciso di raccogliere alcuni dei contenuti in un libro, dal titolo “L’ultima ora della notte”, che uscirà per Città Nuova ad agosto 2023. E lì l’idea: “Ma se esce un libro, perché non fare anche un podcast che tratti gli stessi contenuti?” E così un po’ di mesi fa mi è arrivata una telefonata con la proposta di aiutarlo a dar vita a questo progetto. Tommaso, perché proprio un podcast? Le idee alle volte sono come un cocktail: vengono fuori dall’unione di varie cose. E con “Benedetti dubbi” è stato così. A un certo punto mi sono trovato tra le mani vario materiale che avevo preparato, spesso con i giovani, per incontri, laboratori e dialoghi. Di lì l’idea di non limitare allo spazio di un incontro temi importanti come libertà, scelte, fragilità, vocazione, ma di poterli offrire a tutti. Mi sembrava, però, che si potessero esplorare anche altri linguaggi e altri luoghi e così ecco il podcast. Avevo il desiderio di creare un format più adatto ai giovani, che ormai fanno fatica a leggere. O almeno, leggono dopo che li hai convinti che ne vale la pena. In tutto questo lavorio un ulteriore elemento è dato dalla GMG che ha dettato un po’ i tempi di questa operazione. Mi pareva bello che dal Movimento dei Focolari potesse uscire una proposta anche per chi si prepara ad andare a Lisbona. Uscirà sulle principali piattaforme per podcast (Spotify, Apple Podcast, Google Podcast) un episodio a settimana per 6 settimane. Laura, a che fascia di età è rivolto? Nello specifico abbiamo pensato al target 18-30 anni e per questo motivo le tematiche principali sono le domande, le fragilità, la libertà, le relazioni, la ricerca del proprio posto nel mondo. Tutto cercando di vedere il dubbio come una cosa positiva, come un trampolino per vivere più a fondo e con più consapevolezza quello che ci accade.
Tommaso, come avete stabilito gli argomenti da affrontare per ciascun episodio? La mia idea iniziale era quella di replicare i contenuti del libro, facendone un po’ una parafrasi. Lavorando con Laura, però, mi rendevo conto che le sue domande portavano la conversazione su altri territori, che i giovani a cui lei pensava erano anche i suoi compagni universitari che non necessariamente si riconoscono in un determinato credo religioso. Capivo che Laura aveva delle domande profonde che in parte erano sue, in parte rispecchiavano il suo mondo di relazioni: era da quelle domande che bisognava partire per intessere un discorso che puoi a fare giovani adulti. Quale è stata, per te, Laura, la puntata più complicata? Credo che la puntata più complicata sia stata la prima. Tutti e due eravamo un po’ emozionati, e poi dovevamo introdurre il podcast, far capire perché secondo noi è così importante farsi delle domande, senza però vivere nell’ansia e sommersi delle paranoie. Una cosa divertente è che, quando abbiamo registrato i primi episodi, io ero molto raffreddata e avevo avuto la febbre pochi giorni prima. Tutto capita sempre al momento giusto! Ma ce l’abbiamo fatta, anche grazie al super team che ci ha sostenuti durante la registrazione. Tommaso, che contributo ha lasciato la vostra esperienza personale nella realizzazione di questo percorso? Ho imparato molto da tutte le persone che con competenze diverse hanno lavorato a questo progetto. Davvero la realizzazione di “Benedetti dubbi” è stata un’operazione collettiva. Per essere aggiornati anche su altri progetti che già abbiamo in programma, rimanete collegati ai canali del Movimento dei Focolari. Ed aspettiamo anche i vostri feedback dopo l’ascolto, nei box su Spotify, sui nostri social (@Y4UW e Movimento_dei_focolari) o via mail (ufficio.comunicazione@focolare.org).
Maria Grazia Berretta
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Mag 19, 2023 | Centro internazionale, Focolari nel Mondo
Siamo arrivati alla tappa australiana del viaggio di Margaret Karram e Jesús Morán, Presidente e Copresidente dei Focolari, un continente con straordinarie ricchezze culturali ed una famiglia dei Focolari variegata e multiculturale.
Da Suva a Sydney
In questo viaggio Margaret Karram e Jesús Morán hanno coperto grandi distanze in ogni senso, basti pensare al “salto” dal Giappone alle Isole Fiji. Lo stesso è accaduto il 9 maggio scorso con il volo per l’Australia, dove i villaggi di pescatori della costa meridionale delle Fiji hanno lasciato il posto a quel gioiello scintillante che è la città di Sydney. Le luci del suo iconico porto risplendevano mentre il nostro aereo volteggiava sulla città, che mostrava orgogliosa la sua bellezza.
A darci il benvenuto in molte lingue, in questa metropoli multiculturale, c’era la variegata comunità locale dei Focolari. Provengono dalla Corea del Sud, dalle Filippine, dalla Cina, da Hong Kong, dal Libano, dal Sudan, dall’Iraq, dalla Siria, dal Bangladesh, dal Brasile e, naturalmente, dall’Australia. Sono cattolici, melchiti, caldei, anglicani; i focolari di Sydney seguono anche le città di Brisbane, la capitale australiana Canberra e le zone circostanti.
Incontro con l’arcivescovo di Canberra
Il contatto con la Chiesa locale è sempre una priorità di ogni tappa. In un incontro profondo e pieno di humor, monsignor Christopher Prowse, attuale Arcivescovo di Canberra, ha messo in luce la vita di Mary MacKillop, la prima santa australiana. “Se fosse viva oggi, si sentirebbe molto a suo agio con i Focolari”, ha detto l’Arcivescovo, evidenziando il suo lavoro per il dialogo tra le religioni. Ci ha portato sulla sua tomba e ha pregato affinché, come lei, il carisma dell’unità possa fiorire come una rosa e diffondere il suo profumo in questa terra.
L’arte, porta aperta sulla cultura aborigena
L’arte apre sempre una finestra importante su una cultura indigena, ma per comprendere cosa si sta osservando, la presenza di una guida è fondamentale. Ad accompagnarci ad una mostra di arte aborigena contemporanea presso la Galleria d’arte del New South Wales c’è Alexandra Gaffikin, volontaria inglese che vive a Sydney, con una vasta esperienza nel settore dei musei e del patrimonio culturale.
Le pitture su corteccia, ad esempio, rappresentano storie, ma anche mappe, atti di proprietà e regolamenti. Possono essere tridimensionali, con sotto strati che rivelano persino fonti d’acqua sotterranee. Nella cultura aborigena queste opere d’arte, che originariamente erano dipinte sul corpo umano, sono collezioni viventi che si tramandano da millenni.
Una visita a Sydney
Nonostante gli impegni prefissati, Margaret Karram e Jesús Morán sono riusciti a ritagliarsi anche un po’ di tempo per visitare Sydney, salendo su uno dei tanti traghetti verso “Circular Quay” e l’iconica Opera House. La vista è spettacolare!
Culture diverse, la novità di camminare insieme
Questa visita è stata un’opportunità per i focolarini di tutta la regione – provenienti anche da Perth, Wellington in Nuova Zelanda e dalle Fiji – di ritrovarsi per alcune sessioni significative. È un tempo di riorganizzazione per il Movimento e, di conseguenza, culture molto diverse (si pensi a Corea, Giappone e l’area di lingua cinese, per esempio) si ritrovano a collaborare direttamente.
“Penso che finora non abbiamo capito gli aspetti positivi di tutto ciò, anche se il processo non è stato facile. Credo che vedremo le conseguenze tra qualche anno perché ci sta aiutando ad abbattere davvero tutte le barriere… prima di tutto nei nostri cuori, e le barriere tra le nazioni…
“Se vogliamo avere la pace, dobbiamo averla prima di tutto tra noi focolarini e nelle comunità. Dobbiamo guardare agli altri Paesi come fossero il nostro Paese e scoprire che possiamo essere questa “famiglia collegata (…)”.
“Non dobbiamo dare agli altri la nostra ricchezza, ma aiutarli a scoprire la loro”.
Margaret Karram
Una presenza speciale, nonostante le sfide della salute
Un momento particolarmente significativo è stato quello in cui tre focolarine sposate, gravemente malate, hanno potuto salutare tutti a distanza.
“Voglio solo assicurarvi la mia unità – ha detto una di loro. – Mi ero prenotata ed ero pronta a venire, ma ho dovuto cambiare programma, perché Dio aveva in serbo qualcosa di diverso per me”.
“È bello perché sento che sono dove Dio vuole che sia, anche se non è dove io vorrei essere”, ha detto un’altra.
Fisicamente non posso correre, – ha detto la terza – ma dentro di me ho una gran voglia di farlo, sono così emozionata. L’entusiasmo non ha età”.
Il benvenuto dell’Australia
La cultura aborigena in Australia è la più antica ed ininterrotta al mondo e risale ad almeno 60.000 anni fa. Il protocollo corretto per qualsiasi evento o incontro in Australia prevede di iniziare con il “benvenuto nel Paese” da parte di un anziano aborigeno, ovvero un riconoscimento formale dei custodi tradizionali di questa terra.
Quando la comunità dei Focolari si è riunita da tutta l’Australia, abbiamo avuto il privilegio di avere tra noi Ali Golding, conosciuta come “zia Ali”, che ha dato il benvenuto a tutti. È un’anziana del popolo Biripi, cresciuta in una missione aborigena. Per oltre 20 anni ha vissuto poi in un sobborgo di Sydney e negli anni ’80, Ali è stata una delle prime assistenti educative aborigene. Nel 2004 ha conseguito il diploma in Teologia.
Ha partecipato a diversi forum locali, nazionali e internazionali, tra cui il New South Wales Reconciliation Council e l’Australians for Native Title and Reconciliation. Un grande contributo per la comprensione e l’approfondimento della cultura e della storia indigena.
La presenza di Ali al nostro evento ha certamente rafforzato l’apprezzamento per questo “tesoro nazionale” e per il ricco patrimonio aborigeno. “È stata una delle accoglienze più sentite che abbia mai sperimentato – ha detto Ali Golding -. Qui ho sentito lo spirito del Creatore”.
Il miglior incontro di tutto il viaggio (finora)
Margaret Karram e Jesús Morán hanno avuto un incontro dinamico e profondo con quasi 30 giovani. Quando è stato chiesto loro di parlare delle sfide, non si sono tirati indietro, ma hanno parlato apertamente dell’indifferenza che affrontano tutti i giorni con i loro coetanei. Non sono molti e le distanze sono enormi.
Margaret Karram ha raccontato i suoi primi anni di vita gen ad Haifa con la sorella e di come abbiano iniziato in pochi, ricevendo il giornale “Gen” per posta. Era orgogliosa di come avevano iniziato e diceva di esserlo in egual modo dei presenti per essere andati avanti nella loro vita gen.
Anche Jesús Morán ha incoraggiato i giovani, rassicurandoli che è positivo condividere le loro difficoltà. “Questo è stato il miglior incontro di tutto il viaggio – ha detto alla fine -. Mi è piaciuto molto”.
Una ricca esperienza
Intervistati su come vivono il dialogo e la fraternità in situazioni di conflitto, Rita Moussallem e Antonio Salimbeni, Consiglieri al Centro Internazionale per l’Asia e l’Oceania, hanno attinto dalla loro esperienza personale.
“Nella mia esperienza di dialogo con persone di altre religioni ho capito che siamo insieme a camminare verso Dio”, ha detto Antonio. E Rita: “Il dialogo è un incontro. Ciò che è veramente importante è incontrare l’altro e scoprire che l’amore scaccia la paura”.
Imparare il “bodysurf” (spirituale)
Il surf è uno degli sport nazionali in Australia ed è molto praticato anche sulla costa di Sydney, con giovani e meno giovani che indossando la muta, prendono la tavola per andare a caccia di onde. Anche il “bodysurfing” è molto diffuso; le persone cavalcano le onde dell’oceano anche senza tavola. Uno spettacolo straordinario!
Ma per arrivare dove ci sono le onde migliori, bisogna prima affrontare quelle potenti che ci arrivano contro: quelle che non vorremmo cavalcare, quelle per cui non siamo pronti.
“Qualcuno mi ha spiegato la dinamica di questo sport e subito mi è venuto in mente il nostro amore per Gesù abbandonato” ha detto Margaret.
Quelli che praticano bodysurfing si immergono in profondità, sotto le onde in arrivo che non vogliono cavalcare, talmente in basso da poter toccare la sabbia sul fondo. In questo modo, evitano di essere travolti dalla potenza dell’oceano. Una volta che l’onda è passata, tornano in superficie per trovare un’onda da cavalcare.
“Come loro non combattono le onde, allo stesso modo non si ‘combattono le prove’, ma si va in fondo al cuore, riconoscendo Gesù in ogni dolore e, continuando ad amarlo si risale, trovando la luce attraverso l’amore”
T. M. Hartmann
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