Gen 16, 2013 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
«Quando ho sentito dell’iniziativa di indire le elezioni per il Sindaco junior della mia città, mi sono proposta come candidata. Ero entusiasta di poter fare qualcosa e testimoniare il mio ideale di vivere per un mondo unito. Subito ci siamo ritrovati con alcuni amici ed è nato l’IPIF, “Insieme per il futuro”, il nostro partito. Abbiamo creato il programma, il logo e poi è partita la campagna elettorale. Eravamo in 9 candidati. Ero sicura che alla fine, a prescindere se fossi stata eletta, avrei imparato molte cose sia nell’ambito politico sia nella tensione a vedere Gesù nell’altro [Mt 25,40 ndr], anche se in ‘concorrenza’ con me. Soprattutto, desideravo provare a vivere con i miei compagni, alcuni dei quali non credenti, un’esperienza con lo ‘stile dell’unità’. Finalmente è arrivato il giorno delle votazioni, ma il mio pensiero non era rivolto ai voti che avrei avuto, perché ero colma di gioia nel vedere tutti i candidati scherzare insieme: era un’atmosfera così diversa da quella che di solito vediamo in queste circostanze! Solo in due avevamo ottenuto la maggioranza dei voti e addirittura io ne avevo ottenuti cinque in più rispetto all’altro candidato. Ero soddisfatta, perché solo da un anno mi ero trasferita in città.
Essendo minima la differenza, siamo andati al ballottaggio ed il mio compagno è risultato vincitore. Anche se ad alcuni può sembrare strano, ero felice per lui. La competizione era stata una sfida sana, essendo riusciti sia nelle riunioni, che nella campagna elettorale, ad aiutarci a vicenda, senza che l’uno si mettesse in mostra a scapito dell’altro, anzi, scambiandoci idee utili. Alla fine sono stata nominata presidente del Consiglio. Ancora oggi, vi è la massima collaborazione tra tutti e non si fa distinzione tra maggioranza e minoranza, ma insieme si è uniti per realizzare ciò che è importante per noi e per la nostra scuola. Incontrando poi il Sindaco ‘adulto’ abbiamo visto come le idee di noi ragazzi siano importanti per contribuire a migliorare la città! La nostra richiesta, infatti, di avviare la raccolta differenziata è stata presa in considerazione ed è già in atto». (E. – Italia) (altro…)
Gen 10, 2013 | Cultura
Da qualche giorno alcuni organi di informazione mettono in luce la presenza del Movimento dei Focolari ora in una lista, ora in un’altra, lasciando ipotizzare una scelta di campo dei Focolari stessi a favore di una compagine in lizza per le prossime elezioni politiche nazionali. La storia e la natura del Movimento dei Focolari – caratterizzato da una forte impronta spirituale comunitaria – comprovano che non è nel suo stile compiere opzioni partitiche. Altra cosa sono invece le scelte dei propri aderenti, liberi nella loro autonomia di maturare personali decisioni di impegno e di servizio negli ambiti più diversi, non ultimo quello politico, alla luce e in virtù anche del percorso formativo compiuto in seno ai Focolari. Tanto più in questo momento in cui perdura la crisi dei partiti e resta elevato il rischio di un fortissimo astensionismo. Proprio con il contributo di persone di differenti orientamenti politico-partitici – che collaborano assieme per attuare la fraternità universale come categoria politica in vista del bene comune – opera il Movimento politico per l’unità, fondato da Chiara Lubich. Da alcuni decenni perciò appartenenti al Movimento dei Focolari sono attivi nei diversi partiti – sia in Italia, sia in altri Paesi – a seguito di scelte personali e autonome senza impegnare in alcun modo il Movimento dei Focolari, assumendosi ogni responsabilità – com’è nella logica di ogni opzione individuale – per tutte le decisioni maturate, inclusa la partecipazione come candidati alla presente tornata elettorale. Fonte: Comunicato Stampa – Servizio Informazione Focolari – Italia (altro…)
Ott 18, 2012 | Cultura, Focolari nel Mondo, Senza categoria
Alla fine di settembre, a Salta (nel nord dell’Argentina), si è firmato l’accordo fra l’Università Cattolica di Salta (UCASAL) ed il Movimento Politci per l’Unitá (MPPU) argentino, grazie al quale nasce la Cattedra Libera: “Società, Politica e Fraternità”.
Il rettore dell’università, José Antonio Manzaráz, ha sottolineato che, per la ubicazione di Salta nel Nordovest argentino, “è necessario pensare di più a una politica migliore”. In un’atmosfera gioiosa, c’era la convinzione di star dando un passo rilevante verso la realizzazione del fine stesso dell’Università: contribuire a formare un pensiero capace, non soltanto di interpretare ma anche di dare risposte alle problematiche locali, partecipando
responsabilmente a politiche pubbliche e alla formazione di giovani con un maggiore impegno politico.
L’inaugurazione della Cattedra è iniziata con la partecipazione e l’apporto degli studenti in Arti e Musica; quindi, le parole del vice rettore Francisco Núñez circa la possibilità che offre la Cattedra Libera, grazie al sostegno e l’esperienza del MPPU, al dialogo fra vita politica e università. Un video ha sintetizzato le origini del MPPU, la cui sorgente spirituale prende ispirazione dal pensiero di Chiara Lubich, il suo sviluppo in Argentina e gli obiettivi della Cattedra Libera.
La Dott.sa Cecilia Di Lascio, presidente del MPPU, ha poi presentato le fondamenta della proposta della fraternità nella sua dimensione universale, con il conseguente rafforzamento della vocazione politica e la trasformazione dello stile di gestione e il fine ultimo dell’esercizio del potere. Ha poi precisato che il MPPU è un laboratorio dove il pensiero e la vita politica si alimentano reciprocamente rafforzando l’impegno comune nel cercare di dare risposte alle gravi sfide di frammentazione ed esclusione delle nostre società.
Non sono mancate le testimonianze di coloro che hanno concluso la scuola di formazione sociale e politica del MPPU. Al termine, la Dott.sa Verónica López, direttrice della Cattedra Libera, ha parlato della partecipazione e del consolidamento della vita pubblica del MPPU a Salta: sia nella costruzione del dialogo e incontro fra diversi attori, sia nel dibattito sulle problematiche centrali della vita politica; la formazione dei giovani e la promozione alla partecipazione dei cittadini attraverso
forum di dialogo fra politici. La Dott.sa ha poi concluso presentando le specializzazioni del 2012-2013 il cui asse ruoterà attorno lo sviluppo locale in prospettiva fraterna; gli attori principali: i docenti, i ricercatori della Rete Universitaria per lo Studio della Fraternità (RUEF), sindaci, ex-sindaci, legislatori e i funzionari pubblici del MPPU dell’Argentina, i quali grazie alla loro gestione guidata dal paradigma della fraternità, possano illuminare nuovi spazi e metodi di gestione di politiche pubbliche, insieme ai docenti dell’UCASAL.
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Ott 1, 2012 | Cultura
Politica e diritto, Istituzioni e Codici scritti, ma anche relazioni tra esseri umani. Vivere governandosi attraverso leggi condivise è difficile, ma inevitabile. Lo riassume bene la figura di Caino: egli rifiutò suo fratello; ma fu poi il fondatore, nella tradizione biblica, della prima città, nella quale la convivenza fraterna era resa possibile attraverso la legge. Il libro costituisce uno dei frutti più maturi delle ricerche sulla fraternità, mettendo al centro dell’interesse la fraternità intesa come principio relazionale. I contributi affrontano le prospettive diverse e complementari del dibattito contemporaneo. Antonio Maria Baggio è professore di Filosofia politica all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano, dove coordina il Dipartimento di Studi politici. Nell’ambito delle ricerche sulla fraternità in politica ha curato diversi volumi, tra i quali: Il principio dimenticato. La fraternità nella riflessione politologica contemporanea, Roma 2007; La fraternidad en perspectiva política. Exigencias, recursos, definiciones del principio olvidado, Buenos Aires 2009. Contributi di Antonio Maria Baggio – Adriana Cosseddu – Paolo Giusta – Rodrigo Mardones – Antonio Márquez Prieto La collana IDEE / POLITICA, sotto la direzione di Antonio Maria Baggio, intende offrire al pensiero politologico un contributo di riflessione ispirato alla cultura della fraternità, coinvolgendo esponenti significativi del dibattito contemporaneo. Della stessa collana:
- Filippo Pizzolato – Il principio costituzionale di fraternità – Itinerario di ricerca a partire dalla Costituzione Italiana
- A.Marzanati / A.Mattioni (ed.) – La fraternità come principio del diritto pubblico
- A.M. Baggio (ed.) – Il principio dimenticato – La fraternità nella riflessione politologica contemporanea
Ordinazioni: Citta’ Nuova Editrice (altro…)
Set 20, 2012 | Centro internazionale, Cultura, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Non si regge una società senza giustizia; pure, per la società vale ancora di più la carità, che supera la giustizia senza annullarla. La giustizia fonda la società, la carità la nutrisce; una è il cervello, l’altra è il cuore; uno lo scheletro, l’altra il sangue. Roma col suo diritto arrivò molto innanzi nel cammino della civiltà: – dà a ciascuno il suo -; ma non arrivò dove giunse Cristo, che disse: – dà agli altri anche il tuo -. La giustizia dice: – non rubare la roba altrui -. La carità intima: – dà a chi ha bisogno la roba tua -. Cioè con la giustizia diamo ad altri ciò che è loro; con la carità ad essi diamo anche quello che è nostro. È quindi non solo un ristabilimento dell’equilibrio preesistente o presupposto, ma un accrescimento e miglioramento di esso, verso un’equità a cui il diritto non arriva. Un padrone che dà all’operaio la mercede pattuita, resta nella giustizia; ma se al salario, che è insufficiente alla famiglia, aggiunge più di quanto ha pattuito, entra nella carità. Quella non toglie: ma questa aggiunge. Insomma nel diritto, come è codificato e come è inteso, si può morire di fame e d’abbandono; nella carità no: finché c’è uno che mangia e vive, dà del suo pane e del suo aiuto anche agli altri. E se la forza della giustizia tiene gli uomini al loro posto freddamente, come articoli in casella, la forza della carità li lega in una solidarietà familiare, rompendo i setti divisori e facendo circolare calore e sorriso. Forza espansiva e coesiva, più ricca e più nutriente della giustizia, la carità non si contenta di mantenere ciascuno al suo posto nel mondo, essa tende a fare nel mondo un posto per tutti – una famiglia – sempre aperta e pronta a ricreare le fonti della vita e della speranza. Perciò mentre la Giustizia fu rappresentata con le bilance in mano e la benda agli occhi, la Carità ha invece gli occhi bene aperti per vedere anche dove lo sguardo dei distratti e dei felici non arriva; e non sta a misurare quello che dà, e offre a piene mani, senza ragionar troppo sui meriti della persona – del fratello – a cui dà. Questo servizio – questo prodigarsi per i fratelli, questo trasferire loro la nostra fortuna, le nostre forze e il nostro sangue, sì da far della nostra vita la loro vita – al solito, nella identificazione cristiana, è un servizio reso, attraverso i fratelli, a Cristo stesso; e – per la reversibilità del corpo mistico – un servizio, il più vero, il più cospicuo, reso a noi stessi. Facciamo i nostri interessi facendo gli interessi degli altri: servendo. Il padre serve i figli, il cittadino serve la comunità, il prete serve i fedeli, chi comanda serve chi obbedisce, e così via; e tutti siam serviti da Cristo, che dà la vita per tutti. Questo amore nasce nell’ordine della grazia: ma lì non si ferma. Si è cristiani, si è fratelli, si è nella Chiesa, sempre: quindi ogni società, anche civile, anche economica, se composta di cristiani, è inclusa in questo ciclo del divino, e ne beneficia. Animata dalla carità, semplifica i propri problemi umani e cospira alla soluzione dei problemi eterni. Questa è la carità vista come grande virtù sociale. E Cristo è un debitore il quale paga il cento per uno. Può dare un’eternità per una modesta – e magari sudicia – carta moneta.
La società cristiana, Città Nuova, 2010, pp.98-101.
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