Movimento dei Focolari
Ricordando i 60 anni dalla revoca delle scomuniche tra Roma e Costantinopoli.

Ricordando i 60 anni dalla revoca delle scomuniche tra Roma e Costantinopoli.

L’anno 2025, ormai tutti lo sanno, è stato un anno ricco di anniversari e avvenimenti ecumenici. L’incontro di papa Leone XIV e del patriarca Bartolomeo a Nicea con i leaders delle varie Chiese e Organismi ecumenici e, in seguito i vari appuntamenti ad Istanbul, hanno testimoniato il desiderio e impegno delle Chiese nel continuare il cammino verso l’unità. Un altro avvenimento ecumenico di grande importanza di cui ricorreva il 60° anniversario è la revoca delle scomuniche tra Roma e Costantinopoli avvenuta il 7 dicembre 1965 da parte di papa Paolo VI e del patriarca Athenagoras I, un evento che dette inizio ad una nuova stagione di rapporti tra cattolici e ortodossi. Paolo VI e il Patriarca Athenagoras uomini santi, di grandi vedute e amanti soltanto della volontà di Cristo per la sua Chiesa, hanno avuto la fortezza di rompere la spirale di ostilità e inimicizia trovandosi da fratelli a Gerusalemme nel gennaio 1964, preparando, così, il terreno per la revoca di quelle scomuniche scambiate tra i legati del Papa e l’allora patriarca di Costantinopoli ancora nel 1054. L’evento segnò l’inizio di un dialogo della carità che ha visto i due pionieri in un continuo e crescente impegno perché le due Chiese, cattolica e ortodossa, si riconoscessero nuovamente come Chiese sorelle.

La Cattedra ecumenica patriarca Athenagoras – Chiara Lubich, dell’Istituto Universitario Sophia di Loppiano ha promosso un Seminario per evidenziarne l’importanza. Hanno aperto i lavori i messaggi del patriarca Bartolomeo di Costantinopoli, di papa Leone XIV a firma del cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin, e di Margaret Karram, vice gran cancelliere dell’Istituto Universitario Sophia e Presidente del Movimento dei Focolari.  

Papa Leone XIV ha sottolineato l’importanza non solo di “riflettere su quanto accaduto in passato”, ma anche di “suggerire nuovi passi concreti che possiamo compiere insieme”.

Il Patriarca Bartolomeo, ricordando la centralità della Resurrezione di Cristo per la fede cristiana celebrata a Pasqua, lamenta il fatto che celebriamo questa festa ancora raramente nella stessa data e osserva quanto hanno fatto lui e papa Francesco per risolvere la questione della data comune della Pasqua.

Margaret Karram, nel suo video-messaggio, mentre guardando indietro nella storia ringrazia Dio per i miracoli compiuti, invita a guardare avanti e a rinnovare la nostra speranza che l’unità tra le Chiese avverrà nel tempo e nel modo a Lui noti, riprendendo il pensiero del Patriarca Atenagora: “L’unione avverrà. Sarà un miracolo. Quando? Non lo sappiamo. Ma dobbiamo prepararci. Perché un miracolo è come Dio: sempre imminente”.

I vari interventi hanno illustrato gli aspetti storici, spirituali, teologici e canonici di questo cammino. Mons. Piero Coda, professore eSegretario Generale della Commissione Teologica Internazionale; membro della Commissione mista per il dialogo tra la Chiesa Cattolica e la Chiesa Ortodossa e della Commissione dei teologi per il cammino sinodale, ha sottolineato che quel gesto profetico della revoca delle scomuniche ci esorta a vivere, pensare, dialogare, agire in quella luce e in quell’amore in cui possiamo preparare e accogliere, gli uni e gli altri, gli uni con gli altri, il giorno benedetto in cui lo Spirito Santo ci farà trascendere – con un miracolo del suo amore, sotto lo sguardo tenero e forte di Maria, la piena di grazia e la ‘Theotokos’ – tutto ciò che ancora ci separa dallo straripare della piena condivisione tra noi della comunione in Cristo.

Sandra Ferreira Ribeiro, teologa ecumenista attuale co-responsabile del Centro “Uno” del Movimento dei Focolari, ha delineato il contesto storico che ha preceduto e preparato la revoca delle scomuniche e gli atti che l’hanno concretizzata nel 1965 inaugurando un nuovo clima di dialogo.

Declan O’Byrne, professore e rettore dell’Istituto Universitario di Sophia, cotitolare della cattedra ecumenica dell’Istituto Sophia, ha sottolineato l’importanza che la professione di fede proclamata a Nicea diventi una realtà vissuta attraverso la carità tra i cristiani e l’impegno per la ricerca di una chiarezza teologica.

Il metropolita Maximos Vgenopoulos di Selyvria co-titolare dela cattedra ecumenica e membro della Commissione mista internazionale per il Dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa, ha illustrato il tema Primato e Sinodalità nel secondo Millennio e oggi, tema dell’ultimo Documento della Commissione mista di Dialogo trovatasi ad Alessandria d’Egitto a giugno del 2023, concludendo che mentre le due Chiese procedono «nell’amore e nella verità» verso l’unità, il Documento apre vie e prospettive positive per il futuro riguardo all’autentica comprensione del Primato e della Sinodalità, specialmente nel contesto delle discussioni ufficiali in corso sulla Sinodalità all’interno della Chiesa cattolica romana.

Dimitrios Keramidas– professore di ecumenismo e teologia ortodossa all’Istituto Angelicum di Roma, ha ricordato che la condivisione della benedizione comune del Papa e del Patriarca ecumenico a Fanar, la recita del Padre Nostro e la preghiera ecumenica tenutasi a Nicea sono stati ulteriori segni del riconoscimento dell’ecclesialità delle due Chiese: una condivisione spirituale vera e visibile.

Augustinos Bairachtaris, professore associato di Studi ecumenici all’accademia ecclesiastica patriarcale di Creta ha enfatizzato la necessità di una teologia della croce e lo spirito di metanoia che devono sempre accompagnare il dialogo ecumenico.

A sottolineare l‘armonia che l’unità ricercata tra le Chiese rappresenta, è stato il pianista don Carlo Seno, con un pezzo musicale di rara bellezza.

La realizzazione del seminario ha messo in luce il ruolo irrinunciabile che può avere la Cattedra ecumenica Patriarca Athenagoras – Chiara Lubich nel promuovere l’ecumenismo e la crescente reciproca conoscenza e apprezzamento dei cristiani gli uni degli altri, considerando l’esortazione di papa Leone XIV e del patriarca Bartolomeo nella loro Dichiarazione congiunta: “Esortiamo vivamente tutti i fedeli delle nostre Chiese, e in particolare il clero e i teologi, ad accogliere con gioia i frutti finora conseguiti e a impegnarsi per il loro continuo incremento”. 

Sandra Ferreira Ribeiro
(Centro “Uno” per l’unità dei cristiani)

Foto: @ Mariane Gonçalves de Araújo

7 dicembre 1943: l’inizio di una divina avventura

7 dicembre 1943: l’inizio di una divina avventura

[…] il 7 dicembre del 1943. Vado da sola, infuriava una grande bufera. Io avevo l’impressione proprio di aver il mondo contro.  

[…] Mi era stato preparato un panchetto vicino all’altare e avevo un messalino in mano piccolino, piccolino. E mi fanno pronunciare la formula con la quale mi dono totalmente a Dio per sempre. Io ero talmente felice di quella cosa che non mi rendevo conto neanche forse di quello che facevo perché ero giovane. Ma quando ho pronunciata la formula ho avuto l’impressione che un ponte cadesse dietro di me, che non potevo più tornare indietro perché ormai ero tutta di Dio, quindi non potevo più scegliere. E lì è caduta una lacrima sul messalino. 

Però la felicità era immensa! E sapete perché? Sposo Dio quindi mi aspetto tutto il bene possibile. Sarà fantastica, sarà una divina avventura, straordinaria. Io sposo Dio! E dopo abbiamo visto che è stato proprio così. 

[…] Qual è il mio consiglio? Il mio consiglio lo direi a me stessa: abbiamo una vita sola, puntiamo in alto, puntiamo in alto, giochiamo il tutto per il tutto, merita, merita. […] in quanto sta a voi, fate questo atto di generosità: puntate in alto, voi non risparmiate! 

Stralcio tratto da Chiara Lubich, La quarta strada, 30 dicembre 1984
Foto: © Horacio Conde – CSC Audiovisivi

Seed Funding Program 2025-2026

Seed Funding Program 2025-2026

Il Seed Funding Program (SFP) è un programma che mira a sostenere e incoraggiare iniziative significative e promettenti in diverse parti del mondo per la creazione di piani ecologici locali e/o nazionali all’interno delle comunità del Movimento dei Focolari. L’obiettivo è di promuovere una trasformazione degli stili di vita personali e comunitari, favorendo relazioni sostenibili tra le persone e il pianeta attraverso progetti ecologici e sostenibili.

Con il primo lancio del 2021-2022 il programma ha già finanziato 15 progetti in vari Paesi in quattro continenti. Per l’edizione 2025-2026 hanno risposto centinaia di giovani con diverse proposte. Di queste, sono dieci i progetti scelti: cinque si svilupperanno in Africa, tre in Sud America, uno in Medio Oriente e uno in Asia. Per maggiori info sui progetti clicca qui

Motivati dall’esempio di Papa Francesco e incoraggiati a proseguire da papa Leone e da altri leader religiosi per la protezione della nostra casa comune, anche i Focolari hanno deciso, attraverso la Piattaforma d’Azione Laudato Sì, di sviluppare un proprio EcoPiano con l’obiettivo di amplificare, collegare ed espandere il lavoro ambientale all’interno del Movimento. In questo contesto e con la sponsorizzazione di FaithInvest e Mundell&Associates è nata l’iniziativa di micro finanziamento Seed Funding Program, promosso dalla ONG New Humanity e realizzato in collaborazione con United World Community ed EcoOne, due reti legate ai Focolari, impegnate a promuovere la consapevolezza e l’azione ambientale attraverso il dialogo, l’educazione e l’impegno di ciascuno.

Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, credeva che affrontando le sfide locali si coltivasse la responsabilità morale di affrontare quelle globali. Nel 1990, in una lettera al Rev. Nikkyo Niwano, Presidente della Rissho Kosei-kai (Tokyo), scrisse: “È ormai dimostrato da molti seri studi scientifici che non mancherebbero né le risorse tecniche né quelle economiche per migliorare l’ambiente. Ciò che invece manca è quel supplemento d’anima, quel nuovo amore per l’uomo, che ci fa sentire responsabili tutti verso tutti, nello sforzo comune di gestire le risorse della terra in modo intelligente, giusto, misurato. Non dimentichiamo che Dio creatore ha affidato la terra a tutti gli uomini e non a un solo popolo o a un solo gruppo di persone”.

Lorenzo Russo
Foto di copertina: © Pixabay

Economy of Francesco: 600 giovani a Castel Gandolfo

Economy of Francesco: 600 giovani a Castel Gandolfo

Dal 28 al 30 novembre presso il Centro Mariapoli di Castel Gandolfo (Roma, Italia) si terrà l’evento “Restarting the economy”, promosso dalla Fondazione The Economy of Francesco (EoF) con il sostegno del Dicastero Vaticano per il Servizio allo Sviluppo Umano Integrale.

È il primo appuntamento mondiale di EoF che si svolge lontano da Assisi e senza la presenza di Papa Francesco. “Una novità che non segna una distanza, ma piuttosto un’estensione – sottolinea Mons. Domenico Sorrentino, Presidente della Fondazione -. Lo spirito di Assisi si fa vicino a Roma e al Papa, per continuare a ispirare un’economia capace di mettersi al servizio dell’umanità e del creato”.

L’incontro di EoF ad Assisi, settembre 2022

Oltre 600 giovani provenienti 66 nazioni, con la presenza per la maggior parte di donne e la partecipazione di circa 80 studenti delle scuole superiori insieme ad economisti, filosofi, imprenditori, teologi, artisti e policy maker.

È “un segnale che la proposta di impegno dei giovani per cambiare l’economia è viva e capace di futuro – afferma il prof. Luigino Bruni, vice presidente della Fondazione e ideatore dell’evento fin dalla sua nascita -. Restarting the Economy è la versione EoF del Giubileo: un ritorno al senso biblico originario con la liberazione degli schiavi di oggi (dipendenze, usura, miserie), la remissione dei debiti (e quindi il grande tema della finanza, buona e cattiva), la restituzione della terra (l’ecologia, la giustizia, le sfide che attraversano l’Amazzonia, l’Africa e le nostre città)”.

Durante l’evento sarà presentato l’EoF Fraternity Report 2025, frutto del lavoro di quest’anno e destinato a diventare un appuntamento annuale: una misurazione dello stato della fraternità nel mondo, concetto caro a San Francesco e a Papa Francesco. “Il rapporto evidenzia come la fraternità, pilastro morale e sociale, sia anche una componente economica decisiva ma ancora non misurata – sostiene Paolo Santori, Presidente del Comitato scientifico della Fondazione –. Sviluppando un indicatore innovativo basato su dati internazionali, lo studio analizza il grado di fraternità all’interno e tra le economie globali (…) e invita a ripensare sviluppo, cooperazione e benessere collettivo”.

Il Dicastero Vaticano per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale ha accompagnato fin dall’inizio il cammino di The Economy of Francesco, riconoscendo nel movimento una forte sintonia con la propria missione. “Valori come la centralità della persona, la giustizia sociale ed ecologica, la solidarietà, l’inclusione e la cooperazione rappresentano un terreno comune su cui si è sviluppato un accompagnamento rispettoso dell’autonomia del movimento, ma capace di sostenerne la crescita e le iniziative in questi anni” ribadisce Padre Avelino Chicoma Bundo Chico, S.I., Capo ufficio del Dicastero.

Presentazione dell’Evento in Sala Stampa del Vaticano. Da sinistra: Luca Iacovone, Luigino Bruni, Mons. Domenico Sorrentino, Rita Sacramento Monteiro, Padre Avelino Chicoma Bundo Chico e Cristiane Murray.

Il programma a Castel Gandolfo “si articolerà in plenarie con ospiti internazionali come Sabine Alkire, Jennifer Nedelsky, Paolo Benanti, Massimo Mercati e Stefano Zamagni, workshop tematici, momenti spirituali e creativi, e una grande esposizione di progetti ed esperienze nate all’interno del movimento EoF: la EoF Fair – affermano Rita Sacramento Monteiro e Luca Iacovone dello staff dell’evento -. Particolare rilievo sarà dato a due sessioni dedicate: Prophetic Voices for a New Economy, in cui giovani provenienti da diversi contesti racconteranno esperienze di cambiamento già in atto; e Extraordinary Ideas for the Economy of Francesco, una rassegna di brevi interventi che daranno voce a idee imprenditoriali, iniziative sociali e ricerche innovative selezionate tramite call internazionale”.

Lorenzo Russo

Giovani, Città e Pace: la Carta di Nairobi e il contributo delle nuove generazioni

Giovani, Città e Pace: la Carta di Nairobi e il contributo delle nuove generazioni

L’80° anniversario dell’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite) è stata l’occasione per realizzare a Nairobi, in Kenya, un evento internazionale dal titolo “Cities, Communities, Care-Youth in Action for Sustaining Peace”.  Un convegno che ha visto numerosi giovani africani e rappresentanze di tutto il mondo, protagonisti di un nuovo slancio verso la costruzione di società pacifiche e resilienti, capaci di costruire il futuro del continente africano, con a cuore il mondo unito.

Il momento culminante è stata la presentazione della “Charter of Commitments”, un documento che promuove la pace attraverso il dialogo interculturale, le iniziative artistiche e i programmi comunitari, riconoscendo ai giovani il ruolo centrale di “influencer di pace” e agenti di cambiamento. Al centro della visione presentata c’è l’adozione dei valori dell’ubuntu, la filosofia africana che invita alla condivisione e alla reciprocità, come base per una società solidale. I giovani incoraggiano le Nazioni Unite e l’Unione Africana e ne apprezzano il ruolo nel sostenere e collaborare con i governi locali, gli attori della società civile, le istituzioni religiose e le organizzazioni giovanili, nel promuovere solidarietà, giustizia e uguaglianza sia a livello locale che globale. La Carta sostiene azioni concrete per città più accoglienti, uno sviluppo sostenibile, nuovo impulso per l’imprenditorialità giovanile e una nuova visione africana, libera da confini e barriere. Sottolinea l’urgenza di maggiore inclusione, formazione e partecipazione giovanile nei processi decisionali, a tutti i livelli.

Questo appello nasce a conclusione di questo evento organizzato da New Humanity, ONG del Movimento dei Focolari. I lavori si sono tenuti nella Mariapoli Piero di Nairobi. Hanno partecipato all’iniziativa anche UN Habitat, agenzia dell’ONU per lo sviluppo urbano e UNEP, agenzia delle Nazioni Unite per l’ambiente, Laudato Sì Movement Africa, Greening Africa Together, Living Peace International, Africa Interfaith Youth Network, International Sociological Association, Centro Universitario ASCES Di Caruarù in Brasile, oltre a tutte le espressioni dell’area sociale, politica e culturale del Movimento dei Focolari.

Secondo i leader giovanili riuniti a Nairobi, questa nuova prospettiva potrà realizzarsi solo attraverso la creazione di meccanismi permanenti di collaborazione sia a livello locale che internazionale. Un vero e proprio lavoro di costruzione e consolidamento di reti. L’evento ha visto la partecipazione di trenta relatori internazionali, otto tavole rotonde, sei collegamenti live e otto testimonianze video, da città di cinque continenti, con un’attenzione costante al dialogo con i giovani. I temi affrontati hanno toccato la pace, lo sviluppo urbano, la cura dell’ambiente e le nuove forme di leadership di comunione.

Il convegno è stato aperto dai videomessaggi di Felipe Paullier, assistente del Segretario Generale ONU per i giovani, e di Margaret Karram, Presidente del Movimento dei Focolari. Paullier, dopo aver ricordato che Nairobi è una delle tre principali sedi delle Nazioni Unite, ha affermato che “ogni guerra è una sconfitta per l’umanità, un fallimento del dialogo. I giovani non sono solo vittime delle crisi di oggi: sono creatori, leader e costruttori di pace”. E sono più di 2 miliardi i giovani “pronti a essere partner alla pari nella costruzione del nostro futuro comune”. Un messaggio chiaro per tutti: affidandosi a una generazione che “resiste all’odio, rifiuta l’indifferenza e sceglie la pace come responsabilità quotidiana”, è possibile partire proprio dalle città e dalle comunità, perché è “nei quartieri, nelle scuole, nei luoghi di culto e nelle comunità locali che la cooperazione diventa tangibile”.

Margaret Karram ha voluto ricordare l’iniziativa, ormai decennale, di formazione ad una leadership di comunione che è stata avviata dall’Istituto Universitario Sophia e dal Movimento Politico per l’Unità con il programma “Together for a New Africa”. Il percorso, nel suo ultimo ciclo triennale, ha impegnato 140 giovani di 14 Paesi africani, accanto a tutors e docenti, che nei giorni che hanno preceduto il Convegno hanno tenuto la loro Summer School annuale in modalità ibrida, per raccogliere e discutere gli esiti delle loro azioni locali. Altro programma ricordato dalla Presidente dei Focolari, che raccoglie da un anno 150 giovani di 60 Paesi del mondo, attivi in ambito politico e nella società civile, è “One Humanity, One Planet: Synodal Leadership”. Giovani “che si formano e lavorano per attuare buone politiche e generare impatto sociale, con una visione ispirata alla cultura dell’unità.”

Si tratta di prospettive che definiscono l’impegno dell’intero Movimento dei Focolari, già “culminato nel documento ‘Together To Care’ consegnato all’ONU un anno fa” – ha spiegato la Presidente – facendo tesoro di “iniziative come Living Peace, che coinvolge oltre 2 milioni di ragazzi nel mondo”; insieme ad “AMU con quasi 900 progetti di cooperazione, testimoniano un impegno concreto e diffuso”. In questo quadro, ha apprezzato lo sforzo di “disegnare un percorso comune con cui ridefinire la vita urbana, valorizzando e fortificando i legami sociali” e ha aggiunto: “quanto hanno da dirci le culture africane su questo importante aspetto”. Incisivo il suo invito a riscoprire al cuore delle città “comunità di solidarietà e di riconciliazione non percepibili all’occhio umano”: “‘città invisibili’ che nel loro piccolo, giorno dopo giorno, contribuiscono a costruire una rete mondiale di pace e che mostrano che un altro mondo è possibile”. Ha sottolieato, infine, la reciprocità come chiave del cambiamento, che Chiara Lubich aveva richiamato già nel 1997 nel contesto di un intervento presso il Palazzo di Vetro dell’ONU: “la reciprocità – così ha concluso – è un traguardo che può avvicinarci, farci crescere, che può diventare realtà quando facciamo il primo passo verso l’altro, chiunque esso sia e qualunque siano le sue convinzioni, per comprenderne le ragioni, per cercare una connessione, per stabilire un rapporto.”

Tra gli ospiti, Christelle Lahoud di ONU Habitat ha sottolineato come l’Africa, continente con la popolazione più giovane e in rapida urbanizzazione, rappresenti sia un’urgenza che un’opportunità. La costruzione della pace si rafforza quando i giovani possono partecipare attivamente ai processi decisionali, contribuendo alla creazione di spazi urbani sicuri e inclusivi. Con una popolazione urbana che si stima raggiungerà il 70% a livello globale entro il 2050, le città sono chiamate a rispondere a sfide crescenti, tra cui disuguaglianze, migrazioni forzate ed emergenze climatiche, che mettono sotto pressione coesione sociale e risorse.

Lahoud ha evidenziato come i giovani siano già protagonisti nella co-creazione di spazi urbani più resilienti, valutando rischi, raccogliendo dati e influenzando le politiche locali, collaborando con amministrazioni e autorità per plasmare città che riflettano le reali esigenze delle comunità. Le città, quindi, diventano il riflesso di come le società vivono insieme, costruiscono fiducia tra generazioni e perseguono il benessere collettivo, in sintonia con la filosofia ubuntu.

Esperienze da città come Betlemme, Beirut, Kinshasa, Trento, Manila, Pajule, Capodistria e Medellin hanno contribuito a dare un respiro internazionale all’evento, dimostrando che la trasformazione sociale e culturale può nascere dal basso, attraverso la collaborazione tra società civile e istituzioni. Testimonianze come quella di Agnes Aloyotoo, candidata alle elezioni in Uganda, e di Jonathan Masuta, presidente di una delle federazioni dei giovani dell’Unione Africana, hanno mostrato come le nuove generazioni siano già attive nel dare voce ai giovani nelle decisioni esecutive.

Il messaggio che arriva da Nairobi è chiaro: la fiducia nel protagonismo giovanile rappresenta la chiave per costruire società più giuste, solidali e pacifiche, a partire dalle città e dalle comunità locali. Da questo evento emerge una determinazione forte ad agire in rete, sia a livello locale che internazionale, per promuovere una cultura della pace fondata sulla responsabilità, la collaborazione e l’inclusione delle nuove generazioni.

Mario Bruno
Foto: Courtesy of Younib TV © Benjamin Simiyu