L’edizione 2025 del tradizionale festival dei giovani nella cittadella dei Focolari mette in scena le fragilità e i conflitti vissuti dai giovani di oggi e li trasforma in un’esperienza artistica immersiva e di speranza. Tanti workshop e uno spettacolo finale dal vivo per dire a tutti: «You are born to bloom», “Sei nato per fiorire”.
«Ricordati che sei nato per fiorire, per essere felice». È questo il messaggio che, nell’anno del Giubileo della speranza, i giovani organizzatori del Primo Maggio di Loppiano (Figline e Incisa Valdarno – Firenze, Italia) vogliono dare ai loro coetanei che parteciperanno all’edizione 2025 del tradizionale festival che si svolge, dal 1973, nella cittadella internazionale del Movimento dei Focolari, in occasione della Festa dei Lavoratori.
Il tema
Al cuore di “You are born to bloom, il coraggio di fiorire”, questo il titolo della manifestazione, ci sono le fragilità, le ferite e i conflitti vissuti dai ragazzi e dai giovani di oggi, sublimati in un’esperienza artistica, immersiva e di crescita.
«Crediamo che quel conflitto che spesso ci attraversa nelle fasi più difficili della vita possa diventare un’opportunità per rinascere più forti e consapevoli di chi siamo – spiegano Emily Zeidan, siriana e Marco D’Ercole, italiano, della squadra internazionale dei giovani organizzatori del festival –. Come ci diceva Papa Francesco, “il conflitto è come un labirinto”, non dobbiamo avere paura di attraversarlo, perché i “conflitti ci fanno crescere”. Ma “dal labirinto non si può uscire da soli, si esce in compagnia di un altro che ci aiuti”. Così, al Primo Maggio di Loppiano, vogliamo ricordare a tutti la bellezza gli uni e degli altri, anche nei momenti di vulnerabilità».
Un tema di stringente attualità quello del 1° maggio a Loppiano, se si considera che in Italia, 1 minore su 5 soffre di un disturbo mentale (depressione, ritiro sociale, rifiuto scolastico, autolesionismo, ansia, disturbi del comportamento alimentare, tendenze suicide), secondo i dati della Società italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza. Gli under 35, invece, vivono la precarietà lavorativa, sono sotto retribuiti, subiscono disuguaglianza territoriale e di genere (“Giovani 2024: il bilancio di una generazione”, EURES), non si sentono compresi dagli adulti nelle loro esigenze e nel vissuto, in particolare, quando si parla di paure e fragilità, aspirazioni e sogni.
«Papa Francesco aveva una grande fiducia in noi giovani. Non perdeva occasione per ricordarci che il mondo ha bisogno di noi, dei nostri sogni, di grandi orizzonti verso cui guardare insieme, per “porre le basi della solidarietà sociale e della cultura dell’incontro”», sottolineano Emily e Marco. Per questo “You are Born to Bloom” sarà uno spettacolo costruito insieme, dove il pubblico non sarà solo spettatore ma parte integrante della narrazione: chiunque vi partecipi sarà chiamato a diventare protagonista dello spettacolo, dando il meglio di sé con gli altri.
Il programma
Al mattino, i partecipanti al festival del Primo Maggio di Loppiano avranno l’opportunità di esplorare le proprie fragilità e bellezze attraverso workshop d’arte, motivazionali ed esperienziali guidati da psicologi, formatori, counselor, artisti e performer.
Tra questi, anche il Gen Verde International Performing Arts Group preparerà le giovani e i giovani a salire sul palco e a far parte del cast delle coreografie, dei cori, della compagnia teatrale e della band nello spettacolo finale. I workshop del Gen Verde sono svolti nell’ambito del progetto “M.E.D.I.T.erraNEW: Mediation, Emotions, Dialogue, Interculturality, Talents to foster youth social inclusion in the Mare Nostrum”, Erasmus Plus – Gioventù – partenariato di cooperazione.
Il festival culminerà al pomeriggio con la costruzione collettiva del live show: tutti i partecipanti saranno parte attiva della storia, non ci sarà distanza tra palco e pubblico.
Tra gli artisti che hanno confermato la loro partecipazione Martinico e la band AsOne.
“You are born to bloom, il coraggio di fiorire” è realizzato grazie al contributo di Fondazione CR Firenze.
Il Primo Maggio di Loppiano è un evento della Settimana Mondo Unito 2025 (1-7 maggio 2025), laboratorio ed expo globale di sensibilizzazione alla fraternità e alla pace.
Per informazioni e prenotazioni contattare: primomaggio@loppiano.it +39 055 9051102 www.primomaggioloppiano.it
Il 4 ottobre, giorno di San Francesco d’Assisi termina il periodo del Tempo del Creato, un periodo nel quale si propone di approfondire il dialogo con Dio attraverso la preghiera, associato da azioni concrete per la cura del pianeta. Il Movimento dei Focolari ha sempre sostenuto l’iniziativa partecipando e organizzando eventi in varie parti del mondo. Ecco alcune iniziative del Tempo del creato 2024.
A Leonessa, nel centro Italia, si è svolta una passeggiata nella natura. L’evento, dal titolo Respiri di Natura: insieme per il nostro pianeta, ha visto la partecipazione di grandi e piccoli. Il gruppo di partecipanti è partito dal convento dei frati cappuccini, guidati proprio dai frati insieme ai Carabinieri forestali, al Club Alpino Italiano e al prof. Andrea Conte, astrofisico e coordinatore italiano di EcoOne, la rete di Ecologia del Movimento dei Focolari. L’escursione è culminata presso una fonte, dove il prof. Conte ha condotto una suggestiva meditazione sul viaggio di un atomo di carbonio nell’ambiente. Conte ha poi mostrato come trasformare i rifiuti comuni in strumenti per esperimenti scientifici, dimostrando come la scienza possa essere divertente e alla portata di tutti.
Di seguito, presso l’Auditorium del paese, sono stati approfonditi temi come la coscienza ambientale, gli effetti del cambiamento climatico e l’importanza dell’educazione alla sostenibilità. Il prof. Luca Fiorani, della commissione internazionale di EcoOne ha offerto un’analisi approfondita dell’enciclica Laudato Si’di Papa Francesco, del concetto di ecologia integrale e della sostenibilità relazionale. La partecipazione numerosa e l’attenzione dimostrata dai presenti sono la testimonianza di un crescente interesse verso tematiche ambientali e di una crescente consapevolezza dell’importanza di agire per proteggere il nostro pianeta.
In Oceania è il quarto anno che la comunità dei Focolari contribuisce alla preghiera ecumenica per il Tempo del Creato. “Abbiamo pregato e testimoniato con diverse azioni di cura della nostra casa comune – raccontano -. Questo servizio di preghiera è il nostro sforzo per dare speranza alla nostra vasta area che si estende per 7.000 km da Perth, nell’Australia occidentale, a Suva, nelle Fiji, la più grande nazione insulare nel cuore del Pacifico”. È seguita una riflessione a cura di Jacqui Remond, cofondatrice del Movimento Laudato Si’, docente dell’Università Cattolica Australiana, che ha parlato della necessità di cambiare i cuori per una conversione ecologica.
L’arcivescovo Peter Loy Chong, dell’arcidiocesi di Suva, nelle Fiji, non ha potuto raggiungerli perché stava accogliendo Papa Francesco in Papua Nuova Guinea. Ma ha inviato un messaggio sottolineando in particolare l’importanza della parola “Tagi”, che significa “il grido dei popoli dell’Oceania”. È il grido delle piccole isole del Pacifico di fronte al cambiamento climatico, che non ha ancora influenzato il mondo. O meglio: il mondo non ha ancora ascoltato profondamente le voci e in particolare i tempi del grido dei popoli dell’Oceania.
Sono seguite diverse esperienze come la creazione di un giardino di riconciliazione aborigena presso il Centro Mariapoli di St Paul. Qui sono ostati invitati gli studenti di orticoltura e i loro insegnanti che utilizzano il centro per le loro lezioni. Sono tutti migranti ed erano molto interessati a conoscere le importanti piante alimentari indigene.
I giovani di Sydney, Canberra e Melbourne invece si sono uniti con un anziano aborigeno per una passeggiata nel Paese dove hanno imparato a relazionarsi con il creato e a prendersene cura.
In Messico si è svolto un corso sulla conversione ecologica e spiritualità, un dialogo aperto per la cura della Casa Comune. È stata un’iniziativa del Centro Evangelii Gaudium Messico, dell’Università Sophia ALC insieme al Movimento dei Focolari. Cinque sessioni online – una a settimana durante il Tempo del Creato – a cura del prof. Lucas Cerviño, focolarino teologo e missiologo. Hanno partecipato in 87 provenienti da diversi Paesi dell’America Latina, dal Messico fino all’Argentina. Ecco alcuni temi affrontati: la crisi e conversione ecologica; metamorfosi del sacro e della spiritualità; Dio è amore come un tessuto di vita nell’amore; l’ascolto del grido della terra e dei poveri come amore a Gesù abbandonato e crocifisso; l’unità guardata come fraternità cosmica per prendersi cura della Casa Comune; Maria come Regina della creazione e la presenza del corpo mistico di Maria.
In Italia infine, nella città di Padova, è stato inaugurato il “Sentiero delle 5C della Laudato Sì” grazie alla rete Nuovi Stili di Vita costituita da associazioni civili, religiose, laiche – fra cui il Movimento dei Focolari – che hanno a cuore la promozione di stili di vita sobri e rispettosi della natura, dell’economia sostenibile e che stimolano le comunità con iniziative e proposte per realizzare insieme il bene comune.
Il percorso delle 5C è stato installato presso un’aiuola dove nel 2011 le cinque Chiese Ecumeniche, (cattolica, ortodossa, luterana, metodista ed evangelica), hanno celebrato la Giornata per la Custodia del Creato, piantando insieme cinque faggi. È stato anticipato da un breve concerto di un giovane cantautore vicentino che ci ha comunicato la sensibilità ed il sogno dei giovani di oggi verso un futuro di speranza.
Le 5C evidenziano cinque termini tratti dall’enciclica di papa Francesco: custodire, conversione, comunità, cura, cambiamento. L’evento è stato vissuto con intensità ed è stato da sprone per propositi di impegno concreto a realizzare un mondo migliore, più giusto ed equo, in armonia con la Terra che abitiamo.
La famiglia ecumenica di tutto il mondo si unisce per ascoltare e prendersi cura della nostra casa comune. Come di consueto il 1° settembre inizia il Tempo del Creato, un periodo di preghiera e riflessione associato ad azioni concrete per la cura del Pianeta Terra. Evento che si concluderà il 4 ottobre con la festa di San Francesco d’Assisi, patrono dell’ecologia amato da molte confessioni cristiane. Il Movimento dei Focolari aderisce all’iniziativa. Dalla Settimana di preghiera per l’unità dei Cristiani di gennaio scorso ad oggi abbiamo vissuto la fase di “Preparazione” per il Tempo del Creato, fondamentale per creare legami e relazioni, rinnovando la gioia di incontrarsi e coltivando i doni della comunione e della pace come Popolo di Dio insieme alla nostra casa comune.
Tema del 2024
Il tema di quest’anno è Sperare e agire con la Creazione. Dove nasce questo tema? Nella lettera dell’apostolo Paolo ai Romani, l’immagine biblica raffigura la Terra come una Madre, che geme come durante il parto (Rm 8:22). San Francesco d’Assisi lo aveva capito quando nel suo Cantico delle Creature si riferiva alla Terra come a nostra sorella e nostra madre.
Purtroppo i tempi in cui viviamo dimostrano che non ci rapportiamo alla Terra come a un dono del nostro Creatore, piuttosto come una risorsa da utilizzare.
Può esserci ancora una speranza?
Certo, deve esserci, insieme ad un’aspettativa per un futuro migliore. Sperare nel contesto biblico non significa restare fermi e silenziosi, ma piuttosto gemere, piangere e lottare attivamente per una nuova vita in mezzo alle difficoltà. Proprio come durante il parto – riprendendo la raffigurazione dell’apostolo Paolo -, attraversiamo un periodo di dolore intenso ma sta nascendo una nuova vita.
La speranza è un dono di Dio. Solo attraverso la speranza possiamo realizzare in pienezza il dono della libertà, che insieme alla responsabilità ci consentono di rendere il mondo un posto migliore. Solo quando collaboriamo con il Creato possono nascere le primizie della speranza.
Sperare e agire
La speranza è fiducia che la nostra azione abbia un senso, anche se i risultati di questa azione non si vedono immediatamente. Sappiamo quanto sia urgente un’azione coraggiosa per contenere la crisi climatica ed ecologica, e sappiamo anche che la conversione ecologica è un processo lento poiché gli esseri umani sono ostinati a cambiare le loro menti, i loro cuori e il loro modo di vivere. A volte non sappiamo come dovrebbero essere le nostre azioni. C’è molto che possiamo imparare da altre culture e paesi su come sperare e agire insieme al Creato.
Quest’anno il 1° settembre è una domenica, siamo tutti invitati a celebrare l’inizio del Tempo del Creato nei nostri rispettivi Paesi e comunità.
“Chiamati all’unità – Verso un’ecologia delle relazioni” è il titolo del workshop online promosso dalla rete di Insieme per l’Europa (IpE). L’evento è stato preparato con esponenti di varie Chiese, Movimenti e Comunità, con l’obiettivo di evidenziare uno dei “7 SÌ” del cammino insieme: il “SÌ alla creazione”. Le sfide per la salvaguardia del creato ed una ecologia integrale crescono in modo esponenziale nel mondo e la rete di Insieme per l’Europa ha dedicato a questo tema un’intera giornata durante un workshop online. Professionisti e cristiani di varie Chiese appartenenti a diversi Movimenti, di 9 Paesi europei, sono intervenuti al Seminario dal titolo: “Chiamati all’unità – Verso un’ecologia delle relazioni”. Un “viaggio” coinvolgente, in cui i relatori in un’atmosfera di crescente convergenza hanno esposto le proprie ricerche ed il proprio impegno per la tutela dell’ambiente, entrando poi in dialogo con le circa 130 persone presenti nella “sala virtuale”. Le esperienze già in atto in tanti posti e le incoraggianti buone pratiche, facilmente imitabili, hanno evidenziato il desiderio e l’impegno di rispettare e conservare la creazione per le future generazioni. Un vincolo di unità che si rafforza tra i cristiani e mette tutti in rapporto con altri. Cuore di questo evento: approfondire uno dei “7 SÌ” per il quale, la rete di Insieme per l´ Europa, si è impegnata durante il Congresso di Stoccarda del 2007. Un “SÌ al creato, difendendo la natura e l’ambiente, doni di Dio da tutelare con rispettoso impegno per le generazioni future”. “Nessuna cosa, nessuna creatura esiste al di fuori della relazione, ogni essere è inconcepibile senza la comunione” – ha affermato il Prof. Nicolaos Asproulis, Vicedirettore dell’Accademia di studi teologici di Volos (Grecia), uno dei relatori che hanno illuminato da angolazioni diverse la tematica di una Ecologia delle relazioni. Nella sua introduzione alla giornata Stefania Papa, Professoressa all’Università della Campania, aveva messo in luce la “’logica dell’armonia relazionale’ che ci libera dall’egoismo promuovendo la prima e più essenziale forma di ecologia”.Gerhard Pross, moderatore della rete, ha sostenuto: “Per molti dei nostri movimenti il tema dell’ecologia ha un grande valore ed oggi lo colleghiamo con il nostro carisma dell’unità, delle relazioni”. Si tratta di arrivare ad una visione olistica, del nostro rapporto con la natura, con la creazione e con il suo creatore. In sintesi, pottremmo chiamarla anche “ecologia del cuore”, ha riassunto Pross, citando lo scrittore Johannes Hartl. Dopo un intenso scambio di testimonianze ed esperienze di persone di varie Chiese sul tema, durante il Workshop, che è parte di un progetto sostenuto dall‘Unione Europea, DialogUE, è stato presentato il documento Europea Green Deal. Si tratta di un progetto ambizioso, in cui l’Unione Europea ha sviluppato norme ambientali fra le più rigorose al mondo. I contenuti del Webinar e le risposte dei partecipanti ai questionari inerenti questo evento aiuteranno ad elaborare un KIT con suggerimenti concreti all’Unione Europea. Quest’ultimo sarà consegnato il 16 ottobre 2024 alle Istituzioni Europee a Bruxelles (Belgio), insieme ai risultati dei workshop precedenti sulla comunicazione e sulle politiche sociali, svoltisi nel 2023 e co-finanziati come quest’ultimo dall’Unione Europea. Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito: Together4Europe | Una Rete Europea di Cristiani, per Unire Persone e Culture. Per rileggere tutti gli interventi dei relatori: Il nostro comune SÌ alla tutela del creato | Together4Europe
Maria Wienken, Segreteria internazionale di Insieme per l’Europa
Dal focolare di Montevideo in Uruguay l’esperienza quotidiana di ecologia integrale attraverso la trasformazione dei resti di cibo in fertilizzante. Ogni giorno vengono prodotti milioni di rifiuti in tutto il mondo. Questi scarti poi che fine fanno? Alcuni vengono riciclati e hanno nuova vita. Altri finiscono in discarica o nei termovalorizzatori per produrre energia. Prima di gettare gli scarti del cibo, ci siamo mai chiesti se possiamo fare qualcosa di alternativo? È quello che si sono chiesti alcuni membri della comunità dei Focolari in Uruguay, dando vita al compostaggio. “Sono tra quelli che cercano di vivere l’ecologia della vita quotidiana – racconta Maria Florencia, focolarina di Montevideo in Uruguay, dove insegna ecologia integrale, -. Mi sono accorta però che ci sono sempre cose da migliorare e che mancava qualcosa di importante nella gestione dei residui di cibo in casa: non facevamo il compost. Siccome quest’azione non dipende soltanto di me, ho cercato di coinvolgere tutti gli abitanti della casa”. Gli organismi del suolo utilizzano come cibo scarti vegetali e animali o derivati della materia organica. Man mano che scompongono questi scarti, i nutrienti in eccesso (azoto, fosforo e zolfo) vengono rilasciati nel terreno in forme che possono essere utilizzate dalle piante. Inoltre i prodotti di scarto generati dai microrganismi contribuiscono alla formazione della materia organica del suolo. Il compostaggio è quindi un processo di decomposizione dei materiali organici che ha un alto contenuto di sostanze utili per migliorarne le caratteristiche del terreno senza arrecare danni all’ambiente. Per 100 kg di rifiuti e materiali organici si ottengono 30 kg di compost. Un’alternativa al compost è il vermicompost, un prodotto biologico ottenuto bio-ossidando la materia organica con l’aiuto di lombrichi. “Abbiamo acquisito una compostiera insieme ad alcuni vermi californiani – continua Maria Florencia -. Così mi sono messa all’opera. Adesso abbiamo il fertilizzante naturale per le nostre piante del giardino e tutti sono felici di quest’azione per l’ambiente. Inoltre possiamo condividere il compost anche con i nostri amici, curiosi dell’iniziativa. Non solo. Come microbiologa non potevo fermarmi ai soliti manuali. Mi sono messa ad indagare per imparare di più così ho voluto condividere la mia esperienza con un articolo sulla rivista dei Focolari Ciudad Nueva ed incoraggiare tanti a fare lo stesso”, conclude. Che si tratti di compost o vermicompost, essi favoriscono la fertilità del terreno senza la necessità di applicare fertilizzanti chimici. La stabilità del suolo migliora, la permeabilità all’acqua e ai gas aumenta così come la capacità di ritenzione idrica attraverso la formazione di aggregati. Si tratta quindi di un prezioso fertilizzante naturale. Gli avanzi del cibo consumato quindi non sono spazzatura ma risorsa preziosa che, trasformati in compost, aiutano la natura e riducono così i livelli di inquinamento ambientale.
“Join the Dots Together”, Unire i Punti Insieme. Questo il titolo dell’iniziativa che ha coinvolto quaranta organizzazioni e la comunità dei Focolari per la lotta alla crisi climatica. Fare qualcosa insieme per la giustizia climatica e lavorare in modo collaborativo per avere un impatto maggiore su questo grave e urgente problema. Questi gli obiettivi dell’evento tenutosi nel mese di gennaio 2024 a Belfast in Irlanda del Nord, organizzato dalla comunità del Movimento dei Focolari insieme al Centro dei Gesuiti di Belfast, la Cappellania dell’Università dell’Ulster, la Pastorale Giovanile Redentorista e la Diocesi di Down e Connor. L’iniziativa ha visto la presenza di sessanta persone in rappresentanza di quaranta organizzazioni. Si è svolta presso l’università di Ulster ed era intitolata “Join the Dots Together”, ovvero “Unire i Puntini Insieme”, incontrarsi per lavorare fianco al fianco sull’emergenza climatica. La dott.ssa Lorna Gold, presidente del “Movimento Laudato Sì” globale, – nato dopo l’omonima enciclica di Papa Francesco sulla cura della Casa Comune – nel suo discorso ha affrontato questioni spinose tra cui il lento progresso dell’eliminazione dei fossili combustibili e allo stesso tempo ha instillato un senso di gioiosa speranza in tutti i presenti. Riflettendo sul documento della COP28 (28ª conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici) ha sottolineato come sia stato importante aver confermato che le cause primarie del cambiamento climatico siano i combustibili fossili. “Il genio è uscito dalla bottiglia ora e non si può tornare indietro” ha affermato. Ha quindi parlato dell’importanza del Trattato di non proliferazione dei combustibili fossili. L’uso del termine “non proliferazione”, di solito legato alle armi di distruzione di massa, è infatti legato ai rischi che il mondo deve affrontare dal continuo uso di combustibili fossili. Inoltre Lorna Gold ha voluto evidenziare l’importanza dei gruppi religiosi come principali parti interessate nel pianeta con miliardi di dollari investiti nei mercati globali, e proprietari del 12% della terra del mondo. “Le persone di fede – ha ribadito – sono in una posizione chiave per cambiare la narrazione e riscrivere il futuro”. Non a caso Lorna Gold è stata appena nominata CEO di FaithInvest, un’organizzazione che si concentra sulla mobilitazione di tutte le fedi per mettere al lavoro le proprie risorse, in particolare i propri investimenti finanziari, per contribuire a spostare l’economia verso una maggiore sostenibilità. L’evento è stato una testimonianza forte per la società civile e i gruppi religiosi nell’Irlanda del Nord, con la presenza di persone del forum interreligioso, della comunità baha’i, della fondazione Gaelic Athletic Association, dell’Unione delle Madri e di Trocaire (la Caritas in Irlanda), nonché di diversi gruppi non religiosi come Keep Northern Ireland Beautiful. “È molto insolito trovare un tale conglomerato di gruppi uniti per una causa comune – ha affermato Lorna Gold – ma forse è esattamente la questione climatica su cui siamo tutti d’accordo”. Alcune testimonianze dei partecipanti. Georgia Allen e Glen MacAuley, giovani di Fridays for FutureNI ogni venerdì del 2023 hanno scioperato davanti al municipio di Belfast e sentivano l’importanza di partecipare all’incontro. “È stato positivo e interessante, con un oratore stimolante – ha affermato Allen -. Era un invito all’azione, a fare qualcosa di concreto insieme”. Al termine hanno voluto scattare una foto con Lorna Gold come simbolo di partecipazione allo sciopero climatico con lei! John Barry, professore di Economia e Politica Verde alla Queen’s University, ha dichiarato: “In questo momento di emergenza climatica ed ecologica dobbiamo tutti unirci riconoscendo che è più tardi e peggio di quanto la gente pensi, ma non senza speranza. Le comunità di fede hanno un ruolo importante da svolgere, quindi è stato bello vedere un tale raduno interconfessionale di persone di fede disposte a rimboccarsi le maniche e iniziare a riparare il nostro mondo distrutto”. Edwin Graham del Forum interreligioso ha commentato: “Unire i punti… Insieme – un’iniziativa straordinaria che ha riunito molte persone provenienti da una moltitudine di organizzazioni e gruppi che hanno a cuore l’ambiente. La diversità dei presenti è stata impressionante, dai leader di alto livello nelle comunità di fede alle piccole organizzazioni composte da attivisti dedicati”. E ancora, Nicolas Hanrahan di Trocaire: “È stato bello vedere così tante persone che hanno fatto un ottimo lavoro per prendersi cura della nostra casa comune. (…) Non vedo l’ora che arrivi il prossimo”! Gli fa eco Suor Nuala della parrocchia di St. John: “Oggi è stato al di là di tutte le nostre aspettative, tutti non solo lo hanno apprezzato, ma lo hanno trovato estremamente utile”. Infine Finbarr Keavney del gruppo Newcastle Laudato Sì: “Che mattinata emozionante e piena di speranza. È così bello incontrare molte persone adorabili di fedi diverse, tutte legate insieme da un desiderio di giustizia climatica”. Lorna Gold infine ha ricordato che unire i punti e formulare piani per lavorare in modo collaborativo sulla giustizia climatica, è la chiave: “Possiamo piantare i semi di un nuovo futuro, ma l’unico modo per farlo è insieme”.