In occasione del 60esimo anniversario di Nostra Aetate, condividiamo un breve stralcio dell’intervista a Prha Pittaya, monaco buddista Theravada (Thailandia) durante il convegno “One Human Family” promosso dal Centro per il Dialogo Interreligioso del Movimento di Focolari che si è svolto dal 31 maggio al 04 giugno 2024 tra Castel Gandolfo e Assisi (Italia).
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Il Centro Evangelii Gaudium (CEG) a breve darà inizio a un nuovo corso sulla Sinodalità. Quali le novità di questo anno?
Siamo in una nuova fase del processo sinodale. Dopo i primi 3 anni culminati con l’Assemblea dell’ottobre 2024, ora siamo entrati nella così chiamata fase di attuazione. Il 15 marzo 2025 infatti Papa Francesco ha approvato l’avvio di un processo di accompagnamento della fase attuativa da parte del Segretariato Generale del Sinodo. Questo processo coinvolge tutti, dalle diocesi alle associazioni laicali, movimenti ecclesiali e nuove comunità.
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Questo il motivo per il quale abbiamo deciso di lanciare un nuovo corso, dal titolo Prassi per una Chiesa sinodale come un contributo concreto all’attuazione del processo sinodale. Siamo convinti che la pratica della sinodalità è molto più di un tentativo di rendere la Chiesa più partecipativa, è un nuovo paradigma dell’esistenza ecclesiale. Non solo, ci sembra che non si tratti solo di un fatto religioso. Le nostre società stanno cambiando radicalmente e, – lo vediamo tutti, – la verità, i valori fondamentali e l’impegno reciproco stanno cedendo il passo alla legge della giungla. D’altra parte, a livello locale e regionale stanno emergendo nuove idee che rivelano parallelismi con il processo sinodale nella società civile. Noi crediamo che il processo sinodale in cui è impegnata la Chiesa potrebbe essere un valido contributo in questo momento storico, anche per tutta la società.
Quest’anno vogliamo calarci in questi aspetti, offrendo un approfondimento sul processo in corso, cercando di scoprire nuove piste e strumenti per incarnare la sinodalità nelle realtà in cui viviamo, come ci invita il Documento Finale del Sinodo e il successivo documento della Segreteria di luglio scorso, Tracce per la fase attuativadel Sinodo. Nella certezza che si tratta di un cammino in cui il protagonista è lo Spirito Santo e che prima di tutto dobbiamo aprirci a Lui e lasciare che sia Lui a guidare la storia, la nostra personale come quella della Chiesa e dell’umanità.
Il tema della “Sinodalità” è stato centrale durante gli anni del pontificato di Francesco. In che modo si sta proseguendo in questo cammino con Papa Leone XIV?
Maria do Sameiro Freitas
L’8 maggio scorso, nel suo primo messaggio al popolo di Dio, il giorno della sua elezione, Papa Leone ha tracciato un programma: A tutti voi, fratelli e sorelle di Roma, d’Italia, di tutto il mondo: vogliamo essere una Chiesa sinodale, una Chiesa che cammina, una Chiesa che cerca sempre la pace, che cerca sempre la carità, che cerca sempre di essere vicino specialmente a coloro che soffrono.
E in diverse altre circostanze, in particolare il 26 giugno, ai membri del Consiglio ordinario della Segreteria generale del Sinodo, ha ribadito: E l’eredità che ci ha lasciato (Papa Francesco) mi pare sia soprattutto questa: che la sinodalità è uno stile, un atteggiamento che ci aiuta ad essere Chiesa, promuovendo autentiche esperienze di partecipazione e comunione.
Sembra chiaro che la linea sia quella del suo predecessore, nella convinzione che la sinodalità sia intrinseca alla Chiesa. Significativo anche il prossimo Giubileo delle equipe sinodali e organismi di partecipazione che si svolgerà dal 24 al 26 ottobre in Vaticano. Sono attesi più di 2.000 partecipanti ai quali il Papa rivolgerà un messaggio il 24 pomeriggio. Sarà un ulteriore passo per andare decisamente avanti, tutti in cordata nel mondo.
Come sarà strutturato questo corso? A chi si rivolge?
Il Corso anche questa volta sarà online, in italiano con la traduzione in 3 lingue: inglese, portoghese, spagnolo. Come contenuto, si partirà dal Documento Finale del Sinodo e dalle Tracce per la sua attuazione, cercando di scoprire Nuovi percorsi per una prassi sinodale e come implementarli nei diversi contesti in cui ognuno si trova.
Si daranno poi degli strumenti pratici per attuare il processo sinodale, come il metodo della facilitazione, la rendicontazione, la valutazione e la verifica.
Si metteranno in evidenza le buone pratiche già in corso, con una condivisione a livello internazionale. Il tutto con la ferma convinzione che il processo sinodale non è una tecnica ma sì una esperienza di apertura ai fratelli e sorelle, che apre la possibilità della presenza di Gesù tra i suoi (cfr Mt 18,20) e, alla luce di questa presenza, ci mette in grado di ascoltare lo Spirito.
In ogni lezione ci sarà la possibilità di una condivisione tra gli studenti, sia di buone pratiche, che di riflessioni o suggerimenti vari.
Si concluderà con un laboratorio ad aprile in cui si metterà in pratica quanto appreso durante l’anno.
Il corso avrà inizio il 3 novembre con una lezione speciale affidata alla Segreteria generale del Sinodo e con il contributo di Margaret Karram, Presidente del Movimento dei Focolari che ha partecipato alle 2 Assemblee sinodali. Questo momento è aperto a tutti.
Si stanno iscrivendo persone di tutte le vocazioni, tanti laici, ma anche sacerdoti, religiosi e consacrate, persone impegnate a livello ecclesiale e civile. Diversi sono studenti degli anni precedenti ma abbiamo anche tante nuove iscrizioni da diversi Paesi.
Alla luce dei precedenti anni cosa vi auspicate?
Ci auspichiamo che sia un contributo all’implementazione del processo sinodale nei vari ambienti dove vivono i partecipanti.
Negli anni precedenti abbiamo visto che diversi studenti si sono impegnati a livello di diocesi, parrocchia, associazione, per mettere in pratica quanto appreso; altri si sono fatti moltiplicatori di idee in atenei, scuole…
Abbiamo un ampio ventaglio di partecipanti di diversi Paesi, dalle Filippine al Canada, dal Sud Africa alla Svezia. Lo scambio di buone pratiche potrà dare idee nuove, impulsi decisivi per portare avanti il processo sinodale, per il bene della Chiesa e della società.
A 60 anni da Nostra Aetate condividiamo la storia di un’amicizia unica: Silvina, Nancy e Cecilia. Tre donne. Silvina è una rabbina di una comunità ebraica a Buenos Aires, Nancy, musulmana, dirige un centro per il dialogo interreligioso e Cecilia, cristiana, è membro del Movimento dei Focolari. Un rapporto costruito su azioni concrete e sul desiderio di superare ogni possibile barriera.
Un quadro sintetico delle linee generali dell’impegno formativo del Movimento dei Focolari. Questo in sintesi il contenuto del documento sulla Formazione permanente e integrale del Movimento deiFocolari che offre un primo elenco delle numerose ed eterogenee esperienze formative rivolte agli appartenenti al Movimento, ma anche alle scuole e alle agenzie culturali ed educative aperte dai Focolari nei più diversi contesti.
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Esso si rivolge quindi a quanti sono impegnati nell’ambito educativo nelle diverse diramazioni e agenzie formative del Movimento dei Focolari, nelle proprie Chiese o comunità cristiane; nella propria religione; nella società.
Pur nella coscienza di essere ancora agli inizi nella riflessione e attuazione, questo documento si rivolge anche a quanti sono impegnati in altri enti e organizzazioni che si occupano di formazione, come stimolo per un confronto e un arricchimento reciproci.
In alcune mozioni dell’Assemblea Generale del 2021 era stato espresso il desiderio di mettere a fuoco la pedagogia che scaturisce dal carisma dell’unità e di favorire sinergie all’interno e all’esterno del Movimento su questo fronte. Alla vigilia dell’Assemblea 2026 viene reso disponibile questo primo documento che è pubblicato on-line – e non stampato – per sottolinearne la caratteristica di documento in progress, aperto, da arricchire e aggiornare.
Nella prima parte vengono indicati i destinatari, i princìpi ispiratori, gli obiettivi e i protagonisti della formazione, segue poi una sintesi dei contenuti e del metodo e infine una raccolta delle agenzie e dei programmi formativi offerti dal Movimento dei Focolari.
«La risposta duratura della Chiesa agli abusi richiede più che semplici riforme strutturali, essa esige la partecipazione attiva di tutti, a tutti i livelli della vita della Chiesa». Potrebbe essere questa una delle frasi chiave del secondo Rapporto Annuale sulle politiche e le procedure della Chiesa in materia di tutela(safeguarding). Nel Rapporto, corposo e dettagliato, la Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori documenta le sue risultanze e raccomandazioni per il periodo di riferimento 2024, ringraziando il Santo Padre Leone XIV per il pieno supporto al lavoro.
Una seconda frase chiave potrebbe essere questa: «Le vittime devono essere al centro delle nostre priorità». Per questo, l’ascolto diretto di vittime e sopravvissuti di abusi è stato esteso in questo secondo rapporto. «Al di là del ruolo limitato e spesso insufficiente del risarcimento finanziario, in un approccio integrale alla riparazione sono fondamentali strumenti di riparazione come i seguenti:
assicurare centri di ascolto accoglienti per vittime/sopravvissuti-e ove queste possano essere ascoltate dalle autorità ecclesiastiche;
fornire servizi di supporto psicologico di tipo professionale;
riconoscimento pubblico e scuse;
comunicazione proattiva e trasparente con le vittime/sopravvissuti-e volta a fornire aggiornamenti tempestivi sui loro casi;
coinvolgimento delle vittime/sopravvissuti-e nello sviluppo delle politiche e delle procedure di tutela della Chiesa».
Nella presentazione alla stampa del Rapporto è stato sottolineato il dialogo vivo in corso, da parte della Commissione, con le conferenze episcopali di tutto mondo, dialogo focalizzato soprattutto su prevenzione, trasparenza, protocolli di protezione applicabili. Importante la disponibilità di ambienti sicuri per gestite le situazioni in modo preventivo.
Conferenza Stampa di presentazione del Secondo Rapporto Annuale della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori. Dalla sinistra: Prof. Benyam Dawit Mezmur, giurista, membro della Pontificia Commissione; S.E. Mons. Luis Manuel Alí Herrera, Vescovo titolare di Giubalziana; Segretario della Pontificia Commissione; S.E. Mons. Thibault Verny, Arcivescovo di Chambéry, Vescovo di Saint-Jean-de- Maurienne e Tarentaise, Presidente; Dott.ssa Maud de Boer-Buquicchio, giurista, incaricata del Rapporto Annuale; Matteo Bruni, Direttore della Sala Stampa della Santa Sede.
Non sono stati nascosti i ritardi culturali in molti Paesi e i casi di resistenza ad affrontare le situazioni e ascoltare le persone che hanno subito degli abusi. Serve professionalità e un dialogo strutturato nei servizi a livello locale, perché le vittime o sopravvissuti spesso non si sentono accompagnate adeguatamente e denunciano mancanza di rispetto. C’è anche l’esigenza di una procedura canonica più chiara per la dimissione e/o rimozione di leader/responsabili o personale della Chiesa in casi di abuso o negligenza. C’è comunque coscienza diffusa di questi ritardi e si sta agendo per acquisite le competenze necessarie, con molta serietà.
Per quanto riguarda la comunicazione, questo è un aspetto critico sottolineato soprattutto dalle vittime, che ricordano sempre la sofferenza che provoca la mancanza di trasparenza a livello della Chiesa universale e delle chiese locali. Si è rilevata anche l’’importanza di costruire percorsi formativi e informativi per le famiglie sui diritti educativi.
Nel Rapporto la Commissione avvia uno studio sulle associazioni laicali, in particolare con l’elaborazione di una metodologia pilota per assistere il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita nell’accompagnamento degli aspetti inerenti alla tutela all’interno di dette associazioni. Tale metodologia è illustrata nel Rapporto, insieme con una iniziale applicazione nel caso del Movimento dei Focolari.
«La Commissione accoglie con favore le importanti riforme in materia di tutela recentemente attuate dal Movimento dei Focolari. Pur sottolineando specifiche raccomandazioni, la Commissione evidenzia anche alcune buone prassi, tra cui: l’istituzione di una Commissione Centrale Indipendente per la gestione dei casi di abuso all’interno del Movimento dei Focolari; una Politica dell’Informazione sugli abusi sessuali su minori e adulti/e vulnerabili; e Linee Guida di sostegno e riparazione finanziaria in caso di abusi sessuali».
Tra i miglioramenti richiesti e le raccomandazioni: proceduredi revisione e controllo esterno e un piano sistematico di revisione indipendente, pur tenendo conto dell’operato dell’Organo di Vigilanza, che comunque è una utile disposizione all’interno del sistema di tutela del Movimento.
L’inserimento nel nuovo Protocollo di una clausola che dichiari che le persone vittime/sopravvissuti-e siano informati in modo proattivo e affermativo del loro diritto di denunciare il proprio caso alle autorità civili; armonizzare le diverse e disaggregate politiche del Movimento in un documento unico e coerente, pur accogliendo con favore un documento consolidato di prossima pubblicazione.
I Focolari esprimono sincera gratitudine per l’accompagnamento ricevuto dalla Commissione Tutela Minorum che nell’ultimo anno ha seguito i lavori del Movimento in merito alla formazione, alla prevenzione e alla creazione di un sistema di norme e protocolli, offrendo la propria competenza. Ora il lavoro prosegue con lo studio delle raccomandazioni proposte dalla Commissione nel presente rapporto; alcune saranno implementate già nei prossimi mesi e ne verrà data notizia nel prossimo Resoconto sulla tutela della persona nel Movimento dei Focolari che verrà pubblicato entro febbraio 2026.