Feb 27, 2015 | Chiara Lubich, Cultura
Per Chiara Lubich esiste una vera vocazione politica, «una chiamata personale che emerge dalle circostanze e parla attraverso la coscienza». Chiamata la cui risposta «è anzitutto un atto di fraternità: si agisce per qualcosa di pubblico, che riguarda gli altri, volendo il loro bene come fosse il proprio». Atto che crea le condizioni per «un rapporto continuo con ogni altro ambito di vita» – economia, sanità, comunicazione, arte, amministrazione della giustizia, tra gli altri –, per porre in questo modo le condizioni affinché la società stessa, con tutte le sue espressioni, possa realizzare fino in fondo il suo disegno». L’evento mondiale consiste in una pluralità di manifestazioni da realizzarsi in diversi punti del pianeta e nelle quali evidenziare le idealità del carisma di Chiara Lubich in rapporto all’agire politico, correlate dal racconto di storie di cambiamento personale e di impegno nella cosa pubblica, che vanno dal mettersi insieme per affrontare i problemi del quartiere all’impegno politico a livello nazionale e internazionale. Tutte occasioni per raccogliere con rinnovata consapevolezza il “sogno” che ha animato la vita e il pensiero di Chiara: «la fraternità universale». A Roma, Italia, l’appuntamento è per il 12 marzo in Parlamento. In mattinata, 300 giovani dei Focolari, provenienti da tutto il mondo, nell’Auletta di Montecitorio, dialogheranno con politici, studiosi e rappresentanti di istituzioni internazionali. Nel pomeriggio, nella stessa Aula il convegno dal titolo «Chiara Lubich: l’unità e la politica». A Strasburgo (Francia), dal 13 al 15 marzo, presso la sede del Consiglio d’Europa il seminario «Fraternité en politique: s’investir autrement dans la cité», invita ad aprire nuove piste d’azione per favorire il vivere insieme. Il 13 marzo, al Glendon College della York University di Toronto (Canada), un dibattito sul tema: «Politics for Unity. Making a World of Difference». A Curitiba (Brasile), il convegno «Política pela unidade, fazendo toda a diferença no mundo» sottolinea come fare politica in funzione dell’unità, faccia la differenza. A Seul (Corea del Sud), nel Parlamento che in passato è stato teatro di duri scontri il 14 marzo ospiterà l’incontro: «In viaggio verso la fraternità universale». Convegni anche a Nairobi (Kenya), Dar es Salaam (Tanzania), Madrid (Spagna), Budapest (Ungheria), Praga (Repubblica Ceca) e altri ancora. Sul sito www.politicsforunity.com una mappa online degli eventi in programma e relative informazioni. Disponibile anche una sintesi di testi di Chiara Lubich, selezionati dal Comitato scientifico dell’evento. Per unirsi alle conversazioni online l’hashtag è #politics4unity. La riflessione intorno al tema «Chiara Lubich: l’unità e la politica», nella pluralità delle aree geografiche e culturali, sarà occasione per indagare ulteriormente nel patrimonio che Chiara, la cui causa di beatificazione è stata aperta il 27 gennaio scorso, consegna alla storia. (altro…)
Feb 25, 2015 | Chiara Lubich, Cultura, Focolari nel Mondo
«Sono le 7 del mattino del 28 aprile alla stazione centrale. Un giorno e un luogo che gli studenti del Campus non dimenticheranno più. Qualcosa di imprevisto sta per succedere e… devono fare la loro scelta: questa è l’ora!». Una scena ad alto impatto emotivo e teatrale apre CAMPUS, il nuovo musical del Gen Rosso, in anteprima il 14 e 15 marzo prossimi a Loppiano, presso l’Auditorium del Centro Internazionale. La prima mondiale del Tour sarà a Napoli il 28 e 29 marzo al Teatro Mediterraneo Mostra d’Oltremare. Partita da un’idea originale di Chiara Lubich, l’opera s’ispira a fatti realmente accaduti e arriva sulle scene dopo 10 anni di ricerca contenutistica e artistica. Il campus come le nostre città Valerio Ciprì racconta che: «Mi è subito sembrato che l’ambiente del campus ben rappresentasse la metafora della quotidianità delle nostre convivenze urbane globalizzate. Le città oggi sono contenitori di pesanti contraddizioni che vanno dal degrado della delinquenza, della droga, della corruzione, alla presenza di luoghi di riscatto in cui i cittadini si riappropriano di spazi di solidarietà, di umanità. E il messaggio di Campus è proprio questo: una società unita non si realizza annullando le differenze, ma guardando in faccia alle sfide e rimboccandosi le maniche per costruire rapporti autentici. Sullo sfondo di un tempo, quello attuale, segnato dal dramma di paure e terrorismi, s’intrecciano le storie di un gruppo di studenti, ciascuno con sogni e progetti per il futuro e con un presente marcato da un faticoso carico di ferite, angosce e domande». Uno spettacolo coraggioso, tra sonorità coinvolgenti e pressante attualità Il musical si compone di 23 brani, passaggi coreografici che interagiscono con sequenze filmate, azioni teatrali e movimento. «Il progetto artistico è il risultato della collaborazione di un team di professionisti internazionali» – spiega Beni Enderle. «Le sonorità sono forti e ricche di contaminazioni, d’intrecci armonici coinvolgenti, con liriche che spaziano dalla leggerezza delle atmosfere latine, al pathos di ritmiche afro, in una sintesi sonora che colpisce e cattura». «Man mano che ci s’immerge nella storia e nell’atmosfera dello spettacolo – prosegue Josè Manuel Garcia – si avverte il respiro globale che emerge da un impianto narrativo che va dritto al cuore delle sfide della contemporaneità, all’interno di una colonna sonora originale e rigorosamente live che spazia nei ritmi e nelle sonorità Rock, Pop, Reggae, Samba-axe, Elettronica contemporanea, Hip-hop fino al Dubstep…». L’impatto scenico è d’avanguardia. Jean Paul Carradori spiega: «Ho lavorato in molte produzioni di carattere internazionale. Campus è stata per me una sfida inattesa per il suo impianto drammaturgico e teatrale molto forte. Era necessario creare un clima che ne valorizzasse i contenuti e allo stesso tempo conducesse lo spettatore a immergersi nella storia». Prodotto da Gen Rosso International Performing Arts Group (16 artisti di 9 nazioni) in un’innovativa metodologia di lavoro artistico, tecnico, direttivo e manageriale, il Musical è il frutto della convergenza e sinergia di un team internazionale. Pre-vendita biglietti: CLICCA QUI (tel.055 9051102 – mail genrosso.campus@loppiano.it) Punti vendita territoriali di BOX OFFICE TOSCANA (per lista completa clicca QUI). On-line: l’evento è acquistabile su Internet agli indirizzi concerto 14/03 – concerto 15/03 Punto vendita presso il Polo Lionello Bonfanti – Burchio -Firenze tel.0558330400 Scarica qui la locandina (altro…)
Feb 18, 2015 | Chiara Lubich, Cultura, Spiritualità

Paolo Giusta
«La vita e il pensiero di Chiara Lubich hanno introdotto una novità radicale, che supera una volta per tutte la concezione del potere come dominio. Il concetto del potere come la cima solitaria di una piramide è sempre presente, e talvolta dominante: spesso tendiamo a pensare che un uomo solo al comando, con una visione chiara e la forza di imporla sia la soluzione migliore, più rassicurante […]. Chiara ha sempre avuto un senso elevato e un rispetto assoluto del potere […]. Allo stesso tempo, i suoi rapporti con le persone al vertice della gerarchia, civili (capi di Stato e di governo, presidenti delle istituzioni europee) o religiose (papi, patriarchi, …) non hanno mai avuto nulla di servile. Al contrario, il suo rispetto per l’autorità si esprimeva in modo creativo, offrendo idee e proposte, in un atteggiamento di dialogo e di stimolo, e mettendo la sua persona e le risorse del Movimento [dei Focolari ndr] a disposizione di progetti a vantaggio della società, soprattutto dei più poveri. Corresponsabilità. Nell’esercizio del potere all’interno del Movimento da lei fondato, Chiara ha voluto […] una gestione collettiva della responsabilità, in linea con la spiritualità di comunione, tipica del suo carisma. Solo alla presidenza del movimento, in particolare per motivi giuridici, vi è una sola persona, e Chiara ha voluto che fosse una donna, sul modello di Maria, madre di Gesù, che non aveva alcun potere tranne quello dell’amore […]. Questa è una delle idee chiave del carisma di Chiara: esiste la gerarchia, ha un ruolo insostituibile, ma è sullo sfondo; ciò che emerge è che siamo tutti, prima di tutto, fratelli e sorelle, tutti figli di un unico Dio, che è amore […]. Tutti alla scuola di Gesù, l’unico vero maestro. Una leadership collettiva. Ho avuto la chance di assistere in prima persona al modo in cui Chiara stessa esercitava il suo ruolo di leader nella preparazione dei due incontri dei movimenti e comunità cristiani di diverse Chiese a Stoccarda nel 2004 e nel 2007 […]. Mi ha colpito il modo in cui dava spazio ad ognuno, alle sue idee e alle sue domande. Era come se fosse all’ascolto di una parola che Dio avrebbe potuto pronunciare per bocca di uno dei partecipanti […]. Prendeva ogni parola sul serio e la sottoponeva alla decisione comune, un vero esempio di leadership collettiva in azione […]. Esercitare il proprio ruolo e fare spazio all’altro. È l’essenza della concezione di Chiara del potere, come pure il suo aspetto paradossale: la persona che detiene una posizione di potere deve esercitare pienamente il suo ruolo (essere), e contemporaneamente fare totalmente spazio all’altro, compreso il sottoposto (non essere). Allo stesso tempo tutti, qualunque sia il loro ruolo e posizione nella gerarchia, portano un contributo indispensabile (essere) e, donandolo, lo perdono perché non possono imporlo (non essere). È una dinamica che crea comunione, l’unità nella diversità. L’unità in effetti per Chiara non è mai statica, qualcosa che cancella le componenti, ma ogni volta nuova e sorprendente perché sempre in un movimento vitale, a immagine di Dio e del rapporto d’amore fra le tre persone della Trinità […]. Risolvere insieme i conflitti. Un esempio pratico dell’esercizio del potere come amore, come Chiara lo intende, è la gestione e la risoluzione dei conflitti. Di fronte a un conflitto ci sono diverse opzioni: scansare la difficoltà di affrontarlo, lasciare che il capo decida per tutti, oppure decidere di mettersi insieme in cammino, con tutte le persone coinvolte dal conflitto: una marcia lunga e forse dolorosa, per attraversare il conflitto e venirne fuori, non con una decisione individuale, ma avendo fatto una esperienza insieme. Questa soluzione non viene dall’alto né semplicemente dal basso, ma è il risultato di uno sforzo comune in cui ognuno dà il suo pezzo di verità, al fine di raggiungere una soluzione comune». Leggi il testo integrale Chiara Lubich Politcs for Unity Making a world of difference Marzo 2015 Info: http://www.politicsforunity.com/ (altro…)
Feb 12, 2015 | Chiara Lubich, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
«Fratelli e sorelle, quando io sento le parole ‘vittoria’ o ‘sconfitta’ – ha detto papa Francesco nell’udienza generale del 4 febbraio scorso – sento un grande dolore, una grande tristezza nel cuore. Non sono parole giuste; l’unica parola giusta è ‘pace’. Questa è l’unica parola giusta. Io penso a voi, fratelli e sorelle ucraini … Pensate, questa è una guerra fra cristiani! Voi tutti avete lo stesso battesimo! State lottando fra cristiani. Pensate a questo scandalo. E preghiamo tutti, perché la preghiera è la nostra protesta davanti a Dio in tempo di guerra». Mentre la diplomazia mondiale si mobilita, i fatti sembrerebbero smentire ogni prospettiva di pace. Eppure c’è gente e istituzioni che s’adoperano con coraggio per salvaguardarla, anche a rischio della propria vita. Chiediamo a Vera Fediva, del Movimento dei Focolari e residente in Ucraina: come vive la gente comune questa situazione? «È un periodo molto difficile per il nostro Paese: pieno di dolore e frustrazione. Quasi 5.000 civili morti, moltissimi i feriti e i disabili, migliaia i profughi e purtroppo non si riesce a intravvedere la fine di questa tragedia. Ci viene spesso alla mente come è nato il nostro movimento, durante la Seconda Guerra Mondiale, quando tutto crollava… ma non avremmo mai immaginato che potesse accadere ancora nel XXI secolo, quasi nel cuore dell’Europa e in un paese tranquillo come l’Ucraina. La nostra comunità risiede a Mukacevo, nella parte occidentale del Paese, dove non ci sono gli scontri armati. Ma psicologicamente è difficile reggere, anche perché molti di noi hanno amici, parenti, vicini di casa, perfino bambini che combattono. Tanti hanno perso i loro cari. Viviamo una situazione in cui nulla è stabile. È difficile pianificare qualcosa. Nessuno sa cosa può succedere domani. Magari l’unico figlio o il marito parte per la guerra. Possiamo contare solo su Dio, che è Amore. Come quando è iniziato il Movimento… In questa situazione sentiamo che è molto importante non lasciare che l’odio entri nel nostro cuore, per essere in grado di perdonare e anche di pregare per i nostri nemici». Come dice il Papa, la preghiera è la nostra protesta. Ad un anno dall’inizio del conflitto, come vi siete mossi come comunità dei Focolari e anche insieme agli altri cristiani per far sentire questa “protesta”? «È da alcuni anni che ci adoperiamo per la difesa della vita in tutte le sue forme; questo ci ha permesso di costruire molti rapporti con persone di varie chiese cristiane della nostra città. Abbiamo realizzato insieme alcuni eventi come “Marce per la vita” e “Feste della famiglia”. Lo stimolo ci è arrivato dall’esempio del gruppo “Ecumena” di Kosice (Slovacchia), che si basa sulla spiritualità dell’unità. L’anno scorso abbiamo organizzato, in centro città, un grande evento di “Preghiera per la pace in Ucraina”, insieme ad una decina di chiese diverse, con una grandissima partecipazione di popolo. In seguito abbiamo continuato a ritrovarci e abbiamo vissuto insieme tre grandi momenti di “Preghiera per la pace” da quando è iniziata la guerra. Ci sembra che questa unità tra di noi sia particolarmente importante, ora che i cristiani si combattono e si uccidono a vicenda in questa guerra senza senso. È la nostra piccola e silenziosa risposta alla preghiera del Papa, per superare lo scandalo della divisione e dare un contributo alla pace e alla riconciliazione del nostro Paese». (altro…)