20 Gen 2018 | Chiara Lubich, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Con gratitudine per “il suo esempio di fedeltà eroica al suo disegno” Maria Voce, presidente dei Focolari, ha comunicato a tutti i membri del Movimento nel mondo la scomparsa di Gisella Calliari che questa sera si è spenta serenamente, dopo una lunga vita all’insegna dell’unità. “Pur nel dolore di questa grande perdita”, dice la presidente, “restiamo con lei, un cuor solo e un’anima sola”. Gisella Calliari era nata a Lavis (Trento, Italia) il 18 aprile 1920. Conosciuta semplicemente come Gis, è stata una delle prime giovani che, insieme alla sorella Ginetta, aveva seguito Chiara Lubich in quella “avventura dell’unità” che ha segnato gli inizi del Movimento dei Focolari e i suoi sviluppi nel mondo. Terza di tre sorelle, aveva incontrato Chiara nel 1944, nel piccolo appartamento che ospitava il primo focolare, in Piazza Cappuccini, a Trento. Il giorno dopo aveva già maturato la scelta di seguirla sulla stessa strada. L’iniziale ostilità della famiglia venne meno quando la mamma conobbe Igino Giordani (Foco), di cui Gisella divenne segretaria a Roma. Nella sua lunga vita Gis è vissuta con Chiara per più di 40 anni. Dopo essere stata responsabile di alcuni focolari in Italia (nelle città di Trento, Roma, Milano, Firenze), le è stata affidata la sezione delle focolarine. In seguito ha affiancato la fondatrice, insieme a Oreste Basso, nel seguire gli sviluppi di tutta l’Opera di Maria. Per questo incarico ha visitato più volte le comunità nel mondo. Una vita, la sua, profondamente legata al carisma dell’unità, al quale si è mantenuta fedele fino alla fine, con gli effetti di una grande fecondità spirituale in lei e attorno a lei. Prossimamente su focolare.org sarà pubblicato un suo più ampio profilo. (altro…)
19 Gen 2018 | Chiara Lubich, Cultura, Ecumenismo, Focolari nel Mondo, Spiritualità

Durante il convegno di vescovi a Katowice.
Su quali binari e con quali prospettive si muove l’impegno ecumenico dei Focolari? Nel suo intervento ad un recente convegno di vescovi a Katowice, Jesús Morán Cepedano (spagnolo, nato nei pressi di Avila, in Spagna, nel 1957), dal 2014 copresidente del Movimento dei Focolari, ha tratteggiato le premesse e le caratteristiche di una spiritualità che la II Assemblea Ecumenica Europea, nel 1997, ha definito “ecumenica”. «Con la parola “spiritualità” intendo un modo di tradurre in vita la fede cristiana». Un accenno personale: «Ho conosciuto Chiara Lubich e il Movimento dei Focolari nel 1974. Come spagnolo, sono cresciuto in un ambiente cattolico, si meditava il Vangelo in chiesa. Ma questi nuovi amici mi proposero di metterlo in pratica. Volevo cambiare la società, ma la prima sorpresa è stata che il Vangelo cambiava me». Sono gli anni dei contatti di Chiara Lubich con personalità di varie Chiese, tra cui il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Athenagoras I e l’arcivescovo Robert Runcie, allora primate della Chiesa d’Inghilterra. «Questo carisma suscitava grande interesse anche, e a volte ancora di più, in chi non era cattolico». Ricordando le parole della fondatrice dei Focolari, rivolte a una platea di 7 mila sacerdoti e religiosi, riuniti nel 1982 nell’Aula Paolo VI in Vaticano «l’Opera di Maria non appartiene solo al mondo cattolico. Siamo una sola realtà fra noi tutti, pur con i limiti che le divisioni tuttora esistenti comportano».
Morán spiega: «Il carisma donato da Dio a Chiara affonda le sue radici in una dimensione ecclesiale che può essere condivisa da tutte le confessioni, perché attinge al cuore del Vangelo. E questo va connesso alla natura della spiritualità che nasce da questo carisma: una spiritualità di comunione, ad immagine della Trinità». Una spiritualità che fa precedere nei rapporti ecumenici il “dialogo della vita”, l’”ecumenismo dell’amore”, “della verità”, “del cuore”, termini anche oggi ricorrenti per sottolineare una reciprocità dell’amore che non si sostituisce al dialogo teologico, ma rende possibile «il riavvicinamento, in un profondo “scambio di doni” che arricchisce gli uni gli altri». Unità e riconciliazione iniziano nel cuore, nell’incontro tra le persone, nell’apertura accogliente, sottolinea Morán. Ma «l’unità che viviamo e che cerchiamo – argomenta – non è uniformità, è lo Spirito Santo stesso a suscitare le diversità». Non un approccio teorico, quindi, ma un’esperienza viva dell’amore evangelico, un “laboratorio ecumenico” che, nell’esperienza dei Focolari, accomuna cristiani appartenenti ormai a più di 300 Chiese e che è dilagato, almeno come autocoscienza, all’interno di innumerevoli contesti ecclesiali. «Il dialogo della vita è fruttuoso – aggiunge – anche nelle e tra le parrocchie di varie Chiese: in gemellaggi che aiutano a conoscersi reciprocamente e a trovare nuove forme di collaborazione per progetti sociali e culturali. Anche i giovani appartenenti a varie Chiese sono impegnati in prima linea per sostenere azioni di prima emergenza o di aiuto ai più bisognosi». Quali le ripercussioni a livello teologico? «Alcune persone esperte sono state chiamate a far parte di dialoghi teologici ufficiali. Anche a livello regionale e soprattutto diocesano molti si impegnano in prima persona». Un esempio, tra gli altri, sono i simposi teologici instaurati tra i professori della Facoltà rumeno-ortodossa di Cluj-Naponica (Romania) e dell’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (Italia), dove è stata inaugurata, il 14 dicembre scorso, una cattedra ecumenica intitolata al Patriarca Athenagoras e a Chiara Lubich. «Silenziosamente, ma tenacemente, Dio sta tracciando una strada irreversibile per raggiungere il suo disegno sull’umanità, la fraternità universale». Chiudono la riflessione di Morán le parole della “Dichiarazione di Ottmaring” con cui il Movimento dei Focolari ha inaugurato le celebrazioni per il quinto centenario della Riforma: «Con tutte le nostre forze vorremmo sostenere le Chiese nell’impegno per arrivare alla piena e visibile comunione. Faremo tutto il possibile affinché le nostre attività e iniziative siano sostanziate di questo atteggiamento aperto e fraterno tra i cristiani». Leggi il testo integrale (altro…)
16 Gen 2018 | Chiara Lubich, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Il 20 gennaio 2018, nell’anno in cui Palermo è stata scelta come capitale italiana della cultura, ricorre il 20° anniversario del conferimento della cittadinanza onoraria a Chiara Lubich. Una occasione per guardare ai processi che questo evento ha contribuito ad innescare per la diffusione della fraternità, dell’accoglienza e della pace. “Palermo vuole essere un luogo dove è possibile dialogare, dove il carisma dell’unità possa essere il fondamento della vita. Per questo Chiara Lubich è nostra concittadina”, aveva affermato allora il Sindaco Leoluca Orlando. Sarà lo stesso sindaco, vent’anni dopo, a ricordare l’avvenimento e il suo significato ancora attualissimo nella storica aula consiliare del Palazzo delle Aquile, alla presenza di autorità civili e religiose. Seguirà una serata presso i Cantieri Culturali della Zisa, con una rappresentazione teatrale ispirata al romanzo “Vento di scirocco…a Palermo” di Roberto Mazzarella, giornalista e scrittore palermitano prematuramente scomparso, sull’amore per la propria città e l’impegno politico improntato alla fraternità. (altro…)
10 Gen 2018 | Chiara Lubich, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
La calda estate dell’emisfero australe ha da poco fatto da cornice ad un incontro con la sociologia latinoamericana, che i partecipanti hanno definito “folgorante”. «Every time we love, every time we give, it’s Christmas» sintetizza a nome della segreteria di Social-One Silvia Cataldi, ricercatrice all’Università “La Sapienza” di Roma e autrice, insieme a Vera Araujo e Gennaro Iorio, del volume “L’amore al tempo della globalizzazione. Verso un nuovo concetto sociologico” (Città Nuova, 2015), che scandaglia la dimensione “pubblica” e “sociale” dell’amore come forza trasformativa nella vita delle comunità e nei comportamenti collettivi. La stessa dimensione “agapica” su cui il gruppo di sociologi si è interrogato con momenti di studio e laboratorio.

Vera Araujo
«In Uruguay – spiega la Cataldi – abbiamo partecipato ad un Convegno internazionale di 5mila sociologi, organizzato dell’Associazione Latinoamericana di Sociologia (Alas) con la presentazione di una ricerca sulla raccolta e meta-analisi di casi di “agire agapico” nel mondo. Quindi ad una tavola rotonda sul manifesto del Convivialismo, firmato nel 2013 da filosofi, sociologi, economisti e antropologi di tutto il mondo, quale contributo delle scienze umane all’arte del vivere insieme. Un’occasione per conoscere la sociologia latinoamericana e rimettere a fuoco ciò che l’America Latina può donare al mondo: una visione molto vitale della cultura in cui lo studio, l’intervento e la trasformazione sociale sono un tutt’uno, al servizio dell’umanità». Successivamente, il gruppo di Social-One – 60 studenti e docenti provenienti da Brasile, Colombia, Argentina, Cile e Italia – si è spostato a Recife, in Brasile, dove ha partecipato ad un seminario presso l’Università Federale del Pernambuco, quindi nella cittadella Santa Maria dove si è svolta la summer school dal titolo “Agire agapico e realtà sociale: Immaginazione sociologica per promuovere sviluppo, per costruire futuro”: «Una scuola di apprendimento reciproco sul tema dell’agape in azione nel sociale, cui è seguito un workshop nelle comunità delle favelas vicine. Le impressioni raccolte alla fine parlavano di un profondo rinnovamento personale, comunitario e spirituale. Abbiamo parlato sempre e solo di sociologia, ma l’amore tra noi e le idee di Chiara Lubich hanno toccato non solo le menti, ma anche i cuori».
Una studentessa brasiliana, assistente sociale, ha commentato: «La summer school è stata per me la conferma dell’importanza della interdisciplinarietà. Lavoro come assistente sociale a contatto con la sofferenza di persone che hanno perso la loro dignità. Una nuova comprensione dell’essere persona genera nuove pratiche che attivano aspetti latenti della natura umana». Un professore di Recife: «L’agape non è solo un concetto sociologico, ma attraversa i campi della filosofia e della metafisica. Ho visto che l’amore agisce anche nel vostro gruppo. In questa prospettiva, si apre un dialogo amorevole e generoso». Giuseppe Pellegrini, dell’Università di Padova: «L’incontro con le culture latinoamericane è sempre arricchente. Per me è un modo per conoscere meglio il mio Paese. La necessità di mettere alla prova categorie e concetti, la capacità di leggere la realtà sociale e i suoi mutamenti sono alcuni tra gli elementi più stimolanti che ho trovato. A distanza di trent’anni dalla mia prima esperienza in Brasile, ho sentito le stesse vibrazioni, la stessa energia che anima questo popolo così vario nei modi e nelle manifestazioni di vita comunitaria. Lo sforzo compiuto da molte persone che vivono secondo l’ideale di Chiara Lubich ha dato frutti genuini e rispettosi della vita latinoamericana. L’agire agapico è una delle manifestazioni dell’amore scambievole, un elemento generativo e contagioso, insieme teorico e pratico, in grado di influire nel mutamento sociale, culturale e politico». Prossima tappa di Social One il convegno del 7 e 8 giugno all’Università italiana di Salerno. Per continuare il dialogo con la sociologia contemporanea, ma anche per ospitare una “social” Expo con le buone pratiche di associazioni e istituzioni che operano nel sociale. (altro…)
5 Gen 2018 | Chiara Lubich, Cultura, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Da una piccola città del Nord Italia ai cinque continenti. Un ampio dossier di taglio sociologico delinea la storia dei Focolari, dalla nascita fino all’approvazione definitiva da parte della Chiesa nel 1965. Una ricostruzione dettagliata, incoraggiata dalla stessa fondatrice dei Focolari già dagli anni ‘80, pubblicata per la prima volta nel 2010 in un’edizione francese, è stata ultimamente tradotta in italiano da Città Nuova. Piero Coda, rettore dello IUS, nella prefazione, introduce lo studio di Callebaut con queste parole: «Un approccio scientifico complessivo alla storia dei Focolari sino ad oggi ancora non esisteva. […] la presente ricerca, per la prima volta, costruisce e istruisce un dossier storico e interpretativo del rilevante fenomeno rappresentato dal Movimento dei Focolari […] Il lavoro è accurato, puntuale, per quanto possibile esaustivo […] ineccepibile ed eccellente sotto il profilo storico». Intervistato da Lorenzo Prezzi per settimananews.it, Bernhard Callebaut (Bruges, 1953), studi di diritto, filosofia e sociologia all’Università Cattolica di Lovanio, attualmente professore all’Istituto Universitario Sophia, presso Firenze, di cui è anche Program Director del Gruppo di ricerca Religions in a Global World, spiega il senso dell’opera: «Penso che il puro racconto testimoniale, nel quale si sente molto viva la persona, rimanga valido sempre. Non penso che un libro come il mio possa cancellare dalla mia storia lo choc benefico provato alla lettura di alcune pagine del primo libro della Lubich (Meditazioni), pagine che stimolavano a vivere i messaggi che contenevano. Ciò premesso, credo che, in un secondo momento, vadano rispettate quelle esigenze di capire, di contestualizzare, di legare il fenomeno in sé a una storia pregressa e coglierne almeno un po’ la prospettiva futura».
I primi vent’anni della storia dei Focolari sono scandagliati a partire dalle “illuminazioni” di Chiara Lubich, diventate in seguito nuclei centrali della sua spiritualità. «Il carisma è sempre concesso a qualcuno in particolare, anche qui» spiega Callebaut. «Solo dopo un certo tempo la Lubich si rese conto che in verità quel dono era dato a lei e a nessun’altra, almeno non in questa forma forte, limpida, travolgente. Ma, col tempo, s’accorse anche che i suoi primi compagni, che erano mandati altrove – in Italia prima, poi in Europa e nei continenti – diventavano anche loro in qualche modo portatori, moltiplicatori del carisma, “fontanelle” a loro volta». «Oggi come oggi – e nel mio libro viene documentato ampiamente – il cuore del carisma della Lubich è legato all’avere individuato – per dono – e poi sviscerato, come non mai nella storia di due millenni di vita cristiana, il significato di quel culmine della passione che costituisce il momento del grido d’abbandono di un uomo-Dio». Quella dei Focolari è, all’inizio, una storia fatta anche di una lunga e sofferta attesa del riconoscimento formale da parte della Chiesa. «All’inizio degli anni Cinquanta il Sant’Uffizio esamina le carte sui Focolari e avvia una serie di confronti con la giovane fondatrice. Per mettere alla prova lei e i suoi e misurare la loro fedeltà alla Chiesa, le chiede di fare un passo indietro, di non fare più da responsabile del Movimento. Il suo entourage non occulterà mai chi è veramente l’anima del Movimento e non ci fu crisi di leadership durante tutti quegli anni, fino a quando Paolo VI risolse definitivamente la questione. Nel 1965 la Lubich firmerà la sua prima lettera come presidente dei Focolari. Oggi, a distanza di tempo, si inizia a cogliere che dietro la sua statura di portatrice di spiritualità, c’era anche una densità di pensiero poco comune». In anni più recenti, l’intuizione carismatica della fondatrice si traduce anche in una serie di proposte concrete quale contributo alla risoluzione di questioni sociali o culturali. Come l’Economia di Comunione, «che realizza la scelta preferenziale per i poveri e, nello stesso tempo, valorizza chi sa contribuire alla vita economica con il talento non comune dell’intraprendenza», o la fondazione dell’Istituto Sophia, «come apporto interessante ai dibattiti e al travaglio del pensiero contemporaneo». Oggi, tutti i membri dei Focolari in qualche modo portano e moltiplicano» il carisma di Chiara Lubich «per realizzare l’ut omnes». E conclude Callebaut: «C’è lavoro per qualche secolo, mi sembra».
Callebaut Bernhard, Tradition, charisme et prophétie dans le Mouvement international des Focolari. Analyse sociologique, Paris, Nouvelle Cité, 2010, LXXXIII + 537 p. Trad. it. La nascita dei Focolari. Storia e sociologia di un carisma (1943-1965), Città Nuova – Sophia, Roma 2017, pp. 640. Leggi l’intervista completa di Lorenzo Prezzi (altro…)
30 Dic 2017 | Chiara Lubich, Famiglie, Focolari nel Mondo, Spiritualità
A me sembra che per ridare alla famiglia il suo vero volto, per ridonarle il suo splendore, accanto ai discorsi, agli ammonimenti, alle direttive (…) valga quell’esempio luminoso e universale che la Sapienza eterna ha escogitato: la famiglia di Nazareth. Ad essa tutte le famiglie del mondo, che sono e che saranno, possono guardare come a modello e a tipo. E non solo le famiglie: i singoli componenti di esse possono ispirarvisi per sapere quale il comportamento da adottare, gli atteggiamenti da assumere, i rapporti da animare, le virtù da coltivare. Ogni uomo della terra che sia sposo e padre, potrà sempre trovare in Giuseppe, lo Sposo di Maria, il padre putativo di Gesù, una luce, uno sprone, una fonte di ispirazione. Da lui imparerà la fedeltà a tutta prova, l’eroica castità, la forza, la silenziosa operosità, il rispetto, la venerazione, la protezione per la madre dei suoi figli, la partecipazione alle preoccupazioni familiari… E ogni donna, che sia moglie e madre, potrà scoprire in Maria il proprio dover essere, l’uguaglianza con l’uomo e la propria identità. Vedrà nella Sposa di Giuseppe realizzato in pieno il desiderio d’esser anch’essa protagonista, comprenderà da lei come oltrepassare la cerchia familiare per diffondere, al bene di molti, le ricchezze che le sono proprie: la capacità di sacrificarsi, l’interiorità che la fa sicura, la religiosità che la distingue, il bisogno innato d’elevarsi ed elevare irradiando candore, bellezza, purezza. Così i figli troveranno in Gesù figlio di Maria e di Giuseppe, composte in mirabile unità, le due tendenze che li possono tormentare: il bisogno di affermarsi come un’altra generazione che ha da aprire un nuovo capitolo nella storia e il desiderio di ripararsi all’ombra dei propri cari nell’amore e nell’obbedienza. Sì, la Sacra Famiglia, il gioiello dell’umanità associata, che rispecchia la vita della Trinità dove l’amore fa uno Dio, sia oggi di fronte a noi, stia con tutti noi (…) per il bene della famiglia nel mondo, della famiglia nella Chiesa e per la gloria di Dio. Da: Chiara Lubich – Messaggio al FamilyFest 1981 (altro…)