Ago 2, 2016 | Chiara Lubich, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
«È stato per tantissime persone vero testimone della misericordia infinita di Dio – scrive Maria Voce ai membri del Movimento –, che ora certamente sperimenta in pienezza». Nato a Pistoia, l’8 settembre 1926, è venuto a contatto con il Movimento nascente nel dicembre del 1949, in occasione di una visita di Graziella De Luca – anche lei tra le prime focolarine – nella sua città per incontrare Pasquale Foresi. Viene ordinato sacerdote nel 1978, e adempie tanti compiti nel Movimento, ma “una delle grazie più grandi che ho avuto – dirà – è stata quella di condividere l’incarico dell’aspetto dell’Economia e Lavoro per più di 30 anni, con Giosi Guella, una persona eccezionale; e sperimentare l’intervento costante della Provvidenza che mi faceva sentire che siamo nelle mani di Dio”.

Bruno Venturini (terzo da destra) è stato sempre molto vicino a Chiara Lubich.
È sempre molto vicino a Chiara Lubich, in particolare negli ultimi anni della sua vita, nei quali Bruno celebra ogni mattina la messa nella cappella in casa di Chiara. Un’esperienza che lo porta ad “una nuova intimità con Gesù”, come confida a qualcuno. Bruno aveva un’anima grande, capace di accogliere e di ascoltare fino in fondo chiunque, con un cuore ricco di misericordia; questa sua caratteristica viene anche sottolineata dalla presidente dei Focolari nell’indicare la concomitanza della sua scomparsa con “il giorno del perdono di Assisi”. I funerali si svolgeranno domani 3 agosto alle ore 16,30 al Centro internazionale di Castel Gandolfo. (altro…)
Feb 6, 2016 | Chiesa, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«Promotore di fattiva comunione tra i diversi gruppi e realtà associative», con la sua «sensibilità sociale, intelligenza e amore» si è fatto «interprete degli auspici del card. Benelli e di Chiara Lubich» per la realizzazione, alla fine degli anni ‘70 a Firenze, del Centro Internazionale Studenti Giorgio La Pira. A descrivere così un tratto importante della sua storia è l’Arcivescovo di Firenze, card. Giuseppe Betori. Giorgio Martelli, nativo di Pistoia, in Toscana, ha infatti dato un contributo decisivo per la nascita di questa opera, in collaborazione tra l’arcidiocesi Fiorentina e il Movimento dei Focolari, e che a tutt’oggi prosegue il suo impegno verso «giovani provenienti da tutte le nazioni del mondo, specie quelle in via di sviluppo, favorendone l’accoglienza fraterna e promuovendo il dialogo tra persone di ogni cultura e credo». Ma quella del Centro La Pira è una tra le varie storie importanti che si intrecciano con la vita di Turnea (questo il nome indicato da Chiara Lubich per sintetizzare la sua figura: Turris Eburnea, Torre d’Avorio, riprendendo una delle litanie mariane). Nato da una famiglia operaia, Turnea è educato ad una fede semplice, rettitudine, e sete di giustizia. Da giovane è impegnato nell’Azione Cattolica dove riceve una più solida formazione cristiana. Durante la guerra, insieme al padre, subisce due rastrellamenti che lo portano ai lavori forzati, dai quali riuscirà a fuggire. Dopo la guerra inizia a lavorare nel sindacato come addetto all’ufficio contratti e vertenze di lavoro e nello stesso tempo riprende a studiare e si diploma come perito industriale. Negli anni dell’Azione Cattolica conosce altri giovani impegnati cristianamente, fra questi Bruno Venturini e Vitaliano Bulletti, anch’essi futuri focolarini. Di quel periodo lui stesso scrive: «C’erano due aspetti della vita cristiana che mi si presentavano alternativamente: uno più personale, di ricerca del rapporto con Dio, l’altro più sociale di bisogno di fraternità fra gli uomini, di giustizia e delle lotte per raggiungerle. Ma separati l’uno dall’altro!». È del gennaio 1950 il suo primo incontro con Graziella De Luca, che si era recata nella sua città per parlare ad alcune persone dell’esperienza del nascente Movimento dei Focolari. Nei mesi successivi si reca più volte a Roma dove conosce oltre a Chiara, i primi e le prime focolarine. Dopo alcuni mesi di lotta interiore, decide di essere uno di loro e dopo aver lasciato la ragazza e i genitori – tra forti incomprensioni – si trasferisce a Roma, nel primo focolare maschile romano. Gli anni successivi lo vedono in vari focolari in Italia e in Olanda.

Giorgio Martelli (a destra) insieme a Chiara Lubich e alcuni suoi primi compagni.
Nel 1968 Turnea è chiamato da Chiara come primo responsabile della neonata branca dei Volontari di Dio. Ai loro congressi Turnea favorisce momenti di dibattito su problemi e domande che riguardano la concretizzazione della spiritualità dell’unità nella vita di tutti i giorni. Ripete spesso quanto Chiara affermava: i Volontari devono, nel nostro tempo, emulare i primi cristiani. Per molti anni si dedica a quell’aspetto all’interno dei Focolari definito armonia e ambiente e che riguarda le costruzioni, le cittadelle, i centri mariapoli, l’arte, le opere sociali. Un incarico vissuto con passione, amore e dedizione anche nei numerosi viaggi e visite in varie nazioni. In tanti altri ambiti Turnea ha messo le sue forze, la sua tenacia e il suo amore: negli inizi del Movimento Giovani per un Mondo Unito, nell’accompagnamento del Centro Santa Chiara Audiovisivi e della band internazionale Gen Rosso. Dal 2008 libero da incarichi specifici, continua a dare il suo contributo con consigli e contributi di idee. Come sacerdote è vicino a tanti focolarini, soprattutto a quelli più sofferenti, per i quali celebra con regolarità la Santa Messa. Nel 2012 viene colpito da una malattia che gli provoca una invalidità motoria, che sopporta però con la sua grinta e con il suo amore a Gesù crocifisso e abbandonato. Un amico di sempre, Bruno Venturini, racconta così dell’ultimo periodo: «Raccoglieva tutte le forze per cercare di essere attivo, disponibile. Dopo una difficile giornata capitava che riusciva ad alzarsi e lo trovavo al computer a controllare la posta. E nello stesso tempo ogni momento impegnato ad accogliere da Dio con serenità la mancanza di forze, l’inattività. Mai rassegnato. Accoglieva con gioia quanti venivano a visitarlo; parlava con lucidità, spesso con tanta fatica, toccando gli argomenti più vari che potevano interessare l’altro, senza trascurare un pensiero profondo che esprimeva il suo stato d’animo, la sua piena adesione alla volontà di Dio. Pensieri di cielo». Il 26 gennaio 2016 Turnea conclude il suo cammino terreno. Tra i primi focolarini, come scrive la presidente dei Focolari Maria Voce, «un altro gigante». Maria Chiara de Lorenzo (altro…)
Mag 14, 2013 | Focolari nel Mondo, Spiritualità
“Sono stato un uomo molto fortunato; vorrei esprimere tutto l’amore di Dio ma credo che sia impossibile dire tutto quanto ho ricevuto [da Lui] e quindi poterlo comunicare”; cominciava così Oreste Basso a narrare, nel 1997, ad un gruppo di giovani, il filo d’oro di cui vedeva intessuta la sua storia. Nato a Firenze il 1° gennaio 1922 da una famiglia che gli ha trasmesso principi cristiani ed una rettitudine d’animo a tutta prova, ama gli studi umanistici, e sogna una professione ed una vita “a posto”. L’esperienza della guerra è “una lezione tremenda, perché lì si vedevano tutti gli ideali umani cadere”. “L’unica cosa che poteva rimanere in piedi dopo la guerra – ricorda – erano gli affetti naturali, quelli della famiglia”. Conseguita la laurea in ingegneria, nel ‘46 trova lavoro in uno stabilimento industriale a Sesto San Giovanni (Milano), che allora era considerata la “Stalingrado d’Italia”. Abita a Milano e la sera va spesso in una mensa dove incontra degli amici – Piero Pasolini, Danilo Zanzucchi, Guglielmo Boselli, Alfredo Zirondoli – poi divenuti tra i primissimi a seguire l’avventura del focolare. Si confrontano su Maritain, il neotomismo, l’arte, la musica. Uno di loro, Giorgio Battisti, propone un giorno ad Oreste di “conoscere una cosa bella, delle giovani che vivono il Vangelo”.
Una di esse, Ginetta Calliari, tra le prime ad aver seguito Chiara Lubich, si reca ad incontrarli ed è tempestata dalle domande che questi giovani non cessano di porle rimanendo ad ascoltarla fino a tarda notte e dandosi appuntamento di mese in mese con lei che viene appositamente da Trento. “Cominciammo a capire – Oreste racconta – che il Vangelo era una cosa che poteva essere vissuta non da persone lontane, ma da noi, da me, da lui, dagli altri”. I frutti di questa nuova vita sono evidenti: Oreste si guadagna la stima di un suo subalterno politicamente molto attivo che, osservandolo e venuto a conoscere il suo ideale evangelico, gli dice: “Se lei crede in questo Dio, anch’io posso credere in Lui come lei dice”. Nel 1951 Oreste lascia la sua abitazione e va a comporre il focolare di Milano insieme a coloro che nell’annuncio di Ginetta hanno colto la chiamata a questa via. Poco dopo conosce Chiara: “Un incontro bellissimo! – afferma –; mi apparve una persona stupenda nella sua grandissima semplicità e luce”. Intanto aumentando, in varie città d’Italia, il numero di persone desiderose di conoscere il Movimento nascente, Oreste Basso si trasferisce a Parma insieme a Lionello Bonfanti; il suo racconto ha il sapore delle origini: “Per poter dormire c’era un divano, e per mangiare comprammo un fornello a spirito: in genere si mangiava formaggi, tante volte il latte; il latte era la nostra salvezza! Ma eravamo proprio contenti!”. Passa qualche anno e il Movimento dei Focolari – Opera di Maria (questo il nome dato da Chiara alla nuova realtà ecclesiale) si diffonde e si staglia in multiformi aspetti. Oreste è quindi invitato a trasferirsi a Firenze, a ricoprire un ruolo di responsabilità. La sua adesione è immediata, nonostante sul lavoro gli sia stata proposta una ulteriore promozione e il direttore generale stesso si sia mostrato desolato per la sua partenza; “È cominciata un’altra vita” commenta Oreste, immerso completamente nel carisma di cui Chiara è portatrice. Alla fine degli anni ’50 è chiamato a Roma, dove, accanto a Chiara, svolge con il suo stile, insieme gioioso e discreto, un compito di primo piano anche nelle diverse stesure degli Statuti dell’Opera che negli anni si succedono e si adeguano ad una realtà in costante crescita; nel 1981 Oreste è inoltre ordinato sacerdote, ministero che considera un privilegio, una chiamata ad un amore più grande. Eletto copresidente del Movimento nel 1996, esercita un ruolo fondamentale alla morte di Chiara (14 marzo 2008) e durante la successiva Assemblea generale che avrebbe eletto colei che doveva succedere alla fondatrice. I messaggi giunti alla notizia della sua scomparsa dal Santo Padre per mano del Segretario di Stato Vaticano, dal Cardinal Bertone e da Mons. Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i laici attestano la radicalità della vita evangelica e la semplicità di rapporti sinceri che Oreste Basso ha saputo costruire giorno dopo giorno fino all’ultimo. A lui, le numerosissime testimonianze che continuano ad arrivare, esprimono affetto e gratitudine. Video con immagini (altro…)