Movimento dei Focolari
Loppiano (Firenze) – ’24 ore di luce’ – Chiara Luce Badano

Loppiano (Firenze) – ’24 ore di luce’ – Chiara Luce Badano

Chiara Luce Badano : Tra i giovani testimoni proposti per il Sinodo dei Giovani Programma: Sabato 27 ottobre ore 12.00 Santa Messa al Santuario Maria Theotokos ore 21.00 Serata insieme Domenica 28 ottobre ore 10.15 Santuario Maria Theotokos, esperienze di giovani di tutto il mondo, per riscoprire come Chiara Luce il Vangelo ore 12.00 Santuario Maria Theotokos, S. Messa solenne     Sito Web dedicato

Più che sorelle

Più che sorelle

«Non saremo mai capaci di valutare l’aiuto che i fratelli ci danno. Quanto coraggio infonde in noi la loro fede, quanto calore il loro amore, come ci trascina il loro esempio!». Chiara Lubich (1920-2008), autrice di queste righe, è conosciuta come colei che ha saputo trascinare dietro a Cristo centinaia di migliaia di persone, che intesse rapporti con buddisti, musulmani, è seguita da persone senza convinzioni religiose e ridà un soffio di vita alla politica, all’economia. Sulla bilancia degli apporti che hanno reso Silvia Lubich semplicemente “Chiara”, pesa non poco l’amicizia con le sue prime compagne. Tutto è incominciato con una scelta di Dio, e con la consacrazione nella verginità nel 1943 a Trento. Ma ben presto non è un “io”, ma un soggetto collettivo che si muove, agisce, prega e ama: Chiara e le sue prime compagne Avrebbero potuto diventare persone qualunque, invece sono state dei fari nei cinque continenti. Questa storia ha dell’incredibile, eppure è semplice. Si capisce se si apre il Vangelo al capitolo 13 di Giovanni: «Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri» (Giovanni, 13, 34). Un comandamento praticabile solo insieme. Quando, nei rifugi, ascoltano questo brano si scambiano uno sguardo d’intesa, mentre misurano l’impegno richiesto. Non esitano a dichiararsi reciprocamente: «Io sono pronta ad amarti fino a dare la vita per te». Chiara lo considererà la pietra angolare sulla quale poggerà l’edificio del Movimento dei Focolari. Non è certo una cosa inedita nella storia della Chiesa. Ma c’è forse qualcosa di nuovo. Chiara trasmette alle compagne ciò che vive e tutto quanto lo Spirito Santo le ispira. Tra loro c’è un legame solido come la roccia, e vorrei illustrare la qualità di questo rapporto che valorizza, libera le potenzialità ed edifica un’opera di Dio. Siamo nel 1954. È passata una decina di anni. A Roma vivono con Chiara Giosi, Graziella, Natalia, Vittoria (chiamata Aletta), Marilen, Bruna, Giulia (Eli). Un giorno, mentre Chiara si ferma a guardarle, le viene in mente una frase del libro dei Proverbi: «La sapienza ha intagliato le sue sette colonne» (Proverbi 9, 1). Vede sette giovani donne, ognuna con un talento, unite e radicate in Dio. Ecco le sette colonne della sapienza, i sette colori dell’arcobaleno che scaturiscono da un’unica luce, l’amore. Sette aspetti dell’amore interdipendenti, fluenti l’uno dall’altro e l’uno nell’altro. A Giosi Chiara affida la gestione della comunione dei beni e degli stipendi, nonché la cura dei poveri: il rosso dell’amore. A Graziella affida «la testimonianza e l’irradiazione», l’arancio. Natalia era stata la prima compagna: a lei impersonare il cuore di quest’ideale, il grido di Gesù abbandonato da amare Porterà questo segreto oltre la Cortina di ferro. Era la spiritualità e la vita di preghiera, il giallo dell’arcobaleno. Aletta sarà ricordata come colei che infuse tra i membri del Movimento l’impegno del prendersi cura della salute, per formare una comunità unita nell’amore: lo fece nel Medio oriente in guerra. Chiara le affidò la natura e la vita fisica, il verde. A Marilen, che visse quindici anni nella foresta del Camerun in mezzo a una tribù e testimoniò un rispetto incondizionato per la loro cultura, Chiara affidò l’azzurro: l’armonia e la casa. Bruna era un’intellettuale e Chiara la vide come colei che doveva sviluppare l’aspetto degli studi: l’indaco. A Eli, che stava sempre a fianco a Chiara, curandosi che tutti i membri nel mondo vivessero all’unisono, fu affidato l’aspetto dell’«unità e mezzi di comunicazione», il violetto. Altre compagne avranno successivamente dei compiti particolari: Dori, Ginetta, Gis, Valeria, Lia, Silvana, Palmira.

1959: Lia, Marilen, Bruna

Chiara stessa volle spiegare: «La filadelfia (amore fraterno) è più che una realtà. È qui che io prendo forza per affrontare le croci, dopo l’unione diretta con Gesù. L’una si preoccupa dell’altra a seconda del bisogno. Qui si va dalla sapienza comunicata […] ai consigli pratici sulla salute, sul vestito, sulla casa, sul mangiare, ad aiuti continui. Qui sei convinto che non sarai mai giudicato, ma amato, scusato, aiutato. Qui scorre sangue di casa, ma celeste. Quando voglio verificare se la mia è un’ispirazione, se un articolo è da correggere, glielo leggo chiedendo solo il vuoto assoluto di giudizio. Esse lo fanno ed io sento ingrandita la voce di Gesù dentro: “Qui bene, qui a capo, qui spiega meglio”. Rileggo con loro il testo e lo troviamo come desiderato». Non sorprende che, come testamento, Chiara abbia lasciato questa frase: «Siate sempre una famiglia». (altro…)

Il segno di Noel

Il segno di Noel

EmmanuelDeJesusEra un “graphic artist”, Noel, dal segno inconfondibile. Una predilezione per Michelangelo, Van Gogh, Gaudì. Un talento precoce per il disegno a mano libera. La creazione di uno stile moderno, personale, basato sulla conoscenza dei grandi maestri del passato. Emmanuel, per tutti Noel, lavorava fianco a fianco con i giovani della sua città, prestando la solarità, inventiva e creatività di cui era dotato alla preparazione del Genfest 2018 che radunerà a Manila 10.000 giovani da ogni parte del mondo. Il 2 settembre scorso, per una improvvisa complicanza delle apnee notturne di cui soffriva, si è addormentato e non si è più risvegliato. Più che un adulto, era considerato un coetaneo dai ragazzi e dai giovani del Movimento dei Focolari nelle Filippine, che ora, raccogliendone l’eredità, contano sul suo aiuto per continuare. Grace, Paul, Lela, Paula, Edith e altri suoi amici ci hanno scritto, raccontando chi era, per tutti, Noel. «Donava se stesso senza risparmiarsi e senza aspettarsi niente in cambio. In moto fin da piccolo: a due anni, arrivato per la prima volta in Mariapoli, correva e si arrampicava sulle pareti anche durante gli incontri. Di indole generosa, a sei anni aveva regalato un paio di scarpette appena acquistate per una raccolta di indumenti, organizzata dopo che un terribile incendio aveva devastato la zona. Alla richiesta di spiegazioni: “Ho visto Gesù in quelle persone”, risponde. Durante i primi anni di scuola, Noel incontra parecchie difficoltà. Quando un medico ne scopre la causa, un problema alla vista, confessa candidamente che non ne aveva mai parlato prima ai genitori per non farli preoccupare. La famiglia, in seguito, si trasferisce in un altro paese, e Noel con suo fratello attacca un cartello sulla porta principale, “Amici cercasi”, e comincia a bussare ai vicini, senza tuttavia costringere nessuno. Divenuto adulto, Noel è molto apprezzato dai suoi colleghi e datori di lavoro. Spontaneo e socievole, ma anche affidabile e preciso, rispettoso dei tempi di consegna. Gli viene perdonato se, a causa del disturbo di cui soffre nelle ore notturne, si addormenta talvolta all’improvviso, rovesciando il caffè sulla tastiera del pc. Condivide sui social le sue opere e una di queste è esposta al Cafè Mediterranean di Manila. Per le iniziative dei giovani dei Focolari è sempre disponibile. Tutte le volte che serve un disegno o un progetto, mette il suo talento a disposizione. Fin da ragazzo è il batterista di un complesso gen. Non certo il miglior batterista sulla piazza, ma quando c’è lui la band non si preoccupa troppo di raggiungere la perfezione, ma di suonare con il cuore. Agnes, una componente della band, ricorda che per lui era importante “l’insieme”, non tanto mettersi in mostra. La stessa attenzione pone anche nei rapporti con le persone. Nel 2004 Noel arriva a Loppiano (Italia) per una scuola gen. È uno dei pochi ad avere la patente e si mette alla guida per tutti, in caso di necessità, anche la sera, dopo una giornata di lavoro. Per molti giovani, ritornato nel suo Paese, diventa un punto di riferimento, una famiglia. Consapevolmente o no, è per loro uno stimolo a non mollare, a perseverare, a sperare, a seguire solo Dio. “Nell’amore occorre dare tutto, specie quando ti viene data la possibilità di farlo”, afferma spesso. Noel è sempre accanto alla mamma, protettivo con le sorelle, vicino al fratello anche quando si trasferisce all’estero. Non vuole che ci siano persone infelici intorno a lui. Un amico, un maestro, un gigante gentile. Una persona che ha lasciato il segno. Questo è Noel per noi. Aveva 38 anni, ma non voleva invecchiare. Ora sarà giovane per sempre». (altro…)