Mar 10, 2010 | Chiara Lubich, Chiesa, Ecumenismo, Focolari nel Mondo
“In questi giorni vengono ricordati in molti Paesi del mondo la figura e il pensiero di Chiara Lubich. Tale ricorrenza ci offre l’occasione di ringraziare Dio per il grande dono che è Chiara per l’umanità e di rimettere a fuoco la forza viva del carisma dell’unità, che ha raggiunto persone di culture, tradizioni e fedi diverse.
Sperimentiamo giorno per giorno che Chiara non ci ha lasciato e continua ad operare, particolarmente attraverso la vita delle nostre comunità, in ogni angolo della terra, illuminando e rinnovando la società attuale”. Così si esprime Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari, rivolgendosi a tutti i presenti alle celebrazioni per il secondo anniversario. In questi giorni, infatti, si stanno moltiplicando spontanee in tutti i continenti le più varie iniziative, non solo per ricordare la figura di Chiara, ma anche per dischiudere a tanti la sua eredità nell’attuale momento di crisi globale, e di ricerca del nuovo. Momenti ecumenici a Mosca e a Bucarest, e interreligiosi ad Hong Kong (nel 40° dell’arrivo del Movimento dei Focolari in questa terra); a Gerusalemme, sul Monte Sion, dove la tradizione dice che Gesù ha pregato per l’unità, cristiani, ebrei e musulmani parteciperanno ad un cerimonia dove verranno dedicati a Chiara 8 alberi di ulivo. Manifestazioni culturali: a Roma e a Milano i Comuni ospitano due convegni alla presenza di autorità religiose e politiche, dal titolo “Chiara Lubich: una vita per l’unità”, a 10 anni dal conferimento al Campidoglio della cittadinanza romana (in diretta internet su http://live.focolare.org) e “Semi di fraternità per un mondo più unito”. L’impatto del carisma di Chiara Lubich nel mondo dell’economia sarà approfondito nell’Università di Reggio Emilia. Della “comunicazione nell’era dei new media: lo stile di Chiara Lubich” si parlerà a Parma. Non mancheranno manifestazioni artistiche: balletto classico e concerti. Numerose le Messe, molte presiedute dai vescovi a cui seguiranno incontri aperti con testimonianze e approfondimenti della spiritualità dell’unità, sulla riscoperta di “Dio Amore” da cui tutto ha avuto inizio. A Roma, nella Basilica di San Giovanni in Laterano celebrerà l’Arcivescovo Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della cultura; a Milano, il card. Dionigi Tettamanzi; a Santiago del Chile, l’arcivescovo card. Francisco Javier Errázzuriz Ossa; a Instanbul, con S.E. Mons Pelatre. Così a Santo Domingo (Repubblica Domenicana) col card. Lopez Rodriguez, a Hong Kong col card. Zen. E ancora, per citarne solo alcune: a Spalato (Croazia), a Bucarest (Romania), Melbourne (Australia), Salvador de Bahia e Aracaju (Brasile), a Iringa (Tanzania), Montreal (Canada). Negli Stati Uniti, (Hyde Park, nei pressi di New York) alla Messa celebrata dall’Arcivescovo Celestino Migliore, Osservatore permanente delle Santa Sede all’Onu, seguirà la celebrazione del conferimento del Premio Luminosa 2010 per l’Unità. Eventi di ogni genere – ad oggi oltre 400 nel mondo – che testimoniano fin dove è arrivato lo spirito d’unità, e con quale gratitudine si ricorda a Chiara Lubich. “Come possiamo esprimerle nel modo migliore il nostro grazie?” – Conclude nel suo messaggio Maria Voce. – “Andiamo avanti insieme, sulla sua scia, a vivere l’Ideale per cui Chiara ha dato la vita: la fraternità universale.” (altro…)
Feb 18, 2009 | Chiara Lubich, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Molteplici sono le iniziative nel mondo per ricordare Chiara Lubich e continuare a vivere la sua eredità. Qui apriamo uno zoom sulla Germania. “In occasione del primo anniversario della morte di Chiara Lubich, vorremmo metterci davanti agli occhi nuovamente quella forza che scaturisce dal Vangelo ed ha cambiato la vita di Chiara e quella di tante persone”. E’ questo l’impegno che movimenti e comunità di varie Chiese della Germania vogliono riaffermare nella chiesa evangelico-luterana di Monaco, il 14 marzo prossimo. Particolarmente significativa la scelta del luogo. E’ in questa chiesa che l’8 dicembre del 2001 era avvenuto un evento importante, come si legge nell’invito: “Chiara Lubich e il vescovo evangelico Ulrich Wilckens avevano dato un contributo essenziale al cammino di comunione tra movimenti e comunità di varie Chiese, fino ad arrivare ad un patto di amore reciproco, che è stato alla base dello sviluppo della grande rete di “Insieme per l’Europa”. Interverranno: il Metropolita Serafim Joanta, della Chiesa Rumeno Ortodossa il Pastore Thomas Römer, dell’YMCA di Monaco Padre Michael Marmann, del Movimento di Schönstatt (München) Renata Simon e Herbert Lauenroth, del Movimento dei Focolari (Ottmaring)
Altre iniziative in Germania:
Dresda – 14/3 S. Messa – ore 11; celebra S.E. Mons. Joachim Reinelt Commemorazione nella Sala del Consiglio del Land, con il Patrocinio del Presidente Erich Iltgen Hannover – 14/3 Programma commemorativo con il vescovo luterano Christian Krause, già Presidente della Federazione Luterana Mondiale Presentazione del progetto per le scuole: “Forti senza violenza” sostenuto dalla UE, con la partecipazione del Gen Rosso Solingen – 14/3 Consegna del premio della città di Solingen al Centro Mariapoli “Zentrum Frieden” per il suo contributo allo sviluppo della città Münster – 14/3 S. Messa – ore 14.30 – segue un momento d’incontro e presentazione della vita di Chiara Regensburg – 14/3 S. Messa – segue un momento d’incontro e presentazione della vita di Chiara Mainz – 14/3 S. Messa – celebra S.E. Mons. Ulrich Neymeyr – segue un momento d’incontro e presentazione della vita di Chiara (altro…)
Gen 20, 2009 | Ecumenismo
“Essere riuniti nella tua mano” (Ezechiele 37,17). È il tema della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani che ogni anno si celebra dal 18 al 25 gennaio. La Settimana è, oltre che occasione per pregare per l’unità dei cristiani, anche un’opportunità per tracciare un bilancio del movimento ecumenico e dei vari dialoghi che si sono intrapresi con le diverse Chiese. Lo facciamo con il card. Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani. Eminenza, in molti hanno l’impressione di un rallentamento del movimento ecumenico. Che bilancio si sente di stilare quest’anno? “Non posso parlare di un rallentamento. Anzi, abbiamo fatto molti passi in avanti, soprattutto con le Chiese ortodosse. Il Patriarca ecumenico è stato tre volte qui a Roma lo scorso anno e questo non era mai accaduto. Abbiamo accolto due Patriarchi armeni e sono stati sempre incontri molto cordiali. Ho fatto poi una lunga visita in maggio in Russia dove ho avuto un incontro molto cordiale con l’ormai defunto Patriarca Alessio II. Con gli ortodossi andiamo avanti, abbiamo un dialogo sul primato del vescovo di Roma nel primo millennio che ha portato alla elaborazione di un testo di base che vogliamo presentare alla plenaria di ottobre e che rappresenta un passo in avanti su questo punto cruciale ma anche molto difficile. Con i protestanti, è stato molto importante questo Sinodo sulla Parola perché la Parola di Dio è il loro interesse fondamentale e sono stati molti impressionati di questo. Nell’ultima plenaria del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani è stata presentata una raccolta di tutti i testi di convergenza ecumenica con anglicani, luterani riformati e metodisti raggiunti in più di 40 anni di storia e abbiamo visto che abbiamo fatto molti progressi in questi decenni. Certo, ci sono problemi che sono ancora aperti e vogliamo spingere il dialogo verso questa direzione”. Entriamo nei particolari delle singole Chiese. La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani terminerà proprio quando in Russia si apriranno le elezioni del nuovo Patriarca di Mosca. Quale auspicio? “Spero che eleggano un Patriarca che sia un buon pastore per il suo gregge. Penso che questa sia la cosa più importante. La Russia si trova in una situazione difficile e hanno bisogno di un pastore. Il mio desiderio poi è di avere un Patriarca che sia un partner del dialogo perché la Russia è un Paese molto importante per l’Europa e la Chiesa ortodossa di Russia è la più grande Chiesa ortodossa e noi siamo interessati ad andare avanti con loro. Spero così che sia un Patriarca con il quale si possa dialogare in rispetto anche delle differenze che ci sono. Abbiamo molto migliorato i nostri rapporti e ora li vogliamo approfondire”. In febbraio ci sarà il Sinodo generale della Chiesa di Inghilterra durante il quale sarà presentata una proposta per aprire la strada all’episcopato femminile… “Sì, con preoccupazione perché il dialogo con gli anglicani è andato molto bene, è avanzato tanto e adesso viviamo un periodo di difficoltà. L’ordinazione delle donne all’episcopato crea problemi anche interni all’anglicanesimo. Ci sono spaccature e divisioni interne che non facilitano il dialogo. Siamo quindi preoccupati per questo ma anche decisi a non interrompere il dialogo. Se ci sono difficoltà, si deve parlare. Sulle difficoltà non fa mai bene interrompere il dialogo. La Comunione anglicana è al momento in una situazione difficile, forse hanno anche bisogno del nostro aiuto”. C’è un rapporto molto intenso con l’arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams? “Sì, abbiamo un rapporto ottimo. Lui è un teologo di grande fama. È un uomo molto spirituale e aperto. Ripeto, ci sono difficoltà nella comunione anglicana per cui speriamo che loro le possano superare e che non ci siano nuove divisioni”. Si dice che in Europa c’è un ecumenismo a due velocità. Da una parte il dialogo con gli ortodossi con i quali la Chiesa cattolica ha una forte sintonia su molti temi. Dall’altro il dialogo con i protestanti, che ha risentito di un certo raffreddamento. È così? “Non parlerei di due velocità, ma di due qualità di dialogo. La qualità del dialogo con gli ortodossi è sicuramente diversa perché siamo molto vicini. Abbiamo gli stessi sacramenti, lo stesso ministero sacerdotale e la stessa venerazione per i santi e la Madonna. Con i protestanti ci sono più differenze, per cui è un’altra qualità di dialogo. Noi facciamo bene ogni dialogo e vediamo poi che cosa possiamo e cosa non possiamo fare. Non abbiamo in programma di rallentare o aumentare la velocità. I dialoghi hanno ciascuno i loro ritmi. Ci sono periodi di difficoltà e periodi in cui si va avanti. Non si deve esagerare una situazione attuale. Con molti protestanti siamo in buona sintonia, e molti protestanti sono contenti che noi manteniamo la linea”. È il dialogo della verità? “Sì. Dialogo della verità ma anche dialogo della carità. Sono due dimensioni che non si possono separare”. Dall’Agenzia SIR
Gen 15, 2009 | Ecumenismo
Intervista al cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani La “Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani”, quest’anno è incentrata sul tema “Che formino una sola cosa nella tua mano”, tratto dal libro del profeta Ezechiele (37,17). Card Kasper: Questo tema è stato scelto dai cristiani della Corea, e la Corea è un Paese diviso. Questa immagine del profeta Ezechiele era perciò per loro molto importante: due legni spezzati che, nelle mani di Dio, diventano di nuovo uno. Questa è un’immagine per l’unità della Chiesa: la Chiesa è in qualche modo spezzata, non soltanto in due, ma in molte parti. Ora, noi non siamo meccanici che con viti o collante riescono a ricostruire un’unica Chiesa, ma noi riponiamo questi pezzi spezzati nelle mani di Dio. Sono mani buone e Dio può ottenere l’unità della Chiesa, non noi con le nostre organizzazioni. Ecco perché affidiamo a Lui l’unità della Chiesa nelle nostre preghiere. D. – Quest’idea di lasciare il lavoro ecumenico in qualche modo nelle mani di Dio, però allo stesso tempo non toglie a noi la responsabilità di continuare in modo molto pratico a proseguire con questo cammino, nonostante le tante difficoltà… R. – Certamente non toglie la nostra responsabilità. Sì, ci sono difficoltà, oggi, ma non sono soltanto difficoltà: ci sono anche molti successi. L’anno scorso abbiamo compiuto buoni passi in avanti con le Chiese ortodosse; il Patriarca ecumenico è venuto a Roma tre volte: non era mai accaduto nella storia! Ha parlato al Sinodo dei vescovi, ed anche questo è stato un evento storico. Sono venuti due Patriarchi armeni e ci sono stati anche molti altri incontri positivi con gli ortodossi. C’è stata anche la nostra partecipazione ai funerali del Patriarca Alessio II: siamo stati accolti con grande amicizia e gentilezza a Mosca. Ma anche con le Chiese e le comunità ecclesiali della Riforma abbiamo compiuto dei progressi, abbiamo raccolto i frutti di un dialogo di più di 40 anni con gli anglicani, i luterani, i riformati, i metodisti … Abbiamo mostrato i progressi fatti, quanti sospetti e quanti pregiudizi sono stati superati… E’ stato veramente incoraggiante! Ma abbiamo anche identificato le difficoltà, le differenze profonde che ancora esistono. Identificare un problema è già metà della soluzione e per questo possiamo ora proseguire con i nostri partner per risolvere anche i problemi che sono ancora aperti. Io sono un uomo di fiducia e di speranza e penso che non dobbiamo lasciarci scoraggiare dalle difficoltà: le difficoltà sono una sfida a risolverle. (di Philippa Hitchen – Radio Vaticana)
Mar 19, 2008 | Chiara Lubich, Chiesa, Ecumenismo
In rappresentanza della Chiesa ortodossa: Metropolita Gennadios Zervos Chiara è stata chiamata da Dio. Nella venerata fondatrice del Movimento dei Focolari, ora in Paradiso, abbiamo visto la personalità carismatica ed ispirata, la capacità di elevarsi oltre il limite umano, incontrando senza distinzione ogni uomo come icona di Dio. La sua vita e la sua Opera dedicata a Maria sono divenute esempio concreto e reale di amore, di unità e di pace per l’umanità intera. Per i nostri fedeli della sacra arcidiocesi ortodossa d’Italia, del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, Chiara rimarrà un baluardo di evangelizzazione e del dialogo, e la sua spiritualità potrà abbracciare ogni essere umano, a prescindere dal suo credo religioso. In rappresentanza della Chiesa evangelica-luterana: vescovo Christian Krause, già presidente della Federazione luterana mondiale Anche noi cristiani di tradizioni della Riforma abbiamo vissuto il dialogo della vita con e grazie alla nostra sorella Chiara. Siamo stati in cammino insieme e siamo rimasti in cammino; accanto a lei non si poteva restare fermi ma sempre in movimento, movimento della speranza e dell’amore verso Cristo. Siamo stati e rimasti in colloquio con lei; accanto a lei non si poteva restare senza parola; in lei c’era sempre la testimonianza viva della fiducia nella grazia e nella misericordia di Dio. Chiara ha invitato anche noi della Chiesa luterana a radunarci con lei e con tanti uomini di molte tradizioni di fede intorno al centro ardente, intorno al Focolare per sperimentare che: dove due o tre sono riuniti nel nome di Gesù, lui è in mezzo ad essi. Ci inchiniamo davanti a Dio con gratitudine per la testimonianza viva di unità in Cristo nel nostro Signore risorto, con la quale lui ha reso ricca la nostra vita grazie alla vita della nostra sorella Chiara. Lui l’ha accolta nel suo regno eterno, affinché lei possa vedere Colui al quale si è affidata nella sua vita. In rappresentanza della Comunione anglicana: Vescovo inglese Robin Smith Vi porto saluti calorosissimi di sua grazia l’arcivescovo di Canterbury. Come anglicani siamo colpiti in modo particolare da due aspetti della spiritualità di Chiara: il primo è quel suo impegno, di tutta la sua vita, di vivere la Parola di Dio nel quotidiano; l’altro è la sua visione dell’unità di tutta l’umanità. E questa visione è così inclusiva che i miei confratelli ed io frequentemente diciamo che Chiara sembra più anglicana, a volte, di molti di noi anglicani. Per me personalmente, nella mia vita come cristiano e come vescovo, Chiara è stata un’ispirazione profonda e non ho nessun dubbio che lei continuerà ad essere una benedizione per tutti noi, per tutta la nostra vita. In rappresentanza delle comunità e movimenti ecclesiali cattolici: Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio: Oggi è forte il dolore per la scomparsa di Chiara; lo dico personalmente, ricordando la lunga e profonda amicizia. Chiara ci ha insegnato la dignità del carisma nella Chiesa. E’ scomparsa una donna che a partire da tempi di guerra, in un mondo di divisioni e di muri, fino agli scontri di civiltà e religione, ha vissuto l’unità come ideale. L’unità per lei era rispondere alla chiamata di Gesù. Ha lottato a mani nude, stringendo molte mani e solo con il Vangelo. Non muore con lei la sua profezia, ma la sua profezia è attuale nel XXI secolo. Siamo tutti più poveri da quando si è spenta, lo dico personalmente, in nome di una lunga amicizia; ma nel dolore di oggi abbiamo la possibilità di capire meglio il cuore del suo vivere: Gesù, il Vangelo, la passione per un mondo unito. Chi oggi si inchina alla sua memoria sappia che la sua profezia è dolce ma esigente. Chiara parla, nonostante il silenzio della morte e la fine di quella sua indefessa capacità di iniziativa e di sogno. Parla, nella sua eredità parla a tutti: alle nuove Comunità chiede più unità e più amore, non rassegnarsi ai muri, agli odi, alle distanze consolidate. Questo momento doloroso è l’occasione di stringersi accanto al Movimento dei Focolari con tutto il cuore, ma anche di dire, dopo la sua morte, che per tutti noi, almeno per me, il suo Ideale è una luce nel tempo che ci aspetta. Io sono convinto che Chiara crescerà in mezzo a noi. E mentre Chiara va in pace, noi tutti diciamo: “Grazie, Chiara!” (altro…)
Gen 25, 2008 | Chiara Lubich, Cultura, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Dare una risposta alla domanda di “sapienza”, che emerge dal mondo accademico e tra la gente, in una società che sta toccando i limiti di una cultura dominata da scienza e tecnologia. E’ questo l’obiettivo che ispira la collaborazione che si prospetta tra la Liverpool Hope University e il Movimento dei Focolari, in particolare con il nascente Istituto Universitario Sophia che inizierà la sua attività a Loppiano, nei pressi di Firenze, nell’autunno prossimo. Ne parla il prof. Gerald John Pillay, rettore anglicano dell’Università inglese, l’unica in Europa a fondazione ecumenica, in un’intervista rilasciata alla rivista New City. E’ una risposta immediata ad una proposta lanciata da Chiara Lubich nel messaggio rivolto all’Università in occasione del conferimento della Laurea h.c. in Teologia (Divinity).
L’Ateneo inglese aveva voluto riconoscere il contributo dato da Chiara Lubich “alla vita della Chiesa, alla pace e all’armonia nella società, all’unificazione dei cristiani delle diverse denominazioni e al dialogo e alla comprensione tra le religioni”. Questa onorificenza è stata l’occasione per approfondire la conoscenza reciproca tra l’università inglese e il Movimento dei Focolari. Chiara Lubich, nel messaggio di cui è stata data lettura il 23 gennaio, nel corso di una cerimonia pubblica a Liverpool, si è detta “profondamente colpita” per la comunanza di ideali improntati all’unità, ed aveva auspicato l’avvio di una collaborazione, in cui intravedeva una speranza per il futuro. La Hope University – che conta oltre 7000 studenti da vari Paesi – vuol essere, infatti, “una comunità accademica” ispirata ai valori cristiani, “un segno di speranza” aperto alle altre fedi e credenze, impegnato a promuovere armonia religiosa e sociale, nella “vita educativa, religiosa, culturale ed economica”. La collaborazione prospettata dal prof. Pillay – che all’inizio di gennaio aveva voluto recarsi, con una delegazione dell’Università, a Rocca di Papa (Roma), per consegnare personalmente a Chiara la laurea h.c. – è un progetto ancora in fase di definizione. Da quell’incontro nascono le prime idee, come il rettore afferma nell’intervista rilasciata poi alla rivista New City: “Già negli scritti di Chiara, che avevo approfondito in occasione di questo riconoscimento, ho trovato il senso dell’unità e la centralità della fede in modo molto stimolante e interiore. Quando ci siamo incontrati a Roma, sono rimasto molto colpito dalla grande sinergia tra la visione del Focolare e la fondazione Hope. Vorremmo precisare dei percorsi di collaborazione sia tra i docenti che per gli studenti, in modo che possano attingere facilmente ai programmi di Hope e a quelli di Sophia. Qui c’è una possibilità davvero affascinante”. Intanto rappresentanti della Hope University saranno presenti all’inaugurazione dell’Istituto Universitario Sophia, occasione per mettere a punto questo progetto. Già un docente di economia del Movimento dei Focolari è stato invitato ad intervenire, nel giugno prossimo, all’evento Great Hope, una settimana di iniziative per giovani futuri leader di vari Paesi del mondo, promosso dall’Università inglese in questo anno in cui Liverpool è capitale europea della cultura. Che cos’è la Liverpool Hope University – E’ un’istituzione accademica che offre un ampio spettro di discipline. Accoglie 7000 studenti, provenienti dalla Gran Bretagna e da altri paesi. E’ una delle università più recenti, ma ha alle spalle una tradizione di alta formazione culturale di oltre 150 anni. L’università nasce nel 2005, dalla fusione di due antichi college, uno anglicano e uno cattolico, a cui in seguito se n’è unito un terzo, cattolico, dando vita nel 1980 ad una federazione ecumenica. Su questa base si svilupperà la Liverpool Hope University, incoraggiata dai vescovi di Liverpool, Derek Worlock (cattolico) e David Sheppard (anglicano), entrambi attivamente impegnati nel dialogo ecumenico: loro motto era “meglio insieme”. Ambedue vedevano in questa nuova iniziativa culturale “un segno di speranza”. (altro…)