Mag 4, 2018 | Chiara Lubich, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
L’unità del mondo. Carissimi giovani, siamo noi così disattenti agli avvenimenti in cui ci troviamo immersi giorno dopo giorno, da non vedere come la nostra epoca è segnata da tensioni, da guerre, da guerriglie, dal pericolo addirittura d’una conflagrazione nucleare, da disunità di tutti i generi, da fenomeni di terrorismo, da rapimenti, dai mali più diversi, generati proprio dalla mancanza di amore e concordia fra gli uomini, da non vedere che parlare oggi d’unità è quasi un’utopia? […] Ma, grazie a Dio, non è solo questo che caratterizza la nostra epoca, non sta tutto qui quello che può essere sottoposto alla nostra attenta osservazione […] Il mondo tende senz’altro all’unità: è il suo destino o meglio: è il disegno di Dio su di esso. […] Alle vostre domande daremo le risposte non solo a voce, ma con la vita dopo questo Genfest, incamminandoci decisamente per le diverse vie che portano rimedio al mondo diviso unificandolo. Esse – solo per esemplificarne alcune – sono: la via dell’unità tra le generazioni, le razze, i gruppi etnici, fra i diversi popoli, fra l’est e l’ovest, fra il nord e il sud; fra i cristiani delle varie denominazioni, fra i fedeli delle religioni più diverse; la via dell’unità tra i ricchi e poveri per una comunione di beni; fra Paesi in guerra per la pace; la via dell’unità anche tra l’uomo e la natura; la via dell’unità con gli indifferenti, i soli, con chi soffre in qualsiasi modo; la via dello sviluppo, del progresso; la via dell’unità fra i vari Movimenti spirituali, fra le associazioni laiche; fra persone di diverse ideologie, di varie culture, ecc. E, come potete costatare, alcune fra queste sono vie che i giovani già battono, perché a loro congeniali. […] Essi vogliono camminare per le vie più diverse, ma ponendosi nella Via per eccellenza […] quella Via che è Cristo. Egli ha detto di sé: “Io sono la via” (Gv 14,6). E cosa dobbiamo fare per essere ben inseriti in questa Via e camminare così con frutto in tutte le altre vie? Essere Lui, altri Lui. Vivendo la Parola tutta la vita cristiana seminata in noi dal battesimo, rifiorirà pienamente. E a questa Parola potranno agganciarsi i giovani di tutte le Chiese o comunità cristiane. Essa – in molte sue espressioni – è accettata anche dai giovani di altre religioni e da chi in buona fede si pensa ateo. La Parola farà un blocco di tutti voi, rendendovi forti e infrangibili […] E allora – se sarete fedeli, se vi spargerete nel mondo come altrettanti Gesù – il programma: “Che tutti siano uno” non sarà una chimera, ma una realtà, che si avvicinerà sempre di più, anche per opera vostra. Fiorirà una primavera nel mondo. Vedremo miracoli. Potrà adempiersi nei vostri riguardi l’affermazione di Cristo: “Chi crede in me, farà a sua volta le opere che faccio io; anzi ne farà di più grandi” (Gv 14,12). (Brani dell’intervento di Chiara Lubich al Genfest. Roma (Palaeur), 29 maggio 1985) (altro…)
Mag 1, 2018 | Focolari nel Mondo, Spiritualità
Fabbrica di cioccolatini Durante l’estate sono andata con una mia amica in Germania per lavorare in una nota fabbrica di cioccolatini, ma siamo state accolte con molta freddezza dai 400 dipendenti. In particolare, una signora, che lavorava alla mia stessa catena di inscatolamento, era molto scontrosa nei miei confronti. Un giorno proprio lei ha commesso un errore che poteva costarle molto. Quando è arrivato il responsabile del reparto, senza pensarci troppo ho dichiarato che ero stata io a sbagliare. Mi sono presa un severo rimbrotto, con la prospettiva, alla prossima mancanza, di perdere il lavoro. Ma ero contenta: l’avevo fatto a Gesù. Quel gesto ha impressionato i miei colleghi. Da allora l’atmosfera è cambiata, abbiamo cominciato a trattarci tutti in maniera più cordiale, e quando è arrivato il momento di partire ci è sembrato di lasciare una vera famiglia. Krisztina – Romania Un grande novità Durante un incontro in parrocchia, ero rimasto colpito dalla gioia e dalla semplicità di un gruppo di ragazzi, più o meno della mia età. Per uno come me, abituato a ricorrere a Dio solo nei momenti di necessità, sentir parlare di Lui come Amore era una novità. Senza troppi ragionamenti, nei giorni successivi ho provato a fare come loro. Come prima cosa mi sono messo ad aiutare nelle faccende di casa e a badare alle esigenze della mia sorellina. Una domenica ho rinunciato persino ad andare alla partita di calcio per montare una tettoia con papà. A scuola, contrariamente alla mia abitudine di studiare per conto mio, ho aiutato una compagna a ripassare insieme. Daniel – Argentina Al supermercato Sono andata al solito supermercato, in vista di una cena con una trentina di giovani a casa nostra, e dato che sarei stata impegnata in un convegno di più giorni, ho pensato di fare una grossa spesa da lasciare a casa. Mentre sto mettendo le cose sul nastro alla cassa, vedo la signora dietro a me con pochi oggetti. La invito a passare avanti. Dopo di lei, c’è una signora anziana con 10 pacchetti di fazzoletti in mano. Le dico se vuole passare avanti anche lei. Mi dice che suo marito è andato a prendere una confezione d’acqua. Arrivato il marito, sposto le mie cose e li faccio passare. Finalmente tocca a me! Ma arriva un giovane che ha comprato una cassettiera, perciò in braccio ha uno scatolone pesante, e penso che sia amore far passare anche lui. Comincio a riempire le mie tante borse. Alla fine la ragazza della cassa tira fuori lo scontrino e dice: “Oggi lei non paga niente!”. Penso: una battuta? La cassiera mi chiede: “Come si chiama?” Rispondo: “Chiu”. Sento l’altoparlante che annuncia: “Oggi la signora Chiu ha vinto una spesa di 107 euro!” Non avevo calcolato questa probabilità, avevo solo amato i prossimi che erano in fila dietro a me! Chiu – Hong Kong Negozio di alimentari Gestisco un negozio di generi alimentari e sono abituato, quindi, all’ambiente del commercio, dove come prima cosa conta il profitto, non la persona in sé. Ho conosciuto alcuni cristiani che cercano di mettere in pratica il comandamento di Gesù. Ho pensato: se sono riusciti loro, perché non provarci anch’io? La mattina dopo ho pensato: non voglio più pesare la merce con due carte spesse, da oggi ne uso solo una leggera. Ho provato una grande gioia e libertà, ho capito che, amando, mi si aprivano orizzonti nuovi Beppino – Italia (altro…)
Apr 24, 2018 | Chiara Lubich, Dialogo Interreligioso, Spiritualità

Foto: © CSC Audiovisivi
Promossa dal Movimento dei Focolari, durante il congresso “Insieme per dare speranza. Cristiani e Musulmani in cammino nel carisma dell’unità” si è svolta, sabato 21, una sessione aperta alla quale hanno partecipato numerose personalità e promotori di un dialogo vissuto nel quotidiano tra cristiani e musulmani. In apertura il saluto della Presidente del Movimento dei Focolari, Maria Voce: «Da ormai 52 anni stiamo percorrendo un cammino insieme, cristiani e musulmani, iniziato nel 1966, quando si aprì una comunità del focolare a Tlemcen in Algeria. Per Chiara Lubich, il cui ideale è “Che tutti siano uno” – l’Unità, certamente è risuonata più forte la realtà del dono anche fuori dai nostri recinti cristiani. Fondamentale è stato vivere e condividere la cosiddetta “arte d’amare”». Tra i presenti al convegno c’era S.E. Mons. Miguel Ayuso, segretario del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso. «Nell’odierno panorama mondiale – ha affermato – che vive una profonda trasformazione verso una società sempre più multiculturale e multi religiosa, il Movimento dei Focolari è da tempo impegnato a promuovere il dialogo tra i credenti perché il pluralismo religioso dell’umanità non sia causa di divisioni e di guerre, ma contribuisca a costruire la fraternità e la pace nel mondo».
È intervenuto anche l’Imam di Firenze Elzir Izzeddin, Presidente dell’Unione delle Comunità Islamiche in Italia, con cui i Focolari hanno un rapporto profondo e proficuo di collaborazione da parecchi anni. «Siamo tutti fratelli. Non è nostro obiettivo fare un’unica religione, ma quello di costruire ponti. Con il dialogo possiamo andare incontro a quella speranza che va oltre le paure che si sono generate a causa del terrorismo internazionale. Lavoriamo insieme per andare oltre le nostre paure». Fra le varie testimonianze, quella della comunità austriaca dei Focolari con i rifugiati Siriani. Racconta Hedy Lipburger: «Nella Bassa Austria, nel 2015, arrivavano centinaia di rifugiati. Non potevamo ignorarli, così siamo andati da loro per aiutarli». E Mohammad Kamel Alshhada, rifugiato siriano, continua: «Ho dovuto lasciare il mio paese, non ho avuto scelta perché altrimenti avrei dovuto seguire l’Isis per insegnare le loro idee, perché sono insegnante. Nei primi tre mesi nei campi profughi in Austria ero depresso e senza speranza, non potevamo parlare con gli abitanti del posto. Poi, per la prima volta, alcune persone del Focolare hanno parlato con noi e si sono interessate alla nostra situazione. Ci sentivamo accettati e apprezzati, come se qualcuno ci prendesse per mano e ci aiutasse passo per passo a cominciare una nuova vita».
Infine la testimonianza di forte unità fra Mohammad Shomali, direttore del Centro islamico di Inghilterra, e Piero Coda preside dell’Istituto Universitario Sophia di Loppiano, che hanno dato vita a “Wings of Unity”, un percorso seminariale per giovani cristiani e musulmani verso un approfondimento delle rispettive fedi e di percorsi di dialogo e pace. Afferma Shomali: «se sinceramente chiediamo a Dio di guidarci per capirci meglio fra di noi, Dio ci guiderà. Dobbiamo chiedere a Dio di parlarci insieme. Piero Coda nel 2016 a Loppiano ha accolto questa mia idea e ha detto che dovevamo trovare un nome a questo progetto. Così è uscito il nome “Wings of Unity”, “ali di unità”». E Piero Coda: «Ho avvertito in questo un chiaro progetto di Dio. Allora ho proposto a Shomali un patto: vogliamo chiedere a Dio che sia lui a prendere in mano il nostro cuore, la nostra mente? Lui lo ha accolto con gioia». (altro…)
Apr 21, 2018 | Chiara Lubich, Spiritualità
«Perché la pace ritorni, non smettiamo di pregare. In questo momento, poi, dobbiamo tutti sentirci chiamati a seguire con decisione una linea di vita che corregga, almeno dentro di noi (ma per la comunione dei santi in molti), lo sbaglio che è stato commesso. Gli uomini non hanno fatto la volontà di Dio, del Dio della pace, hanno fatto la loro. Dobbiamo imporci, come non l’abbiamo mai fatto, di compiere perfettamente la sua volontà. “Non la mia, ma la tua volontà sia fatta”. Queste parole di Gesù per noi oggi devono assumere un’importanza tutta particolare. Di fronte ad esse ogni altra cosa deve diventare secondaria. Non deve avere tanta importanza nella nostra vita, ad esempio, essere sani o ammalati, studiare o servire, dormire o pregare, vivere o morire. Importante sarà fare nostra la sua volontà, essere la sua volontà viva. Così si viveva nei primi tempi del nostro Movimento quando, sullo sfondo di una guerra, lo Spirito ci aveva appena illuminato sul valore delle cose. Di fronte al crollo provocato dall’odio, Dio si era rivelato come l’unico ideale che non muore, che nessuna bomba poteva far crollare. Dio Amore. Era, questa grande scoperta, una bomba spirituale di tale portata, da farci dimenticare letteralmente tutte quelle che cadevano attorno. Scoprivamo che al di là di tutto e di tutti, c’è Dio che è Amore, c’è la sua provvidenza che fa concorrere al bene ogni cosa per quelli che lo amano. Coglievamo la traccia del suo amore in ogni circostanza, anche sotto la sferza del dolore. Lui ci amava immensamente. E noi come riamarlo? “Non chi dice Signore, Signore, ma chi fa la mia volontà, quegli è che mi ama”. Potevamo dunque amarlo facendo la sua volontà. Vivendo così ci siamo abituati ad ascoltare con crescente attenzione “la voce” dentro di noi, la voce della coscienza che ci sottolineava la volontà di Dio espressa nelle più varie maniere: attraverso la sua Parola, i doveri del nostro stato, le circostanze, le ispirazioni. Avevamo la certezza che Dio avrebbe trascinato la nostra vita in una divina avventura, dapprima a noi ignota, dove, spettatori e attori a un tempo del suo disegno d’amore, portavamo, momento per momento, il contributo della nostra libera volontà. Poco dopo ci faceva intravedere spiragli sul nostro futuro, facendoci cogliere con sicurezza lo scopo per cui il Movimento stava nascendo: attuare la preghiera del testamento di Gesù: “Padre, che tutti siano uno”, collaborare a realizzare un mondo più unito. In questo modo possiamo vivere anche ora. Abbiamo avuto un brusco e doloroso cambiamento di vita? […] Abbiamo momenti di paura, di angoscia, di dubbio persino che la vita ci sia tolta? O conduciamo la vita di sempre, coi nostri impegni quotidiani, lontani ancora dal pericolo? Per tutti valga ciò che più vale: non questo o quello, ma la volontà di Dio: porci in “ascolto”, metterla al primo posto nel nostro cuore, nella memoria, nella mente; porre, prima di ogni altra cosa, tutte le nostre forze al suo servizio. […] Per essa Cristo rimarrà nel nostro cuore e saremo così tutti più compatti, più uniti, più “uno”, condividendo ogni cosa, pregando con efficacia gli uni per gli altri e perché torni la pace». Fonte: Città Nuova n. 4/1991. Articolo poi raccolto in: Chiara Lubich, Attualità. Leggere il proprio tempo, Città Nuova, pag.85-87, 2013. (altro…)
Apr 18, 2018 | Centro internazionale, Chiara Lubich, Dialogo Interreligioso, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Se ne parlerà sabato 21 aprile dalle ore 16 alle ore 19 nel corso dell’evento “Insieme per dare speranza. Cristiani e Musulmani in cammino nel carisma dell’unità”, promosso dal Movimento dei Focolari, che vedrà la partecipazione di circa 600 persone da 23 nazioni, di fede cristiana e musulmana, presenti al Centro Mariapoli di Castel Gandolfo (Roma) dal 19 al 22 aprile. In un contesto sociale segnato, soprattutto in Occidente, dalla paura del diverso, dal pregiudizio e dalla diffidenza che erige muri e da una narrativa che alimenta lo scontro e la separazione, la testimonianza di un impegno condiviso fra cristiani e musulmani uniti per la pace, la solidarietà, lo sviluppo, l’armonia fra persone di fedi, culture e tradizioni diverse, lancia un messaggio controcorrente e getta semi di speranza. Vivere insieme nella concordia, nel rispetto, nella solidarietà e nella pace si può. E anche lavorare insieme è possibile, condividere obiettivi comuni e cooperare per raggiungerli, senza indebolire la propria identità e il proprio patrimonio di valori, ma nel confronto leale e schietto rafforzando la conoscenza reciproca e il rispetto, privilegiando ciò che unisce rispetto a ciò che divide. Un cammino che viene sollecitato dal carisma dell’unità di Chiara Lubich e che in esso trova la sua spinta propulsiva. Nel suo discorso nella Moschea Malcolm X di Harlem (New York), il 18 maggio 1997, Chiara, che stringeva con l’Imam Wallace Deen Mohammed e con la comunità mussulmana presente un patto per lavorare insieme per la pace e l’unità, disse:“Ho sperimentato qui una profonda fraternità. È qualcosa di straordinariamente bello che non può essere che opera di Dio. Egli ci ha fatto veramente una sola famiglia per i suoi piani”. E sui fondamenti di questo cammino di comunione spiegò: “È comune a quasi tutte [le religioni], anche se con versioni diverse, la cosiddetta Regola d’oro: “Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te”. Basta questa Regola d’oro per garantire il nostro legame d’amore con ogni prossimo, e basterebbe quest’amore per comporre l’umanità in una sola famiglia”. Nel solco di quella esperienza e delle iniziative per il dialogo islamo-cristiano che nacquero in vari Paesi, l’incontro prossimo a Castel Gandolfo vuole essere un nuovo passo nel cammino verso la fraternità universale, un segno di speranza per l’umanità. “L’educazione religiosa è attenzione alla pace”, afferma Adnane Mokrani, docente alla Pontificia Università Gregoriana e al Pontificio Istituto di studi arabi e d’islamistica (PISAI) e presidente del Cipax, che sarà presente al convegno. “In questa prospettiva non ci deve essere separazione ma solidarietà, collaborazione, unità tra gli uomini di diverse fedi che sono chiamati a lavorare insieme per il bene comune dell’umanità, a servire tutti senza distinzione”. In questo spazio aperto interverranno tra gli altri Maria Voce, Presidente del Movimento dei Focolari, il Cardinal Jean-Louis Pierre Tauran, Presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, Abdullah el Radwan, Responsabile del Centro Islamico Culturale d’Italia, Izzedin Elzir, Imam di Firenze e presidente UCOII, Piero Coda, Preside dell’Istituto Universitario Sophia, Mohammad Shomali, direttore del Centro islamico di Londra. Numerose le esperienze di dialogo e collaborazione feconda che saranno raccontate in questo spazio, come frammenti di unità da moltiplicare. (altro…)