Ago 14, 2011 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Senza categoria, Spiritualità
Migliaia di giovani di tutto il mondo si daranno appuntamento fra pochi giorni a Madrid per la GMG 2011. C’è tanta gioia nei numerosi volontari che stanno ultimando gli ultimi particolari. Pare che tutto sia pronto: basta seguire i post su Facebook o Twitter, o guardare il sito ufficiale. Il Santo Padre ha scelto come titolo e approfondimento della GMG 2011 una frase presa dall’apostolo Paolo: “Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede” (Col 2,7). Riprendiamo alcuni passaggi del suo Messaggio,che porta la data del 6 agosto dell’anno scorso, e che ben vale la pena di leggerla per intero. “…Ora, il nostro sguardo si rivolge alla prossima Giornata Mondiale della Gioventù a Madrid. Già nel 1989, qualche mese prima della storica caduta del Muro di Berlino, il pellegrinaggio dei giovani fece tappa in Spagna, a Santiago de Compostela (…) vorrei che tutti i giovani, sia coloro che condividono la nostra fede in Gesù Cristo, sia quanti esitano, sono dubbiosi o non credono in Lui, potessero vivere questa esperienza, che può essere decisiva per la vita: l’esperienza del Signore Gesù risorto e vivo e del suo amore per ciascuno di noi. (…) Numerosi giovani sentono il profondo desiderio che le relazioni tra le persone siano vissute nella verità e nella solidarietà. Molti manifestano l’aspirazione a costruire rapporti autentici di amicizia, a conoscere il vero amore, a fondare una famiglia unita, a raggiungere una stabilità personale e una reale sicurezza, che possano garantire un futuro sereno e felice… Sì, la domanda del posto di lavoro e con ciò quella di avere un terreno sicuro sotto i piedi è un problema grande e pressante, ma allo stesso tempo la gioventù rimane comunque l’età in cui si è alla ricerca della vita più grande. Se penso ai miei anni di allora: semplicemente non volevamo perderci nella normalità della vita borghese. Volevamo ciò che è grande, nuovo. Volevamo trovare la vita stessa nella sua vastità e bellezza…. È parte dell’essere giovane desiderare qualcosa di più della quotidianità… Si tratta solo di un sogno vuoto che svanisce quando si diventa adulti? No, l’uomo è veramente creato per ciò che è grande, per l’infinito. Qualsiasi altra cosa è insufficiente. Sant’Agostino aveva ragione: il nostro cuore è inquieto sino a quando non riposa in Te. Il desiderio della vita più grande è un segno del fatto che ci ha creati Lui, che portiamo la sua “impronta”. Dio è vita, e per questo ogni creatura tende alla vita; in modo unico e speciale la persona umana, fatta ad immagine di Dio, aspira all’amore, alla gioia e alla pace…
(…) Voi siete il futuro della società e della Chiesa! Come scriveva l’apostolo Paolo ai cristiani della città di Colossi, è vitale avere delle radici, delle basi solide! E questo è particolarmente vero oggi, quando molti non hanno punti di riferimento stabili per costruire la loro vita, diventando così profondamente insicuri. Il relativismo diffuso, secondo il quale tutto si equivale e non esiste alcuna verità, né alcun punto di riferimento assoluto, non genera la vera libertà, ma instabilità, smarrimento, conformismo alle mode del momento. Voi giovani avete il diritto di ricevere dalle generazioni che vi precedono punti fermi per fare le vostre scelte e costruire la vostra vita, come una giovane pianta ha bisogno di un solido sostegno finché crescono le radici, per diventare, poi, un albero robusto, capace di portare frutto. Per mettere in luce l’importanza della fede nella vita dei credenti, vorrei soffermarmi su ciascuno dei tre termini che san Paolo utilizza in questa sua espressione: “Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede” (cfr Col 2,7). Vi possiamo scorgere tre immagini: “radicato” evoca l’albero e le radici che lo alimentano; “fondato” si riferisce alla costruzione di una casa; “saldo” rimanda alla crescita della forza fisica o morale. Si tratta di immagini molto eloquenti. (..) Cari amici, costruite la vostra casa sulla roccia, come l’uomo che “ha scavato molto profondo”. Cercate anche voi, tutti i giorni, di seguire la Parola di Cristo. Sentitelo come il vero Amico con cui condividere il cammino della vostra vita. Con Lui accanto sarete capaci di affrontare con coraggio e speranza le difficoltà, i problemi, anche le delusioni e le sconfitte. (…) “La fede è innanzitutto un’adesione personale dell’uomo a Dio; al tempo stesso ed inseparabilmente, è l’assenso libero a tutta la verità che Dio ha rivelato” (Catechismo della Chiesa Cattolica, 150). Così potrete acquisire una fede matura, solida, che non sarà fondata unicamente su un sentimento religioso o su un vago ricordo del catechismo della vostra infanzia. Potrete conoscere Dio e vivere autenticamente di Lui, come l’apostolo Tommaso, quando manifesta con forza la sua fede in Gesù: “Mio Signore e mio Dio!”. (…) “Ogni credente è come un anello nella grande catena dei credenti. Io non posso credere senza essere sorretto dalla fede degli altri, e, con la mia fede, contribuisco a sostenere la fede degli altri” (Catechismo della Chiesa Cattolica, 166). (…) E la vittoria che nasce dalla fede è quella dell’amore. Quanti cristiani sono stati e sono una testimonianza vivente della forza della fede che si esprime nella carità: sono stati artigiani di pace, promotori di giustizia, animatori di un mondo più umano, un mondo secondo Dio; si sono impegnati nei vari ambiti della vita sociale, con competenza e professionalità, contribuendo efficacemente al bene di tutti. La carità che scaturisce dalla fede li ha condotti ad una testimonianza molto concreta, negli atti e nelle parole: Cristo non è un bene solo per noi stessi, è il bene più prezioso che abbiamo da condividere con gli altri. Nell’era della globalizzazione, siate testimoni della speranza cristiana nel mondo intero: (…) se crederete, se saprete vivere e testimoniare la vostra fede ogni giorno, diventerete strumento per far ritrovare ad altri giovani come voi il senso e la gioia della vita, che nasce dall’incontro con Cristo! (…) La scelta di credere in Cristo e di seguirlo non è facile; è ostacolata dalle nostre infedeltà personali e da tante voci che indicano vie più facili. Non lasciatevi scoraggiare, cercate piuttosto il sostegno della Comunità cristiana…Cari giovani, la Chiesa conta su di voi!” Benedictus PP. XVI Vaticano, 6 agosto 2010 (altro…)
Ago 9, 2011 | Centro internazionale, Chiara Lubich, Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Alla fine della loro visita alla comunità della Slovenia, il 5 agosto, Maria Voce e Giancarlo Faletti si sono incontrati con le segreterie dei religiosi, aderenti al Movimento dei focolari e riunite nel loro incontro tradizionale di agosto, che già dall’anno scorso si svolge in questa nazione. Settanta sono questi religiosi: sei dall’Asia, sette dall’Africa, cinque dal Brasile, uno dal Canada; il resto da quasi tutti i paesi dell’Europa. È la terza volta che la presidente dei Focolari e il co-presidente incontrano i dirigenti di questa parte consistente del movimento e quindi la conoscenza si è fatta via via più profonda, semplice e familiare. Ci si è trovati nel Centro Mariapoli Spes – Upanje, ricavato con molto buon gusto e fantasia dall’edificio delle vecchie poste, che per trasportare le missive usavano i cavalli. Tant’è che le stalle si sono trasformate in una sala da pranzo, ma è la nuova sala delle riunioni, dalle linee ad ogiva, piena di luce, ad accogliere l’incontro e l’intenso dialogo. A cura di C. Donegana Fonte: Città Nuova on line. Leggi tutto. [nggallery id=60] (altro…)
Ago 8, 2011 | Chiara Lubich, Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
110 sacerdoti, provenienti da 20 Paesi africani, sono convenuti a Nairobi dal 27 luglio al 4 agosto per la “Panafrican Conference of Focolare Priests”. “Nella Chiesa Famiglia di Dio: una via per i sacerdoti oggi” il titolo dell’incontro. Con approfondimenti, workshop e plenarie si sono affrontate alcune delle sfide più scottanti per la Chiesa nel Continente. Che cosa ha accomunato questi preti, di così diversa estrazione alla cittadella dei Focolari “Piero Pasolini”, nei pressi di Nairobi in Kenya? Contribuire alla riscoperta e all’attuazione del disegno di Dio su questo continente, alla luce della proposta di vita evangelica del Movimento, presente in terra africana ormai da quasi cinquant’anni. «Auguro di cuore che la presenza via del Risorto in mezzo a loro possa essere di luce per capire come Gesù desideri il sacerdote ai giorni nostri e quale possa essere il loro servizio alla Chiesa in Africa, tanto amata da tutti noi e che tanto può dare al mondo intero», ha scritto Maria Voce, presidente del Movimento, in un messaggio per l’apertura della Conferenza. Il Convegno ha espresso al vivo le grandi potenzialità dei sacerdoti africani. Lo ha sottolineato anche l’età media dei presenti – 35 anni circa – molti dei quali già in posizioni di responsabilità.
In un’Africa definita da qualcuno degli stessi partecipanti come l’“Africa delle crisi”, la realtà della famiglia, così centrale nella cultura sociale ed ecclesiale africana, ha preso nuova luce ed intensità nell’ottica dell’amore reciproco e dell’unità evangelici. La scoperta di Gesù crocifisso e abbandonato, come chiave di riconciliazione e di pace, ha portato a non sentire utopistica la sfida ad entrare dentro le ferite e a sentirsi protagonisti di un cammino di rinnovamento e di comunione che abbia come misura l’amore senza misura del Cristo. Tutto si è svolto secondo un ritmo di ascolto e di condivisione, con meditazioni e approfondimenti, momenti di confronto e di studio a gruppi, e plenarie di comunicazione per cercare di incarnare tale visione in una proposta culturale e vitale per la Chiesa in Africa. Il tutto condito da esperienze di vita già in atto “donate – come ha scritto uno dei partecipanti – sotto forma di racconti certamente non scientifici e tuttavia in uno stile familiare non disordinato, che offriva da meditare”.
Si è rinnovata così la coscienza di essere chiamati a riscoprirsi nel fondo del cuore come uomini di Dio chiamati ad evangelizzare l’Africa con le armi dello spirito dell’amore e dell’unità. Con la capacità di andare controcorrente, come ha sottolineato, durante il suo intervento al Convegno, il Nunzio Apostolico in Kenya, Mons. Paul Alain Lebeaupin. Mentre l’Arcivescovo di Mombasa, Boniface Lele, ha invitato i partecipanti a una grande apertura e all’aiuto vicendevoli fra i sacerdoti, per essere, con la loro umanità, coerenti servitori della “Famiglia di Dio”.
Le Nazioni di provenienza andavano dall’Atlantico all’Indiano, abbracciando la parte centrale ed australe dell’Africa: Guinea-Bissau, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Sierra Leone, Togo, Benin, Nigeria, Cameroun, Repubblica Centrafricana, Gabon, Repubblica Democratica del Congo, Angola, Zambia, Sudafrica, Kenya, Tanzania, Uganda, Rwanda, Burundi e Madagascar. A cura del Centro Sacerdotale dei Focolari (altro…)
Ago 5, 2011 | Chiesa, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Presso la suggestiva Abbazia di Vallombrosa (Firenze), dal 17 al 30 luglio scorsi, si è conclusa la seconda parte del percorso di studi iniziato lo scorso anno e frequentato da 24 formatori di seminari di 13 nazioni (Pakistan, India, Corea, Cina, Venezuela, Uruguay, Argentina, Brasile, Polonia, Austria, Svizzera, Portogallo, Italia). Un “cantiere aperto” che ha sorpreso i partecipanti, giorno dopo giorno, per la ricchezza di stimoli e contenuti. Tenendo come filo conduttore del corso il trinomio preghiera-vita-pensiero, si è lavorato con un forte coinvolgimento tra i partecipanti e i relatori intervenuti. Di fronte ai profondi cambiamenti che toccano la vita della persona nel mondo moderno – pensiamo al grande influsso della rivoluzione digitale – si rende necessario un costante aggiornamento anche da parte dei formatori sia nelle tematiche, sia nell’approccio educativo ai candidati al ministero.
Giovanni Paolo II già nella Novo millennio ineunte (n. 43), invitava la Chiesa a diventare “casa e scuola di comunione”, anche in riferimento ai “luoghi dove si formano i ministri dell’altare”. È per rispondere a questa attesa, che i sacerdoti del Movimento dei Focolari da alcuni anni promuovono questo Corso teologico-pastorale per Educatori nei Seminari, a cui la Congregazione per l’Educazione Cattolica (organo della Santa Sede al servizio dei seminari di tutto il mondo), ha espresso pieno sostegno e apprezzamento sin dalla prima edizione. E’ stato lo stesso sottosegretario della Congregazione, Mons. Vincenzo Zani, a dare avvio ai lavori di quest’anno con un intervento programmatico su “La dimensione comunitaria della formazione”. 
Il Corso è strutturato in quattro settimane residenziali in un biennio. Il primo anno si pongono le fondamenta del paradigma della comunione applicato al delicato compito formativo dei futuri sacerdoti. Nel secondo, si passa al concreto dei vari e complessi aspetti della formazione, suddividendola in sette grandi aree che riguardano: il dono di sé e la comunione, il dialogo e la testimonianza, la preghiera, la vita a “corpo mistico”, l’animazione della comunità, lo studio e, infine, la comunicazione al servizio della comunione. È nel loro intrecciarsi che queste aree possono costituire un valido approccio a una formazione del seminarista, non frammentata ma unitaria, integrale e armonica.
Lo studio di ognuna si è sviluppato attraverso una relazione di apertura, alcuni workshop per approfondire temi ad essa legati e ricavarne linee formative di applicazione concreta e una plenaria di condivisione di quanto elaborato da ogni gruppo. Importante è stato l’apporto di esperti in campo teologico, pedagogico e in altre scienze umane, insieme al contributo di ciascun partecipante a partire dalla propria competenza ed esperienza come formatore. Da quest’anno il Corso è collegato all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano, per cui i partecipanti, previa presentazione di un elaborato finale, ottengono dei crediti formativi. L’interesse riscontrato e il bisogno di “formazione per i formatori” fa sì che il Corso continuerà negli anni futuri. (altro…)
Lug 22, 2011 | Chiara Lubich, Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Ero parroco della Missione di Farim, in Guinea Bissau, una cittadina a nord della capitale Bissau, ai confini con il Senegal. Si andava in un villaggio per il catechismo, in preparazione al Battesimo. Quanto si insegnava era importante, ma personalmente avevo l’impressione che si rimanesse spesso sul teorico. Durante gli anni passati a Fonjumetaw, in Camerun, avevo sperimentato quanto aiutava, nell’opera di evangelizzazione, la Parola di Vita. E così cominciai prendendo la Parola di Vita del mese, e dopo una semplice spiegazione, invitavo tutti a metterla in pratica, per poi condividere i frutti, la settimana successiva. Per rendere tutto più facile, davo ad ognuno un foglietto in cui c’era scritta la frase del Vangelo e dicevo di collocarla vicino al letto e di leggerla al mattino appena si alzavano, e la sera, quando andavano a dormire. Se non sapevano leggere, suggerivo di farsi aiutare dai loro figli. Le settimane successive erano sempre più quelli che avevano “qualcosa da dire”. Un pomeriggio, nel villaggio di Sandjal, a una ventina di km da Farim, al momento di condividere le proprie esperienze, un uomo raccontò quanto gli era successo la settimana passata. La Parola di Vita era “Amate i vostri nemici” (Mt. 5,44). «Una notte le mucche del vicino entrarono nella mia piantagione di fagioli e distrussero tutto. Non era la prima volta. Per questo motivo, da mesi non ci parlavamo più. Questa volta però eravamo decisi a fargliela pagare. Era ora che capisse quanto male ci stava arrecando. Io, mia moglie e i miei figli, prendemmo ciascuno un bel pezzo di legno e ci incamminammo verso la casa del vicino. Ma dopo aver mosso i primi passi, mi ricordai della Parola e dissi: ‘Fermi! Non possiamo andare. La settimana scorsa ho ricevuto un foglietto che dice di perdonare i nemici, e fra qualche giorno devo tornare al catechismo. Cosa racconterò se ora andiamo a punire il nostro vicino?’. ‘Ma così allora lui continuerà a fare come prima!’. Ritornammo in casa e ci sedemmo. Lasciare perdere tutto come niente fosse successo, non ci sembrava giusto. Decidemmo di andare da lui, non con aria minacciosa, ma per dialogare. Spiegammo al nostro amico quanto era accaduto e gli chiedemmo di stare attento alle sue mucche. Il nostro vicino non aveva parole. Si buttò ai miei piedi e mi chiese perdono più volte. Da allora abbiamo ricominciato a salutarci, e direi, che siamo diventati amici. Erano mesi che non ci parlavamo! Nella mia casa è entrata una gioia nuova».
E in un altro villaggio, Sarioba, a 5 km da Farim, stessa scena, uno studente si alza e racconta: «Ogni lunedì dobbiamo andare a Farim a piedi per la scuola. C’è un commerciante che abita in un villaggio non tanto lontano, che va pure a Farim, con la sua macchina-camioncino. Normalmente non porta niente con lui. Più volte gli abbiamo chiesto un passaggio, ma ha sempre rifiutato. Lunedì scorso è stata la stessa cosa. Solo che questa volta, dopo averci superato e arrivato a una distanza di circa 1 km, si è fermato. Aveva problemi con la macchina e non poteva continuare. Quando arrivammo là, ci chiese se gli davamo una spinta per mettere in moto la macchina. I miei amici mi dissero: ‘Lasciamolo perdere, che si arrangi. Lui non ci ha mai aiutato’. Anch’io ero di questa idea, ma poi ho ricordato ai miei colleghi la Parola di Vita. E allora decidemmo di aiutarlo a mettere in moto. La macchina partì e il signore ci offerse di salire, ma gli dicemmo che non c’era bisogno, e continuammo a piedi». P. Celso Corbioli, missionari Omi (altro…)
Lug 5, 2011 | Chiesa, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni

Un gruppo di giovani della "Scuola Gen" di Loppiano durante una coreografia
“La straordinaria opportunità della Giornata Mondiale della Gioventù, di ritrovarci con giovani di tutto il mondo, dice a ciascuno di noi che non siamo da soli nelle nostre città a credere che si può fare un mondo migliore. Insieme, la forza di vivere per questo, cresce. E poi, andare a Madrid vuol dire stare con Benedetto XVI! Qualche volta può sembrare una figura lontana dalla nostra vita quotidiana, in particolare per noi che viviamo in un altro continente, dove, in effetti, del Papa non si parla molto. Ma il Papa è il punto di unità della Chiesa cattolica e anche noi giovani abbiamo un posto nel suo cuore e nelle sue preghiere”. Maria Lúcia viene dal Brasile, sembra ben decisa; infatti non dubita quando conclude: “La GMG ci aiuta a gridare al mondo che i giovani non sono quelli che tanti pensano… incapaci di guardare al futuro, insensibili e passivi. Abbiamo grandi ideali e grandi valori! La preparazione? In queste settimane stiamo vivendo una forte “accelerazione”, ispirati da un pensiero di Chiara Lubich che ci aiuta a concentrarci nell’arte di amare, per migliorare ogni giorno di più. Anche nella preghiera, per prepararci a vivere la GMG con l’anima. Il frutto è un grande entusiasmo, per quella gioia che si trova solo in Dio.” Mariana, un’altra giovane brasiliana, aggiunge, con la stessa convinzione: “Per me è un segno forte che nel mondo milioni di giovani sono più che mai interessati e coinvolti nella Chiesa. Insieme vogliamo mostrare che il cristianesimo non fa parte del passato… anzi! Anche oggi noi giovani vogliamo vivere per qualcosa di grande! E poi sono molto curiosa di fare questa esperienza in prima persona: tanti giovani di tante culture, di tante realtà ecclesiali, di tanti movimenti, insieme… Anche queste diversità sono mattoni per costruire un mondo più unito. Non so se a livello planetario vedremo subito grandi cambiamenti, ma per tutti noi che parteciperemo e per tutti quelli che saranno collegati via Internet, sarà un’esperienza radicale!” Kyoko viene dal Giappone, da un’altra cultura e fedele di un’altra religione. Ci sorprende che anche lei si prepari a partecipare alla GMG. Proviamo a porgere la stessa domanda: “In un primo tempo pensavo che la GMG fosse un’esperienza solo per i giovani cristiani; io sono buddista e quindi non sentivo la necessità di partecipare. In questi mesi, però, mi trovo a Loppiano alla Scuola Gen e da qui, tanti giovani andranno a Madrid. Così, l’idea di fare il viaggio con loro ha cominciato a interessarmi. Ora sono convinta che anch’io potrò vivere una tappa molto interessante, potrò scoprire qualcosa di bello incontrando tanti altri giovani che hanno valori diversi dai miei; è questo che mi sta insegnando l’esperienza del Movimento dei focolari…”. (altro…)