Movimento dei Focolari
Non possiamo fare a meno di voi

Terre di Loppiano: 200 prodotti, 1000 sapori

Il sito è azzeccato, la grafica è accattivante, ma è soprattutto il gusto a non tradire mai: tre ingredienti che hanno fatto la fortuna di Terre di Loppiano, un’azienda nata per promuovere e commercializzare, anche attraverso un negozio online (www.terrediloppiano.com) il lavoro di alcune imprese che operano nel settore agro alimentare. Il “paniere” è composto da circa 200 prodotti qualificati, certificati, tracciabili, garantiti e testati, e provengono da varie parti del mondo. L’imprenditore Giorgio Balduzzi è l’ideatore e tra i fondatori dell’azienda. Con lui scambiamo qualche impressione su questo progetto. Terre di Loppiano…perché questo nome? «Il brand Terre di Loppiano non esprime tanto un legame territoriale, quanto il valore intrinseco della “terra” che, se rispettata, sa dare dei frutti di altissima qualità; mentre “Loppiano” è il riferimento del nostro agire che affonda le radici nell’humus della spiritualità dell’unità di cui la cittadella è testimonianza». Le aziende che fanno parte di Terre di Loppiano aderiscono al progetto dell’Economia di Comunione (EdC)? «Contrariamente a quanto si possa pensare delle 15 aziende che ne fanno parte solo alcune aderiscono all’EdC; mentre altre sono state scelte sul mercato per caratteristiche professionali ed etiche simili alle nostre: Anche se adesso queste imprese hanno chiesto di far parte del progetto di EdC». Quale valore aggiunto ha portato al vostro lavoro il rapporto con queste aziende? «In realtà è proprio dal rapporto nato con alcune di queste aziende che non fanno parte dell’EdC,  che è nata l’idea di promuovere alcuni loro progetti mirati al sociale. È importante far conoscere queste possibilità e soprattutto metterle “in rete”, non solo per superare i possibili rapporti di concorrenza reciproca, ma soprattutto per mettere le esperienze di ciascuna impresa al servizio del bene comune». Sinergie, rapporti, fare rete, fare squadra: sembra un’unica mission la vostra… «Sì. Abbiamo sperimentato che con l’aiuto e la ricerca del bene comune fra le stesse aziende, è possibile uscire perfino dalla crisi. Nel 2010, ad esempio, Terre di Loppiano si è imbattuta in un’azienda produttrice di miele a rischio chiusura. L’incontro con noi è stato una boccata di ossigeno: noi abbiamo acquistato presso questa azienda una partita di miele annuale, grazie a questa “rete” l’abbiamo diffusa sul mercato, evitando il fallimento dell’azienda». Siete già oltre l’Italia? «Abbiamo aperto otto negozi a nostro marchio in Corea, grazie al contatto casuale con un importatore coreano che ha sposato la nostra stessa sfida; e adesso si adopera per far conoscere questo agire economico in Corea». Sono richiesti quindi grande impegno e responsabilità… «È vero, le cose vanno fatte bene, e se si fanno anche per amore di chi ci passa accanto, che magari vive una situazione difficile, i risultati non mancano. Le esperienze sono continue: un negozio agro-alimentare che rivende alcuni nostri prodotti ha affermato di aver capito lo spirito di questo tipo di aziende guardando il rapporto tra noi; alcuni nostri fornitori adesso chiedono di fare il percorso formativo di questa nuova cultura economica. Noi cerchiamo di lanciare il sasso e fare la nostra parte, poi se la semina è stata buona, il raccolto non può mancare». A cura di Paolo Balduzzi (altro…)

Non possiamo fare a meno di voi

Ildegarda. La potenza e la grazia

Il 7 ottobre 2012 Ildegarda viene proclamata Dottore della Chiesa. Scrittrice, musicista, cosmologa, poetessa, drammaturga, naturalista, filosofa, consigliera di pontefici e imperatori – tra i quali Federico il Barbarossa –, predicatrice, monaca benedettina e fondatrice di un monastero femminile, veggente fin dalla più tenera età, Ildegarda di Bingen (1098-1179) è, nel panorama delle donne illustri della storia, una figura affascinante per il carattere poliedrico della sua genialità. Questa Vita Hildegardis, in cui la pupilla Adelheidis raccoglie e mette per iscritto le parole della venerabile maestra, ci restituisce con la piacevolezza di un romanzo e la veridicità di una biografia storica il ritratto di una donna e santa, modello di una femminilità forte e moderna. Lucia Tancredi è nata nel 1963 a San Marco in Lamis, nel Gargano. Vive a Macerata dove insegna letteratura. Ha fondato e diretto «EV – mensile di scrittura ricreativa». Ha scritto Donne in posa (Ed. UniTre) e Racconti di viaggio – le città d’arte della marca maceratese (Ed. QuodLibet). Per Città Nuova ha pubblicato: Io, Monica, le confessioni della madre di Agostino (2007). Fonte: www.cittanuova.it (altro…)

Non possiamo fare a meno di voi

Gen Rosso: scuola che rende forti

Chi è fortenon ha bisogno di violenza, è il motto scelto dalla scuola Werkrealschule di Isny (Allgäu-Germania),  tra i primi partner della nuova edizione del progetto educativo del complesso internazionale Gen Rosso e dell’associazione Starkmacher. Non più, quindi,  il noto “Forti senza Violenza”, ma Starkmacher Schule”, e cioè “Scuola che rende forti”.

Dall’8 al 12 ottobre, studenti e insegnanti della Werkrealschule Isny sono stati coinvolti in un progetto che li ha portati sul palco, insieme al Gen Rosso, con il musical “Streetlight”. E tutto in soli tre giorni di prove! Follia? “Forse sì – dice Tomek, uno dei componenti della band –, ma tutti ci hanno creduto e le prove sono andate avanti senza tregua”. “Un progetto che integra tutta la scuola, non capita tutti i giorni – sostiene il preside Grimm -; per questo motivo Starkmacher Schule è stato introdotto in tutte le classi”. Il progetto educativo-musicale prevede la convivenza con il Gen Rosso per rappresentare il musical dopo tre giorni di workshop in diverse discipline; e la formazione delle competenze attraverso un training sviluppato nell’Università di Heidelberg per insegnanti e studenti, che aiuta a scoprire gli strumenti e le qualità personali che si possono usare per raggiungere lo scopo. “Già nello scorso anno, alcuni insegnanti e studenti sono stati formati con questo sistema“, confida Anita Heumos, assistente sociale che si trovava l’anno scorso in veste di traduttrice ed ora organizzatrice del progetto nella sua città. “Per molti giovani non risulta scontato salire su un palco ed esibirsi davanti ai coetanei – spiega Tomek -, per questo è importante il sistema di formazione che li aiuta, proponendo loro nuove sfide e competenze. Così si garantisce la sostenibilità del progetto. È una delle novità di questa nuova edizione”. Günther Kreutzer, insegnante, aggiunge: “Uno spettacolo ha bisogno di tante persone che operano intorno ad esso. Nei  workshop, ad esempio, ci sono stati dei traduttori, perché i membri del Gen Rosso  provengono da Paesi diversi, un fattore molto coinvolgente e creativo“. “Il 9 ottobre siamo stati ricevuti dalla vice-sindaco della città di Isny, entusiasta di quanto è stato svolto nella scuola; e alcune aziende, due parrocchie (cattolica e protestante) e gente comune, hanno voluto sostenere il progetto con offerte in denaro o doni in natura”, racconta ancora Anita; e continua: “Anche il preside era molto soddisfatto dalla risposta di alcuni genitori, anche essi parte attiva del progetto”. Con l’aiuto della musica  e dei diversi laboratori creativi del Gen Rosso, i giovani hanno raggiunto un buon livello di preparazione al progetto, sia come consapevolezza della gravità della violenza di tutti i giorni che della forza interiore per poter affrontare e risolvere i problemi quotidiani. La standing ovation finale dei più di 1000 partecipanti ai due Musical nella Rotmooshalle di Isny, sembrava una ricompensa al grande lavoro svolto da tutti. Un giornale locale ha scritto: “Il Musical fa la scuola felice”. “Lo spirito di unità – conclude Tomek – ha lasciato un forte segno in ciascuno… I volti luminosi sembravano confermarlo!”.


Foto galleria Starmacher Schule Project in Isny


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