Ago 29, 2014 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«L’anno scorso sono stata di nuovo in trattamento oncologico per un cancro: la seconda volta è andata addirittura peggio della prima. È stato duro accettare di nuovo la malattia dopo quasi cinque anni. Le otto sessioni di chemioterapia sono durate sei mesi, poi c’è stato un periodo di riposo necessario per poter continuare con le 25 sessioni di radioterapia in un ospedale che dista circa 30 km da casa mia. Qualche volta mi hanno accompagnato delle amiche, ma spesso ci sono andata da sola, portando qualcosa da leggere o qualsiasi altra cosa che potesse distrarmi. La seconda settimana mi sono accorta di una donna musulmana che sedeva da sola nella sala d’aspetto ed aveva un’espressione di tristezza infinita. Quel giorno sono stata lì molto a lungo e ho potuto vedere mentre portavano, in barella, una bambina di cinque anni che hanno sistemata vicino a lei. Avevo sentito le infermiere parlare di quella bambina: era stata operata di un tumore celebrale e adesso le stavano applicando una radioterapia speciale che la obbligava a stare ferma e per questo la dovevano sedare. Il giorno dopo la scena si è ripetuta. Osservavo e mi dicevo che dovevo fare qualcosa. Mi vergognavo ad avvicinare la madre perché parlava male la mia lingua e non volevo metterla a disagio, così ho detto all’infermiera di chiederle se aveva bisogno di qualcosa. Sono venuta a sapere che la bambina avrebbe avuto bisogno di un cappottino e che anche un passeggino sarebbe risultato molto utile. Avevo un passeggino quasi nuovo che avevo messo da parte per mia sorella e diversi cappottini di mia figlia che sicuramente le sarebbero andati bene! Ma arrivata a casa, ho preparato tutto ed ho preso anche dei giocattoli. Sapevo che stavo facendo tutto questo a Gesù perché Lui stesso aveva detto: “Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25, 40). Ho portato tutto all’infermiera. Il giorno seguente è arrivata la bambina contentissima con la sua borsetta e una bambola: era una gioia vederla sfoggiare le sue cose “nuove”! La mamma voleva conoscermi, nonostante io volessi mantenere l’anonimato: “Non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra” (Mt 6,3), ma, poichè insisteva molto, sono andata a salutarla. È stato emozionante. Mi ha abbracciato e ringraziato con gli occhi pieni di lacrime. Nei cinque giorni che mi rimanevano di radioterapia mi sono seduta con lei e abbiamo parlato tanto. Avevo iniziato la radioterapia con paura e angoscia perché dopo un mese e mezzo mia figlia avrebbe fatto la prima comunione ed io sarei stata impresentabile. La mia preoccupazione maggiore riguardava i miei capelli. Oggi ringrazio Dio per aver imparato ad uscire da me stessa e a vedere il fratello che mi sta vicino, che anche soffre, mettendo in secondo piano il mio io e le mie preoccupazioni». S.G. (Murcia – Spagna) (altro…)
Ago 16, 2014 | Cultura, Sociale
Abrigada (Portogallo): sono in 30, da Kenya , Angola, Congo, Portogallo, Spagna, Italia. Cary, angolana, studia diritto a Lisbona. È stata lei, l’ultima mattina, ad avviare una serie di impressioni e proposte: “Vorrei chiedere ad ognuno di voi di “non scendere”. Se avremo questa mente sana, onesta, piena di amore verso chi ha bisogno, allora porteremo avanti questo nostro sogno”. Federico, italiano, ha ben sintetizzato cosa è emerso dai lavori: “Dopo questa Summer school è chiaro che non si può fare diritto senza farlo comparato; per affrontare i temi dell’ambiente occorre un approccio globale e multidisciplinare”. I 4 giorni di lavori, dal 26 al 29 Luglio, hanno ruotato attorno allo studio della tutela giuridica dell’ambiente naturale, in vario modo minacciato nelle diverse parti del mondo. Lo studio, fatto insieme con docenti di discipline giuridiche e ambientali, ha fatto venire alla luce e ha fatto sentire in ognuno, in maniera vitale, la comunione con l’ambiente che ci circonda, sì da suscitare in tutti il bisogno di custodirlo. Questa consapevolezza ha accomunato tutti i partecipanti alla scuola, al di là delle differenti origini e provenienze, nel bisogno di difendere l’integrità della natura ed insieme ha affratellato tutti i partecipanti, sì da far pensare che perseguire tutti insieme la protezione dell’ambiente in tutto il mondo è una via concreta, sicura ed efficace per realizzare la pace e la fratellanza.
Marc’Angela del Congo sente che deve impegnarsi in prima persona: “Non posso più tirarmi indietro. Ho pensato di coinvolgere un gruppo di giovani nel mio Paese, che già si impegnano in una ONG, per poter insieme lavorare a salvare l’ambiente. Qui ho capito che gli errori che stiamo compiendo nel mio Paese, in Italia sono stati fatti tanti anni fa, e ora vedo le conseguenze. Dobbiamo imparare e impegnarci, anche a costo personale”. “Quello che rende indimenticabili questi momenti è la relazione: dobbiamo imparare a trasferire questo modus vivendi nella vita di tutti i giorni. Non è il mio primo incontro di questo genere, ma ogni volta quello che mi colpisce è l’amore universale che qui si vive”, dice Michela, dall’Italia. “Tornando, voglio impegnarmi per cambiare le cose attorno a me. Sono solo una goccia nell’oceano, ma credo che con questa goccia possa fare la differenza”, spiega invece dal Kenia Eva Maria.
“Torno con grandi propositi: partecipare attivamente, vivere per gli altri. Vengo volentieri qui perché alla fine di questi incontri non sono più napoletana, italiana, ma cittadina del mondo. Qui con voi vivo la fraternità” (Maria) Il prossimo appuntamento è per il Congresso internazionale (Castel Gandolfo 13-15 novembre 2015), ma – concludono i giovani “vogliamo arrivarci da protagonisti, preparandolo insieme”. (altro…)
Giu 30, 2014 | Cultura, Focolari nel Mondo, Senza categoria
Autor: Luis Marín de San Martín Sinopsis: Pocos papas han llegado como Juan XXIII al corazón de la gente. Su paso por la cátedra de Pedro, breve pero intenso y decisivo, supuso un cambio en el estilo y, sobre todo, el inicio de un proceso renovador y revitalizador de la vida cristiana en diálogo con el mundo contemporáneo. Su grato recuerdo perdura hoy no solo entre los católicos, sino también entre los miembros de otras Iglesias y religiones e incluso entre los no creyentes. Pero su nombre está especialmente ligado a la convocatoria e inicio del Concilio Vaticano II, el mayor acontecimiento eclesial del siglo XX. En estas páginas, el autor quiere dar a conocer a un Angelo Giuseppe Roncalli que miró el mundo con amor y ternura y mostró el verdadero rostro de una Iglesia familia de Dios. El papa Juan no fue el viento impetuoso, sino la brisa suave que anima y revitaliza, una bocanada de aire fresco que entró en la vida de las gentes y que provocó una renovación profunda, hasta el punto de constituir un antes y un después en la historia de la Iglesia. Sobre el autor: Luis Marín de San Martín, OSA (Madrid, 1961), es doctor en Teología Dogmática. Se ha especializado en la figura y el magisterio de Juan XXIII. Es asistente general de la Orden de San Agustín, preside el Instituto de Espiritualidad Agustiniana y es profesor en la Facultad de Teología del Norte de España (Burgos). Tiene varias publicaciones de carácter histórico, teológico y espiritual. Editorial Ciudad Nueva – Madrid
Giu 23, 2014 | Centro internazionale, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Barcelona, capitale della Catalogna che pulsa di sperimentazione e innovazione, è stata il contenitore ideale per esplorare nuovi campi e nuove frontiere dell’Architettura nel workshop internazionale ArquitecturaLimite, che si è svolto dal 15 al 18 giugno. Vi hanno partecipato in 30 tra giovani architetti, docenti, studenti di architettura provenienti dalla Spagna, dall’Italia, dalla Colombia, e con il contributo di docenti del Politecnico di Barcelona –EPSEB-UPC, di ‘Università Senza Frontiere’, dell’Università di ‘La Salle’ di Barcelona, di studi professionali e scuole tecniche di bio-architettura (ad esempio costruzione di mattoni con soli materiali ecologici).
Il programma ha permesso di analizzare tematiche e tecniche low cost per affrontare soluzioni progettuali in contesti estremi. Si è approfondito il concetto di limite, le tecniche low tech (tecnologie semplici) la gestione dei processi partecipativi e di cooperazione. Grande la risposta a più livelli, sia di docenti che di studenti, che esprimeva l’esigenza di mantenersi in rete, rimettendo in discussione in questi tempi di forti cambiamenti della società, quelle che sono le certezze della disciplina. Cosa ti porti nello zaino e dove andiamo adesso? Sono le due domande a cui i partecipanti hanno risposto in lavori di gruppo: «L’architettura deve essere per la gente e costruita insieme alla gente in modo condiviso: è un cambiamento culturale». «Mi porto via un senso etico profondo: non sto costruendo scuole, ma educazione; non un centro di salute, ma sanità». E ancora: «Sostituire la parola: ‘lavorare’ per i paesi in via di sviluppo, con ‘andiamo a condividere’». Ciascuno è partito con un carico di esperienze, di valori, di sogni. Si sono evidenziati e disegnati alcuni scenari possibili per interventi in alcuni progetti di Cooperazione Internazionale da concretizzarsi nel 2015, in collaborazione con l’Ong Azione per un Mondo Unito (AMU). Si pensa ad Haiti, Madagascar, Filippine. Il prossimo appuntamento di Dialoghi in Architettura, promotore dell’evento spagnolo, è il workshop interdisciplinare nazionale «I ‘Varchi’», una settimana per musicisti, architetti, cineasti, letterati, in Italia, a Montefalcone Appennino, dal 27 luglio al 2 agosto.
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Apr 3, 2014 | Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Circa mille le persone che hanno assistito a Burgos, lo scorso sabato 8 marzo, alla rappresentazione del musical Life, love, light. Il pubblico è giunto da varie città, come Santander, Bilbao, Valladolid, Madrid, Asturias, Vitoria, San Sebastián, Pamplona e, soprattutto dalla stessa Burgos, facendo registrare il tutto esaurito nei due spettacoli in programma. Questa è stata la prima volta che si sono realizzati due spettacoli, uno di seguito all’altro e, come spiega Ramón de la Torre, ciò è stato una vera sfida: “dopo l’emozione e l’euforia del primo spettacolo, concentrarsi di nuovo è stato complicato perché non siamo riusciti neppure a salutare il pubblico, ma ne è valsa la pena”. Lo spettacolo, di un ora e tre quarti, ha potuto contare in questa opportunità con la testimonianza di tre giovani del movimento dei focolari: Andrés Sánchez Parody, che ha partecipato anche come aiutante di scena, Ana Guallart, nel complesso e Mar Álvarez, incaricata della coreografia. Vivere il Vangelo giorno per giorno, andare controcorrente e Gesù Abbandonato sono state le tre esperienze presentate per vivere seguendo il modello della beata Chiara Luce Badano. Entrambi gli spettacoli sono stati resi possibili anche grazie alla Delegazione Diocesana dell’Infanzia e della Gioventù dell’Archidiocesi di Burgos – specialmente per l’appoggio del suo Delegato: Agustín Burgos – e ai membri del Movimento dei Focolari di Burgos e delle città vicine che hanno incoraggiato e collaborato, anche materialmente, con i giovani rendendo possibile la grande quantità di prove svolte già da diversi mesi prima degli spettacoli. Il Vescovo di Burgos, Mons. Gil, prima della rappresentazione ha salutato tutti coloro che hanno lavorato allo spettacolo e ha impartito loro la sua benedizione. La rappresentazione a Burgos è già la quarta, dopo quelle della GMG a Madrid, e delle Mariapoli di Javier e di Jerez. La presentatrice, María García, ha affermato che “partecipare al musical non è ripetere sempre lo stesso ogni volta: è farlo vita, perché l’esperienza di salire sul palcoscenico e farti portare da tutti gli altri – attori e pubblico – è molto di più che ripetere un copione o semplicemente fare una performance teatrale”. Il gruppo dei partecipanti, includendo i tecnici, raggiunge i 65 membri, con circa dodici nuove incorporazioni. Mar Álvarez, riconosce che “quando in un progetto ci lavora un gruppo cosi numeroso è difficile che non sorgano conflitti, ma con amore e sapendo chi è che ci guida, tutto è possibile”. I componenti sono giovani e adulti di tutta la Spagna: Girona, Barcelona, Valencia, Elche, Murcia, Sevilla, Madrid, Guadalajara, León, Santander, Burgos y Bilbao. Questo comporta un grandissimo sforzo, sia economico che di tempo, basti pensare ai vari viaggi per incontrarsi, ma, spiega Mar, l’ambiente di famiglia cresce ad ogni spettacolo e anche questa volta abbiamo vissuto un’esperienza cosi piena come quella della GMG. Li vedremo di nuovo? Guarda lo spot dello spettacolo (altro…)