
Da Chiara Lubich una luce sulla famiglia
Copyright CSC Audiovisivi – Caris Mendes
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Ogni 14 marzo, ricorrenza della morte di Chiara Lubich, è per le comunità dei Focolari nel mondo occasione di incontro, di festa, di testimonianza e di rinnovato impegno. Anche il 2017 vede quindi moltiplicarsi gli appuntamenti, da Singapore a Vilnius (Lituania), da Sydney (Australia) a Houston (USA), da Manaus (Brasile) a Bujumbura (Burundi). Una sorta di costellazione che letteralmente abbraccia il mondo e richiama la consegna di Chiara: «Siate una famiglia». Quest’anno l’argomento preso in considerazione è, appunto, la famiglia, sullo sfondo delle dinamiche aperte dal Sinodo dei vescovi e dalla successiva esortazione apostolica Amoris laetitia di papa Francesco. Chiara vedeva la famiglia come «seme di comunione per l’umanità del terzo millennio», come ebbe a dire nel suo messaggio al Familyfest del 1993, augurandosi che «i valori ad essa connaturati – la gratuità, lo spirito di servizio, la reciprocità – possano essere trasferiti all’intera famiglia umana». È sotto questa chiave che si possono leggere le iniziative che lungo il 2017 si realizzano in vari paesi del mondo. La finalità è quella di cogliere il percorso di vita e di pensiero dei cinquant’anni di vita del Movimento Famiglie Nuove e mettere in luce il valore antropologico e universale delle famiglie nella prospettiva della “famiglia umana”. Il primo appuntamento, sul tema “La famiglia fonte di speranza e gioia”, si è tenuto al Cairo, in Egitto, con oltre 300 partecipanti: un programma di festa e di testimonianze, dove è venuto in evidenza il protagonismo dei più giovani e il rapporto tra le generazioni in famiglia. Quello di Panama, “Essere sempre famiglia”, ha avuto luogo il 12 febbraio: in una società caratterizzata dai ritmi frenetici, oltre 400 persone si sono date appuntamento nel parco cittadino per una giornata di dialogo, giochi e passeggiate. Un evento di respiro mondiale avrà luogo alla cittadella internazionale di Loppiano (Italia), dal 10 al 12 marzo 2017, con la partecipazione di famiglie provenienti dai cinque continenti. Momento centrale sarà il pomeriggio di sabato 11 marzo, diffuso in diretta streaming (dalle 15 alle 18). Leggi il comunicato stampa la news: 2017:Chiara Lubich e la famiglia Link alla diretta streaming: http://live.focolare.org/FamilyHighlights (altro…)
[…] Ha detto Gesù: “Dove due o tre sono uniti nel mio nome – che vuol dire nel mio amore – io sono in mezzo a loro”. È una splendida possibilità offerta anche alla famiglia, quella di diventare luogo della presenza di Dio. Per una famiglia che vive così, nulla v’è di estraneo di quanto le succede attorno. Semplicemente essendo quella che è, ha la capacità di testimoniare, annunziare, risanare il tessuto sociale circostante, perché la vita parla e opera da sola. È mia esperienza che essa sa aprire casa e cuore ai drammi che attraversano la società, alle sue solitudini, alle sue emarginazioni. Sa persino incarnare e organizzare la solidarietà in cerchie sempre più vaste, fino a promuovere azioni efficaci per influire presso le istituzioni, bloccare leggi e disposizioni errate, orientare i politici. Per la presenza e l’attività dei suoi membri nelle varie scansioni del sociale, essa sa pure entrare in dialogo con le istituzioni, avvicinare le risorse ai bisogni concreti, creare la coscienza e le premesse per adeguate politiche familiari e per correnti di opinione fondate sui valori. Credo che per il mondo non ci sia cosa più bella di una famiglia così. Perché, chiediamoci, cosa cerca l’umanità? La felicità. E dove la cerca? Nell’amore, nella bellezza, e pur di ottenerla è disposta a qualunque cosa. Lì, in quelle famiglie, c’è la pienezza dell’amore umano e la bellezza dell’amore soprannaturale. Ho visto famiglie così, e sono davvero meravigliose. Esse esercitano un grande fascino su tutti. All’apparenza, sembrano famiglie come le altre, ma nascondono un segreto, un segreto d’amore: il dolore amato le unisce a Cristo che abita nelle loro case, attirato dall’amore reciproco che le lega, e con esse – con queste famiglie – sta trasformando il mondo.Ho voluto condividere con voi questi pensieri, che ho raccolto dal profondo del mio cuore e dall’esperienza di tante, tante famiglie. Vorrei sollecitare in tutti noi un impegno concreto ad agire in ogni modo possibile per il vero bene della famiglia. Troppo importante è infatti la salute della prima cellula della società per i destini dell’intera umanità. “Salvare la famiglia – scrive il grande scrittore Igino Giordani – è salvare la civiltà. Lo Stato è fatto di famiglie; se queste decadono, anche quello vacilla”. E dice ancora: “Gli sposi divengono collaboratori di Dio nel dare all’umanità vita e amore. […] Amore che dalla famiglia si dilata alla professione, alla città, alla nazione, all’umanità. È una distribuzione per cerchi come un’onda che si dilata all’infinito. Da venti secoli arde un’inquietudine rivoluzionaria, accesa dal Vangelo, e chiede amore”. Chiara Lubich Guarda il video integrale (altro…)
«Dire Assisi e dire Pace e Fraternità è come dire una parola sola». Con questa frase emblematica contenuta nella motivazione, l’Associazione “Città per la Fraternità” ha assegnato l’ottava edizione del Premio “Chiara Lubich per la fraternità” al Comune di Assisi, che ha «saputo contribuire e declinare i principi della “fraternità universale” in Italia e nel mondo». A ritirare il Premio, il 17 febbraio scorso a Roma, nella Sala Capitolare San Salvatore in Lauro, il sindaco di Assisi Stefania Proietti e Padre Egidio Canil, delegato per lo ‘Spirito di Assisi’ della Basilica di S. Francesco. Presenti anche Ilona Toth e Diego Goller del Movimento dei Focolari, l’europarlamentare Silvia Costa e numerosi primi cittadini e amministratori dei comuni che aderiscono all’associazione, fra cui il sindaco Emanuele Crestini di Rocca di Papa, comune in cui Chiara Lubich ha vissuto gran parte della sua vita terrena.
Due le sottolineature dell’Associazione nel conferire il Premio alla città di Francesco: lo Spirito di Assisi, riconosciuto su scala mondiale da persone delle più diverse religioni e l’intuizione del filosofo Alfio Capitini ispiratore della Marcia per la Pace Perugia-Assisi, iniziativa che rivive ogni anno dal 1961. Il riconoscimento è stato consegnato dalla presidente dell’Associazione Milvia Monachesi che ha anche annunciato tre Menzioni speciali: alla città di Manfredonia (Italia), al Coordinamento nazionale Enti Locali per La Pace e all’organizzazione messicana Promoción de la Persona para una Sociedad Fraterna. La premiazione ha avuto luogo a conclusione del convegno “Europa: Libertà Uguaglianza e … la Fraternità? Quale chance oggi” indetto dall’Associazione promotrice del Premio che ha come obiettivo di riunire comuni che si riconoscono nel principio della fraternità come agire politico. Superare la visione del proprio territorio, acquisire un orizzonte politico, culturale, sociale, amministrativo che sappia porsi in discussione nello spirito del condividere, garantendo governabilità e capacità di coinvolgimento della società civile.
Sono queste le sfide emerse nel citare le diverse attività svolte nel trascorso anno associativo, nella prospettiva, per l’anno a venire, di dare vita ad un progetto in sinergia col Comune di Betlemme. L’analisi delle problematiche e delle potenzialità è stata offerta dai relatori Donato Falmi, già direttore dell’Editrice Città Nuova, Diego Goller e Ilona Toth esponenti di Insieme per l’Europa, dal sindaco di Pisa Marco Filippeschi e dall’on. Silvia Costa, giunti all’unanime conclusione che un’Europa senza la Fraternità sarebbe impensabile. Toccante anche la testimonianza di Alì Ehsani, giovane afghano, che ha vissuto la sua infanzia e adolescenza in una Kabul devastata dalla lotta tra fazioni.
Fonte: Associazione Città per la Fraternità
SIR-Servizio Informazione Religiosa
https://youtu.be/edJSuqMdDaI
«[…] Oggi il legame matrimoniale stabile appare quasi contraddittorio alla libertà personale. Più che i valori relazionali si enfatizzano le differenze e le conflittualità. A livello politico, istituzioni e governi codificano questi dati di fatto in leggi contrarie al bene integrale dell’uomo. Divorzio, aborto, eutanasia, sperimentazioni biogenetiche, entrano così nelle coscienze come cose possibili e quindi lecite. Denatalità, libe re convivenze, anarchia sessuale, diventano moda e costume. […] Quanti partners lasciati e frustrati? Quanti bambini privati dell’uno o dell’altro genitore? Quanti figli nella tossicodipendenza? Quanti nelle spire della delinquenza e della prostituzione? Quanti sposi e figli rapiti dalle guerre? Quanti anziani abbandonati? Quanti bambini muoiono di fame ogni giorno? […] Possiamo plasticamente rappresentarci la famiglia contemporanea con un’immagine: una madre ferita e desolata, che raccoglie in seno la sofferenza dell’umanità e grida al cielo il suo perché. […] Ma se crediamo che dietro la trama dell’esistenza c’è Dio col suo amore, e se, forti di questa fede, scorgiamo nelle piccole e grandi sofferenze quotidiane, nostre e altrui, un’ombra del dolore di Cristo crocifisso e abbandonato, una partecipazione al dolore che ha redento il mondo, è possibile comprendere significato e prospettiva anche delle situazioni più assurde. Davanti a qualsiasi sofferenza grande o piccola, davanti alle contraddizioni ed ai problemi insoluti, proviamo a rientrare in noi stessi e a guardare in faccia l’assurdità, l’ingiustizia, il dolore innocente, l’umiliazione, l’alienazione, la disperazione … Vi riconosceremo uno dei tanti volti dell’Uomo dei dolori. È l’incontro con lui, che da Persona divina si è fatto individuo senza rapporti, con lui, il Dio dell’uomo contemporaneo, che tramuta il nulla in essere, il dolore in amore. Sarà il nostro ‘sì’, il nostro gesto d’amore e d’accoglienza a lui, che inizierà a sgretolare i nostri individualismi, facendoci uomini nuovi capaci di risanare e rivitalizzare con l’amore le situazioni più disperate. […] Non sono sogni, sono le esperienze quotidiane di tante famiglie che, attraverso il piano inclinato dell’abbandono dell’Uomo–Dio, hanno tramutato la piena del loro dolore in vita nuova. A volte – spesso – i traumi si ricompongono, le famiglie si riuniscono. A volte no, le situazioni esterne restano come sono, ma il dolore viene illuminato, l’angoscia prosciugata, la frattura superata. A volte la sofferenza fisica e spirituale permane, ma acquista un senso unendo la propria alla passione di Cristo che continua a redimere e a salvare le famiglie e l’intera umanità. E allora il giogo diventa soave. La famiglia può dunque provare a ricomporsi nell’originario splendore del disegno del Creatore, attingendo alla sorgente dell’amore che Cristo ha portato sulla terra. Penso che gli sposi e le famiglie possano saziare a quella sorgente ogni sete di autenticità, di comunione continua e senza riserve, di valori trascendenti, duraturi, sempre nuovi. Anche perché è Dio stesso che può farsi presente nella loro casa, per condividere con loro la sua stessa vita. Ha detto Gesù: “Dove due o tre sono uniti nel mio nome – che vuol dire nel mio amore – io sono in mezzo a loro” (Mt 18,20). È una splendida possibilità offerta anche alla famiglia, quella di diventare luogo della presenza di Dio». (Tratto dall’intervento di Chiara Lubich:“La famiglia è il futuro” al Congresso della “Fondazione svizzera per la famiglia” – Lucerna – Svizzera, 16/05/1999) Guarda il video integrale (altro…)