6 Lug 2018 | Chiara Lubich, Cultura
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Meditationsimpulse von Chiara Lubich über den gekreuzigten und verlassenen Jesus »Die Frage nach dem Warum des Leids ist so alt wie der Mensch selbst. Er hat immer wieder versucht, darauf eine Antwort zu finden … Doch das Problem bleibt, und vor allem bleibt die faktische Existenz des Leids. Eines Tages wurde meine Aufmerksamkeit auf den Schrei Jesu am Kreuz gelenkt: Mein Gott, mein Gott, warum hast du mich verlassen?« Die Begegnung mit ihm, der die tiefsten Abgründe durchlebt hat, wurde zur »Begegnung mit der größten Liebe« (Chiara Lubich). Aus dem Inhalt: Facetten seines Antlitzes – Göttliche Alchimie – Eine Liebe, die alle und alles umfängt: Der verlassene Jesus und die Einheit – »Der Gott unserer Zeit« – Mysterium des dreifaltigen Gottes In den Impulsgedanken von Chiara Lubich (1920-2008) spiegeln sich facettenreiche Erfahrungen; sie sind gekennzeichnet von mystischer Tiefe und enthalten vielfältige Anstöße zu einem neuen Miteinander. Verlag: Neue Stadt[:]
6 Lug 2018 | Chiara Lubich, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Dopo aver ripercorso tratti della realtà giovanile degli anni ’80, l’uscita dal privato in seguito ai tumulti di piazza in diverse capitali mondiali, Chiara Lubich spiega come i giovani abbiano «creduto nella possibilità d’una rinascita del nostro pianeta e si sono rimboccate le maniche per portarvi il loro rimedio. E l’hanno fatto con una ricchezza d’iniziative incredibili». E continua: «Eccoli, infatti, percorrere le varie vie per raggiungere la meta d’un mondo unito: quella dell’unità fra le razze, dell’unità fra i popoli, la via dello sviluppo, dell’unità fra ricchi e poveri, dell’unità fra generazioni, fra nazioni in guerra per la pace, tra i fedeli di diverse religioni, fra l’uomo e la natura, fra persone di ideologie diverse, la via dell’unità con minoranze etniche, con i soli o con chi comunque soffre. […] Essi, senza rispetto umano, hanno riconosciuto in Gesù questa via – “Io sono la via” (Gv 14, 6) egli, infatti, ha detto e l’hanno percorsa cercando d’attuare alla lettera la sua dottrina mediante la pratica della Parola di Dio. […] Del resto di chi possono fidarsi meglio i giovani se non di lui? Essi tengono in cuore e propugnano ideali che solo lui può aiutare a realizzare. Amano, cercano, vogliono la libertà. E da chi meglio la possono ottenere se non da Gesù che ha detto: “Se rimanete fedeli alla mia parola (…) conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv 8, 31-32)? I giovani vogliono il rispetto della natura e combattono una battaglia, in molte nazioni, per salvare l’uomo dall’autodistruzione per inquinamento dell’ambiente. Chi può meglio rispondere a questo desiderio se non colui che ha creato la natura per l’uomo? I giovani amano, vogliono la pace. E da chi la possono avere più garantita se non sempre da lui che ha detto: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo io la do a voi” (Gv 14, 27)? I giovani vogliono rispettati i diritti umani. Cristo non è venuto in terra, forse, per annunziare proprio ai poveri la buona novella, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista, per rimettere in libertà gli oppressi (cf Lc 4, 18)? I giovani chiedono la giustizia sociale. Dove trovano meglio il coraggio per affrontare faccia a faccia contraddizioni, miserie e ipocrisie, piaghe aperte della società dei consumi se non in colui che chiama beato “… chi ha fame e sete di giustizia” (Mt 5, 6)? I giovani non amano le divisioni. Chi li può soddisfare più di colui che vede l’umanità una ed è venuto per abbattere steccati tra gruppi, minoranze, razze, popoli? I giovani sono attratti dalla non violenza. Dove possono trovare il loro ideale meglio incarnato se non in colui che ha detto di amare persino i propri nemici ed ha con ciò portato alle estreme conseguenze la non violenza? I giovani amano la solidarietà, la comunione di beni tra ricchi e poveri. Gesù che ha detto di dare a chi chiede e di non voltar le spalle a chi domanda un prestito, è modello per essi di solidarietà. E come i primi cristiani l’avevano capito nelle sue richieste, sì che nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, così i giovani trovano in Gesù soddisfatte tutte le loro esigenze. […] Sì, i giovani con Cristo, i giovani e Cristo, le vie e la Via: ecco i binomi che possono dar vera speranza. […] Andate avanti, carissimi giovani, con piena sicurezza. Andate avanti con perseveranza. Con le vostre azioni illuminate e con la vostra fede splendete dinanzi all’umanità che trascina spesso la propria esistenza nella mediocrità e nel non senso, e dimostrate come ogni disunità si può evitare ed ogni unità costruire. Dite a chiare note che quest’Ideale non è un’utopia. Che anzi solo chi ha grandi ideali fa la storia». (tratto da: Messaggio di Chiara Lubich al Genfest, Mollens, 24 marzo 1987 – Fonte: www.centrochiaralubich.org) Testo completo (altro…)
2 Lug 2018 | Chiara Lubich, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Insistere sul dialogo non è un cedimento al relativismo di fatto, per cui bastano le buone maniere senza badare ai valori fondamentali dell’agire politico? «Il Movimento Politico per l’Unità (MPPU) non è un partito, ma uno spazio di dialogo in Parlamento e nelle città, tra tutti gli schieramenti. Propone una riflessione sull’anima della rappresentanza per uscire dalla crisi attraverso forme di democrazia partecipativa e deliberativa. Lo strumento è il “patto eletti-elettori”. Non si tratta di buone maniere. Un metodo sperimentato, quello della fraternità, ci rende liberi ed uguali nelle nostre diversità. È possibile riscoprire un’anima della politica, oltre il pragmatismo senza ideali, per servire il bene comune con “l’amore degli amori”, come ci ha insegnato la fondatrice dei Focolari, Chiara Lubich. Vogliamo avviare un ciclo di dialoghi su temi alti e concreti mediante argomentazioni e non certo con le tendenze attuali, ormai insopportabili, all’insulto ed allo scontro frontale». Dove rischia, non solo in Italia, di perdere l’anima oggi la democrazia? «La democrazia rappresentativa è in crisi a causa del predominio della finanza globalizzata sull’economia reale e sulla stessa politica. Partiti deboli sono facilmente condizionabili dalle lobby. La fine delle ideologie coincide spesso con la povertà degli ideali. È necessaria una robusta iniezione di partecipazione popolare in grado di impegnare i cittadini e i partiti sui temi del lavoro, della giustizia sociale, della pace e del disarmo, della lotta all’azzardo, del contrasto alle mafie ed alla corruzione, della valorizzazione dei beni comuni e delle grandi risorse culturali ed ambientali del Paese. Il Patto eletti-elettori, che noi sperimentiamo con diversi parlamentari e sindaci, può avvicinare i cittadini alle istituzioni e dare un’anima alla democrazia rappresentativa arricchita da quella partecipativa e deliberativa». Il MPPU è stato attento alla realtà, non disertando temi anche conflittuali. Quali sono le urgenze che volete affrontare oggi? «Il Movimento politico per l’unità è uno spazio fraterno d’incontro tra persone prima di tutto, impegnate in quasi tutti i partiti. E questo non è un problema, ma una ricchezza unica. Nella passata legislatura abbiamo dato priorità ai diritti sociali e civili. Ora riteniamo urgente affrontare il tema del lavoro per i giovani, della lotta alla povertà, all’economia disarmata con la riconversione al civile (di fabbriche che producono armi), in un Paese che nella sua Costituzione «ripudia la guerra», l’integrazione, oltre l’accoglienza degli immigrati regolari e dei loro figli, senza dimenticare l’importanza della sicurezza e della legalità». Esistono alcune proposte concrete che pensate di poter avanzare? «Il MPPU deve facilitare, accanto al lavoro d’aula e delle commissioni, le proposte concrete dei laboratori parlamentari di incontro di culture politiche diverse, con studiosi e rappresentanti della società civile competenti. Possiamo animare un ciclo di dialoghi nella legislatura su un piano ideale e concreto allo stesso tempo». Fonte: MPPU online (altro…)
1 Lug 2018 | Chiara Lubich, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
«Sguardi di luce. Fanno sempre bene, specie in un mondo dove ce ne sono pochi». Sono le prime battute che raccolgo da Anna, che si dichiara non credente, all’uscita dalla sala che quest’anno ha ospitato la prima Mariapoli del Piemonte. Sguardi di luce era il titolo della tre giorni vissuti da oltre 200 persone di ogni età e categoria sociale, provenienti da diverse città di questa regione. Luce scaturita da momenti di spiritualità e di condivisione, che ha illuminato temi caldi di attualità, come Europa, immigrazione, Medio Oriente, fine vita e cure palliative, alternati a programmi di relax, escursioni. Per rigenerare anima e corpo. Non solo. Sullo sfondo alquanto scuro delle sfide della vita pubblica e delle incertezze economiche e politiche, in un clima che fa apparire la fraternità un lusso per pochi, uno sguardo di luce ha illuminato anche la vita di Bra, città dalla storia antichissima, ma proiettata al futuro. Qui la fraternità, elevata a categoria politica, è iscritta da anni nello Statuto della città. E non è rimasta lettera morta. Due adolescenti, col supporto di un power point, la mostrano in atto, con uno slogan, “ColoriAmo” la città. Tante le iniziative, come dipingere le pareti della scuola o i muretti bistrattati della città, la raccolta delle “cicche” da terra, la ripulitura dalle erbacce, la visita agli anziani nei ricoveri. Per lasciare ovunque un segno di amore e contagiare gli altri della felicità che si sperimenta quando si mette in atto la rivoluzione del Vangelo. La stessa appresa da una cittadina onoraria di Bra, Chiara Lubich.
«Le iniziative di questi ragazzi – ha sottolineato Bruna Sibille, sindaca di Bra – hanno contaminato quelli che hanno qualche anno in più, altre comunità, come quella albanese, lavoratori del settore edile, gruppi di ortodossi, insieme al loro pope, un gruppo di rumeni e altre realtà dei quartieri. Nel prossimo mese di settembre – ha annunciato – prima dell’inizio delle scuole, ci ritroveremo per continuare a lavorare insieme». Uno dei punti programmatici alla base del suo mandato, che si sta per concludere, è stato “l’accrescimento della coesione sociale passando dall’idea di città all’idea di comunità inclusiva”. «I ragazzi sono stati un collante molto importante in questa direzione. Così – ha aggiunto – si mettono le basi per dare un segnale importante su come amministrare una città e formare le future generazioni di amministratori, in un momento in cui ci sono molti esempi negativi. Se si cura la propria città e il bene comune – ha concluso – si ha una città più sicura e si superano molti mali, che non sempre sono reali, ma virtuali, e ancor più difficili da vincere».
Carla Cotignoli
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30 Giu 2018 | Chiara Lubich, Cultura
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Den gegenwärtigen Augenblick ergreifen · Anstöße zu einem bewussten Leben im gegenwärtigen Augenblick · Gedanken, die in den Tag hineinbegleiten Im Augenblick leben: Diese Lebensweisheit hat Chiara Lubich auf vielerlei Weise durchbuchstabiert, auch mit eingängigen, originellen Vergleichen und Bildern. In diesem bibliophil gestalteten
Geschenkbuchband sind kurze Impulstexte zusammengestellt: eine Einladung zu einer neuen Achtsamkeit für das Hier und Heute. Um den gegenwärtigen Augenblick mit Leben zu füllen, mit Leben, das bleibt.
Mit doppelseitigen Fabbildern der bekannten Künstlerin Bernadette Höcker-Ohnesorge
AUTOREN-/HERAUSGEBER-INFO Chiara Lubich (1920-2008), bekannt als eine der spirituellen Leitgestalten unserer Zeit und Gründerin der Fokolar-Bewegung, hat vielfältige Anstöße für den Prozess wachsender Einheit unter den Christen gegeben. Sie hatte zahlreiche persönliche Begegnungen mit hochrangigen Vertretern der großen Kirchen und bekam für ihr jahrzehntelanges ökumenisches und interreligiöses Engagement u. a. den Preis zum Augsburger Friedensfest, den „Templeton-Preis für den Fortschritt der Religion“ und den UNESCO-Preis für Friedenserziehung. „Chiara Lubich gehört zu den wenigen ganz großen spirituellen Stimmen unserer Zeit“ (Kardinal Karl Lehmann). Die im Verlag Neue Stadt veröffentlichten Bücher von Chiara Lubich haben eine Auflage von 500.000 Exemplaren erreicht. Ihre Werke sind weltweit in über 20 Sprachen übersetzt worden Verlag Neue Stadt[:]
22 Giu 2018 | Chiara Lubich, Focolari nel Mondo, Spiritualità
http://vimeo.com/69074075
«Il segreto dell’amore vero è questo, sta in questo: che l’amore di cui noi parliamo è quello colto proprio dal Vangelo. Ora il Vangelo è la buona nuova che Cristo ha portato sulla terra, quindi è un amore così come è concepito in Dio, non sulla terra. Un amore perciò che si vede vivere dalle persone della Santissima Trinità, per esempio; il Padre ama tutti e fa cadere la pioggia e fa sorgere il sole per i buoni e per i cattivi, ama tutti; quindi è un amore che ci mette noi nella disposizione di amare tutti i fratelli, quindi non soltanto i parenti, gli amici o quelli che ci piacciono, ma bisogna amare tutti. Quindi durante il giorno noi dobbiamo prendere di mira, per amarli, ogni persona che incontriamo. Una seconda esigenza di questo amore, che poi non c’è sulla terra perché, appunto, viene dal Cielo, è che bisogna amare per primi, non aspettare di essere amati. In genere si aspetta di essere amati per amare, mentre invece così: bisogna amare per primi e lo dimostra Gesù, la seconda divina Persona fatta uomo, il quale è morto per noi quando noi eravamo ancora peccatori, il che significa che certamente non amavamo. È un amore, poi, concreto come quello di Gesù, appunto, che ha dato la vita, non un amore sentimentale, platonico, ma proprio che arriva alla concretezza, che… un amore che si fa uno con l’altro, con chi soffre e con chi gode e partecipa della sofferenza e porta un aiuto a quella sofferenza o partecipa della gioia. Questo amore se si pratica nel mondo – è il segreto del Movimento – in genere è corrisposto perché le persone si sentono amate e si trovano bene con noi, allora ci chiedono: “Ma perché?” E noi spieghiamo il perché amiamo. E allora ecco che avviene il dialogo fra noi e gli altri, che sono persone non tutte cristiane, non tutte cattoliche, ma tante volte di altre religioni, ma anche non credenti; che però anche i non credenti hanno nel DNA l’idea dell’amare, la forza di amare perché sono creati da Dio che è Amore. Ecco questo un po’ l’amore».
Chiara Lubich
Trascrizione da un’intervista di Erik Hendriks, Sylvester Productions, del 24 maggio 2004, per la TVbelga. www.centrochiaralubich.org (altro…)