Feb 27, 2014 | Chiara Lubich, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
«Questa mattina abbiamo pregato il Padre Nostro per la pace nel Venezuela e nel mondo – scrive C., insegnante d’asilo –. Quando abbiamo finito, una bambina mi avvicina e mi racconta: “Maestra, ero a casa con la mia mamma che, nel giardino, colpiva la pentola (il noto “cacerolazo”, che si usa come strumento di protesta), quando sono arrivate delle persone in grosse motociclette; siamo fuggite di corsa perché ci sparavano addosso”. I miei occhi si sono coperti di lacrime: questo non è il paese nel quale sono nata, cresciuta e mi sono formata!». Infatti, il Venezuela è tradizionalmente un popolo di fratelli. In questa terra sudamericana hanno trovato una casa tanti immigranti di ogni latitudine, formando un popolo multietnico, aperto, accogliente e fraterno. «Al di là di tutto – cerca di spiegare C. ai suoi piccoli allievi – il nostro paese è bellissimo, è una casa gigantesca dove tutti siamo fratelli».
È per questi motivi che risulta “antinaturale” lo scenario di scontro e violenza che negli ultimi anni si è verificato. Il disagio popolare è andato aumentando insieme al crescente deterioramento socio-economico del Paese che, negli ultimi mesi, ha raggiunto livelli mai visti. Scrivono da Caracas: «Il 12 febbraio, in occasione della giornata nazionale della gioventù, in tutto il Paese si sono svolte delle manifestazioni studentesche di protesta pacifica, per i gravi problemi sociali ed economici: insicurezza, mancanza di beni alimentari e medicinali, repressione. Purtroppo non c’è stata volontà di ascolto e la situazione è degenerata nella violenza, con alcuni morti, numerosi feriti, anche gravi per le percosse subite». In questo contesto la comunità dei Focolari è consapevole di potersi offrire come una speranza di pacificazione. Scrivono: «Il nostro sguardo ritorna idealmente agli inizi del Movimento, a Chiara Lubich e al primo gruppo durante la Seconda Guerra mondiale, quando tutto crollava e solo Dio è rimasto. (…) La situazione in cui viviamo non può essere di freno per testimoniare il nostro ideale evangelico, abbiamo un cuore che può ancora amare, perdonare, ricominciare. È con questa certezza che abbiamo commemorato,con una gara ed altre attivitá sportive, i 10 anni de “La Asociación La Perla”, un’associazione di sviluppo umano che utilizza gli strumenti della “cultura della fraternità”. Ci siamo chiesti se fosse giusto celebrare in questi momenti così delicati ma la comunità ha risposto affermativamente. Abbiamo svolto attività sportive e ricreative nelle strade, con le famiglie, in un clima di gioia e di speranza. “È stato come un raggio di sole in mezzo alla tempesta”, ha detto uno dei partecipanti». N., da tanti anni limitata fisicamente da una grave malattia, racconta come vive questi tempi: «Prego per tutti i manifestanti, senza distinzione di trincea, in particolare per quelli che muoiono. Dicevo a Gesù: “Non ho forze fisiche, né armi, ma possiedo la preghiera e offro la mia vita perché possano trovarti prima di morire”. Due sere fa davanti alla mia casa c’è stata una grossa manifestazione, con le “cacerolas”, grida, slogan; hanno appiccato il fuoco nella strada e il fumo è penetrato dentro. Allora mia sorella ha portato nostro nipote – anche lui malato – nella mia camera. Ho inventato qualcosa per farlo ridere, così si è rilassato un po’». Viviamo momenti molto delicati. Papa Francesco ha invitato tutti i fedeli a “pregare e lavorare in favore della riconciliazione e la pace”. (altro…)
Feb 26, 2014 | Cultura
AA.VV. CARISMA STORIA CULTURA una lettura interdisciplinare del pensiero di Chiara Lubich Il riflesso della spiritualità dell’unità nella cultura contemporanea Prefazione di Pasquale Ferrara Carisma Storia Cultura: un approccio interdisciplinare per tracciare l’orizzonte di una cultura che colloca la sua radice e il suo “centro” nelle intuizioni illuminative da Dio donate a Chiara Lubich durante l’estate del 1949 e, in senso più ampio, nel suo Carisma dell’unità. Muovendo dalla complessità dell’epoca storica contemporanea, sociologia e teologia, economia, politica e diritto – nella metodologia propria di ogni scienza – sfogliano il libro dell’umanità per contribuire a scrivere “nuove” pagine alla luce di quelle intuizioni. A cura della Scuola Abbà. È un Centro di studi interdisciplinare fondato da Chiara Lubich nel 1990 con lo scopo di approfondire l’incidenza del Carisma dell’unità nei vari ambiti del sapere. Costituito da una trentina di studiosi del Movimento dei Focolari, alcuni dei quali docenti anche in ambito universitario, si riunisce periodicamente presso la sede centrale del Movimento. Collana: Studi Della Scuola Abbà : espressione culturale pluridisciplinare del Centro studi del Movimento dei Focolari fondato da Chiara Lubich per l’elaborazione della dottrina contenuta nel Carisma dell’unità. Oggetto fondamentale di studio sono gli scritti legati alla luminosa esperienza mistica vissuta dalla Fondatrice negli anni 1949-1950. (altro…)
Feb 26, 2014 | Chiara Lubich, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
«Sarebbe diventato un medico se per i casi imprevedibili della vita non avesse cambiato radicalmente il suo orientamento professionale. Elio Cimmaruta, una passione per la fotografia e per i film coltivata fin da ragazzo, si diploma all’Istituto di Stato per il Cinema e la Televisione di Roma. Dopo trentadue anni intensissimi trascorsi al Centro Audiovisivi dei Focolari, intitolato a santa Chiara d’Assisi, lascia il suo compito di responsabile della produzione che lo ha portato in giro per il mondo, per documentare soprattutto le visite di Chiara Lubich alle comunità del Movimento e i suoi incontri con personalità del mondo ecumenico, interreligioso e civile». Così scrive Oreste Paliotti, giornalista napoletano come Elio, in un’intervista a lui rilasciata nel settembre 2010. Grati per la sua vita di donazione e l’impegno a comunicare con competenza e intelligenza tanti eventi che rimangono dei veri documenti della storia del Movimento dei Focolari, lo ricordiamo con alcune sue risposte a quell’intervista: Elio, hai ripreso Chiara in tante occasioni pubbliche. Cosa ti colpiva più di lei nel suo contatto con la gente? «L’effetto che produceva il suo modo di rapportarsi con tanti che, dopo averla sentita parlare, desideravano salutarla. Il più delle volte c’era giusto il tempo per un sorriso, una stretta di mano, un ciao, una carezza se si trattava di un bambino… Ma anche se erano incontri fugaci, negli altri rimaneva l’esperienza di aver avuto un rapporto profondo con lei. Questo io me lo spiego ricordando una sua raccomandazione su come trattare il prossimo: amare uno alla volta senza “rimasugli d’affetto”, cioè dimenticando la persona appena incontrata prima, per serbare totale disponibilità alla successiva. Evidentemente, in quei brevi istanti, quelle persone avevano sentito Chiara veramente tutta per loro. È un fatto che ho potuto costatare innumerevoli volte. Per lei i rapporti erano così importanti che non poche volte ci ha messo in difficoltà riguardo al nostro lavoro…». Ad esempio?
«Quando parlava in pubblico, voleva vedere in faccia tutti, anche se aveva davanti uno stadio pieno: proprio perché per lei non esisteva una folla generica, esisteva la singola persona. Noi ormai lo sapevamo, per cui illuminavamo la sala quasi come il palco dal quale lei parlava, per darle la possibilità di vedere la gente. Ma alle volte capitavano degli imprevisti che potevano crearci qualche problema. Come quando, su un palco dove avevamo allestito una specie di salottino per Chiara ed altri che dovevano porle delle domande, all’improvviso lei faceva spostare alcune poltrone che le impedivano la visuale completa del pubblico, mandando all’aria, inconsapevolmente, tutta la nostra organizzazione delle riprese: posizione delle telecamere, puntamento delle luci. Una volta – eravamo nella cittadella di Loppiano – queste poltrone coprivano al massimo una decina di persone del pubblico. Ad ogni buon conto, sono andato da Chiara: “Posso chiederti un favore?”. “Dimmi, dimmi”. “Non far spostare le poltrone altrimenti ci troviamo in difficoltà per le riprese”. “Va bene”».
E invece come è finita? «Salgono sul palco quelli che devono fare le domande, si siedono, e m’accorgo con una certa apprensione che Chiara comincia a muovere la testa di qua e di là, guardando verso la sala. Finché la sento dire: “Se voi state seduti lì, io non riesco a vedere quel gruppetto laggiù, e questo mi dispiace. Siccome però Elio non è contento che si spostino le poltrone, vi chiedo di sedervi per terra”. Questo per dirti com’era importante per Chiara il rapporto, far contenti tutti». Leggi l’intervista completa (altro…)
Feb 25, 2014 | Cultura, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Senza categoria, Sociale
Mentre la crisi in Ucraina, arrivata al collasso, tiene il mondo col fiato sospeso; e i riflettori dei media puntano su tanti altri punti del pianeta come la Siria o il Venezuela, abbiamo la possibilità di dialogare con alcuni amici dei Focolari che si trovano immersi nelle tensioni che vive la Nigeria, il paese più popolato dell’Africa con più di 160 milioni di abitanti.
La Nigeria è la convivenza islamo-cristiana più numerica del mondo, secondo voi è questa la causa dei gravi atti di violenza che avvengono nel Paese? «Purtroppo negli ultimi anni, la Nigeria è venuta alla ribalta specie per i frequenti attentati terroristici ai danni, sia dei musulmani che dei cristiani; come lo dimostrano le dolorose vicende delle ultime settimane avvenute negli stati di Borno e di Adamawa, al nordest del Paese. Visto dal di fuori, può sembrare che quanto stia accadendo sia espressione di un conflitto di religione, ma chi è nel Paese può testimoniare che non è questa tutta la verità. Fatto sta che in una grande parte della Nigeria la convivenza è pacifica e rispettosa». Ci sono sacche di violenza…? «In alcune regioni, in particolare al nord, ci sono tensioni continue che hanno causato migliaia di vittime. I motivi sono tanti: la mancanza di risorse economiche, le ferite subite in passato fra le varie etnie ma, soprattutto, le attività distruttive di gruppi terroristici». Come cercate di reagire a questa situazione? «I membri del Movimento dei Focolari, insieme a tanti uomini e donne di buona volontà, cerchiamo di essere costruttori di pace nella vita quotidiana: di riconoscere in ogni persona che si incontra prima di tutto un fratello o una sorella da rispettare, da sostenere, da aiutare. E ci impegniamo ad avere questo atteggiamento ovunque siamo: in famiglia o al lavoro, per strada, al mercato o alla scuola; a cominciare da piccoli gesti, come un saluto, o interessarsi di ciò che all’altro sta a cuore, ecc…». Di fronte a situazioni di pericolo, in cui bisogna proteggere la propria vita o di un altro…? «Cerchiamo di non fermarci davanti alle diverse appartenenze etniche o religiose, per essere pronti ad aiutare chiunque si trovi nel bisogno. Vediamo che questi atti, piccoli o meno piccoli, possono aiutare a rallentare e, alle volte, anche fermare la spirale di violenza. Possono pian piano promuovere una nuova mentalità, e cioè aiutare a mutare il clima di odio e di vendetta con un atteggiamento di rispetto e di fraternità».
Da poco avete aperto un nuovo centro ad Abuja, la capitale della Nigeria… «Sì, proprio un mese fa. È stata una decisione fatta insieme alla Chiesa locale per poter essere vicini alle comunità del nord del Paese, più esposte alle tensioni. Così potremo sostenere e incoraggiare quanti stanno vivendo per la pace e la fraternità, nonostante tutto». (altro…)
Feb 22, 2014 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Senza categoria
“Move for something greater”, muoversi per qualcosa di più grande; questo lo slogan del progetto che il Gen Rosso sta portando avanti, dal 30 gennaio al 5 marzo assieme a giovani studenti di diverse città delle Filippine, come segno di concreta solidarietà e condivisione dopo il tifone dello scorso novembre. Già da mesi la venuta del complesso internazionale era stata preparata coinvolgendo alcune scuole pubbliche e private.
All’arrivo a Manila, il Gen Rosso è stato accolto anche dal Ministro per l’Educazione filippino, che ha espresso grande stima per l’iniziativa, ed il desiderio di proseguire in futuro la collaborazione. L’’International Performing Arts Group, per preparare insieme ai giovani i suoi primi spettacoli a Manila (1° e 2 febbraio), ha animato diversi workshop a cui hanno partecipato 210 ragazzi entusiasti di avere l’opportunità di esprimere i propri talenti. Musiche, danze, coreografie, testi del musical “Streetlight”, sono diventati canali per creare comunicazione e sintonia con i giovani. Alcuni di essi provenivano da zone marginali della metropoli. “Proprio loro – scrivono gli artisti del complesso – erano più convinti che mai della forza del progetto. Sono partiti con il sorriso pieno sul volto e un’espressione di soddisfazione unica”.
I laboratori dei workshop si sono poi concretizzati nella presentazione di due concerti svoltisi al Palasport “Ynares” di Manila: i giovani e la band uniti hanno portato in scena il musical. In ciascuna delle serate si sono registrate oltre 2.200 presenze; tra queste, anche un gruppo di quaranta giovani musulmani. Una di loro ha messo in evidenza “la convinzione, il coraggio, l’ispirazione” che lo spettacolo comunicava. Alcune impressioni degli studenti che vi hanno partecipato come protagonisti: “Avete sanato le ferite del nostro cuore, che bello ritornare a casa e poter vivere per gli altri!”, “Grazie per averci fatto sentire in famiglia!”, “Con questo progetto ho ritrovato la voglia di vivere”, “Ho imparato ad essere più sicuro di me stesso e ad avere fiducia”, e ancora “Grazie a questi giorni trascorsi con il Gen Rosso ho ritrovato il rapporto con mio padre”.
Seconda tappa: Masbate, un’isola a sud-est di Manila in mezzo alla natura tropicale, (7 e 8 febbraio). “Questa tournée – confidano– ci sta regalando delle emozioni indelebili. Siamo in un’isola che vive di pesca e di risaie. La “Fazenda”, dove alloggiamo, si trova in mezzo alla campagna ad un’ora dalla città, e per le strade è tutto un pullulare di sidecar. La gente, pur tra mille difficoltà, vive contenta…”. Il progetto a Masbate è realizzato in collaborazione con la Fazenda da Esperança, insieme ad alcuni studenti di diverse scuole dell’isola. “L’entusiasmo dei circa 200 partecipanti al workshop, durante la settimana, è salito alle stelle! Tante situazioni del musical Streetlight questi ragazzi le hanno vissute sulla propria pelle… Abbiamo dovuto inserire un terzo spettacolo per le tante richieste, con 1600 partecipanti”. “A Masbate – confessano presi dall’emozione – abbiamo lasciato lacrime di gioia e rapporti profondi… Ancora una volta abbiamo sperimentato che in questi posti, non facilmente raggiungibili, riceviamo molto di più di quanto diamo”. L’avventura, poi, è continuata a Davos (14 e 15 febbraio). poi Cebu (21/22), per concludersi a Manila il 5 marzo. Vedi video 1 Vedi video 2 (altro…)
Feb 19, 2014 | Centro internazionale, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Senza categoria
“Coltivare e custodire il creato è un’indicazione di Dio data non solo all’inizio della storia, ma a ciascuno di noi; è parte del suo progetto; vuol dire far crescere il mondo con responsabilità, trasformarlo perché sia un giardino, un luogo abitabile per tutti (…). Ecologia umana ed ecologia ambientale camminano insieme”. Queste parole di Papa Francesco (5 giugno 2013) testimoniano quanto la problematica ambientale sia attuale. Nel Centro “Am Spiegeln” di Vienna questi concetti non suonano nuovi né lontani. Infatti, il centro dei Focolari in Austria è stato già pianificato cercando di mettere la persona e l’ambiente al centro. Situato alle propaggini del bosco viennese, a dieci minuti dal castello di Schönbrunn, dimora estiva degli Asburgo e circondato dal verde, il Centro Mariapoli è meta preferita di conferenze e congressi. Ma anche molto ricercato come luogo di riposo, di vacanze estive e turismo, grazie alla vicinanza alla splendida capitale. Lo testimoniano le migliaia di ospiti (gruppi, famiglie, giovani, bambini) che il Centro ha ospitato in tutti questi anni. Meritato, quindi, il riconoscimento che il 16 gennaio scorso è stato
conferito dal Ministero Austriaco dell’Ambiente, assieme alla Camera di Commercio, ad “Am Spiegeln”. Si tratta del qualificato “Timbro Austriaco di Rispetto per l’Ambiente”. Vengono così riconosciuti gli sforzi sostenuti per adeguare la struttura al risparmio di energia e di acqua con l’istallazione di appositi sistemi e di smistamento di rifiuti al fine del loro riutilizzo. Infatti, attraverso una nuova logistica per la raccolta differenziata dei rifiuti, una quantità notevole di questi potrà essere riciclata. A ciò si aggiunge un uso modesto di detersivi, la riduzione massima di imballaggi e la formazione permanente dei collaboratori. L’onorificenza mette anche l’accento sull’uso di viveri provenienti dalla propria regione, insieme ad altri sistemi di razionalizzazione delle risorse. “È anche importante – aggiungo i responsabili – coinvolgere i nostri ospiti con una buona informazione dell’uso della struttura. Un impegno che contrasta ‘la cultura dello spreco e dello scarto’ a favore del benessere di chi ci visita, nel rispetto dell’ambiente”. E concludono: “Sentiamo che questo premio mette in rilievo la testimonianza di vita evangelica che cerchiamo di incarnare qui ogni giorno e che si traduce anche nell’armonia e salvaguardia del creato. Se volete costatarlo di persona vi aspettiamo ad Am Spiegeln!”.
Per informazioni: Centro Mariapoli Am Spiegeln
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