
Natalia: The First Companion of Chiara Lubich
Available from Living City Press (India)
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«Qui ho ascoltato dei buoni suggerimenti su come dialogare con i figli, tornerò ancora», osserva convinta una mamma avvolta nel suo sari. E un papà: «Ho deciso di dare più tempo ai miei bambini». Sono alcuni commenti dei 60 partecipanti al corso sulla genitorialità svoltosi a Udisha dal titolo: “Il bambino, futuro della nostra nazione”. Negli stessi locali i loro figli, finita la scuola, trovano ogni giorno una merenda, giochi e attività di doposcuola. Per alcuni genitori, gli argomenti trattati sono stati una sorprendente novità, per altri un aprire gli occhi sui propri errori e anche sui pericoli e rischi cui i loro figli sono esposti. Ma il corso non è stata l’unica promozione rivolta ai genitori.
È ormai il 5° anno, infatti, che a Udisha – uno dei progetti sociali dei Focolari rivolti a ragazzi e famiglie in difficoltà – viene offerta la possibilità del microcredito, grazie al quale l’economia di tante famiglie è decisamente migliorata. Ad accedervi sono soprattutto le donne le quali, incentivate da un finanziamento iniziale, in numero crescente sono riuscite a dar vita a piccole attività artigianali o commerciali come confezionare borse all’uncinetto o preparare cibo per venderlo. Sono già 52 le mamme che una volta al mese si incontrano in gruppi, per scambiarsi esperienze sul loro fare impresa e per risolvere insieme i problemi che incontrano. Altra attività portata avanti con successo anche quest’anno è stata la profilassi contro il tifo, di cui hanno beneficiato in 107 fra bambini e adulti e la somministrazione di vaccini antitetano e rosolia a 72 adulti e 95 bambini. Ma le maggiori energie del progetto sono riservate ai ragazzi, coinvolti in sempre nuove iniziative. A ricordare l’indipendenza del Paese è stata la grande celebrazione del 15 agosto con la cerimonia dell’alzabandiera, canti patriottici e poesie. In settembre, invece, in occasione della fiera di Bandra – evento fra i più importanti della città – bambini e genitori sono andati in pullman a visitare la basilica di Mount Mary. Sempre in settembre, in India si festeggia il giorno dell’insegnante e i bambini hanno voluto ringraziare i loro animatori con una performance di danze, canti e scenette.
Il 2 ottobre, festa del padre della nazione – il Mahatma Gandhi – la celebrazione è iniziata con pensieri di Gandhi sulla non violenza e la pace, per poi riflettere sulla povertà di tanti minori che vivono in strada e sull’importanza della condivisione. Anche i bambini di Udisha sono molto poveri, ma nonostante ciò hanno voluto condividere quel poco che hanno: qualche capo di vestiario, un piccolo giocattolo, un dolcetto. E parlando tra loro enumeravano anche le tante altre cose che si possono condividere: le buone idee, la gioia, il sorriso.
La festa più importante dell’India cade ogni anno fra ottobre e novembre e dura quattro giorni: è il Diwali (Festa della Luce), durante il quale i bambini di Udisha hanno messo in moto tutta la loro creatività dipingendo vasi di terracotta e facendo disegni con polvere colorata. È il loro modo per contribuire al progetto, in gran parte finanziato dal sostegno a distanza di AFN onlus. È davvero commovente l’intensità con cui i bambini di Udisha assorbono la ‘cultura del dare’, quel principio ispiratore che è a cuore del progetto e della formazione che in esso ricevono. Un valore che giunge loro non tanto a parole quando attraverso l’amore concreto dei volontari in loco e quello di chi, al di là dell’oceano, senza averli mai conosciuti, si prende cura di loro. (altro…)
[:de]Anhand vieler konkreter Beispiele gibt der Autor prägnante Empfehlungen für Paare in unterschiedlichen Lebenssituationen. Wer in einer Beziehung einige Signale beachtet, wird sich selbst, den Partner bzw. die Partnerin und auch die Dynamik der Beziehung besser verstehen. Der Autor, Rino Ventriglia, Psychotherapeut und Neurologe, hat jahrzehntelange Erfahrung in Paar- und Familientherapie. Er ist Gründer des Centro Logos/Caserta (Italien) und Autor mehrerer Publikationen. Einem internationalen Publikum ist er bekannt durch seine Vortragstätigkeit. Vergal Neue Stadt[:]
Due giovani si baciano all’alba. Ai giorni nostri nella brezza estiva davanti al tramonto mozzafiato in una grande città. Nel 1945 al buio di una enorme sala, davanti al finestrone di un manicomio, in una piccola città. Cosa lega questi due eventi? Lele ha vent’anni ed è stato lasciato dalla fidanzata dopo tre anni. Decide di andare a trovare il nonno paterno, Raffaele, per raccontargli le sue paure per il futuro, ma anche il suo dolore per la fine del rapporto con Lorena. Il nonno lo ascolta e gli racconta una storia che non ha mai rivelato a nessuno. Ha lavorato come infermiere nel manicomio di Teramo. Qui, nel 1945, mentre finisce la guerra vengono ricoverati, quasi contemporaneamente, due giovani, Saverio e Crocifissa. La simpatia tra i due si trasforma presto in un sentimento più profondo. Il racconto di Lele e quello di nonno Raffaele si intrecciano svelando il fascino delle storie d’amore che nascono, in libertà in un tempo di pace così come in un manicomio in tempo di guerra. Il primo bacio, come l’alba, preludio del bel tempo che verrà, promessa di tenerezza che chiede solo di essere mantenuta. L’AUTORE- Salvatore D’Antona nasce a Napoli nel 1965. Appassionato dei libri (bibliobulimico) e del mondo arabo ha pubblicato una raccolta di racconti “L’Incanto di Nuvola Panna” (2007) e cinque romanzi: “Come un arancio amaro” (2009), “Santinillo” (2011), “La ragazza di Camden” (2011), “Il fuoco e la carezza” (2013) tutti pubblicati con Demian Edizioni, “Desiderio” (2015) edizioni La Tana del Bianconiglio. Nel 2014 è stato finalista del Primo Premio Letterario Nazionale Neri Pozza. CON UN SAGGIO di Loredana Petrone, psicologa e psicoterapeuta, collabora da circa vent’anni con l’Unità Operativa di Medicina Sociale dell’Università di Roma “La Sapienza”. È autrice e coautrice di articoli e libri. LA COLLANA – Passaparola affronta attraverso racconti autobiografici temi scottanti e dolorosi della quotidianità: adolescenza, crisi di coppia, malattia, dipendenze, lutto, anoressia, trauma. Drammi, ferite e problemi attuali nei quali il lettore può ritrovarsi. Storie scritte con uno stile agile, piacevole e avvincente. Nella seconda parte del volume un esperto rilegge il racconto e fornisce chiavi di lettura utili, indicazioni pratiche, e prospettive concrete.
La crisi dei rifugiati in Europa ha scosso tutto il mondo, con le sue cifre e i suoi morti, le frontiere chiuse, insieme alla grande generosità di tanti. Questa notizia ci arriva dall’Indonesia e a parlare sono i Giovani per un Mondo Unito della città di Medan (4 milioni di abitanti). «I numerosi rifugiati accampati in Grecia ci interpellavano. Volevamo fare qualcosa. Abbiamo così deciso di vivere la nostra Settimana Mondo Unito 2016 organizzando un concerto per ricavare fondi per loro. Era anche un modo forte di affermare che la pace è possibile e comincia da noi stessi, da gesti concreti». «Avevamo due mesi a disposizione; non era molto, ma ci siamo detti che ce l’avremo fatta e ci siamo messi a lavorare andando oltre la stanchezza fisica e le difficoltà economiche. Per coprire le spese dell’organizzazione siamo andati a suonare nei ristoranti, ma anche la provvidenza di Dio non è mancata e siamo riusciti a pagare l’affitto della sala, di parte del sound system e altre spese varie». «Quando ho visto tutti quei giovani davanti a me – racconta Ika –, ho cercato di non pensare a me stessa ma ai rifugiati ed ho preso coraggio». Dal punto di vista tecnico – confessano con semplicità – «ci sono stati tanti sbagli, ma l’atmosfera di entusiasmo e di gioia dei circa 350 partecipanti ci ha convinti che ne è valsa la pena!». Anche un coro di una università cattolica e 4 cantanti hanno voluto dare il loro contributo al concerto per la pace». «Il ricavato di € 600, corrisponde a 3 o 4 mesi di stipendio base in Indonesia, non è tantissimo, ma siamo stati molto felici perché abbiamo potuto dare la nostra goccia per i nostri fratelli in difficoltà». «È stata una esperienza straordinaria – ribadisce Randi –. Ho sentito forte che le differenze, sia di religione che di etnia, in verità sono belle. Spero che tanti cuori siano stati toccati e comincino ad amare con gesti concreti». «Su un murales intitolato “Let’s bridge”, i partecipanti hanno scritto il loro impegno per costruire la pace». (altro…)