Movimento dei Focolari

L’Ungheria ricorda la rivoluzione del 1956

Ott 24, 2016

Innescata, 60 anni fa, da una marcia pacifica di un gruppo di studenti il 23 ottobre 1956, la rivolta ungherese fu duramente repressa dall'intervento armato delle truppe sovietiche.

Quest’anno ricorre il 60.mo della rivoluzione ungherese del 1956. Ricorrenza molto sentita in tutto il Paese e legata anche ad alcuni fatti importanti del Movimento dei Focolari, in particolare allo sviluppo di una delle sue diramazioni: i volontari. Ma gli ideali del ‘56 sono rimasti legati ad una congiuntura che ora fa parte del passato, della storia dell’Ungheria? Oppure celebrare il 60.mo può diventare un’occasione per ravvivare e attualizzare quei valori per i quali hanno perso la vita migliaia di persone? Ecco uno sguardo ai fatti storici, attraverso le testimonianze di persone che ancora oggi s’impegnano nel sociale, fedeli ai valori più genuini perseguiti nel ‘56, a partire da una scelta evangelica. Video multilingue con sottotitoli https://youtu.be/F-m85VMcI8g https://youtu.be/bpxqy-fYHc8

___

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Iscriviti alla Newsletter

Pensiero del giorno

Articoli Correlati

Maria Voce è tornata alla casa del Padre

Maria Voce è tornata alla casa del Padre

Prima Presidente del Movimento dei Focolari dopo la fondatrice Chiara Lubich, Maria Voce è deceduta ieri, 20 giugno, 2025 nella sua casa. Le parole di Margaret Karram e Jesús Morán. I funerali si terranno il 23 giugno prossimo, alle 15.00 presso il Centro Internazionale dei Focolari a Rocca di Papa (Roma).

Grazie Emmaus!

Grazie Emmaus!

La lettera di Margaret Karram, Presidente del Movimento dei Focolari, in occasione della dipartita di Maria Voce – Emmaus.

A che serve la guerra?

A che serve la guerra?

In questo momento in cui il mondo è dilaniato da conflitti efferati, condividiamo uno stralcio del celebre volume scritto da Igino Giordani nel 1953 e ripubblicato nel 2003: L’inutilità della guerra. «Se vuoi la pace, prepara la pace» : l’insegnamento politico che Giordani ci offre in questo suo volume può riassumersi in questo aforisma. La pace è il risultato di un progetto: un progetto di fraternità fra i popoli, di solidarietà con i più deboli, di rispetto reciproco. Così si costruisce un mondo più giusto, così si accantona la guerra come pratica barbara appartenente alla fase oscura della storia del genere umano.