Giu 26, 2013 | Chiesa, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Cosa accade alla chiesa oggi? Come affrontare le sfide della trasmissione della fede alle nuove generazioni, gli scandali a cui si è andati incontro in diversi Paesi, l’abbandono della fede nel continente europeo? Come cogliere la vitalità e i doni che provengono da Asia e Africa? Sono le domande di fondo che animano la riflessione del gruppo di esperti del campo ecclesiale e del mondo della comunicazione composto da sacerdoti, religiosi, laici attivi in vari ambiti (missiologia, ecclesiologia, educazione, nuova evangelizzazione, culture giovanili) e in diverse parti del mondo, che si sono ritrovati a metà giugno a Castelgandolfo. Sono sfide rilevate a livello universale e secondo grandi aree geografiche, che nei vari contesti prendono forme diverse ma che, nell’insieme, possono contribuire a dare una visione di ciò che la Chiesa deve affrontare. Non è mancata la voce del sociologo, che ha richiamato le questioni a livello macro e micro con cui non solo la Chiesa, ma tutta la società, deve fare i conti: la gestione della complessità nel panorama globalizzato, il nuovo quadro delle relazioni e la creazione di coesione sociale. E si rilegge l’evento di Pentecoste 2013 come un coinvolgimento dei Movimenti nella prospettiva indicata dal Papa: “uscire fuori” per andare incontro all’uomo.
L’appuntamento, promosso dalla rivista di vita ecclesiale Gen’s, è giunto alla 3° edizione, il 12 e 13 giugno scorsi. Quest’anno all’apertura dei lavori è intervenuta anche la presidente dei Focolari, Maria Voce. Ha sottolineato come la «spinta che viene dal nuovo Papa a questa visione più vicina a tutti gli uomini, più sobria, più semplice», per il Movimento dei Focolari «deve significare l’impegno sempre rinnovato di edificare e di presentare quella chiesa comunione che il carisma [dell’unità] ci permette di vivere; comunione con Dio e con tutta l’umanità: l’uscire fuori a cui papa Francesco invita continuamente e che sentiamo particolarmente anche noi. Essere chiesa comunione e presentarsi come tali, anche fuori dalle strutture strettamente ecclesiali». E Giancarlo Faletti, copresidente dei Focolari, ricorda la “passione per la Chiesa”, che ha sempre animato Chiara Lubich, in particolare nell’immediato post-concilio, invitando tutti a continuare a riconoscere l’azione dello Spirito Santo che guida il Popolo di Dio.
La sfida delle nuove generazioni, e di conseguenza dell’educazione, emerge potente: ne è un esempio la recente Assemblea plenaria del Pontificio Consiglio della Cultura sulle culture giovanili emergenti, della quale sono stati raccolti gli elementi maturati a partire dal protagonismo dei giovani, dal linguaggio giovanile, e dalla conoscenza dell’universo giovanile per la trasmissione della fede cristiana. 5 parole per la mia chiesa: è il suggestivo titolo dell’intervento del teologo Piero Coda, in collegamento skype dall’Istituto Universitario Sophia, di cui è preside, nella cittadella internazionale di Loppiano. Le parole «sequela, popolo di Dio, dialogo, spirito ed ethos» sono da lui intese come linee di sviluppo della chiesa di oggi. «Lo Spirito Santo, infatti, è capace di generare nuove energie per rispondere alle domande più urgenti dell’umanità – spiega ancora –. È Lui che porta avanti la chiesa, e a volte lo fa con cambiamenti anche bruschi. E noi, che non siamo così duttili, abbiamo l’impressione di dover rifare tutto daccapo, ma dobbiamo guardare a questo cammino dello Spirito Santo nella Chiesa». Continua… (altro…)
Giu 22, 2013 | Chiesa, Ecumenismo, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Il Comitato di Orientamento di Insieme per l’Europa con i suoi otto membri – appartenenti della Chiesa cattolica, ortodossa ed evangelica – si è incontrato nella sede romana della comunità di S. Egidio il 4 e 5 giugno scorsi. Scopo principale: confrontarsi sui frutti dell’anno trascorso e capire insieme le prossime tappe, cercando di leggere “lo spartito scritto in cielo” come amava dire Chiara Lubich. In molte delle 152 città collegate il 12 maggio 2012 è iniziata o si è incrementata una dinamica locale di vivace collaborazione tra Movimenti e Comunità di varie Chiese. In vari Paesi esiste, poi, un comitato nazionale di “Insieme per l’Europa” come una rete che sostiene questa comunione. Andrea Riccardi (fondatore della comunità di Sant’Egidio), sottolinea la responsabilità di continuare ad uscire fuori senza essere autoreferenziali, citando Papa Francesco. È la “cultura dell’incontro” – ribadisce la presidente dei Focolari Maria Voce riferendosi ancora a Papa Francesco -, “la cultura di amicizia e di apertura all’altro che sperimentiamo in questo cammino di comunione e che dà speranza al nostro Continente e non solo”. Reduce da un viaggio in Germania, racconta di incontri con varie personalità che vedono in ‘Insieme per l’Europa’ un esempio capace di unire i cuori. Gerhard Pross, del Convegno di responsabili/Ymca, racconta di come il 23 maggio 2013, nell’Accademia cattolica di Stuttgart-Hohenheim si sono incontrati rappresentanti della Chiesa evangelica in Germania, della Chiesa cattolica e di altre Chiese, su invito di alcuni Movimenti e Comunità unite nella rete di “Insieme per l’Europa”. Il presidente della EKD (Evangelischen Kirche in Deutschland) Nikolaus Schneider, l’arcivescovo Robert Zollitsch (Presidente della Conferenza Episcopale Tedesca), il vescovo Gerhard Feige e il vescovo regionale Heinrich Bedford-Strohm nei loro interventi hanno incoraggiato a contribuire ad un intenso e aperto scambio sulle questioni ecumeniche, particolarmente attuali per il 50° della chiusura del Concilio Vaticano II e in vista dell’anniversario della Riforma nel 2017. Alcuni elementi emersi sono: il ritorno a Cristo come centro comune; la comune rielaborazione della storia a livello regionale e nazionale; il porre segni di riconciliazione e la coscientizzazione alle sensibilità della Chiesa dell’altro. Christophe D’Aloisio (Syndesmos) ha presentato, in un’interessante visione, l’attualità di alcune comunità ortodosse in Europa. La fitta agenda dell’incontro del 4 giugno prevedeva varie tematiche. Si è cercato, come ha suggerito Padre Heinrich Walter, del Movimento Schönstatt, di mettere a fuoco il progetto di Dio su ‘Insieme per l’Europa’. Guardare alle “periferie esistenziali”, alle povertà materiali e spirituali che affliggono l’Europa per contribuire al bene comune con i carismi ricevuti da Dio: è questa una delle priorità. Tra l’altro si mette in programma per l’anno prossimo un convegno per esperti e responsabili di Movimenti interessati allo sviluppo di un’economia equa.

Incontro con il Card. Stanislaw Rylko
Regna fra tutti un clima solenne, che si fa preghiera quando si legge il versetto del Vangelo di Giovanni: «Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,34-35). È questo passo di Giovanni che, a partire dal 2001 a Monaco di Baviera divenne la base dell’agire tra responsabili di Movimenti e Comunità di varie Chiese e che rende possibile e sempre straordinariamente nuovo il cammino di ‘Insieme per l’Europa’. Il 5 giugno mattina, i responsabili presenti a Roma sono stati ricevuti dal card. Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici. Egli ha incoraggiato i progetti, sottolineato il contributo che le comunità e i movimenti possono dare per risvegliare la responsabilità per l’Europa unita e messo in evidenza la “novità” che la dimensione ecumenica di ‘Insieme per l’Europa’ sta diffondendo. «È Dio che deve tornare al centro della vita dell’uomo – ha affermato – e Dio torna quando gli uomini si lasciano toccare da Dio». Il cardinale ha individuato nei carismi luoghi in cui Dio tocca gli uomini e li trasforma, rendendoli testimoni credibili del Vangelo. (altro…)
Giu 20, 2013 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Sulla scia del costante invito di Papa Francesco a lasciarci stupire dall’amore sempre nuovo di Dio, trentadue vescovi amici dei Focolari provenienti da Corea, Mongolia, Filippine, Thailandia, Myanmar, India, Pakistan, Giappone, Taiwan, Sri Lanka, si sono incontrati a Seoul (Corea) dal 22 al 25 maggio per confrontarsi ed immergersi nella realtà viva della “Chiesa-comunione”. Le nazioni che compongono il continente asiatico sono diverse per lingua, etnia, religione, tradizioni, e anche le situazioni che vive la Chiesa stessa sono assai varie. I vescovi hanno colto in questa multiformità una opportunità di arricchimento reciproco: “Abbiamo dato ampio spazio alla comunione spirituale e alla conoscenza reciproca – scrivono –. Siamo così venuti a scoprire un’enorme ricchezza di vita, tradotta in tante esperienze molto concrete scaturite dal Vangelo vissuto nei diversi ambienti: seminari, parrocchie, luoghi di persone emarginate dalla loro disabilità o povertà materiale. L’amore a Gesù nel fratello è stata la molla che ci ha spinto ad avvicinare i nostri prossimi e a cercare di lenire, per quanto possibile, le loro piaghe”. Anche la Nuova Evangelizzazione è stata oggetto di riflessione: essa richiede una conversione personale ed un nuovo annuncio dell’amore di Dio alle popolazioni asiatiche attraverso il dialogo con le molteplici tradizioni religiose e l’apertura radicale verso coloro che soffrono.
La messa finale concelebrata, si è conclusa con un solenne patto di amore scambievole; e l’impegno di amare la diocesi altrui come la propria ha sancito la condivisione sperimentata. Per mantenere vivi ed accrescere i rapporti costruiti, molti dei presenti si sono ripromessi di sfruttare al meglio i mezzi più rapidi di comunicazione come skype e videoconferenze. L’arcivescovo di Bangkok Francis Xavier Kriengsak Kovithavanij, moderatore degli incontri dei vescovi amici dei Focolari, spiega che la condivisione delle diverse esperienze fatte nelle conquiste e nelle difficoltà della vita, ha creato rapporti fraterni di comunione profonda tra i partecipanti facendo sperimentare la presenza di Cristo Risorto tra tutti. Questa presenza ha donato nuova forza e gioia per riprendere il servizio nelle rispettive diocesi, con l’amore di pastori vicini al proprio gregge, seguendo l’esempio indicato da Papa Francesco. (altro…)
Giu 8, 2013 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
«Dopo un’esperienza pastorale come viceparroco durata undici anni, il mio vescovo, prima di affidarmi la parrocchia, mi ha dato l’opportunità di trascorrere quattro mesi nella cittadella di Loppiano, nel Centro di formazione per noi sacerdoti diocesani. Qui mi sono trovato con una ventina di sacerdoti e seminaristi venuti da tante parti del mondo per vivere un’esperienza evangelica di comunione, nella linea della spiritualità dell’unità. Tra noi sacerdoti all’inizio non era facile comunicare a motivo della lingua. Ad esempio, quando è arrivato Yvon del Madagascar che parlava solo francese, per comunicare con lui dovevo tradurre dall’italiano all’inglese e Peter degli Stati Uniti dall’inglese al francese. Era laborioso, ma lo facevamo con tutta la fraternità possibile e ci siamo capiti benissimo. In questa scuola di vita tutto si fa in concordia: pregare, meditare insieme, lezioni ricche di approfondimento teologico, biblico, pastorale nei più diversi ambiti; ma anche lavorare in giardino, in cucina, lavare i pavimenti, tradurre in varie lingue, insegnare l’italiano, giocare a calcio… Questo non limitarsi alle attività tipiche del prete per fare anche tanti lavori manuali, come ha fatto per trent’anni Gesù a Nazareth, fa di questo corso una vera scuola integrale.
Servire – ad esempio – la domenica alla mensa, assieme a religiosi e laici che condividono questa esperienza, accogliere con un bel pranzo i numerosi visitatori di Loppiano, apparecchiare e poi lavare le pentole, i piatti, ecc… una mole di cose che, solo insieme agli altri, si riesce a fare: anche con gusto. È solo un particolare delle attività che si svolgono qui, ma per me era tutto nuovo ed è stato un bell’insegnamento. Il fatto di lavorare dal lunedì al venerdì nella falegnameria, mi ha fatto apprezzare in un modo diverso il sabato e la domenica, come fa la mia gente in parrocchia. Per lavorare nell’artigianato (verniciatura, lisciatura, lavorazione del legno) è stato necessario imparare ad usare bene la vista, l’udito e il tatto; e a dosare la forza muscolare, altrimenti si rischia di rovinare i pezzi o i macchinari. L’artigianato è una scuola di attenzione e delicatezza, caratteristiche fondamentali nella vita, specialmente nella vita di un prete. Anche la Messa quotidiana ha acquistato un sapore diverso. Ad esempio offrire il lavoro al momento dell’offertorio è una cosa molto più concreta quando ti fa male la schiena perché hai passato la mattinata chinato a zappare la terra o a levigare un legno… Inoltre, sbrigare i lavori di casa tutti insieme mi ha aiutato a superare il pressapochismo. Certe cose le avevo sempre fatte ma, confrontandomi con gli altri, ho scoperto che c’è un modo migliore di farle. E cioè che non basta fare il bene, bisogna farlo bene! Mi sento molto arricchito da questi pochi mesi vissuti in una “scuola integrale” di vita. Il lavoro manuale mi ha fatto capire di più la vita della mia gente, e che cosa significhi testimoniare la fede sul luogo di lavoro. Ed ho riscoperto il sacerdozio regale di ogni cristiano che deve essere alla base del mio sacerdozio ministeriale. (Tratto dalla rivista di vita ecclesiale Gen’s) (altro…)
Giu 7, 2013 | Chiesa, Focolari nel Mondo
Sono originario del Brasile, quinto di una famiglia di sei figli, di cui due nati dal matrimonio precedente di mio padre, rimasto vedovo. Avevo appena un anno quando il babbo se n’è andato di casa, lasciando la mamma incinta e senza la possibilità di lavorare perché noi eravamo ancora piccoli. Siccome non avevamo dei parenti vicini e nostro padre non contribuiva al nostro sostentamento, la situazione è diventata critica. In pratica non avevamo niente da mangiare, e tanti conti da pagare! La mamma ha deciso di vendere alcuni mobili di casa per supplire ai bisogni immediati e siamo rimasti solo con l’essenziale. Uno dei miei fratelli acquisiti aveva un negozio alimentare dove lei prendeva ciò di cui avevamo bisogno per mangiare. Ma poiché non avevamo come pagarlo, lui un giorno si è portato via il frigorifero. Per lo stesso motivo, ci hanno tagliato prima la luce e poi anche il gas. Per anni abbiamo vissuto usando delle lampade a olio e cucinando con il fuoco a legna. Spesso alcuni vicini di casa ci sono venuti in aiuto, col poco di cui disponevano.

Lizomar Dos Santos
Intanto, nostro padre ha avuto altri tre figli con un’altra donna. Per noi è stato molto duro non avere il suo amore, ma la mamma ci ha sempre insegnato a rispettarlo come nostro padre. Quando lo vedevamo, lei ci diceva: “Quello è vostro padre, andate da lui a chiedere la benedizione”. Fino ai diciotto anni ho fatto il venditore ambulante. Spesso mi nascondevo quando vedevo un amico, perché mi vergognavo. Ho fatto anche il contadino e il muratore. Poi, nel 2000, mi hanno convocato per lavorare come volontario presso il Ministero della Giustizia dove, vedendo il mio impegno, mi hanno assunto nella Segreteria del Tribunale. Sono riuscito anche a finire i miei studi e a laurearmi in Lettere. Un giorno, un amico mi ha invitato ad un incontro del Movimento dei Focolari di cui faceva parte. Lì ho scoperto che Gesù, che aveva sofferto e vissuto l’abbandono in croce, poteva dare significato al mio soffrire personale e a quello della mia famiglia. Ho creduto che tutto poteva avere un senso e che il mio dolore era servito per fare di me una persona più umana, sensibile al soffrire degli altri. Questa scoperta mi ha condotto e mi conduce a un incontro personale con Dio, al quale ho deciso di donare la mia vita, servendo i fratelli nella strada del focolare.
Video: Veglia di Pentecoste con Papa Francesco. Introduzione: Canti e testimonianze (contiene la testimonianza di Lizomar Dos Santos) (altro…)
Giu 4, 2013 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Ribeirao Preto, nuovo polo tecnologico, 700 000 abitanti. Negli ultimi anni sono tante le persone che migrano da altri Stati del Brasile in cerca di lavoro. Sorgono nuovi condomìni, ciascuno con migliaia di persone. È il caso della parrocchia di P. Luis, dove nell’aprile 2011 si è costruito un grande condominio residenziale, con la capacità di 4000 persone. Insieme i parrocchiani hanno deciso di muovere il primo passo verso i nuovi abitanti, prima ancora che arrivassero, perché avessero subito a chi rivolgersi. Ricorda P. Luis: «In quel periodo era in corso la beatificazione di Giovanni Paolo II la cui vita, per noi, rappresenta tutto ciò che desideriamo per la nostra comunità: aperta al dialogo con tutti, accogliente, disponibile al perdono». Decidono così di affidarsi alla sua protezione «cercando di improntare la nuova comunità sulla vita del Vangelo secondo la spiritualità dell’unità di Chiara Lubich». Si parte dal dialogo, e si arriva a condividere i propri beni: «Ci riunivamo in uno degli appartamenti del condominio. Ma il numero dei partecipanti cresceva, così abbiamo affittato un piccolo salone, che poi sarebbe diventato la nostra cappella dove, col permesso del vescovo, abbiamo la presenza costante di Gesù Eucarestia. Per potere pagare l’affitto di questo locale, i membri della comunità hanno iniziato a fare una comunione dei beni».
Sono nate anche delle attività remunerative, come ad esempio una cooperativa che raccoglie materiali riciclabili. Il ricavato si divide in 2 parti: per chi vi lavora e per l’affitto del locale. Altri hanno cominciato a vendere hot dog, dando una parte del ricavato per le spese della cappella. Continua il parroco: «La vendita degli hot dog avviene in un quartiere frequentato anche da spacciatori di droga. Chi va a vendere gli hot dog cerca di mettere davanti a tutto l’amore al prossimo, accogliendo ciascuno e ricordando la parola di Gesù: “Avevo fame e mi avete dato da mangiare”. Questo ha fatto si che tanti si avvicinino alla cappella e partecipino delle attività che vi si svolgono». E ancora, il caffè dopo la Messa la domenica mattina: «Finita la Messa, mettiamo fuori un tavolo con caffè, tè, dolci…. La gente si avvicina e si parla di tanti argomenti. È un bel momento di scambio di esperienze, conoscenza reciproca e condivisione di difficoltà e gioie». «Stiamo iniziando nella cappella anche un lavoro di catechesi dove cerchiamo che i bambini non solo conoscano Dio ma si sentano amati da Lui, anche nelle difficili condizioni di vita in cui a volte si trovano. Tutti i mesi ci incontriamo con quelli che vogliono partecipare e animare la comunità. Sono sempre momenti gioiosi di dialogo intenso e fraternità». Un lavoro impegnativo, quello di P. Luis e dei suoi parrocchiani, ma fruttuoso. Come andare avanti? «Siamo spronati a continuare – conclude il don – perché vediamo che cresce l’aiuto reciproco e la gente sente che il condominio è davvero la casa di tutti». (altro…)