Dic 29, 2010 | Centro internazionale, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«Eterno Padre, fa’ che si accelerino i passi verso la piena comunione tra lChiesa cattolica e quella ortodossa»,
ha pregato la presidente dei Focolari sulle tombe dei patriarchi Arhenagoras I e Dimitrios I, in una delle rare pause concesse dalla pioggia. «Ad entrambi, che ben hanno conosciuto Chiara Lubich, affidiamo la prosecuzione del cammino ecumenico». Nel piccolo camposanto di Balikli, posto all’interno del santuario ortodosso di Maria Sorgente della vita, faceva corona a Maria Voce il gruppo dei focolarini di Istanbul.
Dopo l’importante udienza con il patriarca Bartolomeo I (motivo del viaggio), la permanenza della presidente nella storica città è stata legata ad alcuni incontri, come quello con padre Luigi Iannitto, francescano conventuale, 91 anni, che aveva conosciuto il carisma dell’unità nel 1949 e che, negli anni Settanta, dette vita al primo gruppo che iniziò a vivere la spiritualità focolarina. In un clima di grande amicizia s’è svolto l’appuntamento con un gruppo di musulmani di Istanbul, da anni in stretta collaborazione con il movimento. Mons. Louis Pelatre, vicario apostolico della Chiesa latina a Istanbul, ha accolto con viva cordialità Maria Voce. Si conoscono dagli anni Ottanta, quando entrambi vivevano in questa metropoli. È stato perciò immediato entrare subito sui grandi temi, ad iniziare dai dialoghi e dalla loro priorità. «Sono la nuova frontiera, non possiamo chiuderci» ha sottolineato il presule, esprimendo grande apprezzamento per l’opera che il Patriarca ortodosso sta svolgendo nel dialogo ecumenico e con i musulmani. Infine ha ringraziato vivamente Maria Voce «per aver non solo mantenuto ad Istanbul i due focolari ma averli rinnovati con l’arrivo di due focolarini giovani». A proposito di cosa significhi vivere in situazioni di frontiera, mons. Pelatre, ha riferito che a chi, di tanto in tanto, gli chiede cosa stesse a fare in Turchia, visto il numero esiguo di fedeli, lui sempre risponde: «Non è giusto dire che non c’è niente da fare, ma piuttosto si tratta di capire come fare». Nella stessa via – dedicata a Papa Roncalli, perché qui il futuro Giovanni XXIII fu nunzio a cavallo degli anni Quaranta – ha sede la Nunziatura apostolica, dove è avvenuto l’incontro con l’arcivescovo Antonio Lucibello. Caloroso saluto iniziale per le comuni origini calabresi, seguito dalla visita allo studio che fu del futuro pontefice.
Molto confidenziale il successivo colloquio, in buona parte dedicato al rapporto con l’Islam. «Un dialogo ancor prima interculturale che interreligioso», ha messo in luce. Profonda stima ha espresso nei confronti dell’instancabile lavoro ecumenico e con l’Islam svolto da Bartolomeo I. Maria Voce è tornata a visitare alcuni luoghi simbolo della città, dalla Moschea blu al museo di arte islamica. A Santa Sofia – prima basilica, poi moschea, ora museo – ha confidato: «Non riesco a trattenere la commozione, nonostante la folla: è un luogo che lega subito al Cielo. M’è venuto da chiedere a Dio perdono per la disunità creatasi tra le Chiese». Prima di rientrare a Roma, serata con tutta la comunità focolarina di Istanbul. Ricordi di un tempo, prima conoscenza di tante persone, profondo scambio di vita, ascolto intenso e risate fragorose. «Ti sentiamo proprio come una di noi», è stato detto a Maria Voce nei saluti finali. E lei: «Considerate allora che avete una presidente turca». di Paolo Lòriga, inviato (altro…)
Dic 12, 2004 | Chiesa, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Nel luogo in cui è stato formulato il Credo Venerdì, 26 novembre, quaranta Vescovi – ortodossi, siro-ortodossi, armeni apostolici, anglicani, evangelici-luterani e cattolici di vari riti, provenienti da 18 nazioni – si sono recati insieme a Nicea, il luogo in cui quasi 1700 anni fa, durante il primo Concilio ecumenico, è stato formulato il comune Credo cristiano, detto niceno-costantinopolitano. Consci delle tristi conseguenze delle disunità nel corso dei secoli, in questo luogo-simbolo si sono promessi solennemente di attuare in tutto e innanzi tutto il comandamento evangelico dell’amore reciproco, «affinché Cristo viva sempre fra noi e il mondo possa credere anche per il nostro contributo», come ha detto l’arcivescovo di Praga, il Card. Miloslav Vlk, uno dei principali promotori dell’iniziativa. E’ stato questo – al dire dei partecipanti – uno dei momenti culmine del 23° Convegno ecumenico di Vescovi amici del Movimento dei Focolari che, per invito del Patriarca ecumenico Bartolomeo I, si è svolto dal 23 novembre al 1° dicembre a Costantinopoli.
Intervento del Patriarca ecumenico Bartolomeo I Per la Preghiera ecumenica d’apertura, nella chiesa cattolica di S. Antonio, gremita di cristiani delle diverse Comunità presenti a Istanbul, è intervenuto lo stesso Bartolomeo I, che nella mattinata successiva si è rivolto ai Vescovi, congratulandosi per il loro zelo per l’unità dei cristiani, e si è soffermato quindi sul tema del Convegno: “Dove due o più sono riuniti nel mio nome, là sono io in mezzo a loro” (Mt 18, 20). Con ampio riferimento alla Scrittura e al pensiero dei Padri greci, il Patriarca ha messo a fuoco tre fondamentali presupposti perché si verifichi questa promessa di Gesù: “l’amore verso Cristo, realizzata con l’osservanza di tutti i suoi comandamenti, la fede in lui, manifestata come fiducia in lui, e la retta fede… come retta conoscenza della sua persona che scaturisce dalla comunione personale con lui”.
Visite alle Comunità cristiane di Istanbul Nel corso del Convegno i Vescovi hanno visitato le varie Comunità cristiane della città, unendosi alla loro preghiera, conoscendone i tesori spirituali e condividendone gioie e sofferenze. Di particolare rilievo, la visita alla sede del Patriarca Armeno Apostolico Mesrob II, che, dopo la celebrazione dei Vespri, si è intrattenuto con i suoi ospiti per un ampio dialogo sulla vita e la situazione della Chiesa armena, che ha dato, lungo i secoli, una testimonianza spesso eroica. In un suo messaggio per l’apertura al Convegno aveva già formulato un appassionato appello per l’unità. Molto cordiale pure l’incontro con il Vicario patriarcale Siro-Ortodosso Filüksinos Yusuf Çetin e la sua vivace Comunità che ha fatto grande festa ai Vescovi. In un’intervista rilasciata, il Metropolita ha sottolineato che una tale intesa tra i Vescovi è un esempio importante per i fedeli. Gioia per un gesto ecumenico di grande significato Al Fanar, la Sede del Patriarcato ecumenico, i Vescovi hanno partecipato alle solenni preghiere per l’arrivo delle reliquie di S. Giovanni Crisostomo e S. Gregorio il Teologo, donate dal Papa al Patriarca Bartolomeo I, nella Basilica vaticana. Il gesto ecumenico – aveva detto a Roma il Patriarca Bartolomeo I – ha un grande significato, e “conferma che non esistono nella Chiesa di Cristo problemi insormontabili, quando l’amore, la giustizia e la pace si incontrano”. La partecipazione è continuata poi durante le celebrazioni per la Festa di S. Andrea, Patrono del Patriarcato ecumenico, per la quale, oltre alla Delegazione vaticana guidata dal Card. Kasper, erano convenute a Costantinopoli rappresentanze delle Chiese ortodosse nel mondo.
“Dialogo della vita” La presenza di Cristo fra coloro che sono uniti nel suo nome è stata non solo il tema del Convegno ma soprattutto l’esperienza
che ne ha scandito lo svolgimento, creando – come hanno detto i Vescovi – “un intenso legame di vera fraternità”. Tre interventi preparati da Chiara Lubich, hanno illustrato i fondamenti di questa via ecumenica che nasce dalla spiritualità di comunione vissuta nel Movimento dei Focolari: il cosiddetto “Dialogo della vita”, o “Dialogo di popolo” che – ha spiegato Chiara Lubich – “non è un dialogo della base che si contrappone o giustappone a quello dei cosiddetti vertici o responsabili di Chiese, ma un dialogo al quale tutti i cristiani possono partecipare”. “Se viviamo così nelle nostre Chiese, esse rifioriranno”, ha affermato un Vescovo cattolico dell’Inghilterra, accennando alle grandi sfide della secolarizzazione. Mentre un Vescovo luterano ha espresso quanto aveva sperimentato nel Convegno con le parole del ben noto inno “Ubi caritas et amor, ibi Deus est – dov’è la carità e l’amore lì è Dio”.
Passi sul cammino verso l’unità Nel corso del programma, persone del Movimento dei Focolari di varie Chiese hanno raccontato di come, nelle varie parti del mondo, stanno operando per incrementare la comunione nelle loro Chiese e fra le diverse Comunità cristiane. Di particolare interesse la testimonianza di un parroco cattolico della Romania. Attraverso un paziente dialogo della carità, sono radicalmente cambiati i rapporti fra i pastori e le diverse comunità cristiane della sua città, con molte iniziative comuni che ormai coinvolgono le stesse autorità civili. Non meno significativo il costruttivo dialogo in atto fra il Mouvement Jeunesse Orthodoxe e il Movimento dei Focolari, di cui ha parlato un’ortodossa del Libano. Due evangelici e un cattolico hanno parlato ai Vescovi della Giornata ecumenica “Insieme per l’Europa”. Per essa, l’8 maggio 2004, erano convenuti a Stoccarda 10 mila persone di numerosi Movimenti, Comunità e Gruppi spirituali di varie Chiese: inizio di una maggiore testimonianza comune.
Incontro con il Card. Kasper La presenza della Delegazione vaticana per la Festa di S. Andrea, ha offerto l’occasione di un incontro dei Vescovi con il Card. Walter Kasper, Presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani. Nell’offrire un quadro dei recenti sviluppi ecumenici, egli ha sottolineato l’apporto dei Movimenti ecclesiali alla causa dell’unità: “Io sono molto grato per questi Movimenti, per il Movimento dei Focolari, e penso che è un segno dello Spirito Santo… Soltanto insieme possiamo fare qualcosa per la venuta del Regno di Dio. Perciò i Movimenti sono una strada importantissima”.
Nel settembre 2005 a Bucarest Prima di ripartire per le loro nazioni, i Vescovi hanno stabilito di ritrovarsi di nuovo nel settembre 2005 a Bucarest, aderendo all’invito del Patriarca rumeno-ortodosso Teoctist e del suo Sinodo. (altro…)
Dic 12, 2004 | Chiesa, Ecumenismo
INTERVISTA:
Quello vissuto in questi giorni è stato un incontro tanto atteso che ha visto una maggiore partecipazione di vescovi di varie Chiese, rispetto agli anni scorsi. Perché? Metropolita Serafim Joanta: Perché Istanbul, l’antica Costantinopoli, questa terra, la Turchia è un Paese anticamente cristiano, ricco di storia, di tanti luoghi santi. E’ per questo che molti vescovi sono stati attirati: per vivere proprio qui momenti di unità. E’ stato un incontro speciale. In questi giorni abbiamo vissuto un’esperienza estremamente ricca che ci ha rinnovato spiritualmente a contatto con questa cristianità antica: con gli ortodossi, con i siro-ortodossi, gli armeno-apostolici, i cattolici di diversi riti. Un fatto del tutto eccezionale e straordinario. Da dar gloria a Dio! Loro hanno vissuto questa settimana proprio in un momento in cui sono stati compiuti gesti storici nei rapporti tra Costantinopoli e Roma, per il ritorno a Costantinopoli delle reliquie dei due grandi Padri della Chiesa, san Giovanni Crisostomo e san Gregorio Nazianzeno detto “il Teologo”. Inoltre, hanno avuto più di un contatto diretto con il Patriarca. Quale significato ha assunto il loro convegno? Metropolita Serafim Joanta: Il ritorno delle reliquie dopo secoli è stato per questi cristiani, per la Turchia, un segno di speranza molto forte, molto commovente. Sono stato impressionato da come i vescovi delle Chiese anglicana e evangelico-luterana, che assistevano per la prima volta alla venerazione delle reliquie da parte di ortodossi e cattolici, abbiano apprezzato questo gesto. Il patriarca Bartolomeo ha parlato in modo commovente, ringraziando il Papa e la Curia romana per questo gesto eccezionale. E per il Patriarcato ecumenico e per le altre comunità siro-ortodossa, armena, anglicana che hanno visitato, quale significato ha avuto la loro presenza? Metropolita Serafim Joanta: Tutte le comunità hanno avvertito l’unità che c’era tra di noi. Hanno apprezzato la preghiera, la “qualità” della comunione. E’ stata per loro una cosa straordinaria vedere vescovi di tante Chiese uniti nella preghiera. Hanno manifestato gioia per il fatto che siamo stati in mezzo a loro. E’ stata per loro come una nuova chiamata all’unità: se i vescovi sono insieme, anche il popolo di Dio deve essere insieme. Penso che tutte queste comunità abbiano ricevuto un grande impulso per l’avvenire. Il Patriarca ecumenico Bartolomeo I, alla festa di s. Andrea, ha parlato del primato dell’unità spirituale che siamo chiamati a vivere in Cristo, sul modello della Trinità. Sembra un traguardo lontano… Metropolita Serafim Joanta: Penso che quanto abbiamo vissuto qui a Costantinopoli e quanto vivono cristiani di diverse Chiese insieme, nello spirito d’unità del Movimento dei Focolari, con Gesù in mezzo, è un esempio, una speranza, è un seme dell’unità che esiste già tra le diverse Chiese nella comunione, nell’amore della Trinità. Tra noi, infatti, c’è un grande amore, grande rispetto per ogni Chiesa, per ogni tradizione. Ho visto come i vescovi evangelici, anglicani e cattolici hanno apprezzato le icone, le reliquie, la liturgia ortodossa che è lunga, ma bella. Tutto questo è stato un esempio dell’unità che esiste già e che si deve diffondere in tutte le Chiese, in tutta la cristianità. E’ l’amore che può far avanzare l’unità dei cristiani. Se, soprattutto noi vescovi e i capi delle Chiese, diamo questa testimonianza – il dono delle reliquie ne è un segno molto forte – tutto questo sarà recepito dalla coscienza delle nostre Chiese. Dove ha radice questa loro esperienza di unità, da dove attinge la linfa? Metropolita Serafim Joanta: La radice dell’unità è l’amore di Dio, l’amore del Cristo che unisce nello Spirito Santo il mondo intero e prima di tutto i cristiani che si uniscono nel suo nome. E’ per questo che abbiamo in noi, nel nostro cuore, Gesù, Gesù in mezzo a noi. Questa spiritualità del Movimento dei Focolari è la spiritualità per eccellenza della Chiesa di Cristo, di ciascuna Chiesa. Sottolineo questo sempre: non è qualcosa specifico di questo movimento o della Chiesa cattolica soltanto. L’unità proposta da Chiara Lubich e dal Movimento dei Focolari è anche per le Chiese ortodossa, luterana, anglicana, perché è semplicemente evangelica, riassume, comprende tutto il Vangelo, l’essenza del Vangelo: è l’amore di Dio, l’unità in Cristo per lo Spirito Santo. Tra le tappe del loro pellegrinaggio in questa terra antica del cristianesimo c’è stata Nicea. Che significato ha avuto per loro? Metropolita Serafim Joanta: A Nicea abbiamo vissuto un momento molto forte: è un luogo che testimonia la Chiesa indivisa. Dove nel 325, si è celebrato il primo Concilio che ha formulato la prima parte del nostro credo. Insieme abbiamo firmato un patto di amore tra noi vescovi, e, in quanto vescovi, ci siamo impegnati anche per tutta la nostra Chiesa locale ad adoperarci per il ristabilimento della piena comunione visibile. E’ stato un segno molto forte e una speranza per l’avvenire. Dove e quando il prossimo appuntamento? Metropolita Serafim Joanta: Il prossimo anno ci ritroveremo in Romania, a Bucarest. Ci troveremo in un Paese ex-comunista che ha sofferto per 50 anni la repressione e da pochi anni ha ritrovato la libertà, non senza incontrare difficoltà. Questo nostro incontro sarà un segno di incoraggiamento per i cristiani di Romania, non solo ortodossi. C’è una forte comunità di cattolici, ci sono evangelici, calvinisti. Sarà l’occasione per incontrare il patriarca Teoctist … Metropolita Serafim Joanta: Sì, sarà l’occasione per incontrare il Patriarca Teoctist e i responsabili delle Chiese cattolica e evangelica e molti vescovi del Paese. Sarà l’occasione per dar loro modo di conoscere più da vicino il ruolo di unità del Movimento dei Focolari: abbiamo avuto qui a Costantinopoli una testimonianza molto forte di un sacerdote cattolico romeno che si è impegnato a incontrare regolarmente i sacerdoti ortodossi, cattolici, riformati e luterani. Questi incontri hanno cambiato lo spirito di questa città. Ora tutti pregano insieme, c’è tra tutti una vita veramente nello Spirito Santo. Sì, il Movimento dei Focolari ha un grande rispetto per ogni Chiesa: anzi, ognuno ritrova le proprie radici nella propria Chiesa, ogni sacerdote, ogni cristiano approfondisce la propria tradizione. E’ qualcosa di straordinario che può cambiare la situazione.
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Nov 26, 2004 | Ecumenismo
„Dove due o più sono uniti nel mio nome…Un solo popolo nella molteplicità delle tradizioni
Sarà il Patriarca ecumenico Bartolomeo I che aprirà questo 23° convegno ecumenico sul tema: “Dove due o più sono uniti nel mio nome… Un solo popolo nella molteplicità delle tradizioni. A Istanbul sono giunti 52 vescovi di varie Chiese d’Oriente e d’Occidente: ortodossi, siro-ortodossi, armeni apostolici, anglicani, evangelico-luterani e cattolici di vari riti.
Momenti culmine Oltre all’apertura del convegno con il Patriarca ecumenico Bartolomeo I, gli incontri-dialogo con il card. Walter Kasper, Presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani, con il Patriarca Armeno Apostolico di Costantinopoli, Mesrob II, e con il Vicario Patriarcale Siro-ortodosso per la Turchia, Filüksinos Yusuf Çetin. Al cuore della spiritualità dell’unità: la presenza di Cristo Risorto promessa a “due o più sono uniti nel suo nome” Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari, ha incaricato alcuni dei suoi più stretti collaboratori e collaboratrici a trasmettere i suoi interventi sulla tematica del congresso e sull’esperienza ecumenica del Movimento. Da loro verrà evidenziata la sintonia della spiritualità dell’unità, tipica dei Focolari con la spiritualità ecumenica fortemente incoraggiata dal Papa che ultimamente, il 13 novembre, aveva nuovamente invitato i cristiani a realizzare quella “piena comunione” che “non significa astratta uniformità, ma ricchezza di legittima diversità di doni condivisi e riconosciuti da tutti…” (Omelia di Giovanni Paolo II in occasione del 40° anniversario del decreto conciliare “Unitatis Redintegratio”) L’inizio: celebrazione ecumenica alla Chiesa di Sant’Antonio Il Convegno di Vescovi inizia con una celebrazione ecumenica, nella chiesa cattolica di Sant’Antonio, alla presenza dei Responsabili e dei membri delle varie comunità cristiane presenti a Istanbul. La visita a Nicea, sede di due tra i primi Concili ecumenici In programma la visita a Nicea, e al Monastero della SS. Trinità ad Halki, insigne centro di studi del Patriarcato ecumenico. Prevista anche la visita al Patriarca Mesrob II, nella sede del Patriarcato Armeno Apostolico e al Metropolita Filüksinos Yusuf Çetin, al Vicariato patriarcale Siro ortodosso. L’accoglienza delle reliquie di Giovanni Crisostomo e Gregorio di Nazianzo I Vescovi, ad Istanbul, parteciperanno, per felice coincidenza, all’accoglienza delle reliquie dei Padri della Chiesa indivisa Giovanni Crisostomo e Gregorio di Nazianzo, Vescovi di Costantinopoli nel IV-V secolo, consegnate da Giovanni Paolo II al Patriarca Bartolomeo nella Basilica di S. Pietro in Vaticano proprio in questi giorni, sabato 27 novembre. La festa dell’apostolo Sant’ Andrea al Fanar Al Fanar, sede del Patriarcato ecumenico, il 29/30 novembre i vescovi assisteranno alle solenni celebrazioni per la Festa di S. Andrea apostolo, Fondatore e Patrono del Patriarcato di Costamtinopoli, presiedute dal Patriarca Bartolomeo I, a cui parteciperà la delegazione della Santa Sede, guidata dal card. Walter Kasper. Gli appuntamenti precedenti I convegni ecumenici di vescovi di varie Chiese “amici del Movimento dei Focolari” si svolgono con cadenza annuale. Si sono tenute di anno in anno in diverse località: Costantinopoli (1984), Londra (1986 e 1996), Ottmaring/Augsburg in Germania (1988 e 1998),Trento (1995), Amman/Gerusalemme (1999), Zurigo (2001), Ginevra (2002) e più volte a Roma. Costante la benedizione da parte dei Capi delle diverse Chiese. (altro…)