Apr 1, 2008 | Cultura, Focolari nel Mondo
L’orizzonte su uno sport credibile e bello, lontano dalle minacce portate da violenza, razzismo, doping, commercializzazione esasperata, si è aperto con il il congresso 2008 di Sportmeet dal titolo: Sport In – Credibile – Metti in moto la fraternità, svoltosi a Castel Gandolfo – Roma dal 28 al 30 marzo. La sfida della fraternità nello sport e attraverso lo sport è stata da 420 sportivi da 38 nazioni dei 5 continenti che hanno preso parte all’evento, con significative testimonianze di vita, relazioni di esperti internazionali, tavole rotonde, workshop, momenti sportivi e di gioco. Fra le numerose testimonianze di sportivi di ogni livello quelle di Josefa Idem, pluricampionessa olimpica di canoa, di Ippolito Sanfratello oro a Torino 2006 nel pattinaggio velocità, della maglia rosa al Giro 2007 Marco Pinotti, dell’alpinista degli 8.000 metri Karl Unterkircher, del pluricampione mondiale di orienteering Nicolò Corradini, della maratoneta ungherese Petra Teveli, terza all’ultima Maratona di Milano. Accanto ad essi i promotori di progetti sportivi a valenza sociale in paesi in via di sviluppo (Colombia, Brasile, Argentina, Repubblica Democratica del Congo, Burundi, Libano, Pakistan, Filippine) e gli animatori di progetti di educazione alla pace antimafia ed anticamorra in Sicilia ed in Campania. Docenti e studenti di 17 atenei universitari di tutto il mondo, in rete con Sportmeet, hanno testimoniato l’impegno a elaborare e diffondere una cultura sportiva nuova, orientata alla fraternità. (altro…)
Mar 15, 2008 | Centro internazionale, Chiara Lubich, Cultura
L’universalità del messaggio di Chiara rimbalza fra le testate giornalistiche, i network e le varie agenzie: Chiara incarnazione di un «cristianesimo mite» (Osservatore Romano) che ha creato una «famiglia con i confini del mondo» (Il Sole 24 ore), scaturita «dalle macerie della guerra a un’umanità senza confini» (l’Unità). Sorprende la forza umana e spirituale che sgorga da colei che appare come «una piccola grande donna […] una protagonista della storia che propone un cristianesimo mite, aperto e solidale» (il Giornale). «Chiara Lubich, però, era un vulcano […] la sua testimonianza evangelica doveva essere declinata in ogni ambiente, per fare ritrovare tutti attorno al “focolare”. Il fuoco dell’amore per il prossimo la scaldava. Era il suo motore» (Il Messaggero). Un «Fuoco evangelico», un «Carisma fecondo» sottolinea l’Avvenire, mettendo in rilievo come l’ideale dell’unità rivelato da Chiara abbia tessuto legami di comunione con uomini e donne di diverse culture, confessioni e fedi religiose. «Una vita per gli altri. Una lunga esistenza spesa per intero a praticare il dialogo […] facendo tesoro del Vangelo e del testamento di Cristo. Chiara Lubich, una piccola, grande donna che ha sparso nel mondo il seme della fratellanza» (Corriere della Sera). Lei, una donna che imprime una svolta alla storia della cristianità e della civilizzazione umana con un contributo tipicamente femminile: «donna di un Dio appartato: un carisma femminile e silenzioso. Un’operosità che rifugge dagli scontri e dalle battaglie culturali […] un movimento per il quale vale davvero la massima per cui “fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce” […] così è avvenuto che la foresta crescesse e portasse frutti» (Il Foglio). Chiara, «una figura che con il suo genio femminile ha fatto del Magnificat mariano la Magna Charta di una “rivoluzione sociale” cristiana» (Il Mattino), e in tanti paragonano Chiara alle straordinarie figure della storia della spiritualità, al pari di Caterina da Siena – per esempio – Chiara è «donna minuta ma la sua divina avventura è radicata in 182 paesi» (Il Mattino), e ancora «Signora innamorata di Gesù […] che si dedicò instancabilmente al dialogo interreligioso» e che fece di «unità, pace e dialogo tra popoli e culture i tre pilastri del movimento nato dal desiderio di vivere quotidianamente il Vangelo» (Il Tempo). Chiara visse un’amicizia speciale con Giovanni Paolo II, al quale Chiara rappresentava «una delle forme del genio femminile, di cui amava tanto parlare» (La Stampa). La figura di Chiara è ricordata nella saldatura con la storia del Movimento dei focolari: «il suo è tra i movimenti più innovativi del mondo ecclesiastico […] nato quando Chiara scelse “Dio Amore” come proprio motto di vita» (la Padania). Ma Chiara non è solo i focolari ma «un faro nell’arcipelago dei movimenti ecclesiali laici contemporanei e delle nuove comunità che Giovanni Paolo II definì “dono dello Spirito e speranza per gli uomini» (Il Mattino). È impossibile separare la storia personale di Chiara con quella del movimento che da lei ha preso vita: «piovevano le bombe su Trento» e Chiara «cominciò a dire alle persone che impaurite la circondavano che però c’è l’Unico che nessuna bomba avrebbe fatto crollare, e ha continuato a insegnarlo a quanti, poi, l’hanno seguita» (Avvenire). «Chiara aveva scoperto Dio come l’unico ideale che rimane […] e aveva compreso che lo scopo della sua esistenza era quello di contribuire ad attuare le parole del testamento di Gesù “Che tuti siano una cosa sola”» (il Giornale). «In questa unità d’amore si sostanzia il programma e il carisma dei Focolari» (Avvenire). Il Vangelo vissuto da Chiara non è fatto per essere solo contemplato: in esso è vivo un disegno sociale che si pronuncia come rimedio efficace e storico alle lacerazioni del nostro vissuto: «Chiara Lubich, dalla parte dei poveri», è riuscita a «coniugare le ragioni della fede cristiana con quelle della solidarietà umana», «una donna coraggiosa, forte della sua fede, tra i poveri del mondo, la figlia di un tipografo socialista […] capace di costruire un grande movimento laico nella Chiesa cattolica con l’ambizione di realizzare l’unità» (l’Unità). Chiara «dà il via ad un movimento economico con il progetto dell’economia di comunione che ispira la gestione di oltre settecento aziende di produzione e servizi “for profit” nei cinque continenti, con la destinazione di parte degli utili ai meno abbienti. Si abbozzano le linee di una nuova economia capace di incidere sugli enormi squilibri tra ricchi e poveri» (Osservatore Romano). «La cultura del dare e la nascita di “Economia di comunione”, 800 imprese che nel mondo investono i profitti per aiutare i poveri e creare lavoro. O, in politica, il “Movimento per l’unità”, cui aderiscono tanti parlamentari» (Corriere della sera). «Santa Chiara», titola a grandi lettere Liberal, che ravvisa che Chiara «è stata come le montagne del suo Trentino: tutta protesa verso l’alto […] e questo le ha permesso di entrare in contatto con tutti: credenti non credenti, cristiani e musulmani, ricchi e poveri. Un dialogo che è una risposta attuale a questa nostra società lacerata»: «la Lubich una maestra del dialogo tra religioni» (la Repubblica) «che apre nel Movimento i dialoghi prospettati dal Concilio Vaticano II. Si riveleranno vie privilegiate per contribuire a comporre in unità la famiglia umana. Si sviluppa il dialogo a tutto campo che mira ad approfondire la comunione, a sanare le divisioni e a suscitare la fraternità» (Osservatore Romano). Le biografie di Chiara che si moltiplicano in queste ore sulle pagine dei quotidiani più importanti rivelano tutte come la sua storia sia inestricabilmente connessa con la spiritualità che in lei si è rivelata: «questa corrente di spiritualità di amore si rivela sempre più universale, perché l’amore e l’unità che sono al cuore sono iscritti nel Dna di ogni uomo. È da questa vita nuova vissuta da persone di ogni età, categoria sociale, cultura, razza e credo che dà vita a un movimento di rinnovamento spirituale e sociale a dimensione mondiale, il Movimento dei Focolari di cui Chiara sarà la guida. Continuamente vi imprimerà nuovo sviluppo, con l’unico obiettivo di contribuire a comporre in unità nella fraternità la famiglia umana, secondo quel progetto divino iscritto nel Vangelo» (Osservatore Romano).
Feb 25, 2008 | Cultura
NetOne, rete internazionale di professionisti, studenti ed operatori dei mezzi di comunicazione, impegnata a promuovere una comunicazione orientata alla fraternità, organizza un’intera settimana dal 26 febbraio al 2 marzo 2008 di incontri, dibattiti proiezioni e seminari ai quali parteciperanno studenti di cinema e professionisti del settore, americani e italiani. L’iniziativa è nata in collaborazione con l’americana Angelus Student Film Festival di Hollywood, che sostiene un cinema di contenuti e di valori; negli anni ha lanciato molti giovani registi, alcuni risultati poi vincitori del Sundance, il più importante festival al mondo del cinema indipendente. Momento centrale della settimana, la proiezione del film “To die in Jeruslem” in anteprima italiana. L’evento è organizzato in collaborazione con la Priddy Brothers, società di produzione cinematografica statunitense, co-prodottrice del film con la HBO productions. La Priddy Brothers produce e distribuisce film di registi indipendenti, in grado di approfondire ed esplorare con rispetto e capacità artistica la profondità dell’esperienza umana. “To die in Jerusalem”: due madri, due lutti, una sola tragedia. Il documentario racconta la drammatica quotidianità e le speranze di pace del conflitto israeliano-palestinese, attraverso i racconti di una madre palestinese ed una israeliana, che vivono a quattro miglia di distanza l’una dall’altra. Tutte e due, il 29 marzo 2002 hanno perso una figlia: Ayat al-Akhras, suicida, palestinese, 18 anni, e Rachel Levy, 17 anni, israeliana. Due ragazze. Coetanee. Con sogni diversi, ma entrambi vittime della violenza. La 35enne regista Hilla Medalia, e varie personalità del settore cinematografico e giornalistico, tra cui il fondatore dell’Agenzia MISNA Giulio Albanese, animeranno alla fine del film un dibattito: “Riuscirà il cinema dove l’informazione rischia di fallire?” Col Patrocinio di: Comune di Roma – Assessorato alle Politiche Culturali Regione Lazio Ore 20.00 presso la Casa del cinema di Villa Borghese (Largo Mastroianni 1, Roma) Mercoledì 27 febbraio 2008 alle ore 20.00, sempre alla Casa del Cinema, verranno presentati i cortometraggi vincitori dell’edizione 2007 dell’ “Angelus Student Film Festival”, per il “Moviemaker magazine”, il miglior festival cinematografico per studenti che ogni anno si tiene nel “Director’s guild of America” di Hollywood. Si ringrazia la Banca di Roma per il sostegno all’iniziativa. Si prega confermare la propria presenza. Per informazioni: NetOne segreteria internazionale – Tel. +39- 06. 945407-212 – Fax +39- 06. 9412080 – e-mail: netone@net-one.org Siti internet: www.net-one.org; www.angelus.org; www.todieinjerusalem.com
Feb 12, 2008 | Cultura, Focolari nel Mondo, Senza categoria
31 medici, tra cui docenti in varie Università italiane, si ‘raccontano’, offrendo quasi un “distillato” di vita professionale e un’occasione di interrogarsi sul fine dell’agire medico e sulla relazionalità come elemento fondante della medicina. Gli autori, infatti, riportano un episodio significativo nella propria esperienza clinica a contatto con il paziente, in cui l’interrelazione è stata determinante per la formazione professionale, ed indicano proposte e sperimentazioni di strategie per équipe interdisciplinari al fine realizzare relazioni autentiche improntate alla fraternità. E’ questa la novità del volume “La relazione: l’essenza dell’arte medica”, a cura dell’Associazione Medicina Dialogo e Comunione, che verrà presentato a Roma, venerdì 15 febbraio, alle 17,30, nella Capitolare del Senato, presso il Chiostro del Convento di Santa Maria sopra Minerva – Piazza della Minerva, 38. Come nasce l’idea – L’iniziativa ha avuto il via un anno fa, nel corso del Congresso internazionale “Comunicazione e relazionalità in medicina”. Dalle numerose relazioni e buone pratiche era emerso con evidenza che ogni domanda di cura racchiude non soltanto una semplice richiesta di aiuto tecnico in vista del recupero della salute, ma anche un’esigenza di relazione. Ignorare questa dimensione – lo avevano affermato molte voci – significherebbe ridurre la medicina ad applicazione di una tecnica, trasformando il rapporto tra medico e paziente in una prestazione di servizi, senza tener conto che esso è in primo luogo attenzione ad una persona”. Alla presentazione interverranno: Massimo Antonelli (Rianimazione e Terapia Intensiva, Policlinico Universitario “Agostino Gemelli”, Roma); Roberto Bernabei, (Società Italiana di Gerontologia e Geriatria); Gianni Bonadonna, (Fondazione Michelangelo, Istituto Nazionale Tumori, Milano); Flavia Caretta, (Associazione Medicina Dialogo Comunione); Paolo Magistrelli, (Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma); Paolo Paolucci, (Dipartimento Integrato Materno Infantile, Università di Modena); Massimo Petrini (Istituto Internazionale di Teologia Pastorale Sanitaria “Camillianum”, Roma).
Feb 3, 2008 | Cultura
DAL SOMMARIO
Città Nuova del 10 febbraio 2008
Il Punto
Sulla difficile situazione politica italiana A cura del Movimento politico per l’unità
Primo Piano
Dialogo credenti non credenti. La lezione della Sapienza di Paolo Lòriga La mancata visita del papa all’ateneo romano può essere trasformata nell’occasione per far decollare la riflessione su fede e ragione tra scienziati cattolici e laici Fraternità tra sacerdoti di Michele Zanzucchi Il segretario di Stato, card. Bertone, incontra seicento sacerdoti focolarini al Centro Mariapoli. Fondamentale il “paradigma della comunione”
Editoriali
Colombia e accordo umanitario di Aldo Civico
Uomini e vicende
Emergenze croniche. Dal circolo vizioso a quello virtuoso di Aurora Nicosia La gestione dei rifiuti è un problema in tutte le regioni del Paese, non solo in Campania. Come conciliare decisioni urgenti, salvaguardia della salute e solidarietà?
Anniversari
Gandhi. Dubbi e attualità di Ravindra Chheda 60 anni fa il Mahatma veniva ammazzato. Emergono ora, a distanza di decenni, i conflitti con alcune grandi personalità dell’epoca Un caso letterario e mediatico. Moccia, dal libro al musical di Pasquale Lubrano Nei teatri italiani la riduzione in musical del romanzo “Tre metri sopra il cielo”. Ne parliamo con l’attore Massimiliano Varrese
Gen 31, 2008 | Cultura
Editoriale
ECONOMIA E BENE COMUNE: L’AURORA DI UN NUOVO INCONTRO – di Luigino Bruni – Il tema del bene comune è l’oggetto di questo testo, sviluppato sulla base dell’intervento dell’Autore nel corso delle Settimane Sociali dei Cattolici Italiani svoltesi nell’Ottobre scorso a Pisa e Pistoia. L’Autore mostra alcune ragioni storico-metodologiche del perché la scienza economica e sociale moderna abbia abbandonato, da Smith in poi, l’analisi del Bene Comune, e, nell’ultima parte, individua alcune piste di riflessione qualora il bene comune tornasse al centro della scienza economica e sociale.
Nella luce dell’ideale dell’unità
LA PAROLA DI DIO E IL NASCENTE MOVIMENTO DEI FOCOLARI – di Chiara Lubich – In questa conversazione tenuta ad un gruppo di vescovi cattolici, amici del Movimento dei Focolari, Chiara Lubich narra l’impatto che ha avuto il Vangelo sul primo gruppo del nascente Movimento, evidenziando la forza rinnovatrice della Parola di Dio. Mostra come sin dall’inizio lo Spirito ha spinto lei e le sue prime compagne non solo a mettere la Parola in pratica, ma anche a comunicarsene a vicenda i frutti. Saggi e ricerche LA GRANDE GUERRA E LA QUESTIONE DELLA PACE: LA LINEARE COERENZA DI IGINO GIORDANI – di Alberto Lo Presti – La cultura della pace deve collocare la figura di Igino Giordani fra i testimoni più vivi del Ventesimo secolo. La sua azione e il suo pensiero hanno avuto modo di svolgersi in tempi difficili, impossibili per il pacifismo, come quelli della prima guerra mondiale. In quel clima, la posizione più pacifista era quella «neutralista», dettata dalla considerazione che si sarebbero ottenuti maggiori vantaggi dalla scelta di non entrare in guerra. Gli stessi partiti e movimenti d’opposizione alla guerra, come i socialisti e alcune parti del mondo cattolico, ragionavano in questo modo. Giordani no: era un pacifista convinto, la sua posizione era maturata ancora prima di raggiungere, quale sottotenente di fanteria, le trincee sul Carso, dove rimarrà gravemente ferito, nonostante il suo radicale rifiuto di sparare contro il nemico. Il suo pacifismo attingeva direttamente dal Vangelo: uccidere un altro uomo avrebbe significato assassinare l’essere fatto a immagine e somiglianza di Dio. Non era possibile, mai e in nessun caso. Il pacifismo di Giordani accompagnerà la sua azione politica e culturale nei decenni successivi, durante il suo impegno intellettuale, parlamentare e di scrittore. E’ uno dei tratti più vivi della sua esperienza spirituale. FRANCE PREŠEREN (1800-1849): UN GRANDE POETA DI UN PICCOLO POPOLO NEL CUORE DELL’EUROPA – di Petra Reisman – L’articolo presenta France Prešeren, il poeta più importante della letteratura slovena, nato e vissuto nella prima metà dell’Ottocento, durante il Romanticismo. La sua opera poetica ha costituito un importante momento per la lingua slovena che d’allora in poi ha simboleggiato l’unità nazionale. Nello stesso tempo ha riempito il vuoto letterario della fine del Settecento quando vi furono i primi tentativi di scrivere poesia non religiosa e commedie. Prešeren quindi si inserisce nel Romanticismo europeo soprattutto con i temi di un amore inesaudito, della vocazione del poeta, del senso nazionale e patriottico e del perché della sofferenza. Temi che vengono espressi anche in quelle forme poetiche che la letteratura slovena prima non conosceva: il sonnetto, la corona di sonnetti, la gazzella, la glossa, il poema lirico-epico, gli epigrammi. Interessante poi il suo Brindisi (1844) che dal 1991 è l’inno sloveno e nel quale propone la pace, la libertà, la fraternità e la benevolenza fra tutti i popoli. LA PROSPETTIVA ANTROPOLOGICA NELL’AGIRE MEDICO – di Flavia Caretta – La medicina non è solo scienza, ma è necessità di dare risposte anche quando queste non sono chiarite dalla scienza. Fin dal momento della sua nascita infatti, essa è relazione tra persone in un sistema di valori e in un determinato contesto sociale e culturale. Il rapporto medico-paziente è quindi il nucleo storico della prassi medica. L’arte della cura ha una sua tradizione, una sua vocazione, una sua cultura. In seno a questa cultura, la tecnica è il mezzo, ma il fine è l’uomo. Ancora, la medicina non è solo una scienza della natura, ma è una scienza dello spirito legata a quella della natura, poiché la salute e la malattia non sono solo fenomeni biologici, ma sempre contemporaneamente anche fenomeni psichici, spirituali, sociali. Nell’epoca attuale, in cui la medicina sembra aver raggiunto un maximum di capacità analitica, esiste spesso solo un minimum di capacità sintetica: si avverte quindi la necessità di una riscoperta antropologica.
In dialogo
ALLA RISCOPERTA DELLE RADICI: IL RISVEGLIO GANDHIANO IN INDIA. INTERVISTA CON M. MARIAPPAN, S. ANDIAPPAN, V. ARAM – a cura di Antonio Maria Baggio – Mohandas Karamchand Gandhi fu ucciso il 30 gennaio 1948 a Nuova Delhi. Jawaharlal Nehru lo definì “Padre della Nazione”, e a ragione: senza il Mahatma Gandhi, l’India sarebbe oggi molto diversa. Ma che cosa rimane di lui, a sessant’anni di distanza? Il volto dell’India mantiene ancora i tratti che Gandhi cercò di imprimervi? A questa domanda rispondono tre personalità del movimento gandhiano contemporaneo, mettendo in luce diversi aspetti della vitalità e attualità del messaggio gandhiano. PANCHAYAT RAJ: ASSICURARE LA DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA – di M. Mariappan – Anche dopo la Partizione che separò il Pakistan e il Bangladesh dall’India, in essa sono rimasti ancora 500.000 villaggi. Gandhi era fermamente convinto che «l’India vive nei villaggi e non in città come Bombay, Calcutta e Madras». E questo continua ad essere vero, in gran parte, anche oggi. L’articolo spiega il ruolo che il panchayat raj, antica forma di autogoverno dei contadini nei villaggi, aveva nel progetto gandhiano di diffondere la democrazia in India: si trattava di collegare fra loro, in cerchi sempre più ampi, comunità autosufficienti e autogestite, conservando il senso di appartenenza e di solidarietà che caratterizza il villaggio. Riferendosi in particolare al 73° emendamento alla Costituzione approvato nel 1991 e ai suoi effetti, l’Autore descrive la situazione attuale del panchayat raj e i progressi ottenuti nell’inclusione di gruppi sociali oppressi e delle donne attraverso questa forma di democrazia partecipativa. SALVAGUARDARE LA TERRA. UOMO, INNOVAZIONE E COLLABORAZIONE – di S. R. Subramanian – Una delle idee centrali di Gandhi relativamente allo sviluppo rurale consiste in un nuovo concetto di integrazione nella storia dello sviluppo rurale in India, il Samagra Grama Seva – Servizio rurale integrato. L’obiettivo principale del Samagra Seva era la realizzazione di Sarvodaya o risveglio di tutti, che consente, all’interno di ciascun villaggio e regione, la massimizzazione della capacità di auto-governo ed auto-sufficienza per quanto concerne i bisogni fondamentali dell’uomo. In questa prospettiva, l’interazione rispettosa con la natura è considerata essenziale per la crescita umana e per la maturazione armonica della personalità. Dopo una breve sintesi della storia dello sviluppo rurale indiano dall’Indipendenza, l’Autore espone tre cardini della prospettiva “ecologica” gandhiana: l’amministrazione fiduciaria, il rispetto per la Natura, i limiti alla crescita. In conclusione, espone alcune significative esperienze dello Shanti Ashram di Coimbatore (Tamilnadu) in merito alla formazione dell’opinione pubblica e alla realizzazione di programmi costruttivi.
Libri
LA QUESTIONE DI SERGIO ZAVOLI – di Piero Coda – Con queste pagine Zavoli prosegue il suo infaticabile «viaggio intorno all’uomo» e al mistero che lo abita. Si tratta di pagine che polarizzano l’attenzione sulla “questione”, smantellando l’uno dietro l’altro i paraventi che precludono alla mente e al cuore il farsi trafiggere dalla posta realmente in gioco: l’eclissi di Dio e/o l’eclissi della storia? Difficile trovare in altro luogo un tale “dossier” – così lo definisce Zavoli – sullo stato di salute dell’umanità e del pianeta. Al di là di ogni fatale fondamentalismo – religioso o laico che sia – e di ogni facile misticismo, Zavoli individua e indica con rigore e nitidezza, se non i termini concreti di una possibile risposta alla “questione”, il luogo ove essa va posta: «La chiave del rapporto con Dio, cioè la scelta di illuminare l’immagine o di oscurarla, è nella condotta dell’uomo, non fuori di lui». NUOVA UMANITÀ XXX – Gennaio – Febbraio – 2008/1, n.175 SOMMARIO