20 Giu 2014 | Chiesa, Cultura, Famiglie, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Sociale
«Ad Ascoli Piceno, città del Centro Italia, i Focolari sono presenti in numerose parrocchie della città, in molti organismi ecclesiali, oltre che in tanti ambienti della vita professionale e civica. Tanti nostri concittadini hanno conosciuto l’Ideale dell’unità, infatti, negli incontri proposti dal Movimento diocesano dei Focolari. Sogniamo la nostra come una città fraterna, guardiamo innanzitutto alle relazioni che la animano, al bene che vi circola, all’impegno profuso da tanti in diversi settori e ne restiamo meravigliati. Cerchiamo di tessere una rete di relazioni tra persone, tra istituzioni laiche e religiose, associazioni, movimenti, mettendone in luce il loro specifico al fine di realizzare il bene comune. La città diventa laboratorio di fraternità. A questo scopo abbiamo costituito una associazione che già nel titolo dice il nostro obiettivo “Amolamiacittà” onlus. Intorno ad essa si costituisce un consenso “trasversale” tra associazioni e movimenti della società civile che iniziano con noi a lavorare per la fraternità. Anche le istituzioni pubbliche iniziano a collaborare con noi attraverso questo nuovo strumento di cui ci siamo dotati. Numerose sono le iniziative che prendono vita, coinvolgendo le diverse realtà ecclesiali presenti in città, insieme agli appartenenti al Movimento e tanti cittadini. Come la “Settimana Mondo Unito” dei giovani, le “Fiere primavera” dei ragazzi, le “Festa della fantasia”, durante il periodo del Carnevale, la “Settimana della famiglia”, “Città sul palco”, con il coinvolgimento delle scuole delle diverse arti presenti in città, le vacanze sulla neve “Inscieme è meglio”, la “Stanza delle meraviglie”, nella quale la bellezza profondamente condivisa, diviene “luogo” di conoscenza delle meraviglie del mondo. Il progetto “E per scuola… la città”, le campagne contro il gioco d’azzardo, il “Capodanno di tutti”, forse una vera icona di tutto il progetto “Amo-la-mia-città”. Nel Capodanno, infatti, vediamo la città fraterna che vorremmo, caratterizzata dal senso di famiglia che rende vicine le distanze, lontane le paure e belle le diversità. Un frutto di tutta questa vita che inonda la città lo viviamo nel 2009 quando il premio “Chiara Lubich per la fraternità” viene conferito ad Ascoli Piceno per il progetto “Amo-la-mia-città”. Il Consiglio comunale, negli interventi esprime il desiderio che il conferimento del premio segni un nuovo modo di lavorare per la città, una “compromissione” delle posizioni personali e di partito in vista del bene comune. La città di Ascoli è conosciuta anche per il prezioso pizzo a tombolo, che si costruisce intrecciando insieme tanti fili sottili da mani esperte che a volte diventano veri capolavori. Sentiamo che legati dall’amore reciproco possiamo tessere tanti legami di fraternità con tutti e contribuire ad aprire la nostra città al mondo unito». (R.C. Ascoli Piceno) (altro…)
19 Giu 2014 | Dialogo Interreligioso, Focolari nel Mondo
«Eccoci a Qum, la capitale religiosa dell’Islam sciita iraniano. Una città che si descrive con alcune cifre: poco meno di un milione di abitanti, centinaia di università, istituzioni accademiche, seminari religiosi, fra cui spicca quello femminile che arriva a 12 mila studentesse. Ci sono circa quarantamila studenti di Corano e di altri aspetti dell’Islam. La prima mattinata in questa “città santa”, si conclude con un momento di grande spiritualità ed intenso coinvolgimento emotivo proprio in questo luogo. Ci avviamo ad entrare in quello che tutti considerano uno dei luoghi più visitati della tradizione sciita nel mondo: il santuario intitolato a Fatima Masumah, donna morta molto giovane, non ancora trentenne e, neanche ancora sposata. Fatima era la sorella dell’Imam Ali ibn Musa Rida (l’ottavo imam, secondo la tradizione sciita) e la figlia del settimo Imam (Musa al Kdhim). La tradizione di questa parte dell’Islam considera spesso le donne come sante, soprattutto quanto sono parenti di uno degli imam. Qui le nostre guide, gentilissime e che si esprimono in perfetto inglese, ci dicono che si arriva a 15 milioni di pellegrini all’anno. Quello che più colpisce in questo ambiente è la fede, la spiritualità e la profondità del senso del sacro. Vivere una giornata in questo ambiente, significa immergersi nel mondo della mistica e dello spirito al di là delle parole e di quanto si vede e si tocca: lo si sperimenta! Serenità e pace: l’Iran che non ti aspetteresti. È serena la vita austera e impegnata di Qum, dove l’impegno a conoscere, a studiare, a seguire la via della sapienza islamica e delle sue leggi, occupa mente e cuore delle persone con evidenti riflessi sociali. È impressionante il numero di biblioteche, ma anche di librerie. La gente le affolla! Ripercorro con il pensiero quanto i media in Europa ci propinano di questo popolo, gli stereotipi, gli sguardi truci dei loro leader. È tutto possibile, certo, ma sperimentare la vita qui è ben altra cosa. Il contatto ti sbriciola questi stereotipi. Sinceramente, raramente ho trovato questa pace e serenità. Capisco perché la mistica sufi (ndr, da “sufismo”, ovvero la dimensione misticadell’Islam) ha trovato fra gli antenati di questa gente la sua radice (ndr: tanti grandi poeti mistici dell’Islam sunnita sono persiani). Al termine della giornata, nel caldo sole di Qum che in estate porterà la temperatura fino a 45-50 gradi, c’è nel cuore la coscienza che la mistica e la spiritualità salvano davvero l’umanità e rappresentano la possibilità di incontro fra le diverse tradizioni religiose». Fonte: blog di Roberto Catalano (altro…)
16 Giu 2014 | Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Senza categoria
«Dopo un intenso anno di collaborazione e di conoscenza reciproca con i nostri amici musulmani della moschea di Harlem – scrivono alcuni membri della comunità dei Focolari di New York –, lo scorso 29 maggio abbiamo realizzato l’incontro noto come “Our Journey towards the Excellence of the Human Family” (ndr, “Il nostro viaggio verso una nuova umanità”)». Prima di raccontare ai 200 partecipanti il percorso fatto insieme in tutti questi anni, i giovani musulmani e quelli del Movimento dei Focolari hanno recitato il patto di rispetto, fraternità e amore scambievole, che è alla base di questo camminare insieme. “È stato molto potente – racconta Lumi – vedere la convinzione di questi giovani che prendevano con responsabilità e serietà la consegna di costruire la fratellanza universale, rifacendosi al patto stretto tra Chiara Lubich e W. D. Mohammed». Nel maggio del 1997 si è aperta, infatti, negli Stati Uniti una nuova pagina nelle relazioni tra cristiani e musulmani. Chiara Lubich, donna cristiana, era stata invitata dall’Imam W. D. Mohammed, leader carismatico di musulmani afro-americani, a rivolgere il suo messaggio ai fedeli riuniti nella Moschea di Malcolm X, che sorge nel quartiere di Harlem. Alla conclusione di quella speciale giornata, l’Imam affermò: “Oggi qui ad Harlem, New York, si è scritta una pagina di storia”. Fu allora che i due leader strinsero quel patto di fraternità. Mentre scorrevano le immagini con la storia del cammino percorso fino ad oggi, per qualcuno è stato come “rivivere la potenza di quello straordinario incontro del ’97 nella mia moschea; il mio augurio è che insieme manteniamo accesa questa fiamma che può dare luce a tanti…”. Per tanti, invece, è stata una scoperta conoscere le origini, ma anche lo sviluppo di questa originale esperienza di fraternità tra afro-americani musulmani e cristiani americani.
Le espressioni dei partecipanti parlano da sé: “Mi ha colpito l’aria di famiglia e di riconciliazione tra alcuni musulmani di comunità diverse”. “Dobbiamo continuare a lavorare insieme, perché questo non è un rapporto superficiale e apre alla speranza”. “Abbiamo avuto la netta impressione che le parole di Chiara e dell’Imam erano più vive che mai, profezia di un miracolo che continua!”. Padre McWeeney, direttore del dialogo interreligioso dell’arcidiocesi di New York, portando il saluto del Cardinale Dolan ha sottolineato che Chiara e l’Imam W.D. hanno fatto quel patto “per sempre”, invitando a trasmettere questa esperienza ai giovani. Oggi negli USA, sono coinvolte più di 40 moschee e comunità dei Focolari che svolgono con regolarità incontri di comunità cristiane e musulmane, bianchi e neri, che mirano a costruire la fraternità; uno spirito di fratellanza che si rende concreto in diverse iniziative a favore della propria città e quartiere. (altro…)
12 Giu 2014 | Cultura, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
Burundi «Nel 1994 quest’area subì eventi drammatici – raccontano gli operatori di AMU –: la popolazione fu coinvolta in omicidi, rappresaglie, furti, distruzioni massicce di case e beni. Le condizioni di vita e di igiene sono tuttora molto deplorevoli, e più colpite sono soprattutto le donne ed i bambini. Le famiglie vulnerabili di queste municipalità sono molto numerose e tanti loro bambini non vanno a scuola; spesso sono formate da donne sole con figli, indebolite da anni di guerra e di privazioni, e non hanno risorse di alcun tipo, senza prospettive di miglioramento». Nel corso del 2014, è stato avviato insieme all’associazione “partner” CASOBU un nuovo progetto nell’area metropolitana di Bujumbura, in collaborazione con l’Associazione Uomo Mondo di Treviso (Italia) e con il cofinanziamento della Regione italiana Veneto. Nell’elaborazione del progetto, in dialogo con i beneficiari, le istituzioni ed il personale di CASOBU, si sono focalizzati alcuni bisogni come prioritari; ad essi si cercherà di rispondere con una serie di attività a favore di 250 famiglie vulnerabili, per un totale di 1.500 persone.
Camerun. Si è conclusa la costruzione del pozzo d’acqua a Nega (Camerun), diventato un luogo di incontro e di condivisione. «Si può dire che tutti, grandi, piccoli ed anziani hanno partecipato alla costruzione del pozzo – AMU Notizie n. 4/2013) – attraverso la mano d’opera e il trasporto delle pietre e della sabbia. Un piccolo contributo annuale per la manutenzione è inoltre richiesto ad ogni famiglia e viene dato secondo le possibilità di ognuno, grazie alla vendita del cacao o di altri prodotti coltivati. Questo coinvolgimento diretto fa sì che tutti sentano il pozzo come proprio: un bene da tutelare». In precedenza gli abitanti del villaggio erano stati informati e formati, attraverso incontri della comunità, su come avere cura del pozzo e usare l’acqua con responsabilità. Il pozzo, inoltre, è stato costruito in un punto di passaggio, così i viaggiatori possono usufruirne. Don Simon Pierre, sacerdote della parrocchia, scrive: «Senza esagerare possiamo dire che la costruzione del pozzo ha portato frutti visibili nel villaggio. Tutti bevono acqua potabile e quindi c’è un miglioramento sul piano della salute; per esempio sono diminuite le persone con dolori addominali. Il pozzo è divenuto un luogo di incontro e di condivisione tra le persone e questo contribuisce ad unire la comunità». Fonte: AMU Notizie n. 2/2014 (altro…)
11 Giu 2014 | Cultura, Ecumenismo, Famiglie, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Sociale, Spiritualità
Primi anni ’60. La Sicilia era molto lontana da Trento, sembrava irraggiungibile. Eppure fin da quegli anni, con un primo gruppo di focolarini, la spiritualità dell’unità si diffonde nell’isola all’estremo sud dell’Italia, in molte città. Fra queste Scicli, in provincia di Ragusa, 25mila abitanti, gioiello barocco dichiarato patrimonio dell’umanità. Un paese, che come Agrigento, Pozzallo, e altri che sentiamo nominare per gli sbarchi dei migranti dal nord Africa, si affaccia sul Canale di Sicilia e si trova al centro del nuovo flusso migratorio di questi anni. La gente di lì è per natura accogliente, ma l’invito di Gesù del “Che tutti siano uno” (Gv. 17,21) e i suggerimenti di Chiara Lubich sulla via da percorrere per chi vuole conquistare a Dio la propria città, spronano, negli anni, la comunità sciclitana dei Focolari a cogliere tutte le occasioni per andare incontro a tanti: dialogo con cristiani appartenenti ad altre chiese, sostegno a giovani immigrati, capodanno alternativo per non lasciare nessuno da solo, lezioni di italiano, un centro diurno di accoglienza per i bambini animato dai ragazzi, una mensa diventata progetto (“Una tavola, una famiglia”) e altro ancora.
“Nella nostra città vivono fratelli appartenenti alla Chiesa Metodista”, racconta Ignazio Ventura, di Scicli. Già negli anni ’90 nasce con loro un profondo dialogo fatto di comunione, di scambio di idee. Decidiamo insieme di realizzare una mensa settimanale per i numerosi immigrati presenti nella nostra città”. “Hichem e Samia, sono una giovane coppia tunisina da poco a Scicli. Li sosteniamo nel metter su la loro modesta casetta. Con preoccupazione per la precarietà economica, ci confidano che aspettano un bambino, ed è l’amore concreto di tanti che li rassicura nel portare avanti la gravidanza. La nascita di Deyssem, dopo i primi attimi di gioia, si trasforma in una preoccupante corsa contro il tempo, a causa di una malformazione: bisogna intervenire entro poche ore! Ci troviamo al loro fianco in questo delicato momento. Bisogna organizzare il trasferimento a Roma. Una persona della comunità si offre per accompagnare il bambino e il suo papà. L’intervento ha pieno successo e il piccolo è salvo!”. In quel periodo, insieme ad altre istituzioni si dà vita al centro di accoglienza interculturale: “La Sorgente”, e si risponde all’appello del Comune di impartire lezioni di lingua italiana ai giovani immigrati: tre volte alla settimana, per due anni consecutivi. Ne nasce uno spettacolo in cui i giovani Nord-africani e di Scicli danno il meglio di sé.
Ispirandosi al ‘Manifesto’ che Chiara consegna alle nuove generazioni – “Una città non basta” – dal 2005 i Ragazzi per l’Unità si prendono cura dei bambini ospiti in un centro diurno di accoglienza, tenuto da Suore. Qui i bambini – che vivono situazioni particolari – pranzano e trascorrono i pomeriggi. Si stabiliscono i turni per trascorrere insieme a loro momenti di gioco e per i compiti. L’assistente sociale e la psicologa, affermano che la presenza dei Ragazzi per l’Unità è molto importante per i bambini. Nel 2006 viene chiesto alle famiglie dei Focolari di contribuire alla formazione delle famiglie dei bambini del Centro. Famiglie albanesi, con cultura e religione diversa, famiglie divise con genitori in carcere o agli arresti domiciliari… “La nostra vicinanza al Centro e alle Suore ci ha offerto tante opportunità, in un rapporto di reciproco aiuto e sostegno, anche quando non si poteva far altro che ascoltare o accogliere le loro sofferenze. Nasce così il progetto “Una tavola, una famiglia”: una mensa per una sessantina di persone, una domenica al mese”. “Stiamo sperimentando – conclude Ignazio – che lo spirito di famiglia si realizza al di là di ogni barriera culturale. È proprio vero, donandosi agli altri, si sperimenta la pace dell’anima, la libertà dei figli di Dio”. (altro…)