15 Mar 2017 | Chiara Lubich, Famiglie, Focolari nel Mondo
«La vita matrimoniale è come una barca – commenta una famiglia del Perù –: se si rema da soli, si fa un’enorme fatica e non si va avanti. Bisogna imparare insieme l’arte della reciprocità». «Siamo venuti perché sentiamo l’esigenza di crescere nella vita di famiglia ed essere di aiuto ad altre», continua una coppia del Cameroon, arrivando al meeting di Loppiano “FamilyHighlights”, dal 10 al 12 marzo 2017. L’evento, in occasione del 50° di Famiglie Nuove, accoglie un migliaio circa di famiglie di culture e religioni diverse, provenienti da 50 Paesi, in collegamento ideale con tante manifestazioni nel mondo, che ricordano Chiara Lubich nel 9° anniversario della sua scomparsa. “Amare l’altro come se stessi, amare tutti, amare per primi, farsi uno con l’altro”, sono semplici regole che le famiglie della Scuola Loreto internazionale di Loppiano mettono in evidenza nel dare il benvenuto. Questa “arte di amare” dà la forza alla famiglia di rigenerare se stessa, attraverso la fiducia, il perdono, la responsabilità, la creatività, l’accoglienza. Semi di comunione che illuminano anche situazioni di dolore, sfide e drammi, e che dimostrano che «la rabbia e l’angoscia non hanno l’ultima parola», come racconta Gianni, coordinatore di un gruppo di 50 persone separate. Le storie e le iniziative emergono anche durante i vivaci confronti nell’ambito dei 6 workshop: uno, rivolto a 150 bambini e ragazzi; altri dedicati alle relazioni di coppia nelle varie stagioni della vita, a quelle educative genitori-figli, all’accoglienza e alla solidarietà verso situazioni difficili e popoli svantaggiati. Alcune famiglie provenienti dalla Siria, trovano energie positive per fronteggiare la paura e le tante difficoltà causate dalla guerra:«Quel fiore che abbiamo attaccato fuori a conclusione della manifestazione, lo portiamo simbolicamente alle altre famiglie e all’umanità che ci circonda, come segno di speranza e di fraternità». Essere padri e madri dell’umanità, offrendo il personale contributo per “sostenere e incoraggiare la fraternità universale” è l’invito di Maria Voce, presidente dei Focolari, nel suo intervento. Le famiglie, proprio a partire dalla loro fragilità e imperfezioni proprie della condizione umana, ma «rinnovate dal di dentro, possono offrire al mondo quella luce e quell’amore che lo risana». Ne è testimonianza l’impegno di 50 anni di vita di Famiglie Nuove nei 5 continenti, la condivisione nei vari gruppi, l’attività di animazione per coppie giovani, quelle in difficoltà, coppie separate e risposate, vedovi, iniziative e progetti per andare incontro ai bisogni dei più deboli e a sostegno dell’infanzia. “Continuate a fare tutto ciò, non vi scoraggiate quando è difficile o vi pare di rimanere soli”. Esorta ancora Maria Voce.
La famiglia è chiamata a dare una risposta alle problematiche sociali, magari proprio guardando il mondo con gli occhi dei bambini, come dice la dott.ssa Vinu Aram, direttrice dello Shanti Ashram, con cui i Focolari da tempo hanno stretto intensi rapporti di amicizia e collaborazione a favore di numerosi bambini e famiglie in India, attraverso AFNonlus. «Lo sforzo che state facendo qui – commenta Don Paolo Gentili, direttore dell’ Ufficio Nazionale per la pastorale della famiglia – è quello di contribuire a costruire una chiesa attenta al bene che lo Spirito sparge in mezzo alla fragilità» (AL 308). Questo è «riscrivere l’Amoris Laetitia nelle pagine vive della storia». Dopo tutti questi anni, si avverte la necessità di istituire un “Centro studi avanzati”, internazionale e interdisciplinare, dove coniugare vita e pensiero. Nascerà presso l’Istituto Universitario Sophia, con l’obiettivo di approfondire il tema della famiglia alla luce del carisma di Chiara Lubich. «Dalla domanda “qualcuno mi ama?”, primordiale bisogno d’amore, occorre passare ad una volontà d’amore: io amo qualcuno?», afferma il Prof. Michele De Beni, tra i coordinatori del Seminario di Studi “Il patto di reciprocità nella vita familiare”, rivolto ad un pool di accademici di discipline diverse, sempre nel contesto di Family HighLights. «È la sfida della reciprocità – conclude De Beni –, premessa fondante di un gruppo che, prima di mettersi a fare ricerca, si riconosca in tale identità».
Giovanna Pieroni
Foto gallery su Flickr (Sif Loppiano)
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14 Mar 2017 | Chiara Lubich, Famiglie, Focolari nel Mondo, Spiritualità

Copyright CSC Audiovisivi – Caris Mendes
«Affidi alla famiglia una missione esplosiva, una riforma che le famiglie possono avviare per il mondo», così Igino Giordani a Chiara Lubich alla fondazione della diramazione delle Famiglie Nuove dei Focolari nel 1967. Dopo cinquant’anni, proprio nel nono anniversario della morte della fondatrice, si manifesta la chioma fiorita da quel seme: centinaia di manifestazioni e iniziative in molte città del mondo dicono che quella profezia ha trovato le vie per incarnarsi. L’evento di tre giorni a Loppiano ha accolto oltre un migliaio di persone, di 50 Paesi, di tutte le generazioni, cristiani, ma anche musulmani, buddisti e indù. Si sono visti i frutti di una storia nell’interazione tra le diverse generazioni: nonni, figli, nipoti. Il programma, diffuso in diretta streaming e tradotto in 19 lingue, si è articolato in tre grandi temi: la famiglia come trama di rapporti all’interno della coppia, con i figli e tra le generazioni; l’amore, come risposta alle criticità nella famiglia con le sue ferite, sfide e dolori; la famiglia, risorsa creativa nei confronti del tessuto sociale. Si ascoltano voci di padri e di figli. Come quella di una ragazza adolescente che racconta il suo dolore e quello dei fratelli più piccoli, la ferita della famiglia provocata dal padre vittima dell’alcool. E la speranza che ne viene dal condividere, «perché la famiglia è la cosa più importante e non dobbiamo avere paura di fare il primo passo: forse è difficile farlo, ma, se è fatto per amore, può cambiare tutto». Si ascolta la storia di una coppia alla ricerca del figlio “prodigo” che, distrutta l’azienda di famiglia e indebitato fino al collasso, fugge in un altro paese. Nel dolore i genitori capiscono che la misericordia deve vincere sulla collera. Si mettono in viaggio finché lo ritrovano: un abbraccio che dà inizio a una vita riconciliata. Sul palco salgono anche Basma e Tatiana. Musulmana la prima e cristiana la seconda, diventano più che sorelle nella condivisione quotidiana, profonda e concreta, dopo la morte del marito di Basma in terra straniera, con due figli a carico e senza appoggi. Una storia emblema di popoli che s’incontrano, ma che solo nel reciproco riconoscersi e accogliersi si trasformano in famiglia di famiglie. Della ricchezza che emerge si fa interprete Maria Voce nel suo intervento. Ricorda come il carisma dell’unità «offre una luce e una chiave anche per guardare il mondo e la storia, per cogliere il legame di ciascuno di noi con l’umanità intera». E riporta un brano della Lubich del 6 settembre 1949, che risuona come una nuova chiamata per quanti ascoltano: «Il mio io è l’umanità con tutti gli uomini che furono sono e saranno. La sento e la vivo questa realtà: perché sento nell’anima mia sia il gaudio del Cielo, sia l’angoscia dell’umanità che è tutt’un grande Gesù Abbandonato». 
Foto: Servizio Informazione Focolari Loppiano
Maria Voce ripropone la chiamata iniziale di Chiara Lubich alle famiglie a prendersi sulle spalle quella porzione di mondo che appare «più frantumato, più simile a Lui Abbandonato», ricordando che l’insostituibile compito delle famiglie è quello di «tenere sempre acceso nelle case l’amore, ravvivando così quei valori che sono stati donati da Dio alla famiglia, per portarli ovunque nella società, generosamente e senza sosta». E continua, parafrasando papa Francesco, «il compito è arduo, ma non possiamo farci rubare la speranza». Due gesti simbolici ma concreti esprimono l’impegno e la determinazione delle famiglie presenti a tornare nei propri luoghi per testimoniare la fratellanza universale e per fare la propria parte, seppure come goccia nell’oceano: un momento di preghiera e di personale impegno rappresentato dal fiore che ogni famiglia appende in una scenografia allestita all’esterno dell’auditorium. E il gemellaggio fra famiglie di due diverse parti del mondo, da estendere ad altre famiglie dei rispettivi territori, in modo da intensificare una rete che risponda alle necessità da una parte all’altra del mondo, quale circolo virtuoso. Il Seminario culturale su “Il patto di reciprocità nella vita familiare, generativo della fiducia e della relazione”, svoltosi nella prima giornata tra un centinaio di accademici e esperti nel campo dell’accompagnamento familiare, del counseling, della ricerca pedagogica e psicologica e delle discipline che riguardano il vasto mondo delle relazioni familiari, aveva approfondito la realtà della famiglia dal punto di vista teologico, antropologico, sociale, pedagogico, politico. Una riflessione sul valore della famiglia come risorsa per l’umanità, che ha evidenziato come il suo futuro e il significato stesso dell’essere persona si giochi proprio nella famiglia. Infine, il profilarsi, in seno all’Istituto universitario Sophia e in sinergia con altri istituti a livello internazionale, di un centro di ricerca ad alto livello, interreligioso, interconfessionale, interculturale, interdisciplinare che approfondisca e studi questo patrimonio di vita per poterlo esprimere a livello universale. Fonte: Servizio Informazione Focolari (SIF) https://vimeo.com/208156546 (altro…)
11 Mar 2017 | Chiara Lubich, Famiglie, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità

Foto © Caris Mendes – Archivio CSC Audiovisivi
«Vorrei invitarvi, stasera, a sognare con me un mondo diverso, quello in cui ci piacerebbe vivere», esordisce Maria Voce nel suo intervento, dopo aver ascoltato le storie e l’impegno di tante famiglie che si sono alternate sul palco. Famiglie che hanno fatto proprio il carisma di Chiara Lubich, che ha orientato la loro vita. Una spiritualità che «genera in noi il desiderio di guardare il mondo e la storia da una prospettiva diversa dalla quale cogliere il legame di ciascuno di noi con l’umanità intera, in una appartenenza non solo personale e che coinvolge tutto di noi: affetti, relazioni, fragilità, emozioni, sofferenze, impegni, sogni», continua Maria Voce. E ricorda: «Chiara, fondando il Movimento Famiglie Nuove, il 19 luglio del 1967 affermava: “… è necessario che (…) facciate della vostra vita familiare l’esperienza da portare agli altri”[i], essendo “un altro Gesù, Gesù che guarda il mondo, guarda le turbe e ne ha pietà. Perché di questa porzione di mondo (…) io vi ho messo sulle spalle quello più frantumato, più simile a Lui abbandonato”[ii]. Oggi mi sembra di poter dire che si rinnova quell’invito alla famiglia, a ogni famiglia». «Ma quale tipo di famiglia può generare un mondo permeato di fraternità?», si domanda la presidente dei Focolari. «Solo famiglie, seppure fragili e imperfette come siamo nella nostra condizione umana, ma rinnovate dal di dentro, possono offrire al mondo quella luce e quell’amore che lo risana, in maniera tale che la società vi trovi il modello nel quale rispecchiarsi», si risponde. 
Foto © Caris Mendes – Archivio CSC Audiovisivi
E invita alle famiglie a “far circolare i beni materiali e spirituali, gratuitamente”, ad “accogliere l’altro così com’è, prendersene cura, vivere la prossimità, nella gioia”, a “trasmettere i valori da una generazione all’altra”, ad attuare “quella correzione necessaria allo sviluppo umano” e il “perdono”, ad “andare incontro ai veri bisogni” di chi rimane accanto. Precisa che «esistono già strutture ed istituzioni preposte a cooperare al bene della comunità e dei singoli, ma, ammoniva Chiara: “occorre umanizzarle, dar loro un’anima, in modo che lo spirito di servizio raggiunga quell’intensità, quella spontaneità e quella spinta di amore per la persona, che si respira nella famiglia”»[iii]. E, dopo aver evidenziato questo insostituibile compito delle famiglie e l’impegno portato avanti dalle “Famiglie Nuove” in tutto il mondo a favore dei più deboli, cita alcuni esempi concreti come questo: «In una cittadina nei pressi di Chicago, Carole, accorgendosi che varie famiglie avevano problemi simili ai suoi per assistere il figlio, David, portatore di grave handicap, ha promosso tutta una serie di attività di socializzazione dei giovani disabili e, attraverso di loro, delle famiglie di tutto il quartiere e poi di tutto il Comune, il quale ha persino ricevuto un premio per gli sviluppi in campo sociale». E conclude: «Poteva sembrare un sogno. Le esperienze ci dicono che è già realtà, a volte piccolissima, appena nata, ma che ha in sé la forza prorompente della vita». Leggi il testo integrale __________________________________________ [i] C. LUBICH, Alla prima scuola di focolarini/e sposati/e, fondazione del Movimento Famiglie Nuove, Rocca di Papa, 19.7.1967, Trascrizione. [ii] Ibid. [iii] C. LUBICH, “Semi di comunione per l’umanità del terzo millennio”, Messaggio al Familyfest 5 giugno 1993. (altro…)
7 Mar 2017 | Chiara Lubich, Famiglie, Focolari nel Mondo
Ogni 14 marzo, ricorrenza della morte di Chiara Lubich, è per le comunità dei Focolari nel mondo occasione di incontro, di festa, di testimonianza e di rinnovato impegno. Anche il 2017 vede quindi moltiplicarsi gli appuntamenti, da Singapore a Vilnius (Lituania), da Sydney (Australia) a Houston (USA), da Manaus (Brasile) a Bujumbura (Burundi). Una sorta di costellazione che letteralmente abbraccia il mondo e richiama la consegna di Chiara: «Siate una famiglia». Quest’anno l’argomento preso in considerazione è, appunto, la famiglia, sullo sfondo delle dinamiche aperte dal Sinodo dei vescovi e dalla successiva esortazione apostolica Amoris laetitia di papa Francesco. Chiara vedeva la famiglia come «seme di comunione per l’umanità del terzo millennio», come ebbe a dire nel suo messaggio al Familyfest del 1993, augurandosi che «i valori ad essa connaturati – la gratuità, lo spirito di servizio, la reciprocità – possano essere trasferiti all’intera famiglia umana». È sotto questa chiave che si possono leggere le iniziative che lungo il 2017 si realizzano in vari paesi del mondo. La finalità è quella di cogliere il percorso di vita e di pensiero dei cinquant’anni di vita del Movimento Famiglie Nuove e mettere in luce il valore antropologico e universale delle famiglie nella prospettiva della “famiglia umana”. Il primo appuntamento, sul tema “La famiglia fonte di speranza e gioia”, si è tenuto al Cairo, in Egitto, con oltre 300 partecipanti: un programma di festa e di testimonianze, dove è venuto in evidenza il protagonismo dei più giovani e il rapporto tra le generazioni in famiglia. Quello di Panama, “Essere sempre famiglia”, ha avuto luogo il 12 febbraio: in una società caratterizzata dai ritmi frenetici, oltre 400 persone si sono date appuntamento nel parco cittadino per una giornata di dialogo, giochi e passeggiate. Un evento di respiro mondiale avrà luogo alla cittadella internazionale di Loppiano (Italia), dal 10 al 12 marzo 2017, con la partecipazione di famiglie provenienti dai cinque continenti. Momento centrale sarà il pomeriggio di sabato 11 marzo, diffuso in diretta streaming (dalle 15 alle 18). Leggi il comunicato stampa la news: 2017:Chiara Lubich e la famiglia Link alla diretta streaming: http://live.focolare.org/FamilyHighlights (altro…)
4 Mar 2017 | Centro internazionale, Chiara Lubich, Famiglie, Focolari nel Mondo, Spiritualità
[…] Ha detto Gesù: “Dove due o tre sono uniti nel mio nome – che vuol dire nel mio amore – io sono in mezzo a loro”. È una splendida possibilità offerta anche alla famiglia, quella di diventare luogo della presenza di Dio. Per una famiglia che vive così, nulla v’è di estraneo di quanto le succede attorno. Semplicemente essendo quella che è, ha la capacità di testimoniare, annunziare, risanare il tessuto sociale circostante, perché la vita parla e opera da sola. È mia esperienza che essa sa aprire casa e cuore ai drammi che attraversano la società, alle sue solitudini, alle sue emarginazioni. Sa persino incarnare e organizzare la solidarietà in cerchie sempre più vaste, fino a promuovere azioni efficaci per influire presso le istituzioni, bloccare leggi e disposizioni errate, orientare i politici. Per la presenza e l’attività dei suoi membri nelle varie scansioni del sociale, essa sa pure entrare in dialogo con le istituzioni, avvicinare le risorse ai bisogni concreti, creare la coscienza e le premesse per adeguate politiche familiari e per correnti di opinione fondate sui valori. Credo che per il mondo non ci sia cosa più bella di una famiglia così. Perché, chiediamoci, cosa cerca l’umanità? La felicità. E dove la cerca? Nell’amore, nella bellezza, e pur di ottenerla è disposta a qualunque cosa. Lì, in quelle famiglie, c’è la pienezza dell’amore umano e la bellezza dell’amore soprannaturale. Ho visto famiglie così, e sono davvero meravigliose. Esse esercitano un grande fascino su tutti. All’apparenza, sembrano famiglie come le altre, ma nascondono un segreto, un segreto d’amore: il dolore amato le unisce a Cristo che abita nelle loro case, attirato dall’amore reciproco che le lega, e con esse – con queste famiglie – sta trasformando il mondo.Ho voluto condividere con voi questi pensieri, che ho raccolto dal profondo del mio cuore e dall’esperienza di tante, tante famiglie. Vorrei sollecitare in tutti noi un impegno concreto ad agire in ogni modo possibile per il vero bene della famiglia. Troppo importante è infatti la salute della prima cellula della società per i destini dell’intera umanità. “Salvare la famiglia – scrive il grande scrittore Igino Giordani – è salvare la civiltà. Lo Stato è fatto di famiglie; se queste decadono, anche quello vacilla”. E dice ancora: “Gli sposi divengono collaboratori di Dio nel dare all’umanità vita e amore. […] Amore che dalla famiglia si dilata alla professione, alla città, alla nazione, all’umanità. È una distribuzione per cerchi come un’onda che si dilata all’infinito. Da venti secoli arde un’inquietudine rivoluzionaria, accesa dal Vangelo, e chiede amore”. Chiara Lubich Guarda il video integrale (altro…)
22 Feb 2017 | Chiara Lubich, Cultura, Focolari nel Mondo
«Dire Assisi e dire Pace e Fraternità è come dire una parola sola». Con questa frase emblematica contenuta nella motivazione, l’Associazione “Città per la Fraternità” ha assegnato l’ottava edizione del Premio “Chiara Lubich per la fraternità” al Comune di Assisi, che ha «saputo contribuire e declinare i principi della “fraternità universale” in Italia e nel mondo». A ritirare il Premio, il 17 febbraio scorso a Roma, nella Sala Capitolare San Salvatore in Lauro, il sindaco di Assisi Stefania Proietti e Padre Egidio Canil, delegato per lo ‘Spirito di Assisi’ della Basilica di S. Francesco. Presenti anche Ilona Toth e Diego Goller del Movimento dei Focolari, l’europarlamentare Silvia Costa e numerosi primi cittadini e amministratori dei comuni che aderiscono all’associazione, fra cui il sindaco Emanuele Crestini di Rocca di Papa, comune in cui Chiara Lubich ha vissuto gran parte della sua vita terrena.
Due le sottolineature dell’Associazione nel conferire il Premio alla città di Francesco: lo Spirito di Assisi, riconosciuto su scala mondiale da persone delle più diverse religioni e l’intuizione del filosofo Alfio Capitini ispiratore della Marcia per la Pace Perugia-Assisi, iniziativa che rivive ogni anno dal 1961. Il riconoscimento è stato consegnato dalla presidente dell’Associazione Milvia Monachesi che ha anche annunciato tre Menzioni speciali: alla città di Manfredonia (Italia), al Coordinamento nazionale Enti Locali per La Pace e all’organizzazione messicana Promoción de la Persona para una Sociedad Fraterna. La premiazione ha avuto luogo a conclusione del convegno “Europa: Libertà Uguaglianza e … la Fraternità? Quale chance oggi” indetto dall’Associazione promotrice del Premio che ha come obiettivo di riunire comuni che si riconoscono nel principio della fraternità come agire politico. Superare la visione del proprio territorio, acquisire un orizzonte politico, culturale, sociale, amministrativo che sappia porsi in discussione nello spirito del condividere, garantendo governabilità e capacità di coinvolgimento della società civile.
Sono queste le sfide emerse nel citare le diverse attività svolte nel trascorso anno associativo, nella prospettiva, per l’anno a venire, di dare vita ad un progetto in sinergia col Comune di Betlemme. L’analisi delle problematiche e delle potenzialità è stata offerta dai relatori Donato Falmi, già direttore dell’Editrice Città Nuova, Diego Goller e Ilona Toth esponenti di Insieme per l’Europa, dal sindaco di Pisa Marco Filippeschi e dall’on. Silvia Costa, giunti all’unanime conclusione che un’Europa senza la Fraternità sarebbe impensabile. Toccante anche la testimonianza di Alì Ehsani, giovane afghano, che ha vissuto la sua infanzia e adolescenza in una Kabul devastata dalla lotta tra fazioni.
Fonte: Associazione Città per la Fraternità
SIR-Servizio Informazione Religiosa
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