Lug 29, 2014 | Cultura, Spiritualità
Autores: Octavio Groppa; Carlos Hoevel (eds.) La economía del don constituye una corriente de pensamiento y praxis dentro de la economía que estudia fenómenos no siempre considerados por la teoría neoclásica convencional. Empresas civiles o sociales que buscan beneficios pero apuntan a la vez a un desarrollo sustentable, grupos de consumidores asociados para lograr un consumo social o ambientalmente responsable, formas nuevas de intercambio de bienes y servicios, monedas alternativas, son algunas de las prácticas que se han venido dando en las últimas décadas, cuyo reconocimiento constituye la base para esta nueva teoría. Lejos de la creencia extendida sobre la neutralidad valorativa o el egoísmo como actitudes dominantes en la economía, la economía del don considera a la reciprocidad, el don y el compromiso ético como elementos que pueden formar parte del núcleo de las actividades económicas. Superando la dialéctica entre un consumismo ilimitado y un proceso de creciente desigualdad, que parece imponerse en la época del tardo-capitalismo, la economía del don aporta un punto de vista teórico y práctico renovado al descubrimiento de un nuevo horizonte de sentido y de un nuevo tipo de praxis que oriente el proceso de la globalización para alcanzar una vida buena para nuestras sociedades. Los trabajos de este volumen reflejan que la economía del don es el abordaje interpretativo central para entender lo que está ocurriendo actualmente en la sociedad en general y en las sociedades latinoamericanas en particular. Al mismo tiempo, intentan aportar orientaciones que iluminen la praxis tanto en el nivel de la sociedad y de la economía, como en el de las organizaciones y las empresas. La obra pretende, finalmente, ofrecer un aporte plural a la reflexión sobre un tema del cual existen en nuestra región numerosas investigaciones sociológicas o antropológicas, pero con un desarrollo aun incipiente en el campo de la economía. Datos de los autores: Carlos Hoevel es Doctor en Filosofía (UCA) y Master of Arts in the Social Sciences (University of Chicago). Es Profesor de Ética y Filosofía de la economía, Director e Investigador del Centro de Estudios en Economía y Cultura y de la Revista Cultura Económica (Escuela de Economía “Francisco Valsecchi” – UCA). Ha sido Fulbright, Archibald Fund, Templeton Foundation y University of Chicago Fellow. Investigador visitante en el Centro Trentino di Cultura y en el Centro Internazionale di Studi Rosminiani. Es miembro de los consejos académicos de la Serie Studies in Economic Ethics and Philosophy de la Editorial Springer, de la revista Católica Internacional Communio y de la AsociaciónSpirituality in Economy and Society (SPES). Recientemente ha publicado el libro The Economy of Recognition. Person, Market and Society in Antonio Rosmini. (Springer, 2013) Octavio Groppa es Licenciado en Economía (UCA), Bachiller en Teología (ISET), Licenciado en Teología (USAL) y candidato a Doctor en Economía (UCA). Es Investigador principal del proyecto UCARUEF: “Economía, don y reciprocidad,” con sede en el Centro de Estudios en Economía y Cultura. Allí investiga sobre experiencias de economía social, civil y solidaria. Además, es Profesor de Economía y Teología (Universidad del Salvador, área San Miguel) En el campo del pensamiento se ha especializado en la obra del filósofo y teólogo Bernard Lonergan, con énfasis en su método interdisciplinario y su teoría económica. Recientemente ha publicado “Complementary currency and its impact on the economy”, en International Journal of Community Currencies (2013). Sumario: Parte 1. Don, reciprocidad y bien común como horizonte de sentido en la sociedad global Bienes comunes y bien común (Stefano Zamagni) Tanto el don como el contrato: Un marco para relacionar la caridad y la justicia en el mercado (Daniel K. Finn) El don: de la fenomenología a la teología trinitaria (Juan Carlos Scannone S.I.) La economía del don: modelos y realidades (Carlos Hoevel) Parte 2. La economía del don y la ciencia económica ¿En qué sentido puede ser la reciprocidad una categoría económica? (Octavio Groppa) Teoría de juegos, cooperación y don (Paolo Vanin) El don y las antropologías básicas de la Economía (Luis Zemborain) Parte 3. Experiencias y praxis de la economía del don en América Latina y la Argentina Economía del don: Una perspectiva desde la necesidad de conciliación de la vida familiar y laboral (Paola Delbosco) Finanzas solidarias y democratización del dinero. Abundancia (Nicolás Meyer) ¿Es posible conjugar mercado y reciprocidad? (Octavio Groppa) Grupo Editorial Ciudad Nueva – Buenos Aires
Lug 9, 2014 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
http://vimeo.com/album/2915095/video/98153073 L’imprenditore è uno che insegue un’idea produttiva. Quella di John Mundell, di Indianapolis (USA), è piuttosto originale. L’azienda di questo ingegnere civile, nella quale lavorano 19 collaboratori, aderisce al progetto dell’Economia di Comunione (EdC). Nel mondo ci sono circa un migliaio di aziende che aderiscono a questo modo di agire evangelico nell’ambito economico, con una forte presenza in Europa e con una notevole crescita nelle regioni dell’America Latina e dell’Africa. La semplice ma vincente idea lanciata da Mundell si chiama “The Company Cube” (Dado per le aziende). Si tratta di un simpatico strumento che aiuta a vivere in modo pratico lo stile di vita proprio dell’Economia di Comunione. The Company Cube, è un modo pratico per ricordare i valori che creano un ambiente di lavoro fondato sul mutuo rispetto, sull’impegno e la responsabilità condivisa. Non solo, punta più in alto, e cioè si propone come un quotidiano “modus operandi” per attuare dei cambiamenti sociali mediante decisioni centrate sulla persona. E come funziona? “Prendi il dado e… gettalo – spiega John Mundell –. Leggi la faccia che esce e prova a viverlo nel tuo posto di lavoro. A fine giornata pensa a come è cambiato il tuo agire e condividi la tua esperienza: Gettalo, Leggilo, Vivilo, Condividilo. Sperimenta i risultati sorprendenti!”. Ma cosa c’è scritto sulle facce del dado? Costruisci (rapporti ogni giorno!), Aiuta (con azioni, non solo parole!), Condividi (conoscenze, tempo, te stesso!), Valorizza (ogni persona, ogni idea!), Sii Primo (ad aiutare gli altri!), Controcorrente (possono essere amici!). A proposito di “Controcorrente”, una collega racconta: “Quando ho scoperto che una mia concorrente aveva vinto un progetto per il quale tutti e due avevamo mandato una proposta, l’ho chiamata per complimentarmi con lei. È stata molto sorpresa della telefonata. Durante la conversazione mi ha spiegato quello che aveva preparato, fornendomi così un utile suggerimento per un mio nuovo progetto”. Nell’agosto del 2013, durante un congresso internazionale dell’EdC svolto a Città del Messico, dal titolo “Persona e comunione, per una rifondazione dell’Economia”, John Mundell ha lanciato “The Company Cube” nella sua versione in spagnolo: “El cubo de la Compañía”. Per saperne di più: The Company Cube (altro…)
Lug 7, 2014 | Chiara Lubich, Chiesa, Cultura, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
“La Bibbia che il mondo più legge è quella che vede in noi”. Con queste parole, il vincitore del Premio “Luminosa per l’Unità 2014”, il Rev. John Armstrong, ha sfidato il pubblico nel corso di una tavola rotonda il 21 giugno presso la Mariapoli Luminosa (Hyde Park, NY). “Come si può capire la Bibbia quando i cristiani sono divisi tra loro? – ha insistito –. Se la gente potesse leggere in noi cristiani, il messaggio fondamentale del Vangelo, “Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi” (Gv 13,34), ne capirebbe la sua essenza”. Il Rev. John Armstrong è il fondatore della ACT3network (Advancing the Christian Tradition in the Third Millennium). Il suo ministero ha avuto inizio con un focus sul rinnovamento spirituale, ma poi si è aperto a ciò che egli chiama “ecumenismo missionario”, soprattutto tra i cristiani evangelici. Nel discorso di accettazione del premio, ha citato la fondatrice dei Focolari, Chiara Lubich: “Nel cristianesimo, l’amore è tutto”. E ha aggiunto che “Se i cristiani credono veramente a questo amore puro, la conseguenza è la presenza di Gesù in mezzo a loro (Mt 18,20)”. Secondo lui è in questa ottica che si può sperare nel rinnovamento non solo della teologia e dell’ecumenismo, ma anche dei vari ambiti dell’attività umana. “Il nostro business – ha affermato – è quello di vivere il Vangelo in comunità; di essere uniti dallo Spirito per mezzo del vincolo della pace”. Nella tavola rotonda, “Come possiamo testimoniare il comandamento nuovo?”, i quattro relatori hanno condiviso le loro storie personali nel campo ecumenico. Padre John Crossin, direttore del Segretariato per gli affari ecumenici e interreligiosi della Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti, ha invitato a concentrarsi sulla missione che accomuna i cristiani, piuttosto che guardare alle cose che ci dividono. La Rev. Elizabeth Nordbeck, ministro della Chiesa Unita di Cristo e docente della “Andover Newton Theological School” (Massachusetts), ha condiviso quattro storie ecumeniche. Tutti sottolineavano che l’amicizia e la fiducia precedono il dialogo ecumenico e che molto spesso questi rapporti fraterni aiutano a “portare avanti insieme delle iniziative condivise”. “Tendiamo spesso a rifiutare le cose che non conosciamo o ci suscitano paura – ha affermato Nordbeck –. Invece, abbiamo bisogno dell’altro per imparare ad aprire la mente”. Il Rev. Bud Heckman, direttore della Fondazione El Hibri ed ex direttore esecutivo delle Religioni per la Pace degli USA, ha evidenziato la necessità di sapere dialogare con chi non si identifica con una chiesa particolare. I tempi sono cambiati: “Quando sono cresciuto in una piccola cittadina dell’Ohio, eravamo tutti cristiani – ha ricordato -. Un ragazzo dall’altra parte della strada non è venuto alla mia chiesa: ‘Sei cristiano?’, gli chiesi. ‘No, io sono cattolico’, è stata la sua risposta”. Avere un cattolico come amico era un’eccezione. Nel 1990, l’86% della popolazione degli Stati Uniti si diceva cristiana; nel 2001, questo numero è sceso al 76%. Entro il 2050, meno della metà della popolazione sarà cristiana. Il gruppo di chi non ha una fede particolare è, invece, in crescita. “C’è bisogno della testimonianza dell’amore reciproco anche tra le religioni, con i fatti, e non solo a parole – ha incalzato –, perché sono l’esperienze vissute quelle che incidono su di noi”. Ha ricordato, poi, il congresso nel 2004 del Parlamento delle Religioni per la Pace in Spagna, quando la comunità Sikh ha offerto ai presenti dei piatti vegetariani: “Alla fine ognuno ricordava l’ospitalità, la costruzione di relazioni, anziché i discorsi fatti”. Le diversità di opinioni e convinzioni, secondo Armstrong, non dovrebbero impedire il dialogo: “Non pretendo che l’altro sia d’accordo con me, altrimenti non sarebbe dialogo. Si tratta, invece, di tenere le porte aperte all’altro e allo Spirito che lavora”. Con il Premio Luminosa per l’Unità, dal 1988 i Focolari mettono in evidenza persone o associazioni che hanno dato un contributo significativo all’unità tra le chiese cristiane, tra le grandi religioni e con le persone di buona volontà. Fonte: Living City (altro…)
Giu 16, 2014 | Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Senza categoria
«Dopo un intenso anno di collaborazione e di conoscenza reciproca con i nostri amici musulmani della moschea di Harlem – scrivono alcuni membri della comunità dei Focolari di New York –, lo scorso 29 maggio abbiamo realizzato l’incontro noto come “Our Journey towards the Excellence of the Human Family” (ndr, “Il nostro viaggio verso una nuova umanità”)». Prima di raccontare ai 200 partecipanti il percorso fatto insieme in tutti questi anni, i giovani musulmani e quelli del Movimento dei Focolari hanno recitato il patto di rispetto, fraternità e amore scambievole, che è alla base di questo camminare insieme. “È stato molto potente – racconta Lumi – vedere la convinzione di questi giovani che prendevano con responsabilità e serietà la consegna di costruire la fratellanza universale, rifacendosi al patto stretto tra Chiara Lubich e W. D. Mohammed». Nel maggio del 1997 si è aperta, infatti, negli Stati Uniti una nuova pagina nelle relazioni tra cristiani e musulmani. Chiara Lubich, donna cristiana, era stata invitata dall’Imam W. D. Mohammed, leader carismatico di musulmani afro-americani, a rivolgere il suo messaggio ai fedeli riuniti nella Moschea di Malcolm X, che sorge nel quartiere di Harlem. Alla conclusione di quella speciale giornata, l’Imam affermò: “Oggi qui ad Harlem, New York, si è scritta una pagina di storia”. Fu allora che i due leader strinsero quel patto di fraternità. Mentre scorrevano le immagini con la storia del cammino percorso fino ad oggi, per qualcuno è stato come “rivivere la potenza di quello straordinario incontro del ’97 nella mia moschea; il mio augurio è che insieme manteniamo accesa questa fiamma che può dare luce a tanti…”. Per tanti, invece, è stata una scoperta conoscere le origini, ma anche lo sviluppo di questa originale esperienza di fraternità tra afro-americani musulmani e cristiani americani.
Le espressioni dei partecipanti parlano da sé: “Mi ha colpito l’aria di famiglia e di riconciliazione tra alcuni musulmani di comunità diverse”. “Dobbiamo continuare a lavorare insieme, perché questo non è un rapporto superficiale e apre alla speranza”. “Abbiamo avuto la netta impressione che le parole di Chiara e dell’Imam erano più vive che mai, profezia di un miracolo che continua!”. Padre McWeeney, direttore del dialogo interreligioso dell’arcidiocesi di New York, portando il saluto del Cardinale Dolan ha sottolineato che Chiara e l’Imam W.D. hanno fatto quel patto “per sempre”, invitando a trasmettere questa esperienza ai giovani. Oggi negli USA, sono coinvolte più di 40 moschee e comunità dei Focolari che svolgono con regolarità incontri di comunità cristiane e musulmane, bianchi e neri, che mirano a costruire la fraternità; uno spirito di fratellanza che si rende concreto in diverse iniziative a favore della propria città e quartiere. (altro…)
Giu 4, 2014 | Cultura
Ignacio de Loyola (1491-1556), el fundador de los jesuitas, es un gran místico y uno de los grandes maestros espirituales de todos los tiempos. Su itinerario personal ha inspirado y ayudado a un gran número de cristianos de todos los tiempos. Por esta razón se ha convertido en la Iglesia en el maestro reconocido de los «retiros espirituales», gracias a los cuales se alimentan muchas personas. Este libro invita al lector a orar a partir de algunas intuiciones importantes en la vida espiritual y apostólica de san Ignacio. Cada capítulo se abre con un texto del propio Ignacio, y se cierra con una meditación sobre el tema tratado a partir del Evangelio y una oración.
Grupo Editorial Ciudad Nueva – Buenos Aires