23 Mag 2010 | Chiesa, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Ci può raccontare l’esperienza vissuta alla giornata di “Insieme per l’Europa” a Monaco? «E’ stata un’esperienza costruttiva perché ha dato ai membri dei diversi movimenti e carismi la possibilità di incontrarsi di nuovo ed anche in un certo senso di partecipare alle varie espressioni che i movimenti hanno. Questa partecipazione alla vita e al carisma dell’altro è un arricchimento perché apre alle ricchezze dell’altro. E’ sempre interessante verificare come alla fine, nonostante tutta questa varietà di carismi, c’è un fondamento comune tra questi movimenti: è la fede in Dio, in Gesù Cristo, mandato dal Padre per la salvezza del mondo. Sì, mi sembra di poter dire che le espressioni dei Movimenti sono come tanti fiori diversi posti su un unico albero. Un albero che a Monaco si vedeva molto bene. Si vedeva solido, molto solido». Quale oggi il ruolo di questi movimenti nella Chiesa e in Europa? «Testimoniare la possibilità della comunione. Essere un laicato impegnato e qualificato. Non un laicato in cui ciascuno va per la sua strada, ma che decide di condividere con altri una stessa meta: l’unità. L‘unità delle chiese, l’unità dell’Europa, l’unità fra tutti. Magari si cammina con modalità diverse, ma tutti verso la stessa direzione e tutti insieme. Mi è sembrato in questo senso importante anche la presenza dei vescovi e il riconoscimento che davano dell’utilità del cammino fatto finora insieme in vista di un’Europa più cristiana, non solo più unita, ma più cristiana perché fondata sui principi del cristianesimo». Ma i cristiani in Europa sono divisi. Quanto pesa questa divisione? «E’ la sofferenza di vivere insieme per un’unità ancora non piena. Quando c’è l’amore reciproco e i dolori dell’uno diventano i dolori dell’altro, allora è possibile essere sinceri. E’ possibile cioè rendersi conto delle difficoltà che ancora ci sono ma anche della possibilità che abbiamo di farle sciogliere un po’ alla volta. Si tratta anche di capire che cosa possiamo fare noi in attesa che i responsabili dei dialoghi teologici trovino le parole e le modalità giuste per arrivare ad espressioni di verità su cui tutti possono essere d’accordo. Perché sicuramente la verità è una, non è molteplice. Solo che bisogna arrivare ad una verità che sia espressa in una maniera in cui veramente tutti si ritrovino. Questo è logicamente un’azione dello Spirito Santo, ma pensiamo e constatiamo che quanto più amore reciproco c’è tra i cristiani, tanto più è facile incontrarsi su alcuni punti magari controversi e trovare il modo di capirsi e di andare avanti insieme. E’ come quando si cammina in una scalata: ci si ferma un momentino per fare un passo più in alto. Mi sembra poi importante questa testimonianza in un momento in cui ci sono tante ombre sulla Chiesa. Far vedere cosa Gesù dice di se stesso: le mie parole non passeranno. Anche le parole di accusa che pesano oggi sulla Chiesa cadranno se mostriamo la Chiesa come deve essere, se mostriamo cioè questa realtà di comunione tra noi e la nostra decisione di essere radicali nel vivere il Vangelo». E’ questa la risposta che i movimenti possono dare in questa situazione della Chiesa? «Convertiamoci a vivere di più il Vangelo e di più in comunione. La cosa principale è proprio quello di portare tutti a credere all’Amore di Dio e a vivere nel momento presente quello che Dio ci chiede con generosità, con radicalità». Il tema del Kirchentag era la speranza. Anche la giornata di “Insieme per l’Europa” è stata un segno di speranza? «Sicuramente. Si vedeva nella gioia di tutti. In qualsiasi momento si entrava, si aveva l’impressione di una iniezione di fiducia. Fiducia in Dio, fiducia negli uomini, fiducia nella Chiesa».
a cura di Maria Kuschel
(altro…)
16 Mag 2010 | Chiesa, Cultura, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Dal 12 al 16 Maggio a Monaco di Baviera, si è svolta la seconda edizione del Kirchentag ecumenico. Oltre 3.000 eventi in 500 luoghi diversi sparsi in tutta la città hanno caratterizzato questo incontro ecumenico, che sul motto “Affinché abbiate speranza” ha visto la partecipazione di 133.000 visitatori fissi a cui si devono aggiungere circa 11.000 partecipanti giornalieri. Tra i temi affrontati nei forum e nelle tavole rotonde, la crisi economico-finanziaria, la pace, la guerra in Afghanistan, la situazione delle Chiese e dell’ecumenismo, nonché il dialogo interreligioso con gli ebrei e i musulmani. A promuovere ed organizzare l’evento è stato un gruppo di lavoro a cui fanno parte 17 chiese cristiane radunate nella ACK della Germania. La novità di questa edizione è stata la notevole ed importante collaborazione delle Chiese ortodosse in Germania, visibile soprattutto nella celebrazione dei vespri e nella liturgia del pane benedetto con 20.000 partecipanti sulla spianata della Theresienwiese di Monaco venerdì 14 maggio.
Il Movimento dei Focolari è stato presente in varie manifestazioni e stand informativi. La presidente, Maria Voce, è intervenuta nell’ambito del Forum dei movimenti e comunità cristiane “Insieme per l’Europa” che sullo slogan “Segni di speranza” si è svolto presso lo Stadio Olimpico del ghiaccio, portando l’esperienza di comunione ormai decennale vissuta a livello europeo dai membri dei movimenti e dei carismi. Oltre a Maria Voce sono intervenuti anche Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Ulrich Parzany, di ProChrist, Gerhardt Pross dell’Ymca, il Vecovo della Repubblica Ceca Frantiŝek Radkovsky,e il vescovo luterano Johannes Friedrich. I Focolari sono stati presenti alla manifestazione animando programmi per i giovani – dall’iniziativa “Sports 4 Peace” alla partecipazione del Gen Rosso – dando testimonianze sulla vita della famiglia e presentando l’esperienza di vita del Centro ecumenico di Ottmaring.
“Il Kirchentag – commenta Joachim Schwind, Caporedattore di Neue Stadt, mensile del Movimento dei Focolari in lingua tedesca – si è svolto in un momento segnato da molteplici crisi: la crisi economico-finaziaria; la crisi dell’Euro e cioè dell’integrazione europea; la crisi della Chiesa cattolica riguardo al coinvolgimento di sacerdoti e vescovi nell’abuso sessuale di minorenni. Per queste ragioni il motto scelto per la manifestazione di quest’anno “Affinché abbiate speranza” ha acquistato un’importanza nuova e soprattutto attuale. La Chiesa cattolica si è presentata – soprattutto nei suoi rappresentanti – in una maniera molto sobria e questa umiltà – così hanno osservato tanti commentatori – aiuta l’ecumenismo, ad un incontro alla stessa altezza del precedente”.
Particolarmente apprezzata nell’edizione di quest’anno la presenza degli ortodossi alla manifestazione. “L’ecumenismo – prosegue Schwind – è diventato, nel senso più positivo, ‘normale’. Non c’è più il fascino dell’altro come ‘straniero’ che si debba conoscere. In tanti campi la cooperazione e la collaborazione sono una realtà, in altri lo stanno diventando. Penso che tocca ora ai movimenti offrire una solida base spirituale a questa ‘normalità’ dell’insieme”. “Il Kirchentag – conclude Schwind – ha dato speranza in un triplice senso: verso l’interno delle chiese, incoraggiando i cristiani facendo vedere chi sono per il mondo di oggi; in senso ecumenico, facendo vedere quanto di comune c’è già e che una forte e profonda comunione sia non solo possibile ma già esistente; verso la società: dimostrando che i cristiani sono pronti ad impegnarsi per questo paese, soprattutto in un momento in cui tutti stanno cercando punti di orientamento”. (altro…)
10 Mar 2010 | Chiara Lubich, Chiesa, Ecumenismo, Focolari nel Mondo
“In questi giorni vengono ricordati in molti Paesi del mondo la figura e il pensiero di Chiara Lubich. Tale ricorrenza ci offre l’occasione di ringraziare Dio per il grande dono che è Chiara per l’umanità e di rimettere a fuoco la forza viva del carisma dell’unità, che ha raggiunto persone di culture, tradizioni e fedi diverse.
Sperimentiamo giorno per giorno che Chiara non ci ha lasciato e continua ad operare, particolarmente attraverso la vita delle nostre comunità, in ogni angolo della terra, illuminando e rinnovando la società attuale”. Così si esprime Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari, rivolgendosi a tutti i presenti alle celebrazioni per il secondo anniversario. In questi giorni, infatti, si stanno moltiplicando spontanee in tutti i continenti le più varie iniziative, non solo per ricordare la figura di Chiara, ma anche per dischiudere a tanti la sua eredità nell’attuale momento di crisi globale, e di ricerca del nuovo. Momenti ecumenici a Mosca e a Bucarest, e interreligiosi ad Hong Kong (nel 40° dell’arrivo del Movimento dei Focolari in questa terra); a Gerusalemme, sul Monte Sion, dove la tradizione dice che Gesù ha pregato per l’unità, cristiani, ebrei e musulmani parteciperanno ad un cerimonia dove verranno dedicati a Chiara 8 alberi di ulivo. Manifestazioni culturali: a Roma e a Milano i Comuni ospitano due convegni alla presenza di autorità religiose e politiche, dal titolo “Chiara Lubich: una vita per l’unità”, a 10 anni dal conferimento al Campidoglio della cittadinanza romana (in diretta internet su http://live.focolare.org) e “Semi di fraternità per un mondo più unito”. L’impatto del carisma di Chiara Lubich nel mondo dell’economia sarà approfondito nell’Università di Reggio Emilia. Della “comunicazione nell’era dei new media: lo stile di Chiara Lubich” si parlerà a Parma. Non mancheranno manifestazioni artistiche: balletto classico e concerti. Numerose le Messe, molte presiedute dai vescovi a cui seguiranno incontri aperti con testimonianze e approfondimenti della spiritualità dell’unità, sulla riscoperta di “Dio Amore” da cui tutto ha avuto inizio. A Roma, nella Basilica di San Giovanni in Laterano celebrerà l’Arcivescovo Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della cultura; a Milano, il card. Dionigi Tettamanzi; a Santiago del Chile, l’arcivescovo card. Francisco Javier Errázzuriz Ossa; a Instanbul, con S.E. Mons Pelatre. Così a Santo Domingo (Repubblica Domenicana) col card. Lopez Rodriguez, a Hong Kong col card. Zen. E ancora, per citarne solo alcune: a Spalato (Croazia), a Bucarest (Romania), Melbourne (Australia), Salvador de Bahia e Aracaju (Brasile), a Iringa (Tanzania), Montreal (Canada). Negli Stati Uniti, (Hyde Park, nei pressi di New York) alla Messa celebrata dall’Arcivescovo Celestino Migliore, Osservatore permanente delle Santa Sede all’Onu, seguirà la celebrazione del conferimento del Premio Luminosa 2010 per l’Unità. Eventi di ogni genere – ad oggi oltre 400 nel mondo – che testimoniano fin dove è arrivato lo spirito d’unità, e con quale gratitudine si ricorda a Chiara Lubich. “Come possiamo esprimerle nel modo migliore il nostro grazie?” – Conclude nel suo messaggio Maria Voce. – “Andiamo avanti insieme, sulla sua scia, a vivere l’Ideale per cui Chiara ha dato la vita: la fraternità universale.” (altro…)
18 Feb 2009 | Chiara Lubich, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Molteplici sono le iniziative nel mondo per ricordare Chiara Lubich e continuare a vivere la sua eredità. Qui apriamo uno zoom sulla Germania. “In occasione del primo anniversario della morte di Chiara Lubich, vorremmo metterci davanti agli occhi nuovamente quella forza che scaturisce dal Vangelo ed ha cambiato la vita di Chiara e quella di tante persone”. E’ questo l’impegno che movimenti e comunità di varie Chiese della Germania vogliono riaffermare nella chiesa evangelico-luterana di Monaco, il 14 marzo prossimo. Particolarmente significativa la scelta del luogo. E’ in questa chiesa che l’8 dicembre del 2001 era avvenuto un evento importante, come si legge nell’invito: “Chiara Lubich e il vescovo evangelico Ulrich Wilckens avevano dato un contributo essenziale al cammino di comunione tra movimenti e comunità di varie Chiese, fino ad arrivare ad un patto di amore reciproco, che è stato alla base dello sviluppo della grande rete di “Insieme per l’Europa”. Interverranno: il Metropolita Serafim Joanta, della Chiesa Rumeno Ortodossa il Pastore Thomas Römer, dell’YMCA di Monaco Padre Michael Marmann, del Movimento di Schönstatt (München) Renata Simon e Herbert Lauenroth, del Movimento dei Focolari (Ottmaring)
Altre iniziative in Germania:
Dresda – 14/3 S. Messa – ore 11; celebra S.E. Mons. Joachim Reinelt Commemorazione nella Sala del Consiglio del Land, con il Patrocinio del Presidente Erich Iltgen Hannover – 14/3 Programma commemorativo con il vescovo luterano Christian Krause, già Presidente della Federazione Luterana Mondiale Presentazione del progetto per le scuole: “Forti senza violenza” sostenuto dalla UE, con la partecipazione del Gen Rosso Solingen – 14/3 Consegna del premio della città di Solingen al Centro Mariapoli “Zentrum Frieden” per il suo contributo allo sviluppo della città Münster – 14/3 S. Messa – ore 14.30 – segue un momento d’incontro e presentazione della vita di Chiara Regensburg – 14/3 S. Messa – segue un momento d’incontro e presentazione della vita di Chiara Mainz – 14/3 S. Messa – celebra S.E. Mons. Ulrich Neymeyr – segue un momento d’incontro e presentazione della vita di Chiara (altro…)
20 Gen 2009 | Ecumenismo
“Essere riuniti nella tua mano” (Ezechiele 37,17). È il tema della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani che ogni anno si celebra dal 18 al 25 gennaio. La Settimana è, oltre che occasione per pregare per l’unità dei cristiani, anche un’opportunità per tracciare un bilancio del movimento ecumenico e dei vari dialoghi che si sono intrapresi con le diverse Chiese. Lo facciamo con il card. Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani. Eminenza, in molti hanno l’impressione di un rallentamento del movimento ecumenico. Che bilancio si sente di stilare quest’anno? “Non posso parlare di un rallentamento. Anzi, abbiamo fatto molti passi in avanti, soprattutto con le Chiese ortodosse. Il Patriarca ecumenico è stato tre volte qui a Roma lo scorso anno e questo non era mai accaduto. Abbiamo accolto due Patriarchi armeni e sono stati sempre incontri molto cordiali. Ho fatto poi una lunga visita in maggio in Russia dove ho avuto un incontro molto cordiale con l’ormai defunto Patriarca Alessio II. Con gli ortodossi andiamo avanti, abbiamo un dialogo sul primato del vescovo di Roma nel primo millennio che ha portato alla elaborazione di un testo di base che vogliamo presentare alla plenaria di ottobre e che rappresenta un passo in avanti su questo punto cruciale ma anche molto difficile. Con i protestanti, è stato molto importante questo Sinodo sulla Parola perché la Parola di Dio è il loro interesse fondamentale e sono stati molti impressionati di questo. Nell’ultima plenaria del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani è stata presentata una raccolta di tutti i testi di convergenza ecumenica con anglicani, luterani riformati e metodisti raggiunti in più di 40 anni di storia e abbiamo visto che abbiamo fatto molti progressi in questi decenni. Certo, ci sono problemi che sono ancora aperti e vogliamo spingere il dialogo verso questa direzione”. Entriamo nei particolari delle singole Chiese. La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani terminerà proprio quando in Russia si apriranno le elezioni del nuovo Patriarca di Mosca. Quale auspicio? “Spero che eleggano un Patriarca che sia un buon pastore per il suo gregge. Penso che questa sia la cosa più importante. La Russia si trova in una situazione difficile e hanno bisogno di un pastore. Il mio desiderio poi è di avere un Patriarca che sia un partner del dialogo perché la Russia è un Paese molto importante per l’Europa e la Chiesa ortodossa di Russia è la più grande Chiesa ortodossa e noi siamo interessati ad andare avanti con loro. Spero così che sia un Patriarca con il quale si possa dialogare in rispetto anche delle differenze che ci sono. Abbiamo molto migliorato i nostri rapporti e ora li vogliamo approfondire”. In febbraio ci sarà il Sinodo generale della Chiesa di Inghilterra durante il quale sarà presentata una proposta per aprire la strada all’episcopato femminile… “Sì, con preoccupazione perché il dialogo con gli anglicani è andato molto bene, è avanzato tanto e adesso viviamo un periodo di difficoltà. L’ordinazione delle donne all’episcopato crea problemi anche interni all’anglicanesimo. Ci sono spaccature e divisioni interne che non facilitano il dialogo. Siamo quindi preoccupati per questo ma anche decisi a non interrompere il dialogo. Se ci sono difficoltà, si deve parlare. Sulle difficoltà non fa mai bene interrompere il dialogo. La Comunione anglicana è al momento in una situazione difficile, forse hanno anche bisogno del nostro aiuto”. C’è un rapporto molto intenso con l’arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams? “Sì, abbiamo un rapporto ottimo. Lui è un teologo di grande fama. È un uomo molto spirituale e aperto. Ripeto, ci sono difficoltà nella comunione anglicana per cui speriamo che loro le possano superare e che non ci siano nuove divisioni”. Si dice che in Europa c’è un ecumenismo a due velocità. Da una parte il dialogo con gli ortodossi con i quali la Chiesa cattolica ha una forte sintonia su molti temi. Dall’altro il dialogo con i protestanti, che ha risentito di un certo raffreddamento. È così? “Non parlerei di due velocità, ma di due qualità di dialogo. La qualità del dialogo con gli ortodossi è sicuramente diversa perché siamo molto vicini. Abbiamo gli stessi sacramenti, lo stesso ministero sacerdotale e la stessa venerazione per i santi e la Madonna. Con i protestanti ci sono più differenze, per cui è un’altra qualità di dialogo. Noi facciamo bene ogni dialogo e vediamo poi che cosa possiamo e cosa non possiamo fare. Non abbiamo in programma di rallentare o aumentare la velocità. I dialoghi hanno ciascuno i loro ritmi. Ci sono periodi di difficoltà e periodi in cui si va avanti. Non si deve esagerare una situazione attuale. Con molti protestanti siamo in buona sintonia, e molti protestanti sono contenti che noi manteniamo la linea”. È il dialogo della verità? “Sì. Dialogo della verità ma anche dialogo della carità. Sono due dimensioni che non si possono separare”. Dall’Agenzia SIR
15 Gen 2009 | Ecumenismo
Intervista al cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani La “Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani”, quest’anno è incentrata sul tema “Che formino una sola cosa nella tua mano”, tratto dal libro del profeta Ezechiele (37,17). Card Kasper: Questo tema è stato scelto dai cristiani della Corea, e la Corea è un Paese diviso. Questa immagine del profeta Ezechiele era perciò per loro molto importante: due legni spezzati che, nelle mani di Dio, diventano di nuovo uno. Questa è un’immagine per l’unità della Chiesa: la Chiesa è in qualche modo spezzata, non soltanto in due, ma in molte parti. Ora, noi non siamo meccanici che con viti o collante riescono a ricostruire un’unica Chiesa, ma noi riponiamo questi pezzi spezzati nelle mani di Dio. Sono mani buone e Dio può ottenere l’unità della Chiesa, non noi con le nostre organizzazioni. Ecco perché affidiamo a Lui l’unità della Chiesa nelle nostre preghiere. D. – Quest’idea di lasciare il lavoro ecumenico in qualche modo nelle mani di Dio, però allo stesso tempo non toglie a noi la responsabilità di continuare in modo molto pratico a proseguire con questo cammino, nonostante le tante difficoltà… R. – Certamente non toglie la nostra responsabilità. Sì, ci sono difficoltà, oggi, ma non sono soltanto difficoltà: ci sono anche molti successi. L’anno scorso abbiamo compiuto buoni passi in avanti con le Chiese ortodosse; il Patriarca ecumenico è venuto a Roma tre volte: non era mai accaduto nella storia! Ha parlato al Sinodo dei vescovi, ed anche questo è stato un evento storico. Sono venuti due Patriarchi armeni e ci sono stati anche molti altri incontri positivi con gli ortodossi. C’è stata anche la nostra partecipazione ai funerali del Patriarca Alessio II: siamo stati accolti con grande amicizia e gentilezza a Mosca. Ma anche con le Chiese e le comunità ecclesiali della Riforma abbiamo compiuto dei progressi, abbiamo raccolto i frutti di un dialogo di più di 40 anni con gli anglicani, i luterani, i riformati, i metodisti … Abbiamo mostrato i progressi fatti, quanti sospetti e quanti pregiudizi sono stati superati… E’ stato veramente incoraggiante! Ma abbiamo anche identificato le difficoltà, le differenze profonde che ancora esistono. Identificare un problema è già metà della soluzione e per questo possiamo ora proseguire con i nostri partner per risolvere anche i problemi che sono ancora aperti. Io sono un uomo di fiducia e di speranza e penso che non dobbiamo lasciarci scoraggiare dalle difficoltà: le difficoltà sono una sfida a risolverle. (di Philippa Hitchen – Radio Vaticana)