Guido Mirti (Cengia)
La prima proiezione del documentario «Border Men» sarà nelle Filippine, il 20 febbraio prossimo, in occasione del 50° anniversario dell’arrivo del Movimento dei Focolari in Asia. Uno dei protagonisti del film, infatti, è
Guido Mirti (Cengia), che nel 1966 ha anche raggiunto le Filippine, aprendo le piste per la diffusione della spiritualità dell’unità nel continente.
«Border Men» è la storia di due persone che varcano i confini stabiliti, saldamente custoditi dalla Guerra Fredda per portare un messaggio di fraternità. Ma anche la storia del grido di dolore di tanti cristiani perseguitati in varie nazioni dell’Est Europa. Ed infine, la storia di una spiritualità, quella del Movimento dei Focolari, suscitata da Dio anche per entrare nel mondo ateo. Uno dei protagonisti del documentario
Guido Mirti, focolarino italiano più conosciuto con il nome di “
Cengia”, che
dal 1955 al 1963 – anno della sua incarcerazione a Praga e conseguente espulsione dal Paese-
, intraprende ufficialmente come commerciante una serie di viaggi in Cecoslovacchia, Ungheria, e DDR, tessendo rapporti con esponenti cattolici perseguitati dal regime comunista.
La regista Cinzia Panero con alcuni degli attori.
Il documentario sarà ultimato in lingua italiana, tedesca, slovacca e ungherese entro marzo. Viene sostenuto dal finanziamento del progetto europeo Youth in Action, dalla ONG
New Humanity, dalle fondazioni Renovabis e Kirche in Not.
«L’idea di realizzare questo documentario» racconta la regista Cinzia Panero «è nata dal desiderio di rendere pubblica una parte affascinante ed originale della storia del
Movimento dei Focolari e del suo contributo nei processi storici dell’oltrecortina. Rientra nel progetto “
Bridges in Europe: past and future”, che arriva così al terzo documentario, dopo “Medici della DDR” e “YOLO”, sulla storia del Card. emerito di Praga Mons. Miloslav Vlk. L’obiettivo è anche quello di offrire alle nuove generazioni una chiave di lettura particolare: quella dell’amore evangelico, universalmente applicabile ad ogni contesto sociale e storico con effetti sorprendenti».
«Nello scrivere e poi girare le scene del documentario – continua la regista – ho anche io in prima persona potuto sperimentare la forza di questo Amore, che ha spalancato alla gratuità il cuore di molte persone ed istituzioni. Sarebbe un lungo elenco di ringraziamenti, cosa che avverrà nei titoli di coda del documentario. Qui vorrei solo accennare ai 50 attori, professionisti e non, che nella torrida estate hanno spesso avuto coraggio di indossare per ore cappotti, scarpe, vestiti invernali. Oppure alla piena disponibilità dell’Hotel Swingcity che ha curato nei minimi particolari l’allestimento di una camera. Per non dimenticare le costumiste, che hanno ideato e cucito i vestiti di 5 prigionieri. Ma ognuna delle 70 persone che hanno contribuito alla realizzazione delle riprese con finanziamenti, attrezzature, consulenza si è sentita coinvolta in un progetto in cui venivano evidenziati valori come la condivisione, la donazione, la fedeltà, il coraggio delle scelte. «
Border Men» è un messaggio per tutti noi: essere sempre, ovunque siamo, persone in dialogo». Maria Chiara De Lorenzo
Per informazioni sul documentario: border.men.info@gmail.com Guarda il trailer in italiano: http://www.youtube.com/watch?v=zMk6KAdlXwc
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